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Recensione

Ghost Recon Online

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Avatar di Ctekcop

a cura di Ctekcop

Pubblicato il 29/01/2013 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Ubisoft negli ultimi anni è sembrata arrancare nel campo degli shooter online, incapace di proporre almeno su PC qualcosa dal successo paragonabile a quelli dei vari Call of Duty o Battlefield. Nel tentativo di colmare questo gap ha deciso di scendere in campo con una delle sue più importanti proprietà intellettuali a disposizione realizzando, prossimamente anche per Wii U oltre che per PC, un prodotto free to play proprio come impone la moda del momento. Tom Clancy’s Ghost Recon Online cerca al tempo stesso di farsi largo nel mercato proponendosi come alternativa maggiormente tattico-strategica rispetto alla miriade di sparatutto gratuiti, spesso e volentieri decisamente immediati o per così dire ignoranti, che ormai inondano letteralmente la rete.

Sfruttando l’occasione dei recenti aggiornamenti abbiamo deciso di riprenderlo in mano e constatare con mano se possa valere veramente la pena scaricarlo e giocarlo.
Don’t touch my sniper rifle
L’ultimo episodio della serie Ghost Recon è un  third person shooter fortemente basato sul sistema di coperture. Questo risulta tutto sommato ben implementato e correttamente funzionante non risultando fonte di frustrazione una volta presa dimestichezza con l’inappuntabile sistema di controllo; le coperture funzionano e funzionano bene.
Lo scopo del gioco è sostanzialmente univico nelle due sole modalità inizialmente disponibili assault e conquest: conquistare i punti di controllo in sequenza. Ovviamente non mancano tutta una serie di obiettivi e daily challenges con cui progredire a livello di esperienza e rendere più efficace la classe utilizzata. Recentemente è stata aggiunta anche la modalità holdout in cui le squadre si contendono un solo punto di controllo al centro della mappa.
Il gameplay risultante purtroppo non è molto entusiasmante. Più che tattico è statico; anzichè favorire organizzate manovre corali non fa altro che incentivare il camping, metodo per racimolare rapidamente punti seminando scompiglio tra la squadra avversaria. Le bocche da fuoco sono sufficientemente imprecise da proporre una balistica vagamente verosimile; in particolare bisogna prestare una certa attenzione nel gestire il rinculo delle armi automatiche costringendo sempre a una certa staticità. I cecchini regnano sovrani e nulla viene fatto per limitarne la presenza sul campo di battaglia imponendo dei limiti alle classi. Spesso e volentieri si rimane inchiodati sulle proprie posizioni poco dopo lo spawn oppure ci si riscopre con grande frequenza appostati nei pressi di una porta o un angusto passaggio assieme alla propria squadra in attesa che siano gli avversari a fare la prima mossa muovendo dalle loro posizioni uscendo dalle loro coperture. Il difetto vero ed estremamente grave emerge a causa di un map design al tempo stesso troppo semplicistico nella conformazione delle planimetrie quanto estremamente confusionario e rapsodico nel riempire suddette mappe di coperture.
Basta aggiungere che le mappe disponibili in totale sono solo cinque, considerando la recente new entry, e la frittata è fatta: il gioco in questione stanca dopo poco risultando complessivamente mediocre e incapace di ergersi in un mare di titoli dal feeling estremamente simile.
Apprezzabili le guide disponibili online sul sito ufficiale: peccato che in pochi le leggeranno buttandosi a capofitto nell’azione.
Compriamo oggetti con le microtransazioni
Si può scegliere tra tre diverse classi, Recon, Assault o Specialist, ognuna con il proprio equipaggiamento specifico in termini di armi e gadget vari i quali permettono di adempiere al meglio al ruolo preposto sul campo di battaglia. Alcuni di questi si rivelano estremamente utili come per esempio la mimetica che rende invisibili per qualche secondo, la sottospecie di scudo che dona una invulnerabilità temporanea per spostarsi senza rischi oppure una sorta di radar probabilmente ancor più utile in quanto capace di individuare i nemici nascosti dietro i ripari. Veri e propri game breaker da usare oculatamente e al momento giusto visti gli ampi tempi di ricarica ma che consentono veramente a chiunque di togliersi qualche soddisfazione.
