Negli ultimi giorni sono emerse nuove informazioni molto interessanti sulla prossima generazione Xbox, in particolare sulla questione della retrocompatibilità, che è da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’ecosistema Microsoft.
I dubbi e le incertezze sono nati dopo la presentazione ufficiale del ROG Xbox Ally, il dispositivo portatile realizzato da ASUS in collaborazione con Xbox, e da alcune voci riportate da Tom Warren di The Verge, secondo cui Microsoft potrebbe lasciare spazio a produttori terzi per realizzare versioni alternative della propria console.
Questa ipotesi ha agitato non poco la community, preoccupata che la prossima Xbox possa diventare sempre più simile a un PC da gaming piuttosto che a una console tradizionale, e soprattutto che questo potesse tradursi in una rottura netta con la retrocompatibilità che ha caratterizzato la linea Xbox negli ultimi anni.
A rassicurare tutti è intervenuto Jez Corden di Windows Central, durante l’ultimo episodio del podcast Xbox Two, affermando che il nuovo hardware sarà compatibile nativamente con i giochi delle generazioni precedenti, senza bisogno di emulazione.
Secondo Corden, il prossimo modello Xbox includerà componenti specifici per garantire l’esecuzione diretta dei giochi Xbox One, Series X|S e anche di quelli compatibili della 360 (che trovate su Amazon).
L’intero catalogo acquistato su queste piattaforme continuerà a essere fruibile sulla nuova console, il che rappresenta una continuità importante e una tutela concreta per i giocatori che negli anni hanno investito in un ecosistema solido e coerente.
Corden ha detto di essere a pochi passi dalla pubblicazione di un report completo, in attesa delle ultime conferme da parte delle sue fonti.
Resta comunque sul tavolo l’ipotesi che, accanto alla console vera e propria, Microsoft voglia affiancare altri dispositivi sviluppati da aziende come ASUS, veri e propri PC da gaming con brand Xbox, che però convivranno con l’hardware ufficiale.
In questo modo Microsoft si avvicinerebbe ancora di più a un modello ibrido, a metà tra console e piattaforma aperta, dove la libertà dell’utente e la varietà dell’offerta rischiano però di complicare il messaggio e confondere l’identità del marchio.
Personalmente trovo positivo che ci sia questa attenzione alla retrocompatibilità, ma continuo a pensare che il vero nodo da sciogliere sia capire cosa sarà davvero la prossima Xbox.
Una console tradizionale? Un PC camuffato? Un ecosistema in cui le console come le conosciamo oggi non sono più centrali? Microsoft sembra intenzionata a seguire tutte queste strade insieme, e forse è proprio questo il punto critico.