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Recensione

The Last Express: Gold Edition

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 17/12/2013 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

Se ci si ferma un attimo a voltarsi indietro, pur rimanendo nel solo ambito videoludico, il 1997 sembra essere passato da un secolo: parole ed espressioni come Steam, DLC, microtransazioni, always online, season pass e compagnia bella non solo erano sconosciute, ma lontane dall’essere implementate sul mercato; in questo periodo, la scena era dominata da titoli come FIFA: Road to World Cup 98 e Oddworld: Abe’s Oddysee, ma anche da quella che ancora oggi viene ritenuta una delle avventure grafiche più importanti di sempre: parliamo di The Last Express, che grazie a Dot Emu (già curatrice della versione per iOS) ritorna ora su Steam con una Gold Edition al prezzo di € 5,99 e qualche feature aggiuntiva. Andiamo allora ad analizzare il gioco e a parlare proprio di questi nuovi elementi.

Un periodo turbolentoL’Europa del 1914 viveva una stagione decisamente complicata: nel giugno di quell’anno, infatti, l’uccisione dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo segnava l’inizio delle tensioni che portarono alla prima guerra mondiale.La narrazione di The Last Express parte proprio da una delle città simbolo del vecchio continente, Parigi, e proprio nel 1914: sull’Orient Express diretto a Costantinopoli Tyler Whitney aspetta il suo amico Robert Cath; questo, personaggio principale del gioco, è un dottore americano dal passato burrascoso, braccato dalla polizia francese. Una volta salito a bordo del treno, Cath scoprirà che la situazione è molto più complicata di come l’invito di Whitney ricevuto precedentemente lasciasse presagire.Sviluppata da Jordan Mechner, creatore della serie di Prince of Persia, The Last Express è un’avventura grafica bidimensionale che, è bene metterlo subito in chiaro, eccelle in numerosi campi, anche se tra tutti l’aspetto più meritevole sembra essere quello narrativo. Sono pochi i titoli che riescono così bene a trasmettere l’atmosfera del periodo storico in cui sono ambientati: in questo, il gioco a suo tempo sviluppato da Smoking Car Production riesce in pieno, capace com’è di restituire molte di quelle suggestioni che accompagnano le vicende di inizio secolo scorso. Tutto ciò è possibile anche grazie agli ottimi personaggi secondari presenti nel titolo: nella peregrinazione per i vagoni del treno (che costituiranno sostanzialmente larga parte dell’ambientazione esplorabile), Cath incontrerà personaggi capaci di stamparsi nella memoria; sebbene non sia possibile dilungarsi molto su questi particolari senza spoilerare, meritano una citazione miss Wolff, l’affascinante violinista austriaca, o herr Schmidt, sfuggente mercante d’armi tedesco. Anche i comprimari, in questa avventura, hanno il loro valore: il poter agire in un ambiente così ristretto farà sì che si possano apprezzare anche i personaggi all’apparenza meno importanti. Insomma, ci si ritroverà a vivere una vicenda fatta di figure misteriose e interessi contrastanti, il tutto ben collegato alla realtà storica del tempo; tralasciando il gameplay, che pur influenza fortemente lo svolgimento del titolo, The Last Express offre una storia interessante che riesce ad adattarsi non solo all’ambientazione, ma anche alle dinamiche tipiche dei lunghi viaggi in treno: a ogni fermata del viaggio, dunque, il titolo proporrà qualcosa di nuovo e, se non si starà attenti, la storia potrebbe finire sul più bello, visto che il gioco propone tanti finali quante sono le possibilità di avanzare. Spiegando meglio il tutto, dobbiamo dire che se il giocatore non riuscirà in tempo a svolgere una determinata attività, il viaggio potrebbe terminare anzitempo, e la spiegazione di quanto avvenuto sarà affidata alle pagine del diario di una delle viaggiatrici del treno. Una trovata, questa, che ancora oggi risulta essere raffinata e sorprendentemente efficace, capace com’è di restituire al tutto ancora più eleganza e spessore narrativo.

