Recensione

Bloody Roar: Primal Fury

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a cura di Ryuken

Il punto debole di Nintendo e della sue console di punta, dopo l’era a 16 bit, è stato la cronica mancanza di picchiaduro di un certo spessore, numerosissimi ai tempi del glorioso SNES; come più volte ribadito il Cubo sembra davvero essere la macchina della rinascita per la grande casa di Mario, ed anche se una vera e propria Killer Application nel campo mazzuolatorio ancora non c’è, Bloody Road comincia a spianare la strada ai suoi colleghi.

Mamma li mostri!Non sono i protagonisti di un film dell’orrore, non sono gli X-Man, ma chi sono? Come, non lo sapete? Sono i lottatori di Bloody Roar: Primal Fury.Il giochillo altri non è che la versione GC, adeguatamente pompata e modificata, di Bloody Roar 3 buon beat’em up 3D giocato su PS2 qualche mesetto addietro.La release per la macchina Sony prende il nome di Bloody Roar 3 per il semplice fatto che trattasi del terzo episodio di una serie mazzuolatoria iniziata agli albori della PSX, la quale ospitò con discreto successo i primi due episodi.Il suffisso Primal Fury sta dunque ad indicare un qualcosa in più, aggiunto per omaggiare le maggiori capacità hardware della console a 128 bit Nintendo e per non far sembrare una mera operazione commerciale la conversione.La particolarità che ha da sempre contraddistinto la serie è la possibilità di far cambiare sembianze ai lottatori che, arrivati ad un certo punto d’arrabbiatura, avranno le potenzialità per tramutarsi in temibilissime bestie-uomo, dando così vita ad incontri molto strategici e zeppi di effetti speciali derivanti dalle trasformazioni; naturalmente la terza puntata del prodotto sotto l’aspetto visivo è di sicuro la migliore, e questa release non fa altro che dimostrarlo.

Una differenza qua ed una laLe differenze che sussistono fra la versione PS2 e questa per GC risiedono nell’aspetto grafico e nell’aggiunta di nuovi combattenti al lineup già esistente: i personaggi sono in tutto sedici (contro i 14 di PS2) e ognuno, ovviamente, potrà tramutarsi in una bestia differente.Il cambiamento, se non vi ricordate, non è puramente estetico ma anche, per così dire, genetico poiché dalla trasformazione otterrete un qualcosa di più forte, potente e resistente.Quindi va da se che se vi ritroverete a combattere in sembianze umane contro un uomo bestia, sarete con ogni probabilità massacrati.Viceversa avrete molte probabilità, una volta tramutati, di mazzolare allegramente un avversario ancora in sembianze umane; naturalmente gli scontri saranno equilibrati quando ambedue i contendenti saranno tramutati.Veniamo anche alle ambientazioni di gioco, anch’esse ampliate ed abbellite: saranno in tutto nove, delle quali sei nuove di zecca e tre completamente rivisitate, come il predecessore presenteranno tutte elementi distruttibili; in altre parole, durante i vari incontri potrete scaraventare il vostro avversario contro un muro e così distruggerlo oppure potrebbe cedere il pavimento sotto i vostri piedi a causa della troppa energia scaturita dai colpi e così ritrovarvi a combattere su di un piano prospettico differente (un po’ come in DoA 2 e 3).

Un multiplayer con i fiocchiE’ ovvio che un picchiaduro che si rispetti debba presentare una qualsivoglia opzione multigiocatore che permetta a più di una persona (generalmente due contemporaneamente) di dare libero sfogo ad istinti animaleschi che durante il solito tran tran giornaliero rimangono sopiti. Primal Fury, per la sua particolare impostazione di gioco, che consente una condotta di gara strategica, si presta molto bene al confronto diretto con degli amici. Sapete, è molto divertente sbeffeggiare un contendente “umano” dopo che questi stava per sopraffarvi non tenendo conto della possibilità di tramutarsi. Infatti, grazie ad una trasformazione all’ultimo momento si ha sempre la possibilità di ribaltare le sorti dell’incontro.

Il GC sfodera i poligoniI miglioramenti estetici sono evidenti. Un sensibile incremento di qualità si nota nella definizione in generale, nel maggior numero di poligoni su schermo caratterizzati da texture davvero convincenti. Benché lo stile grafico rispetto alla release PS2 non sia mutato, grazie a questi nuovi accorgimenti, il Cubo può ritenersi soddisfatto in particolare se a tutto ciò uniamo, degli splendidi effetti luce che caratterizzano le esageratissime (in senso positivo) esplosioni, le condizioni atmosferiche variabili in tempo reale ed i numerosim, e ben fatti, elementi interattivi in background.La componente sonora, da sempre punto forte della serie, si caratterizza ancora con dei tipici ed esaltanti accompagnamenti musicali di stampo rokkeggiante e con degli effetti ottimi (trovatemi un altro picchaduro nel quale ad ogni cartone rifilato all’avversario sembra di aver sparato una cannonata!!).

– Grafica davvero migliorata

– Multiplayer spettacolo

– Un buon picchiaduro in generale

– Sei nuove ambientazioni

– Solo due personaggi in più rispetto a PS2

– Forse non a tutti piacerà la musica di sottofondo

– Impostazione di combattimento identica alla controparte Sony

8

Volete un punto debole. Così siete tranquilli? Allora quello più evidente riguarda l’esiguo numero di personaggi in più se confrontata con la copia per il 128 bit Sony, per il resto il gioco è uno di quelli che per stile ed impostazione o si ama o si odia; per cui il mio consiglio è quello di acquistarlo senza riserve a coloro che non hanno mai messo mano su uno dei precedenti episodi (in particolar modo sul terzo), mentre se possedete una PS2 con annesso Bloody Roar 3, la decisione spetta sono alla vostra signoria.

Voto Recensione di Bloody Roar: Primal Fury - Recensione


8