Le corazzate italiane in World of Warships sono perfette per guidare gli attacchi (e bellissime)

World of Warships accoglie nuove corazzate italiane e abbiamo deciso di navigare fino a Wargaming per saperne di più. Pronti a salpare?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Wargaming ha fatto del campo di battaglia virtuale la sua casa. La compagnia bielorussa è celebre per videogiochi come World of TanksWorld of WarplanesWorld of Warships che, per terra, aria o mare permettono agli appassionati di militaria di sbizzarrirsi in universi digitali dove trionfare contro qualsiasi avversario.

Per ampliare l'offerta del titolo dedicato alle battaglie navali (uscito nel 2015 e disponibile gratis su PC, ma anche su PS4 e Xbox One con un apposito adattamento, Legends), è stato annunciato di recente l'arrivo di nuove corazzate italiane nella flotta di World of Warships. Considerando che la sottoscritta è (insospettabilmente, lo so, ndr) appassionata di cimeli militari e affini, è stato abbastanza naturale raggiungere Wargaming per scambiare una chiacchierata su questo rilanciato idillio tra le truppe nostrane e il videogioco in cui si solcano i mari a bordo di incrociatori, corazzate e cacciatorpedinieri di ogni sorta.

Le nuove corazzate italiane

All'interno del gioco, lo ricordiamo ai meno avvezzi al genere, sono presenti mezzi da combattimento navale che vanno dall'inizio del Novecento fino a più o meno gli anni Cinquanta. Gli schieramenti di cui esplorare fin nei minimi dettagli le flotte sono numerosi: si va dalla Marina Imperiale Giapponese allo US Navy americano, passando per la Flotta Rossa della Russia e per la Kriegsmarine tedesca, giungendo alla Marine Nationale francese e arrivando – appunto – alla Regia Marina italiana.

Wargaming ci ha spiegato che le novità sono, nello specifico, le seguenti:

  • Dante Alighieri (Tier IV), la prima corazzata italiana in assoluto, che entrò in servizio nel 1913;
  • Conte di Cavour (Tier V), in servizio dal 1915, ha servito nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale;
  • Andrea Doria (Tier VI), l'evoluzione del Conte di Cavour, in servizio dal 1916 e rivisitata nel 1930 con protezioni anti-siluro;
  • Francesco Caracciolo (Tier VII), basata sulla prima corazzata della Regia Marina della Prima Guerra Mondiale;
  • Vittorio Veneto (Tier VIII), in servizio dal 1940 e biglietto da visita delle navi da guerra italiane nella Seconda Guerra Mondiale;
  • Lepanto (Tier IX), la versione migliorata della Vittorio Veneto, con tanto di torrette quadruple per le armi.

Il quesito, allora, si è posto da sé: ci siamo domandati come mai siano state scelte specificamente queste sei nuove corazzate, per andare ad arricchire la flotta di World of Warships. Perché l'Italia e perché questi sei mezzi?

A darci una risposta è stato Rajeev Girdhar, regional publishing director di Wargaming, che ha spiegato «cerchiamo di riportare nel nostro gioco le navi da guerra di tutte le nazioni coinvolte nelle guerre mondiali. L’Italia aveva una delle flotte più grandi del mondo all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che comprendeva navi da guerra. Era solo una questione di tempo prima che le corazzate italiane venissero aggiunte al gioco, soprattutto considerando il fatto che i giocatori di tutto il mondo le attendevano con ansia».

In merito alle scelte specifiche, Girdhar ci ha confidato che il team ha indagato ovviamente sullo schieramento storico della Regia Marina nel periodo preso in analisi dal gioco: dal momento che l'Italia aveva cinque classi di dreadnought (o corazzate monocalibro, se preferite), sono state scelte le navi principali per ciascuna classe.

Nelle parole del regional publishing director, «poiché si tratta di navi ricercabili, abbiamo introdotto le navi principali di ogni classe. Per quanto riguarda le navi Tier X e X, sono basate sul progetto UP-41, sulla Vittorio Veneto e in una certa misura sulla Giulio Cesare, aggiornato nel 1930».

Per l'occhio e per il gameplay

Abbiamo fatto riferimento al fascino che molte persone subiscono per la storia della militaria perché, è quasi superfluo precisarlo, si tratta di una delle ragion d'essere dei titoli firmati da Wargaming. Non basta mettersi alla guida dei veicoli più leggendari che hanno scandito le tecnologie militari sui campi di battaglia – i mari, in questo caso: devono essere ricreati fedelmente, per dare al giocatore la sensazione di essere davvero sulla Vittorio Veneto, davvero sull'Andrea Doria e le loro sorelle. L'esperienza di gameplay, insomma, è fondamentale, ma è importante anche curare tutti i dettagli delle corazzate, quando vengono introdotte nel gioco. Fare il contrario, significherebbe tradire ciò che i fan si aspettano dai lavori di Wargaming.

