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Recensione

Prince of Persia

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Avatar di andymonza

a cura di andymonza

Pubblicato il 04/12/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

9

Il Principe è tornato.Eppure, vedendolo emergere dai venti sabbiosi del deserto, ci rendiamo subito conto che di principesco gli è rimasto ben poco: è più una canaglia ora, un predone di tombe dalla battuta facile, tanto affascinante quanto sbruffone. La perdita della sua asina, e del prezioso carico appena “requisito”, lo porterà in guai ben più grossi del previsto.

Semplice, ma con stileL’incontro/scontro con Elika, principessa del regno e custode della prigione del demone Ahriman, lo costringe infatti a mettere da parte i sogni di concubine e tappeti costosi.Sin dalla sua entrata in scena a pochi istanti dall’inizio dell’avventura, Elika si pone al centro dell’attenzione: sarà vostra compagna tanto nei combattimenti quanto nelle acrobazie, e grazie alla sua magia non dovrete temere mai la morte. In seguito alla liberazione di Ahriman, il regno viene sopraffatto dalla corruzione, ed il vostro compito sarà quello di aiutarla a risanare le terre infette; esse sono divise in specifiche aree, visibili grazie ad una mappa. All’inizio potrete scegliere liberamente da dove cominciare, ma nuove sezioni si sbloccheranno solo in seguito al risanamento delle varie aree infette.Le aree sono tutte tra loro collegate, e la mappa non presenta uno zoom sufficiente a renderla uno strumento utile a guidare il giocatore nello spostamento da una sezione all’altra; anche in questo caso sarà Elika a venirvi in aiuto. Previo marcamento di una destinazione sulla mappa, alla pressione di un tasto durante le fasi esplorative ella evocherà una traccia luminosa, che per qualche secondo vi indicherà il sentiero da seguire.Tramite la mappa potrete usufruire anche di un teletrasporto, ma varrà solo per le aree già risanate dall’infezione.

La magia del controlloIl gameplay si profila come una miscela tra platforming acrobatico e combattimenti due contro uno, dove a fare la differenza rispetto alla moltitudine di titoli che rispondono a questo genere, comprese le precedenti iterazioni del brand, è l’eccezionale set di controlli che i ragazzi di Ubisoft Montreal vi mettono a disposizione. Acrobazie, fendenti di spada e l’utilizzo del guanto magico sono assegnati a differenti tasti, sia che siate in combattimento o che vi stiate aggirando per i livelli; ad essi si aggiunge il tasto dedicato ad Elika, che vi permetterà di richiamarla per allungare la gittata dei salti, o per utilizzare la sua magia in combattimento.Per quanto questo mix sia effettivamente semplice da padroneggiare, alcune particolarità richiederanno che mettiate da parte anni di platforming: l’esempio più evidente è il tasto dedicato al salto, che differentemente dal solito non prevede risposta al rilascio. Ad ogni tocco il Principe salterà, e qualora dovesse esserci una parete a portata, effettuerà automaticamente un wall running. I comandi dedicati alle acrobazie si completano con un tasto dedicato all’utilizzo degli anelli attaccati ai muri, ed all’utilizzo del grilletto destro per scivolare lungo le pareti grazie al guanto. Le lunghe ed intricate sezioni platforming diventano dunque una questione di ritmo e di intuito, che acquisirete man mano che la curva di difficoltà si farà più ripida, seguendo un percorso perfettamente bilanciato, che vi regalerà notevoli soddisfazioni senza accendere mai alcun senso di frustrazione.Aggirarsi per le vaste ambientazioni, grazie anche ad un design accuratissimo ed allo straordinario comparto animazioni, sarà in grado di regalarvi vere e proprie emozioni, fatte di un inedito mix di elementi visivi uniti ad una continua tensione verso il prossimo appiglio.