Il tempo scorre veloceIl gameplay di The Last Express è estremamente peculiare: l’azione, infatti, si svolgerà sul treno, e ciò farà sì che le attività in cui si verrà impegnati saranno per la maggior parte l’interazione con i viaggiatori e con vari oggetti. Una delle particolarità, conseguenza anch’essa del lungo viaggio raccontato dal titolo, è il ruolo cruciale del fattore tempo: ogni minuto passato nel gioco, infatti, corrisponde a sei minuti reali, e se si considera che a ogni stazione il titolo proporrà situazioni sempre nuove e differenti, si comprende come anche il solo semplice stare fermi per un certo tempo potrebbe far sì che la storia non vada nella direzione sperata.Sarà necessario, dunque, compiere determinate azioni al momento giusto, pena la possibile interruzione prematura della vicenda.Non sono state tantissime, dopo The Last Express, le avventure che hanno tentato l’impresa di implementare il tempo come fattore critico del gameplay: ci ha provato una decina di anni dopo Benoit Sokal, con Sinking Island, in cui i minuti e le ore passavano inesorabilmente mentre si cercava di far luce su un delitto, ma se nell’avventura del creatore di Syberia una volta scaduto il tempo si poteva fare ben poco (a meno di non scegliere la modalità di gioco classica, senza limiti), in The Last Express il flusso di minuti e ore potrà essere manovrato a proprio piacimento. Ogni volta che si compie una determinata azione, infatti, il gioco registrerà le mosse del giocatore e creerà dei checkpoint dai quali, una volta finita anzitempo la propria esperienza per via di qualche errore, si potrà riprendere l’avventura. Ciò significa ad esempio che sì, prima di arrivare a ogni stazione bisognerà compiere determinate azioni, ma che anche nel caso in cui non si riesca nell’impresa le lancette dell’orologio potranno sempre essere spostare indietro per riprendere dal punto più vicino.Un altro elemento interessantissimo di The Last Express, inoltre, è legato al fatto che l’azione del giocatore sarà molto libera: privo di paletti e percorsi predefiniti, il giocatore potrà compiere le azioni richieste in ordine vario e in differenti orari, purché si arrivi in determinati momenti narrativi avendo completato tutto quello che si deve fare. Anche qui, però, la particolarità del titolo è che spesso bisognerà ragionare per bene prima di agire: in questo senso si può apprezzare il primo cambiamento di questa Gold Edition rispetto alla versione precedente dell’avventura; laddove nell’originale il giocatore veniva tutto sommato lasciato solo con le proprie intuizioni, infatti, in questa nuova edizione (così come in quella per iPad) si è provveduto a inserire un sistema di aiuti che dirà cosa fare e con chi andare a parlare. I puristi potrebbero storcere il naso, ma tutto sommato si tratta di una feature sensata e che potrebbe aiutare a fruire del prodotto in modo migliore; va interpretato in questo senso anche la rivisitazione dell’interfaccia di gioco e dell’inventario, ora più intuitivo e ordinato.L’azione di gioco, dunque, è incentrata sull’agire di Cath a contatto con gli altri personaggi: sarà ascoltando le loro conversazioni, origliando le proprie reazioni alle nostre azioni, pensando a cosa sia più sensato fare, che i giocatori di The Last Express riusciranno ad arrivare alla fine delle circa venti ore di cui si compone l’avventura con un certo senso di soddisfazione, come quando si finisce di leggere un bel libro.