«Sappiamo che i giocatori amano le nostre corazzate, quindi adottiamo metodi precisi per assicurarci di progettarle rimanendo fedeli all’originale. Cerchiamo schizzi, fotografie, video, progetti, note del designer e un sacco di altri dati utili, dopodiché li mettiamo tutti insieme per usarli come basi per creare la nave. Visitiamo anche gli archivi storici, come è avvenuto per le ultime navi italiane» ci ha raccontato Girdhar.

E, a tutto questo, si affianca un team di esperti: la fedeltà, insomma, è tutt'altro che in secondo piano, a maggior ragione davanti a mezzi leggendari come quelli italiani. «Pur avendo molte informazioni a disposizione, siamo supportati da un team di esperti in costruzione navale dedicato a World of Warships, che hanno studiato la costruzione delle navi di epoche diverse e che sono sempre lì per supportare gli sviluppatori per assicurarsi di ottenere la giusta corazzata».

Se, quindi, dal punto di vista dell'estetica (lo testimoniano le immagini che trovate allegate a questo articolo) tutti i puntini sono stati messi sulle loro "i", l'altro grande interrogativo è prettamente ludico: l'arrivo di nuove corazzate, che si giochi in PvP o in PvE, può ovviamente introdurre nuove dinamiche per via delle loro peculiarità. A tal proposito, Girdhar ci ha spiegato che possiamo aspettarci di essere armati fino ai denti, mettendoci al loro timone: «le corazzate italiane sono armate fino ai denti tanto da risultare perfette per il combattimento a corto e medio raggio e capaci di guidare l’attacco contro le forze nemiche. Questo stile di gioco è generalmente ben accolto dai nostri giocatori».

Difficile, almeno per ora, sbilanciarsi in previsioni più corpose sul possibile impatto e sui cambiamenti sul meta di World of Warships, che Wargaming si riserva di toccare con mano: «come saranno percepiti dalla community e quale effetto avranno sul meta del gioco sarà noto solo dopo l’uscita dall’accesso anticipato, quando le navi saranno disponibili per tutti».

Sempre più Italia nel futuro di World of Warships?

Era lecito aspettarsi che la community italiana di World of Warships avrebbe accolto con il sorriso l'arrivo delle corazzate – e a darcene conferma sono state le parole di Jacopo Bartolomeicommunity manager per il nostro Paese.

Quando gli abbiamo chiesto un commento sulle reazioni dei giocatori nostrani, che ovviamente smaniano per andare in giro per i mari sfruttando le peculiarità delle nostre corazzate storiche, Bartolomei ci ha raccontato che «i giocatori sono entusiasti di vedere finalmente alcune delle navi storiche italiane, che sono state una parte essenziale della storia della nostra gloriosa Marina, entrare a far parte del gioco. Il gameplay è originale e coinvolgente. In più, anche se potrei essere considerato eccessivamente patriottico, le corazzate italiane sono tra le più belle del gioco, esteticamente parlando».

Si tratta – e ha senso sottolinearlo – anche di un passo per dare rappresentazione alla fanbase italiana del gioco, motivo per cui la scelta delle corazzate nostrane non è stata casuale: «ci siamo impegnati molto per realizzare la linea di corazzate italiane in termini di design e sviluppo. Vogliamo dimostrare alla community italiana quanto teniamo a loro», ha aggiunto infatti Bartolomei.

Visto il lavoro di ricerca svolto e l'interesse riscosso tra i giocatori – non solo nostrani, oltretutto, considerando che i mezzi navali dell'Italia hanno un ascendente importante anche su appassionati non necessariamente legati al Belpaese – ci è venuto spontaneo domandarci se questa non possa essere solo una tappa in un percorso che porterebbe World of Warships a essere sempre più italiano.

In merito, Girdhar non si è sbilanciato troppo sui tempi, ma ci ha dato la certezza che sì, ci saranno altri mezzi italiani in futuro. Come dichiarato nella nostra intervista: «altre navi italiane appariranno sicuramente nel nostro gioco, ma non possiamo darti dettagli su quando accadrà esattamente».

E i comandanti di World of Warships, è proprio il caso di dirlo, possono già sbizzarrirsi per provare a indovinare i nomi delle prossime corazzate di cui calcheranno i ponti e che porteranno alla gloria nelle loro future scorribande marittime virtuali.

Se volete sbizzarrirvi a creare la vostra corazzate, che ne pensate di costruirne una da voi?