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Recensione

Battle Fantasia

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Avatar di Star Platinum

a cura di Star Platinum

Pubblicato il 07/03/2009 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6

Spesso si pensa ad un videogame dimenticandosi che non occorre necessariamente una grafica in alta risoluzione per fare di un gioco un prodotto curato ed interessante. Purtroppo però non è mai facile abbinare a delle idee originali una struttura che, discostandosi dai sempre più esigenti standard tecnici del mercato, riesca ad accontentare i gusti dei gamers proponendo situazioni coinvolgenti e ben ispirate. Il titolo che vi presentiamo oggi, Battle Fantasia, deve essere quindi considerato nell’ottica di una produzione nettamente in contrasto con le ultime apparse su console di nuova generazione. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

C’erano una volta i picchiaduro 2DInteressante notare come questa produzione Arc System Works sia rimasta ancorata ad una meccanica classica molto in voga in passato ed oggi quasi scomparsa a causa del sempre maggiore tasso tecnico espresso dagli odierni sistemi videoludici. Fatta questa doverosa premessa, l’impatto iniziale con BF lascia sorpresi per via della struttura narrativa che in maniera inusuale accompagna il giocatore all’interno di un picchiaduro ad incontri dal duplice volto. Anche se, come avremo modo di approfondire in seguito, di fatto non si tratta di soluzioni di qualche peso ai fini della struttura in generale, è piacevole osservare che una volta tanto il “contorno” possieda un’atmosfera particolare e non troppo inflazionata nonostante i numerosi esponenti del genere. Si narra infatti di un mondo in cui un tempo le tenebre regnavano incontrastate, ma vennero alla fine sconfitte dalla luce che riportò pace e serenità per tutte le creature viventi. Adesso però che oscuri presagi si sono nuovamente addensati all’orizzonte e nuove forze stanno entrando in gioco tutto sta nuovamente mutando. Che sia in nome della giustizia o per motivi ben meno nobili, il destino di dodici predestinati unirà presto il loro cammino verso un’unica meta…Tra le opere più note realizzate dal team di sviluppatori segnaliamo un certo Guilty Gear, che sicuramente risveglierà più di un ricordo piacevole a tutti gli appassionati di picchiaduro di stampo classico, in quanto splendido esempio di programmazione applicata al genere bidimensionale. Le analogie con questa produzione si fermano purtroppo già a questo punto, in quanto a differenza di quanto si potrebbe erroneamente pensare sembra esserci stata una netta involuzione rispetto al passato sotto molti punti di vista. Per prima cosa vi basti sapere che nonostante a livello di meccanica si possa parlare di un titolo simile e costruito attorno a delle idee sufficientemente valide, fin dalle prime partite vi renderete conto che qualcosa non è andato per il verso giusto, principalmente a causa di un gameplay che inspiegabilmente appare ridimensionato, semplice e a tratti addirittura irritante per superficialità. Siamo d’accordo che forse in passato il livello di difficoltà era decisamente notevole e che potrebbe oggi essere considerato poco adatto a chi ha poca esperienza con i picchiaduro ad incontri, tuttavia il fatto di aver voluto rendere il gioco più semplice non appare certo come la migliore delle scelte, in quanto incide pesantemente a livello di stimoli e divertimento, rendendo lo stesso concetto di sfida appena accennato.

Il divertimento ha un prezzoDovendo analizzare gli elementi più rappresentativi di una produzione sostanzialmente molto classica come Battle Fantasia, è corretto evidenziare ogni singolo aspetto per valutare al meglio le possibilità che il gioco è in grado di offrire all’utente. Dopo aver giocato a innumerevoli titoli costituiti da una struttura simile, parlare di evidenti cambiamenti rispetto alla norma sembra quasi necessario, non soltanto perché di fatto sono state stravolte alcune dinamiche ormai consuete per tale categoria, ma soprattutto per via del fatto che difficilmente potrà capitare di vedere simili prodotti approdare nuovamente su PS3 e Xbox 360, se non in modo differente rispetto al progetto in questione. Questo perché al di là di qualsiasi considerazione tecnica, che comunque affronteremo a breve, in BF si resta inizialmente colpiti dal particolare e originale design scelto dagli sviluppatori per poi spostare la propria attenzione su ciò che avrebbe dovuto costituire la parte migliore e che invece, a conti fatti, risulta il più grave difetto: il sistema di combattimento. Il gioco mostra infatti evidenti lacune proprio nel momento in cui dovrebbe esprimere il massimo, a causa di personaggi non ottimamente bilanciati dal punto di vista tecnico e soprattutto in virtù di un’assoluta mancanza di carisma abbinata ad altri problemi non certo trascurabili. I diversi avversari, pur risultando piuttosto vari a livello di mosse e caratteristiche, hanno un set di attacchi estremamente limitato e non possiedono un’intelligenza artificiale tale da riuscire innescare durante i combattimenti sofisticate routine di azione, ma finiscono troppo spesso con l’accanirsi producendo combo più confusionarie che spettacolari. Lo stesso livello di difficoltà del gioco, progredisce non tanto per reali capacità da parte della cpu, quanto invece per un aumento generale della confusione che, fin dai primi istanti di gioco, vi accompagnerà rendendo ogni match poco tattico e poco coinvolgente richiedendovi d’imparare solo ad utilizzare al meglio le Counter Hits.Quando si pensa di aver visto tutto fortunatamente arriverà in corso la particolare struttura narrativa del titolo, proponendo in alcune occasioni dei bivi in grado di differenziare in parte l’ordine dei combattimenti di ciascun character, ma in generale sono proprio gli scontri a rappresentare una delle note dolenti di BF, come anticipato in precedenza. Rispetto al complesso elenco di mosse e combo effettuabili in altri noti esponenti del genere, che gli appassionati più esperti hanno con il tempo imparato ad odiare per poi apprezzarle dopo una faticosa opera di memorizzazione, qui ogni cosa è stata ridotta al minimo indispensabile, quasi a voler giustificare il fatto che il gioco possa risutare appetibile a prescindere dal livello d’esperienza di ognuno. Peccato che il risultato finale non sia stato affatto positivo.

