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Recensione

Tour de France 2017

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 25/06/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

L’offerta di Cyanide relativa al mondo del ciclismo, da qualche anno a questa parte, si è allargata fino a comprendere numerose piattaforme. Dal PC, infatti, la proposta della casa francese si è estesa alle console portatili e a quelle casalinghe. Il risultato di questa evoluzione costante e su base annuale è l’uscita del nuovo Tour de France 2017, titolo PS4 che consente di vestire i panni di un ciclista professionista impegnato nella Grande Boucle e non solo. Scopriamo i punti di forza dell’edizione di quest’anno.   Un ciclismo più sempliceL’obiettivo di Tour de France 2017 sembra essere quello di voler proporre una esperienza generalmente più immediata rispetto alla controparte PC, in cui la parte manageriale è quest’anno più che mai spiccata. Il titolo, infatti, consente di prendere il controllo di ogni singolo ciclista appartenente alle 22 squadre attese al via della più famosa corsa a tappe di tre settimane, con tutte le conseguenze del caso. Affrontare una salita, così, diventa un esercizio assai diverso dal lanciarsi in discesa, oppure dallo sgomitare per trovare lo spazio giusto durante una volata. Torneremo meglio in seguito su questi aspetti maggiormente legati al gameplay: per ora, è interessante concentrarsi sulle modalità di gioco. Queste includono la possibilità di affrontare il Tour de France 2017, il Critérium du Dauphiné, l’International, il Triptyque Tour, oltre che la versione 2016 della Grande Boucle e il Circuit des Grimpeurs. Non si tratta di una selezione di corse minimamente paragonabile a quella presente nella controparte PC, per una ripetitività di percorsi che si fa ben sentire in tutte le modalità di gioco. La presenza almeno di una classica, per non parlare di una corsa monumento sarebbe stata gradita, se non altro per sfruttare al meglio corridori polivalenti come Sagan e Van Avermaet. In ogni caso, il fulcro dell’esperienza di gioco pare essere la modalità Pro Tour, nella quale affronteremo le corse già citate al comando di una squadra personalizzata. Dopo aver scelto lo sponsor, infatti, saremo chiamati a costruire un roster di atleti che dovrà centrare gli obiettivi preposti. È una scelta che ricalca in qualche modo la Carriera di Pro Cycling Manager, che rappresenta sicuramente la scelta più adeguata per chi intende lanciarsi in una partita di lunga durata. È necessario citare poi la modalità Sfida, che propone una decina di discese da affrontare nel minor tempo possibile, al fine di sbloccare medaglie e riconoscimenti. Apprezzabile, infine, la possibilità di affrontare le corse assieme a un proprio amico in split-screen, come compagni di squadra o avversari.    Si sale e si scende Il gameplay di Tour de France 2017 ha evidenti alti e bassi. Al comando del nostro ciclista, infatti, saremo chiamati ad affrontare differenti tipologie di tappe, e possiamo dire senza particolare timore d’essere smentiti che è proprio nella differenza di approccio ai vari tratti di gara che il gioco riesce ad aver meglio di sé. Durante le salite, ad esempio, sarà essenziale riuscire a gestire al meglio le proprie forze, decidere quando attaccare ma anche scegliere come sfruttare le capacità dei propri compagni di squadra facendoli tirare, ma anche mandandoli in fuga.  La possibilità di assumere volta per volta il controllo di ogni singolo corridore della propria squadra, poi, permette di imbastire tattiche anche abbastanza complesse in maniera semplice e tutto sommato soddisfacente. Il fattore interessante è che i tratti di pianura, montagna e discesa, nonché le cronometro, sono considerabili come veri e propri minigiochi all’interno di un quadro complessivo più grande. Le discese, soprattutto, appaiono in teoria veramente divertenti da affrontare, perché necessitano di abilità nel guidare la bicicletta, nella frenata,  e nella capacità di interpretare al meglio le curve e i movimenti da compiere. Si tratta di operazioni che durante una gara possono anche portare a un vantaggio estremamente cospicuo, e dunque alla vittoria di tappa finale. Discorso leggermente diverso per quanto riguarda le volate: in questo senso veramente poco è cambiato dalle versioni PSP di Pro Cycling Manager di una decina di anni fa, e perciò bisognerà sforzarsi di trovare la posizione giusta, operando un discreto button smashing per prodursi nello sprint che può portare alla vittoria. Se nel complesso tutte queste dinamiche convincono, grazie anche alla possibilità di accelerare il tempo a proprio piacimento, è nei particolari che il gioco mostra alcune mancanze che inficiano l’esperienza, e che fanno sì che ci si stanchi anche abbastanza presto. Durante le volate, ad esempio, abbiamo avuto parecchie difficoltà a organizzare un treno decente anche al comando di squadre chiaramente votate a questo specifico esercizio, e molte volte non siamo riusciti a riprendere la fuga anche tirando al massimo. Ai livelli di difficoltà più semplici, poi, siamo stati in grado di avere ragione della IA anche in situazioni abbastanza sorprendenti, piazzandoci ad esempio fra i primi 10 nella tappa finale degli Champs Elysee anche con un normale gregario di una squadra Continental. A livello di difficoltà più elevato, invece, si nota un certo equilibrio nei valori, specie nelle tappe di montagna, dove è difficile staccare i propri avversari diretti con con un semplice scatto. A tutto ciò si affianca l’interfaccia di gioco, leggermente rinnovata rispetto a un anno fa, e che però sembra continuare a mancare di alcuni particolari essenziali. Molte volte, ad esempio, avremmo voluto conoscere le caratteristiche di un determinato corridore della nostra squadra, per capire al meglio in che modo poterlo impiegare. Tutto ciò non è stato possibile, e in generale ci siamo dovuti affidare all’istinto, lanciando in fuga atleti probabilmente non adatti alle caratteristiche del percorso in cui eravamo impegnati. Aggiungere una piccola finestra informativa delle abilità di ogni singolo corridore, come quella presente in Pro Cycling Manager, sarebbe stata probabilmente la soluzione migliore.   La farfalla di Maastricht, il delfino di Bibione e tutti gli altriDal punto di vista tecnico Tour de France 2017 si configura come un titolo tutto sommato godibile. L’aspetto grafico, infatti, propone i classici modelli dei ciclisti cui siamo abituati da anni anche in Pro Cycling Manager, con l’unica differenziazione costituita dalle differenti corporature, e da alcune differenti sfumature del colore della pelle degli atleti. Non si tratta dunque di un comparto grafico capace di evidenti slanci qualitativi, ma che tutto sommato riesce quantomeno a garantire scorci decenti. Discorso diverso per quanto riguarda gli elementi di contorno, così come le animazioni, che specie durante le curve appaiono ancora molto legnose. Dal punto di vista audio, invece, sono apprezzabili gli effetti di accompagnamento che è possibile ascoltare durante le gare, e che si esplicano nelle urla di incoraggiamento degli spettatori proposte in differenti lingue, specie in francese e in italiano, e dedicate ai corridori più famosi; si tratta di particolari di gioco che riescono a creare l’atmosfera giusta. Altri dettagli, invece, risultano essere realizzati in maniera un po’ approssimativa: tra questi la gestione delle licenze, non presenti per tutte le squadre, e che determinano storpiature anche abbastanza evidenti nei nomi dei ciclisti. Appare superfluo, sempre questo proposito, l’inserimento di una squadra sbloccabile e composta esclusivamente da leggende del ciclismo, proprio perché anche queste sono prive di licenze. Correre con tale M. Cipollino, ad esempio, non crediamo sia proprio il massimo. Vero è che l’editor di gioco consente di modificare sia i nomi dei ciclisti, che la composizione dei vari roster: i più appassionati, così, potranno creare le proprie squadre preferite.

