Recensione

Tetrobot and Co.

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a cura di Shiryo

Se nel 2011 avete messo mano su Blocks That Matter, dovreste già sapere cosa aspettarvi da Tetrobot & Co. Seguito spirituale del gioco sui “blocchi che contano”, il titolo di Swing Swing Submarine mette al controllo di una microscopica unità di riparazione chiamata Psychobot, nel suo viaggio all’interno di un Robot più grande, Tetrobot (protagonista, peraltro di Blocks That Matter), da sistemare dopo un danno ai circuiti.

Gameplay interessante, meccaniche solide,Il gameplay di Tetrobot & Co. è estremamente semplice da ammaestrare, come nella tradizione dei migliori puzzle game, soprattutto quando d’ispirazione mobile. Il giocatore clicca, o tocca, un punto qualsiasi della schermata, e Psychobot si muove automaticamente sino al punto selezionato. Scopo del suo incedere è superare le varie schermate entrando in tubi che conducono ai puzzle seguenti ma, ovviamente, questo non è sempre cosi semplice come può sembrare. A rendere più complessa la situazione sono presenti ostacoli quali raggi laser fissi o intermittenti, strane creature, interruttori da attivare spingendoli fisicamente al passaggio o al contatto e molto altro, ma non vi roviniamo la sorpresa. Già dopo pochi livelli si scopre il principale talento di Psychobot, ovvero l’abilità di assorbire blocchi solidi dalla lunga distanza e spararli in un secondo momento, con l’unico vincolo legato alla possibilità di svolgere entrambe le azioni solo sul piano orizzontale. In ognuno dei livelli da affrontare sono presenti anche tre blocchi di memoria da raccogliere, elemento che allinea il gioco ai canoni del puzzle-game mobile attuale.
 I singoli livelli si dimostrano relativamente facili da superare se non si desidera raccogliere tutti i blocchi di memoria presenti in ogni schema, mentre estremamente complessi se si intende ottenerli dal primo all’ultimo. Sta quindi al giocatore definire la difficoltà del gioco, semplicemente decidendo se portare a termine un livello nella maniera più facile, o in quella più complessa, parallelamente a quanto avviene, per citarne un paio, nella serie Cut The Rope con le caramelle o in quella di Where’s My Water con le paperette. Rispetto ad altri puzzle game attuali, che offrono anche varietà nel gameplay grazie ad un mix tra puzzle stesso e azione o platform, Tetrobot & Co. resta fedele ad una formula di platforming senza fronzoli, elemento che lo rende adeguato sia a chi non abbia particolare attitudine al videogiocare in generale, sia a chi stia cercando un puzzle game puro.

Ragionare sulle proprie mosse, senza lasciarci le penneIl gioco si propone come un rilassante passatempo che non pone mai davanti ad una schermata Game Over. Anche impattando con laser e ostacoli, o venendo colpiti da blocchi che precipitano dall’alto, Psychobot non subisce alcun danno, viene solamente respinto. Non c’è timer a scandire i tempi dell’azione. Il giocatore può prendersi il tempo che preferisce per la risoluzione dei singoli livelli, il cui completamento può richiedere di spostarsi in differenti schermate per raccogliere oggetti o attivare interruttori, normalmente nel massimo della calma. Salvo i frangenti in cui il superamento degli ostacoli richieda del tempismo, il gameplay non richiede mai al giocatore una particolare abilità con i controlli: si tratta di rilassarsi, riflettere e trovare il modo per cavarsela. 
Nonostante, come anticipato, il giocatore possa scegliere quanti blocchi di memoria raccogliere prima di completare il livello, e quindi decidere eventualmente di rendere più semplice o più complessa la soluzione di ogni area, è ovviamente previsto un crescendo di difficoltà lungo l’arco dei 50 livelli che compongono il gioco. La forbice rappresentante il livello di sfida è piuttosto aperta, dà modo infatti di sentirsi piccoli geni nei primi livelli, ma anche di iniziare a dubitare fortemente delle proprie capacità intuitive già dopo la prima metà dell’avventura, che inizia da uno dei tutorial più semplici della storia dei puzzle, arrivando a schemi cervellotici davvero molto elaborati. In ogni caso, durante tutto l’arco dello svolgimento di un livello, al giocatore viene data la possibilità di annullare le ultime mosse effettuate, consentendo quindi di rimediare a errori bloccanti, ma anche di poter rivalutare l’approccio al puzzle in atto, magari per ottenere un numero maggiore di blocchi di memoria senza dover ripetere il livello da capo.

