Sparatorie, inseguimenti a cavallo, cacce all’uomo nel selvaggio West — ma per molte giocatrici, Red Dead Online è diventato tutt’altro che un’esperienza avvincente.
Al contrario, è sempre più spesso teatro di molestie e abusi mirati semplicemente per aver scelto un avatar femminile nel comparto multigiocatore di RDR2 (che trovate su Amazon).
Un thread molto seguito su Reddit ha riportato alla luce un problema che affligge da anni il gioco online, ma che sembra essersi aggravato nel tempo, soprattutto su PC: chi gioca nei panni di un personaggio donna è sistematicamente preso di mira.
Dall’essere trascinata con il lazo in stanze d’albergo virtuali a messaggi privati indecenti, fino al griefing selvaggio da parte di modder — l’esperienza per molte è diventata tossica al punto da spingere alla disconnessione definitiva.
«Un tipo del mio gruppo mi ha chiesto delle nude. Non gliele ho mandate, ma gli ho girato una mia foto in costume durante una vacanza con la famiglia… credo che abbia apprezzato lo stesso il mio lato B peloso,» ironizza amaramente l’utente Grendel0075.
Molte altre utenti hanno confessato di aver cambiato il proprio personaggio in maschile pur di evitare attenzioni indesiderate. Chi può, gioca solo con amici e tiene il microfono disattivato.
C’è anche chi ha reagito scaricando mod per combattere il fuoco con il fuoco, cercando di espellere i molestatori dai server o addirittura far crashare loro il gioco. Ma alla lunga, anche questa è solo una pezza su un problema ben più radicato.
«È per questo che gioco sempre come uomo,» scrive sayooas. «Su PS3 non avevo mai avuto problemi. Su PC è tutta un’altra storia.»
Ed è proprio il PC la piattaforma dove la situazione sembra più degenerata, ma anche su console non mancano testimonianze di comportamenti disgustosi. Nuru_0, ad esempio, racconta di essere stata umiliata pubblicamente solo per aver scelto un personaggio femminile.
Non dovrebbe essere necessario cambiare identità digitale o scaricare hack per poter godere di un videogioco in pace. Il problema non è Red Dead Online in sé, ma ciò che rappresenta quando i comportamenti tossici vengono ignorati o tollerati.
Non è solo “una cosa da gamer”: è una questione culturale, ed è ora che il settore lo affronti con decisione. Perché quando un giocatore decide di mollare, non perde solo un gioco. Perde fiducia in un mondo che dovrebbe accoglierlo, non perseguitarlo.