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Recensione

9.03m

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 05/12/2013 alle 00:00
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Chi vi scrive, in questi giorni, ha spesso alzato gli occhi al cielo del suo quartiere, Catanzaro Lido, con una certa preoccupazione: le grandi piogge scese sul sud Italia, infatti, hanno causato problemi e disagi non indifferenti a migliaia di persone. Una sorte peggiore è toccata agli abitanti della Sardegna, con le tante e tristi vicende che abbiamo avuto modo di conoscere in queste ultime due settimane, così come già successo in passato in molte altre regioni dello stivale. La natura, è risaputo, non fa discriminazioni di nessun tipo, ed è sempre pronta con la sua potenza a rinfacciarci le nostre colpe: è successo in Italia, ma anche in Giappone, ormai due anni fa, con il terremoto e il successivo tsunami che colpì le coste settentrionali del paese, andando a minare la stabilità soprattutto della centrale nucleare di Fukushima, e causando decine di migliaia di vittime.Così come spesso succede a chi segue i videogiochi con una certa attenzione, il nostro amato media ha saputo regalare una sorpresa anche su questi temi tanto delicati: parte da qui, infatti, la nostra riflessione su 9.03m, titolo sviluppato da Space Budgie e in vendita su varie piattaforme di digital delivery, tra cui Steam, a € 1,99. Vediamo di che si tratta.

Un omaggio al Giappone, partendo da San FranciscoLa descrizione reperibile su internet del titolo in questione, probabilmente, riesce più che in altre occasioni a definire bene cosa sia 9.03m; la piccolissima produzione Space Budgie è infatti un ”art/empathy game” per PC, dallo longevità assai corta (circa mezz’ora) e visuale in prima persona. Il titolo, con queste premesse, non costituisce un gioco nel tradizionale senso del termine: l’obiettivo, anzi, è quello di ”umanizzare e ricordare” proprio le vittime dello tsunami del 2011.Il punto fondamentale, secondo gli sviluppatori, è da ricercare nel modo in cui i mass media spesso trattano gli sfortunati protagonisti di queste vicende: al di sotto delle cifre e dei bollettini meteorologici, infatti, si nascondono piccole storie individuali che solo una volta conosciute riescono a restituire pienamente la dimensione di queste tragedie.Per conoscere allora meglio la tragedia giapponese in questione, 9.03m piazza il giocatore a chilometri di distanza, sulla Baker Beach di San Francisco: perché tutto ciò?La spiaggia della city by the bay, notano gli sviluppatori, nei due anni successivi allo tsunami è andata riempendosi dei detriti del disastro nipponico portati alla deriva dall’oceano. Questi oggetti di vita quotidiana, difatti, raccontano tante piccole storie delle vittime della disgrazia. Ecco, dunque, come riuscire a raccontare una tragedia avvenuta a chilometri di distanza attraverso un videogioco: quegli stessi oggetti abbandonati sulla spiaggia, ora, diventano sui nostri monitor elementi da trovare e analizzare, per riuscire a dare un volto a tutte le vite interrotte dalla furia degli elementi.

Un po’ di chiarezza Cerchiamo di spiegare meglio il significato delle parole spese nel paragrafo precedente: in 9.03m il giocatore avrà il compito di rintracciare alcune farfalle, nascoste negli oggetti di vita quotidiana sparsi sulla spiaggia di cui parlavamo in precedenza. Tutto quello che bisognerà fare, dunque, un po’ come se si fosse in un misto tra Dear Esther, Journey e una classica avventura grafica, è camminare per la spiaggia, trovare gli oggetti, ed esaminarli.Una volta arrivati nelle vicinanze dell’elemento ricercato, infatti, si potrà ruotare lo stesso fino a trovare la farfalla richiesta: volendo essere molto spiccioli, in queste fasi il tutto funziona un po’ come visto nella fase di raccolta prove dei giochi dedicati a CSI, o anche come proposto da LA Noire.Esaminato l’oggetto, e trovata la farfalla, alcune delicate note di pianoforte accompagneranno la telecamera che si sposterà verso il prossimo oggetto. E’ fin troppo palese che, scritto così, la prima cosa che viene in mente è che il tutto sia molto ripetitivo e noioso, ma la verità è che il titolo riesce in modo quasi magistrale a centrare il proprio obiettivo; ogni oggetto che ci si ritroverà a scovare, infatti, rappresenterà un particolare di una vita normale che è andata perduta per sempre: che si tratti di un amore, o della spensieratezza dell’infanzia, i piccoli particolari dell’esistenza quotidiana ritrovati sapranno smuovere l’immaginazione del giocatore. Sarà per questo, dunque, che quando si arriverà nei pressi di una piccola culla, e si penserà alla possibile piccola vita che è stata spezzata dalla furia degli elementi, si riuscirà a pensare all’intera tragedia giapponese (e di riflesso, a tutte le altre sciagure che sono parte della storia di qualsiasi paese) in termini di somma di piccole esperienze individuali, invece che di un elenco di numeri, e si arriverà perfettamente a capire quello che gli Space Budgie avevano in mente.