L’armeria e con essa anche il negozio sono estremamente ricchi di proposte, ancor di più dopo le recenti novità. Le armi e i gadget più potenti devono essere dapprima sbloccati raggiungendo un certo livello d’esperienza e poi comprati. Come ormai consueto in questo genere di giochi esistono due diverse valute: una che si accumula giocando e un’altra che ci si procura sborsando denaro reale. I prezzi per fortuna sono relativamente bassi. Purtroppo la maggior parte degli oggetti sono per lo più dei potenziamenti: il risultato è frustrazione da parte dei giocatori appena arrivati che non possono contare su caricatori maggiorati o armi più precise e potenti. Immancabili pure i soliti consumabili per guadagnare rapidamente esperienza.
Infine non mancano tutte quelle feature sociali ormai standard come la lista amici in-game, la possibilità di scambiarsi messaggi, le leaderboard e finalmente eseguire partite tra clan.
YETI Engine
Tecnicamente parlando Tom Clancy’s Ghost Recon è l’ennesima prova che ormai i titoli free to play non possono più permettersi di avere budget da serie B: se vogliono attirare un sufficiente numero di giocatori devono appagare l’occhio a sufficienza.
Da questo punto di vista l’ultimo nato di Ubisoft non delude proponendo un aspetto grafico decisamente apprezzabile nel complesso. Le texture sono decisamente buone e anche il sistema di luci e ombre non scherza. Si lasciano apprezzare sopratutto gli effetti: la profondità di campo e il motion blur abbondano; anche rendere il proprio soldato invisibile, o fare uso dei gadget disponibili, è alquanto spettacolare. Le mappe presentano una sufficiente varietà con ambientazioni che toccano quelli che ormai sono dei clichè del genere come la piattaforma petrolifera, la metropolitana, ambientazioni urbane e cantieri in divenire. Si poteva giusto sprecare qualche poligono in più nella rappresentazione delle armi scandalosamente spigolose quando si sfruttano il mirino o l’ironsight.
Semmai lo YETI engine lascia adito ad altri dubbi come un frame rate ballerino e un’ottimizzazione opinabile come testimoniano i requisiti minimi di certo non bassi a differenza di molti altri concorrenti. Abbassare il dettaglio a livelli medi o bassi cercando maggior fluidita su PC probabilmente non attrezzatissimi per il gaming provoca un sontuoso calo della qualità di ciò che viene visualizzato a schermo.
Anche il comparto audio fa il minimo sindacale senza impressionare più di tanto con suoni delle armi troppo sterili e poco entusiasmanti.
Qualche problema col matchmaking: nonostante siano ormai passati diversi giorni dai problemi iniziali del lancio post-beta ci siamo imbattuti ancora in qualche attesa troppo lunga andando a finire poi comunque in partite con giocatori di tutti i livelli. Per fortuna i server hanno fatto il loro dovere senza creare problemi di ping.

HARDWARE

SO: Windows XP, Vista, 7 Processore: 2.6 GHz Intel Core 2 DuoRAM: 3 GB Hard-disk: 2GB di spazio liberoScheda video: 256 MB DirectX 9.0 con supporto Shader Model 3.0 Audio: DirectX 9.0 compatibile

– Tecnicamente buono per un free to play

– Godibile senza spendere

– Veramente povero di contenuti

– Map design decisamente poco riuscito

– Gameplay opinabilmente statico

6.5

A conti fatti Tom Clancy’s Ghost Recon Online non riesce a sconvolgere il mondo degli sparatutto free to play risultando un acerbo TPS come tanti senza spiccare davvero per le sue prerogative tattiche.

È comunque in grado di regalare qualche attimo di divertimento gratuito e perciò non gli si può certo negare una prova nella speranza che si tratti di una prima piccola ma solida base di partenza per un titolo che venga adeguatamente supportato, aggiornato e rimpolpato col passare del tempo. E il recente corposo aggiornamento lascia intendere che Ubisoft forse non abbandonerà questo titolo al proprio destino.

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