Mike Pondsmith e il peso del suo contributo in Cyberpunk 2077

Avatar

a cura di NeoSquall

In una recente intervista concessa a Rock, Paper, Shotgun Mike Pondsmith, creatore del gioco da tavolo Cyberpunk 2020, ha spiegato fino a che livello è attualmente coinvolto nello sviluppo di Cyberpunk 2077, trasposizione videoludica della sua creatura ad opera di CD Projekt RED.Nell’intervista, Pondsmith ha spiegato che ha provato per anni a creare una versione videoludica di Cyberpunk 2020 senza successo, a parte un titolo per cellulari sviluppato dalla semisconosciuta Arasaka’s Quest a metà degli anni 2000.La scelta di appoggiare il progetto di CD Projekt RED è maturata dopo un confronto fra Mike e il team di sviluppo, in cui il secondo ha dimostrato chiaramente di possedere tutte le conoscenze necessarie per produrre un titolo che includa tutti quei personaggi e quelle location tanto care ai fan.“Il team di CD Projekt è composto da fan, che capiscono quanto queste cose siano importanti, quanto rendano Cyberpunk quello che è,” ha dichiarato Pondsmith. “Addirittura si ricordano di cose del mio mondo che avevo dimenticato negli anni.”Una volta trovato l’accordo su cosa fare in Cyberpunk 2077, Pondsmith ha spiegato che il suo contributo non si è risolto lì, ma piuttosto sta continuando con continue conferenze e incontri, online e dal vivo, con gli sviluppatori, in cui il designer prende un volo per la Polonia ogni 5-6 mesi e rimane in sede per una settimana per vedere il lavoro dal vivo.“Il mio compito è stato estrapolare, creare una timeline degli eventi intercorsi dalla Quarta Guerra Corporativa del 2024 (l’ambientazione di base di Cyberpunk 2020, nda) fino al 2077. Il problema più grande è spiegare come mai la tecnologia non si è evoluta più di quanto ipotizzabile nel corso di 50 anni. A dire il vero ho lavorato per anni a soluzioni per questo problema.”Difatti Pondsmit ha spiegato che il suo contributo in The Matrix Online e il progetto di realizzazione di un MMO ufficiale di Cyberpunk negli anni ’90 hanno dato al designer una solida base di game design su cui basare la sua collaborazione con CDP.Alla fine dell’intervista, inoltre, “Maximum Mike” ha colto l’occasione per dare un suo giudizio da giocatore, nonchè padre del genere Cyberpunk videoludico, su alcuni titoli identificati nel genere, cominciando proprio dal primo Deus Ex/.“Ho giocato il primo Deus Ex e mi è piaciuto molto. Warren Spector è un maestro nella creazione di trame complesse e stratificate, ma personalmente ho sempre visto Deus Ex come un gioco di cospirazioni piuttosto che un gioco cyberpunk. Mirror’s Edge è forte, ma troppo “pulito”. Anche System Shock e Oni sono buoni, insieme a Perfect Dark, Ghost in the Shell e Matrix. Grand Theft Auto 3, dal canto suo, è essenzialmente un gioco cyberpunk senza l’hardware (sic).Alla fine, l’importante è che ci sia l’atmosfera, gli echi e gli anfratti oscuri delle città, il giusto livello di impegno. Un mondo dove personaggi umani combattono organizzazioni disumane, utilizzando la tecnologia per livellare la sfida, ma senza diventare superuomini.”