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Recensione

Dino Crisis

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Avatar di JakDilemma

a cura di JakDilemma

Pubblicato il 19/09/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.3

Era il lontano 1996 quando Capcom, nota casa sviluppatrice giapponese di videogiochi, lanciò sul mercato il primo episodio di Resident Evil, coniando, per la prima volta nel mondo dei videogames, il termine survival-horror, atto ad indicare giochi nei quali le munizioni sono limitate e la paura e la tensione sono dietro a ogni angolo. Shinji Mikami, il game designer che ha creato la serie dando una svolta alle avventure su Playstation, Sega Saturn e PC, si cimenta nuovamente nel genere con questo Dino Crisis, survival-horror caratterizzato dalla presenza di pericolosi dinosauri in puro stile Jurassic Park, cercando di replicare il successo di critica e pubblico ottenuto con Resident Evil. Vi basterà leggere la nostra recensione per sapere se Mikami è riuscito o meno nell’impresa…

Misteriosi (e feroci) dinosauri complicano la missione…Gli eventi narrati in Dino Crisis iniziano sull’isola Ibis, nella Repubblica di Borginia, in quello che sembra essere, probabilmente, un vicino futuro. Tom, agente infiltrato nella struttura militare segreta installata sull’isola, ha scoperto che il Dottor Kirk, dato per morto in un incidente di laboratorio avvenuto pochi anni prima, è vivo ed è al lavoro su di un misterioso progetto non bellico. Secondo le indagini svolte dall’agente infiltrato, la morte del dottore era stata inscenata dallo stesso governo della Borginia, così la S.O.R.T. (Secret Operation Raid Team) decide di affiancare all’agente già infiltrato nella struttura un nuovo team per portare indietro Kirk. Sembrava una semplice missione di recupero per Regina, Rick e soci, invece alcune misteriose morti provocate da ancor più misteriosi dinosauri complicano la faccenda a dismisura. Queste le interessanti premesse di un gioco che fa del sistema di controllo di Resident Evil la sua solida base per alimentare la tensione e l’adrenalina al giocatore di turno, conservando pregi e difetti di un gameplay che tutt’ora rimane valido nonostante una innegabile legnosità. Alla massiccia esplorazione della base militare, condita da un buon numero di enigmi che, seppur leggermente semplificati, ben si inseriscono nel contesto creato dal team di sviluppo, si affianca una forte dose di azione in cui sopravvivere, con la forza delle armi o con rapide fughe, ai pericolosi dinosauri, pronti a tutto pur di smembrare le vostre carni, è la parola d’ordine. Insomma, la novità più grossa, dal lato puramente tecnico, apportata da Dino Crisis rispetto al predecessore spirituale Resident Evil, è l’introduzione di fondali in vero 3D che sostituiscono quelli pre-renderizzati del gioco a base di zombie.

Non rischia per innovare ma va sul sicuroContinuando a parlare del sistema di controllo, chi ha già giocato a Resident Evil troverà in Dino Crisis le stesse valide meccaniche di base, con il tasto R1 (di default) adibito alla mira e il tasto X usato per premere il grilletto. Il sistema di menù si presenta semplice nell’utilizzo ma non per questo poco complesso, con un limite ben preciso di oggetti trasportabili e un sistema di combinazioni che vi permetterà di creare oggetti via via più potenti a partire da quelli più semplici. Il tutto non si presenta certo come innovativo ma ben si sposa con l’impostazione dell’avventura, riuscendo nell’intento di coinvolgere e, allo stesso tempo, innervosire il giocatore durante i vari scontri con i letali lucertoloni. Insomma tirando le somme sul sistema di controllo esso si pone come efficace e ben collaudato presentando una curva di apprendimento piuttosto equilibrata che riesce a impegnare il giocatore senza però rendergli la vita impossibile, grazie anche alla difficoltà scalabile. Analizzando le fasi esplorative, cardine del sistema di gioco, si evince come il lavoro svolto da Virgin sia stato impeccabile, sopratutto nella resa della base super-tecnologica: un concentrato di enigmi, fatti di codici d’accesso e chiavi, impronte digitali ed esperimenti scientifici, che però, purtroppo, porta a volte nel giocatore un lieve senso ripetitività, causato dalla presenza, non troppo compromettente per il titolo, del back-tracking, ossia il tornare in posti già visitati in precedenza,

“Mi sembra di essere in un film!”Alcune parole vanno spese infine per il comparto tecnico che, nonostante i dieci anni d’età e le limitazioni hardware imposte da una console non più recente come le prima Playstation, si difende ancora bene, peccando leggermente negli effetti speciali come esplosioni e giochi di luce ma mostrando i denti nell’impeccabile realizzazione dei feroci dinosauri e dei personaggi umani coinvolti nella faccenda (usando, ovviamente, come termine di paragone altri giochi dell’epoca). La più grossa differenza del titolo rispetto a Resident Evil, come già detto prima, è rappresentata dalla presenza di fondali realizzati in vero 3D che garantiscono una regia virtuale migliore e una maggiore fluidità al gioco, a scapito però della rifinitura e del dettaglio grafico. Il comparto sonoro invece riesce a compiere solo adeguatamente il suo lavoro, con alti e bassi sia nel doppiaggio che nella colonna sonora, a volte eccezionali a volte sottotono.Per quanto riguarda la longevità, nonostante un’eccessivamente breve modalità storia ( si parla di 5/7 ore per completarlo la prima volta), essa è garantita dai tre diversi finali in splendida computer grafica ed è inoltre condita dalla possibilità di affrontare l’avventura in diversi modi in base alle scelte compiute, risultando più adrenalinica e violenta seguendo gli ordini di Gail, il capo della missione, più ragionata e creativa seguendo i consigli di Rick, l’uomo addetto alla parte informatica della missione. In più, finita l’avventura principale, verranno sbloccati dei costumi e delle armi extra per la partita successiva e una nuova modalità chiamata Wipeout, nella quale l’obiettivo consiste nello sterminare un certo numero di dinosauri entro un limite di tempo prestabilito. Se quindi la modalità principale risulta essere eccessivamente breve, Dino Crisis si salva grazie alla sua buona rigiocabilità, dovuta ad un solido gameplay e ai diversi approcci e finali che il gioco può offrire.

– Giocabilità divertente e collaudata…

– Trama godibile e atmosfera ben riuscita

– Diversi finali e altrettanti modi di affrontare l’avventura

– …anche se poco innovativa

– Il comparto tecnico presenta alcune imperfezioni

– Breve la modalità principale, anche se rigiocabile con piacere

8.3

Dino Crisis è un gioco che può soddisfare e sa divertire, con il suo misto di azione, esplorazione, enigmi e tensione, a fronte di una giocabilità collaudata anche se poco innovativa, con trama e ambientazione piuttosto azzeccate. Menzione d’onore, poi,alla rappresentazione, sia grafica che sonora, dei dinosauri sparsi per il gioco, Altrettanto non si può dire del comparto tecnico in generale, che pecca sopratutto nelle legnose animazioni e negli scenari il più delle volte spigolosi. Ma ai fini del gioco la grafica riesce a fare il suo dovere, sopratutto se si pensa all’avventura ben studiata che Capcom ha preparato per voi. Inoltre, per ovviare al problema della breve durata della missione principale di Regina e soci, Dino Crisis può essere affrontato in diversi modi che porteranno il giocatore ad uno dei tre diversi (e spettacolari) filmati finali. Insomma, se riuscite a trovarlo a buon prezzo, vi consigliamo di non farvelo scappare.

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