– Controllare i ciclisti durante le diverse fasi delle corse è inizialmente divertente

– Complessivamente immediato

– Esperienza che tende a ripetersi dopo poco

– Alcune dinamiche di gameplay necessitano di ulteriori cure

– La mancanza di licenze è mitigata solo parzialmente dall’editor

6.5

Tour de France 2017 si conferma come un prodotto destinato agli amanti della bicicletta, risultando invece un po’ troppo ostico per tutti gli altri. Nonostante la evidente semplificazione rispetto alla controparte PC, il titolo Cyanide sembra soffrire di una certa sensazione di monotonia, derivata dallo scarso numero di tappe presenti, nonché da alcune dinamiche di gioco non sempre riuscitissime. Lanciarsi in discesa o comandare in prima persona uno scalatore durante l’ascesa all’Izoard può regalare discrete sensazioni, che però tendono ad affievolirsi dopo poco. Anche la realizzazione di alcuni evidenti particolari di contorno gradevoli cede il passo alla mancanza di alcune licenze (mitigabile fino a un certo punto dall’editor integrato), e a mancanze tecniche. Un titolo che, anno dopo anno, si conferma come una alternativa più che sufficiente per gli appassionati che non vogliono perdersi tra le varie dinamiche manageriali di Pro Cycling Manager, ma che pecca ancora in vari ambiti.

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