In viaggio in bluL’Unreal Engine riesce a regalare una spiaggia completamente tinteggiata di sfumature di blu che ricorda tanto gli affascinanti ambienti di Journey: in 9.03m, però, si vivrà tutto in prima persona, con i propri occhi, e non ci si potrà tirare indietro dalle scoperte che si andranno a compiere nel proprio breve viaggio. Non si potrà dire, dunque: “è il protagonista del gioco che sta vivendo quelle situazioni, non io”, perché il titolo obbliga il giocatore a rimanere sulla spiaggia, fermo a immaginare cosa possa significare perdere tutto in pochi istanti. A cementare queste sensazioni, poi, è essenziale l’apporto del comparto audio, composto solo dai pochi rumori del mare, e dagli accordi di pianoforte che accompagneranno l’apparire delle farfalle; saranno proprio queste note che daranno la giusta importanza al bellissimo finale del titolo, dove il grado di coinvolgimento del giocatore sarà massimo. Pur sapendo che non è corretto anticipare nulla, è pur giusto dire che la visione degli ultimi istanti di gioco, e il conseguente messaggio che chiarisce a chi sia dedicato il titolo, costringono a pesanti sospiri, a domandarsi cosa avrebbero potuto essere tutte quelle vite interrotte anzitempo, e a rimanere sorpresi dal fatto che, presi dalle preoccupazioni della quotidiana, non si riesca mai a pensare che basta solo un attimo affinché tutto cambi per sempre.

HARDWARE

Requisiti minimi:OS: Windows XP (SP2) o superioreProcessore: Dual CoreMemoria RAM: 2 GBScheda Grafica:shader model 3 compatibile (NVIDIA 8000 o superiore/Radeon HD 3450 o superiore)DirectX: Versione 9.0cSpazio su HDD: 800 MB

Raccomandati:OS: Windows XP (SP2) o superioreProcessore: Dual CoreMemoria RAM: 2 GBScheda grafica: NVIDIA GeForce 210/300 o superiore/Radeon HD 7450 o superioreDirectX: Versione 9.0cSpazio su HDD: 800 MB

– Esperienza toccante e intensa

– Parte dei guadagni andranno in beneficenza

– Aspetto videoludico ridotto al minimo

0

Scegliamo di non affibbiare un giudizio a 9.03m semplicemente perché non è giusto farlo: affiancare al nome del titolo un 7 piuttosto che un 8, vorrebbe dire distogliere l’attenzione da tutto ciò che i Space Budgie hanno voluto dire col loro piccolo progetto. Non c’è bisogno di soffermarsi sull’abbozzo di gameplay e sulla durata esigua, così come non c’è bisogno di litigare per un voto troppo basso o troppo alto; quello che i giocatori che volessero approfondire la propria conoscenza di 9.03m dovrebbero fare, invece, è acquistare il titolo, essere contenti del fatto che parte del ricavato andrà in beneficenza ad associazioni come Aid For Japan, e rimanere a pensare a cosa provi ogni singola vittima di un disastro ambientale; dopo di questo, bisognerebbe fermarsi un attimo, a fissare il cielo mentre piove, o ascoltare il mare in tempesta sotto casa, e pensare che il Giappone, la Sardegna e tutte le altre sciagure del genere, sono sempre troppo vicine per essere ignorate.

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