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Recensione

Away: Shuffle Dungeon

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Avatar di Dr. Frank N Furter

a cura di Dr. Frank N Furter

Pubblicato il 25/04/2009 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5.5

Away: Shuffle Dungeon è frutto della collaborazione tra gli studi Mistwalker e Artoon. Questo mix ha visto al lavoro la mente creatrice di Final Fantasy, Hironobu Sakaguchi ed il character design di Sonic, Naoto Oshima. Nonostante il genere GDR su Nintendo DS sia rappresentato in maniera massiccia sia in termini di quantità che di qualità, il prodotto in questione tenta di emergere dalla massa offrendo un’esperienza che abbini le componenti di un dungeon-crawler alla caratteristica principale del portatile Nintendo, ovvero, il doppil schermo. Scoprite con noi se l’unione dei due studi di programmazione ha portato buoni frutti.

Il solito villaggio tranquillo …La storia parte con la narrazione di un evento nefasto conosciuto come Away, una forza misteriosa che appare occasionalmente senza alcun preavviso portando via con sé un abitante di Webb Village. Il nostro eroe, Sword, sembra essere il prossimo mal capitato, ma un evento inaspettato mischia la carte in tavola: una ragazza del posto si sostituisce a lui nel momento in cui l’avverso fenomeno accade. Questa interruzione scatena un potere ancor più grande con il risultato di far scomparire non solo la povera fanciulla, ma anche il resto del villaggio, abitazioni comprese. Sword, attanagliato dai sensi di colpa, si lancia subito alla ricerca dei suoi concittadini intrappolati all’interno di strani dungeon infestati da mostri d’ogni genere. Il plot narrativo vi riserverà un paio di piccoli colpi di scena, ma nel suo insieme è abbastanza lineare se non addirittura prevedibile in molti casi.

Alla portata di tutti …Shuffle Dungeon può essere definito un gioco “user friendly” in quanto il suo scarsissimo livello di difficoltà permette a tutti di poterlo finire senza particolari patemi d’animo. Le fasi esplorative, le quali includono anche i villaggi, sono ridotte all’osso e rese le più schematiche possibili; vi basti pensare che sullo schermo superiore, dove è disposta la mappa, vedrete segnata una piccola stella ad indicare il vostro obiettivo. L’unico elemento che differenzia il gioco dagli altri dungeon-crawler è l’innovativo sistema di “mix” degli stessi. Detto così sembra un concetto difficile, ma in realtà è molto semplice da capire. In sostanza, ogni area è divisa in due dagli schermi del DS e la visuale a volo d’uccello vi permette di tenere sotto controllo la situazione in tempo reale. Sulla vostra destra noterete un indicatore che segna lo scorrere del tempo: una volta arrivato allo zero esso darà il via al “mescolamento” di una parte del dungeon: il vostro compito sarà quello di farvi strada per giungere alla sezione sicura e non rimanere intrappolati nell’altra. Nel caso in cui falliste sarete costretti a ricominciare dall’ultimo piano completato, nulla di particolarmente fastidioso o frustrante.Sfortunatamente il sistema di combattimento è eccessivamente semplice, senza alcuna dinamica che riesca a dargli un minimo di profondità ulteriore. In pratica sarete costretti a ripetere sempre le stesse azioni per ogni tipo di nemico, senza mai dover cambiare o impegnarvi per capire un eventuale punto debole. La componente strategia è ridotta quindi all’osso anche dall’inusuale utilizzo delle magie: queste saranno infatti disponibili solo quando recluterete delle piccole creature chiamate “fupong”. Ognuna di esse ha un colore diverso in base all’elemento naturale che rappresenta; inoltre potrete averne con voi solamente sei per volta. All’inizio ogni essere sarà in grado di lanciare una singola magia, dopodiché diverrà grigio e inutilizzabile. Con il progredire del gioco avrete però modo di combinarli per potenziare ulteriormente il vostro reparto magico, ma questo vale solo per i fupong dello stesso tipo, impedendo quindi un mix che avrebbe potuto dare vita a nuove creature con proprietà magiche inedite. La grande pecca del Magic System riguarda l’obbligo di usare i vostri compagni nell’ordine esatto in cui sono disposti: essi vi seguiranno come se fossero in fila quindi, se vorrete usare l’ultimo fupong, sarete costretti a sprecare le magie precedenti per accedervi. Questo difetto mina seriamente la giocabilità creando nel giocatore un senso di impotenza da non sottovalutare.