Danzando con la spadaLa filosofia del ritmo è riscontrabile anche nelle fasi di combattimento: le azioni assegnate ai tasti possono essere liberamente concatenate secondo un sistema di combo, che vi permetterà di inanellare spettacolari sequenze in maniera intuitiva e fluida, lasciando spazio all’improvvisazione. I feroci attacchi concatenati che gli avversari vi porteranno vi costringerà a tenere sempre alta la guardia tramite il grilletto destro, per poi trovare il momento giusto per abbassarla e contrattaccare: anche in questo caso, l’acquisizione del giusto ritmo è fondamentale. La maggior parte dei combattimenti avverrà su piattaforme sospese, ed il modo migliore per liberarsi in fretta del nemico sarà spingerlo sempre più vicino al bordo, per poi farlo precipitare.Il discorso cambia quando fronteggerete i boss: questi ultimi mutano forma durante i combattimenti, diventando sensibili di volta un volta ad un solo tipo di attacco: durante le prime fasi di gioco i mutamenti saranno accompagnati da scritte a schermo che vi informeranno relativamente all’attacco da utilizzare, ma successivamente starà a voi rendervene conto e reagire di conseguenza.Dato che i luogotenenti di Ahriman sono solo quattro, e li affronterete diverse volte prima di arrivare ad uno scontro finale, il fatto che mutino forma costringendo il giocatore a rapidi cambi di tattica è positivo, e mantiene il combattimento fresco e dinamico.Tipici dei combattimenti con i boss sono anche dei brevi quick time event, che si attiveranno ogniqualvolta l’avversario vi metterà alle strette: soprattutto da metà gioco in poi essi si faranno più frequenti, spezzando il ritmo a volte eccessivamente.

The Prince never diesCome accennato, grazie ai poteri di Elika la morte non è un vostro problema: ogniqualvolta un nemico riuscirà a ferirvi mortalmente, si attiverà un breve quick time event. Nel caso non riusciate a premere in tempo il relativo tasto, Elika vi salverà, ma l’avversario recupererà parte della sua energia vitale.La stessa situazione si ripete nelle fasi esplorative, dove in seguito al salvataggio da parte di Elika verrete riportati all’ultima piattaforma. L’eliminazione del concetto di game over, già vista in altri titoli recenti, potrà non piacere ai giocatori più accaniti, ma gli svantaggi che essere salvati comporta riescono a mantenere il livello di sfida e la motivazione a migliorarsi sufficientemente alti.

La perfetta miscelaOgniqualvolta riuscirete nel tentativo di risanare un’area infetta dopo aver messo in fuga il relativo boss, seguirà una fase esplorativa in cui dovrete recuperare i Semi di Luce sparsi per il livello: essi sono infatti indispensabili ad Elika per sbloccare nuove aree del regno.Per quanto il gameplay sia dunque assolutamente lineare nella sua sostanza, a mantenere alto l’interesse per le circa 12 ore di gioco che il titolo propone è il perfetto mix tra i suoi elementi: la fluidità delle fasi di platforming, che grazie ad ambienti vasti e non lineari vi permetterà di sperimentare liberamente con il comparto acrobatico, la semplicità del sistema di combo, la possibilità di risolvere gli scontri con i nemici più deboli con un unico fendente ben piazzato, l’eliminazione del game over contribuiscono a fare dell’esperienza uno spettacolare rush a perdifiato, da cui sarà difficile staccarsi. A questi elementi va aggiunta la straordinaria caratterizzazione dei due protagonisti: il contatto tra di loro si manifesterà attraverso una moltitudine di linee di dialogo sia durante le fasi di gameplay, sia in specifici momenti di pausa dall’azione, dove tramite la pressione del grilletto sinistro sarà possibile scambiare due parole con Elika. Tali dialoghi sono ricchi, simpatici e incredibilmente ben distribuiti nel corso dell’avventura, riuscendo a trasmettere con efficacia il progressivo avvicinamento dei due personaggi.