Il caos genera altro caosProbabilmente nemmeno gli stessi sviluppatori avevano ben chiaro cosa fare quando hanno iniziato a definire le dinamiche che regolano il gameplay, altrimenti in questo momento staremmo parlando di un titolo di ben altro spessore. Vi basti sapere che il tasso tecnico durante i combattimenti è parecchio inferiore alla media riscontrabile nei picchaduro 2D e le stesse combinazioni proposte per ciascun personaggio appaiono limitate, semplici e a tratti fin troppo banali. Sicuramente è piacevole riscontrare a livello puramente coreografico una buona cura per effetti ed animazioni, peccato solo che tutto ciò non corrisponda ad un divertimento all’altezza delle aspettative. Ne deriva quindi una superficialità evidente e tangibile, in cui la modalità Storia si esaurisce fin troppo in fretta, lasciando al povero giocatore davvero pochi stimoli per riprendere in mano questo titolo. Se è pur vero che il gioco in multiplayer (disponibile anche online) fa dimenticare per qualche minuto i pochi contenuti proposti, altrettanto elementari appaiono le strategie con cui sarà possibile sconfiggere avversari su avversari senza per questo variare il proprio stile di combattimento, con una giocabilità generale ridotta davvero ai minimi termini.Dal punto di vista tecnico il gioco alterna alti e bassi, ma risulta comunque pregevole. La grafica, ricca di animazioni interessanti e curata sia per fluidità che per dettagli proposti, presenta un design dei personaggi particolare e molto originale, che non sempre però riesce a rendersi adatto ad un picchiaduro, diminuendo di molto la sensazione di “danno” anziché sottolinearla in modo spettacolare. Per quanto riguarda il sonoro ci troviamo di fronte a brani orecchiabili ed effetti sonori nella media, ma anche qui l’offerta proposta non raggiunge certo livelli eccellenti. Tirando le somme si tratta di un prodotto che pur partendo con un buon potenziale a livello di concept si perde inspiegabilmente proponendo dinamiche troppo semplici e una povertà di situazioni e modalità desolante, che riduce la longevità a pochissime ore. Fosse stato pubblicato per PlayStation Network avrebbe potuto sicuramente ottenere un giudizio più positivo, seppur lontano da vette elevate, ma a conti fatti questa produzione si distingue dagli standard odierni del mercato senza però operare le giuste scelte, ma risultando limitata nell’offerta e poco accattivante per molti aspetti.

– Tecnicamente accattivante

– Gameplay immediato…

– Ambientazione originale

– Personaggi sono poco carismatici

– …ma decisamente semplicistico

– Meccanica limitata e superficiale

6.0

Pur non raggiungendo grandi traguardi Battle Fantasia risulta un prodotto particolare, differente dalle recenti produzioni pubblicate per le console di nuova generazione e per certi versi anche interessante. Il discreto potenziale legato alla particolare struttura narrativa ed al contesto in cui il gioco è ambientato non viene purtroppo sfruttato in maniera opportuna a causa di una realizzazione tecnica tutto sommato gradevole, che però non è affiancata da una struttura altrettanto solida ed articolata.

Le poche modalità a disposizione unite ad un gameplay decisamente semplice e povero di contenuti, rendono questo prodotto decisamente inferiore rispetto agli standard raggiunti nel recente periodo dagli sviluppatori Arc System Works ed è un peccato perché a conti fatti vi sarebbero state tutte le possibilità per raggiungere ben altri risultati in termini qualitativi. In definitiva consigliamo l’acquisto del gioco soltanto a chi, riuscendo ad andare oltre a considerazioni puramente tecniche, riesce a cogliere in questo titolo tutta l’essenza di un progetto che va oltre le leggi del mercato presentando un’esperienza ludica particolare e meritevole almeno di riflessione.

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