Stimoli mancati Quando una determinata tipologia di gioco, ad esempio il dungeon crawler, ha di per sé una componente di ripetitività non indifferente, è giusto aspettarsi uno scontro con il boss di fine livello esaltante, ponderato e soddisfacente. Peccato che in Shuffle Dungeon anche i nemici più potenti seguano tutti lo stesso approccio: colpire il globo luminoso al centro e schivare gli attacchi. Il combattimento si limita a queste due singole azioni, rese difficoltose non tanto dal nemico, ma da una telecamera non regolabile che impedisce di capire da dove arriverà l’attacco. Un altro aspetto davvero poco curato e, se vogliamo essere obiettivi, non consono al genere, è dato dalla presenza di un minigioco basato sull’antica filosofia del Feng Shui. In sostanza il gioco vi incoraggerà a comprare oggetti dal negozio e a posizionarli in un certo modo all’interno della vostra abitazione così da poter sbloccare merce rara. Impiegherete poco tempo per capire che il sistema non serve poi a molto, non solo per quanto riguarda la disponibilità di certi oggetti, ma alla base del gameplay è totalmente inutile.I modelli 2D dei dungeons sono molto dettagliati, gli sprites colorati e si segnalano buoni effetti grafici durante l’utilizzo delle magie. Il punto di forza del gioco risiede nella composizione e realizzazione 3D delle ambientazioni e dei villaggi. Purtroppo il character design dei personaggi appare però scialbo e privo di magnetismo, lo stile “cubista” fallisce miseramente nel tentativo di dare una scossa innovativa e l’intera avventura perde di carisma. Il doppiaggio risulta uno dei peggiori mai sentiti su console portatili, con suoni ambientali e le musiche dei rispettivi dungeons che svolgono il loro dovere senza infamia e senza lode. La durata approssimativa della main quest si aggira sulle quindici ore, con una scarsa rigiocabilità nonostante potrete ricominciare una partita con l’esperienza e gli oggetti ottenuti in precedenza. Un accenno finale per il multiplayer via multi scheda; l’unica opzione possibile è quella di affrontare insieme ad un vostro amico i boss del gioco senza però offrire una modalità a due giocatori per quanto riguarda i dungeons. Tirando le somme si tratta di un prodotto trascurabile considerando gli ottimi esponenti del genere già presenti all’interno della ludoteca della console Nintendo.

– La meccanica di utilizzata per mischiare i dungeon aggiunge profondità al gameplay

– Tecnicamente mediocre

– Controllo delle magie mal realizzato

– Estremamente facile e ripetitivo

5.5

Away: Shuffle Dungeon è un prodotto mediocre, carino solo per l’apparenza estetica, ma povero di idee e profondità del gameplay. L’invenzione di dungeons con parti in continuo movimento è interessante, peccato tuttavia per la realizzazione finale, una delle peggiori che si potesse ipotizzare.

Il sistema di magie ha grossi difetti nella sua gestione, il livello di difficoltà rasenta lo zero e la ripetitività regna sovrana per tutta la durata dell’avventura.

Considerando i numerosi bei prodotti disponibili per DS, il nostro consiglio è quello di provare il titolo nel caso in cui siate dei veri appassionati di dungeon crawler; se non fosse così potete tranquillamente evitarne l’acquisto orientandovi verso serie ben più blasonate e ricche di coinvolgimento.

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