To Prince, or not to Prince?L’esperienza offerta da questo Prince of Persia è unica nel suo genere: fluida, appassionante e visivamente splendida. I difetti tuttavia ci sono, e sono da ricercarsi soprattutto nella linearità e nella fondamentale routine alla base del gameplay. Le azioni che caratterizzano l’incedere sin dal principio si ripeteranno lungo tutto l’arco dell’avventura: ingresso in un’area infetta, platforming sino al boss, risanamento e raccolta dei Semi di Luce, e così via sino agli scontri finali. Per quanto difficilmente ci si annoi, data la vastità degli ambienti e la fluidità delle fasi di platforming e di combattimento, è innegabile che l’offerta in termini di varietà di gameplay avrebbe potuto essere un po’ più ricca. E’ evidente che gli sviluppatori, potendo scegliere tra aggiungere ulteriori features o bilanciare alla perfezione quelle alla base del gameplay, hanno optato per la seconda opzione; se da una parte questo ha portato a qualche limitazione, dall’altra è evidente e gradito l’ottimo lavoro svolto in termini di ottimizzazione del materiale a disposizione.Dieci/dodici ore di gioco intenso, fluido ed immerso in ambientazioni via via sempre più labirintiche e vaste, costituiscono comunque un’offerta quantitativamente nella media per un action/platform; a fare la differenza in questo Prince of Persia è invece la qualità, decisamente alta.

Comparto TecnicoIl comparto tecnico aggiunge una dose di magia a questa miscela già notevole: il motore Scimitar, sviluppato per Assassin’s Creed, è reso irriconoscibile da un’inedita tecnica analoga al cel-shading, che restituisce uno stile grafico illustrativo con un livello di dettaglio mai visto prima; i canoni di giudizio tecnici consueti, come la qualità delle texture, diventano inefficaci di fronte a questa svolta, che si fa apprezzare proprio per i suoi tratti irregolari e volutamente sporchi.I nemici sono ben caratterizzati, anche se un po’ di varietà in più non avrebbe guastato.Gli ambienti sono ricchi di dettaglio, e caratterizzati da una palette di colori che da metà avventura rivela una quantità eccezionale di sfumature.A risplendere è comunque il comparto animazioni: se vedere il Principe muoversi da solo è una gioia per gli occhi, mettendo Elika al suo fianco gli sviluppatori hanno creato un’alchimia acrobatica unica nel suo genere, dove i due protagonisti si muovono come una cosa sola, con grazia e leggerezza stupefacenti.Il comparto audio si divide tra una colonna sonora di grandissima qualità, che unisce stile classico a sound orientaleggianti, ed un doppiaggio in italiano davvero ben riuscito, che dona ai personaggi il giusto carattere.

– Esperienza visiva unica

– Controlli bilanciati

– Design dei livelli eccezionale

– Personaggi ben caratterizzati

– Eccessivamente lineare

– A tratti ripetitivo

9.0

Ai ragazzi di Ubisoft Montreal va senza dubbio riconosciuto il coraggio di aver portato avanti un progetto tanto ambizioso quanto rischioso: dopo aver fatto tabula rasa, gli sviluppatori hanno deciso di disegnarci sopra un’opera inedita, che non rinnova nessun genere, bensì miscela elementi comuni con evidente maestria, e li amalgama con un design indimenticabile. L’esperienza che ne risulta non è esente da difetti, quali una ripetitività nelle azioni da compiere e un’eccessiva linearità, ma le sue caratteristiche uniche riescono a renderla appassionate e divertente oltre ogni più rosea previsione. Il comparto tecnico getta le basi per uno stile completamente nuovo che, senza dubbio, vedremo riproposto più volte in futuro.

Prince of Persia riesce ad intrattenere distinguendosi dalla massa, riportando in auge con forza e carisma un personaggio il cui smalto rischiava di rovinarsi seriamente.

Il taglio netto col passato e le meccaniche di gioco inedite non piaceranno a tutti, ma per qualità realizzativa ed intrattenimento offerto Prince of Persia merita un proposito d’acquisto da parte di tutto il popolo video ludico.

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