Pixel vecchia manieraAccanto a un comparto narrativo di prim’ordine, e a un gameplay originale e che ben si adatta alla storia proposta, ai suoi tempi The Last Express ha saputo regalare anche spunti di riflessione in ambito tecnico. La grafica del titolo, bidimensionale, può pregiarsi della presenza di personaggi realizzati in rotostcope; degli attori in carne e ossa, in buona sostanza, hanno cioè recitato le varie scene del gioco, e dopo ciò una selezione di frame colta da queste performance è stata ulteriormente lavorata e sviluppata di modo da ottenere la grafica che offre il titolo. Tutto ciò ha permesso di ottenere movimenti volutamente a volte molto fluidi, e in altri tratti poveri di dinamicità. La scelta si scontrava con le limitazioni del tempo, ma a suo modo riesce a dare al titolo un aspetto sempre attuale, grazie anche alla cura elevata nello stile di personaggi e ambientazioni. In questa nuova versione proposta su Steam, per la verità, in un primo tempo questa fluidità si era persa a causa di problematiche tecniche: nel momento in cui scriviamo, però, un’importante patch risolutrice ha eliminato queste problematiche, e la resa visiva del titolo propone la stessa qualità dell’originale.C’è da parlare poi di un altro grande punto a favore del titolo, ovvero il doppiaggio: la già citata atmosfera europea, oltre che dai modi e dagli abiti dei personaggi, viene data anche e soprattutto dalla recitazione dei vari personaggi. In un gioco in cui si scontrano culture e linguaggi differenti, la scelta degli sviluppatori originali è stata quella di far parlare i personaggi sostanzialmente in due lingue: i dialoghi meno importanti, o comunque quelli in cui non si viene coinvolti in prima persona, sono dunque recitati nell’idioma proprio di ogni protagonista (si potrà dunque sentire parlare, tra le altre, in tedesco, francese, serbo e via di questo passo), mentre quelli più importanti saranno nella lingua principale scelta a inizio partita (è presente, così come nella versione originale, la localizzazione italiana).Questa scelta se si vuole sensata ha però una conseguenza un po’ negativa, che purtroppo in questa nuova edizione non viene rivista: i dialoghi che si svolgeranno nella lingua principale, infatti, non sono corredati da sottotitoli, al contrario della maggioranza di quelli doppiati in lingue più “esotiche”. La conseguenza di ciò è che chi volesse godere dell’avventura in inglese, ma magari non comprende benissimo la lingua di Albione, vedrà gli spezzoni parlati in questo idioma privi di sottotitoli, mentre tutti gli altri, in cui si parla francese o tedesco, avranno il conforto della traduzione via testo.Merita una citazione, completando l’analisi del comparto audio, la recitazione di tutti i vari attori, che riescono a risultare credibili anche nella versione italiana, oltre che nei dialoghi nelle varie lingue straniere che si incontreranno durante il gioco. Non si può non sottolineare poi la colonna sonora, interamente originale e riproposta integralmente, che riesce sempre a fornire il giusto supporto.Concludiamo questa lunga recensione, infine, con qualche appunto sul versante tecnico: il titolo consente di giocare a risoluzioni più “moderne” di quelle proposte nella versione originale, sebbene alcuni utenti abbiano segnalato problemi di visualizzazioni con le combinazioni widescreen (non è stato il nostro caso). Alcuni bug segnalati nella prima versione del titolo, infine, sembrano siano stati risolti per la maggioranza dei casi con l’update di cui abbiamo parlato in precedenza.

HARDWARE

Requisiti minimi: OS: Windows Vista, 7, 8 Processore: Pentium 4 2.4Ghz Memoria RAM: 1 GB Scheda Grafica 3D Spazio su HDD: 2 GB

Requisiti raccomandati: OS: Windows Vista, 7, 8 Processore: 2 GHz Dual Core Memoria RAM: 2 GB Scheda Grafica 3D Spazio su HDD: 2 GB

– Un’ottima narrativa, che crea un’atmosfera unica

– Il gameplay si rivela positivo ancora oggi

– L’inserimento degli aiuti potrebbe rendere l’esperienza più godibile

– Alcune piccole problematiche tecniche legate a questa nuova versione

8.5

Un’avventura d’altri tempi, che riesce a essere sempre attuale: questa è The Last Express, che ritorna agli onori delle cronache grazie alla nuova versione proposta su Steam. I miglioramenti relativi all’interfaccia grafica rendono il gioco potenzialmente appetibile anche agli avventurieri un po’ meno esperti, mentre per il resto non si segnalano grandi innovazioni: considerata l’ottima narrativa e il peculiare gameplay, tutto sommato, non sembra però che questo sia un grande problema. Il consiglio che possiamo darvi, se non l’avete ancora fatto e siete appassionati del genere, è allora quello di rivivere senza alcun dubbio questa grandiosa avventura del passato che ha il sapore dei romanzi del primo novecento, e la capacità di non passare mai di moda, come solo i grandi classici sanno fare.

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