Comodamente seduti al PC o partita veloce in treno?La versione di Tetrobot & Co. da noi testata è quella PC, che non vanta quindi i pregi del giocare in mobilità, ma che sul piano visivo si dimostra  più godibile, mantenendo alte e dettagliate risoluzioni anche su schermi grandi. Invero, le meccaniche del gameplay sono estremamente legate al mondo del videogioco da viaggio, e giocarvi su PC, mouse alla mano, potrebbe risultare quantomeno atipico. Pur consigliando la versione iOS/Android per la sua maggiore fruibilità, magari su tablet, abbiamo gradito spendere del tempo comodamente seduti davanti al computer, ragionando sui passaggi dei puzzle più difficili sorseggiando un buon caffè. In ogni caso, a prescindere dalla versione utilizzata, stiamo parlando di un puzzle game interessante, semplice nella giocabilità, facile da imparare e difficile da risolvere, oltre che esteticamente molto pulito. La grafica in generale si compone di scenari semplici, minimal e tecnologici, in alta risoluzione. L’effettistica è anch’essa basilare, utile a dare colore alle schermate senza esagerare. Non ci sarebbe dispiaciuto vedere una migliore caratterizzazione del personaggio protagonista, se non a livello estetico, sul versante animazioni. Psychobot è un simpaticissimo occhio con braccia e antenna, che nonostante la semplicità ha un suo carattere definito, ma si muove sempre senza accelerazione o decelerazione, e senza animazioni particolari se non quando impatta con ostacoli, raccoglie oggetti o gli viene richiesta un’azione impossibile, nel qual caso un punto esclamativo appare al centro del suo display. Una maggiore fluidità nei movimenti, magari con ulteriori animazioni contestuali, aiuterebbero nell’affezione con il protagonista, elemento importante in un gioco nel quale, per la maggior parte del tempo, si ha a che fare solo con lo stesso personaggio. Ottime, invece, le cut scene composte da disegni ispirati, apparentemente realizzati a mano, anch’esse sull’onda delle semplicità estetica, e di buona qualità la colonna sonora, composta da 33 brani creati ad-hoc, che raccontano perfettamente le atmosfere dei vari livelli.

– Immediatezza e facilità d’uso

– Gameplay adatto sia a lunghe sessioni al PC che a rapide partite Mobile

– Buona colonna sonora

– E’ un puzzle game puro

– Stile grafico semplice ma adatto

– Protagonista poco animato

– Potrebbe risultare ripetitivo a causa della sua formula unica

7.5

Tetrobot & Co. è il degno successore del divertente Blocks That Matter, che non innova il predecessore ma sa riproporne le meccaniche principali in un contesto esteticamente molto differente, aiutando a svelare alcuni avvenimenti legati alla trama del primo gioco, pur essendone completamente distaccato. Anche chi non avesse giocato al precedente titolo di Swing Swing Submarine, può infatti serenamente giocare a questo nuovo puzzle game, gioendo per un gameplay semplice ma con sfide impegnative, e per un comparto grafico pulito oltre che una buona colonna sonora mai invasiva, la quale ben accompagna il ragionare sui livelli di difficoltà crescente.

Voto Recensione di Tetrobot and Co. - Recensione


7.5