Filipe Andrade (Edizioni BD): "Cucinare significa cucinare per gli altri" | Intervista
Durante COMICON Bergamo 2025, grazie a Edizioni BD, abbiamo intervistato Filipe Andrade, il disegnatore portoghese che ha creato insieme a Ram V il graphic novel Rare Flavours.
Grazie a Edizioni BD abbiamo incontrato a COMICON Bergamo 2025,Filipe Andrade. Il disegnatore portoghese ha firmato, insieme a Ram V, Rare Flavours ovvero uno dei graphic novel rivelazione di questo 2025 inteso e sorprendente dove la cucina diventa lente poetica per esplorare identità, desiderio, memoria e morte.
Nel disegno di Andrade, tutto profuma di spezie e malinconia: le sue linee sinuose, i colori acquerellati, le atmosfere sospese tra sogno e realtà, raccontano un’India sensoriale e interiore. L’artista portoghese, forte di un’esperienza diretta sul campo e di una sensibilità visiva ormai riconosciuta a livello internazionale, trasforma ogni tavola in un piatto da gustare con lentezza.
Lo abbiamo incontrato per parlare del processo creativo dietro Rare Flavours, del suo modo di lavorare sulle emozioni attraverso il colore, e di quanto questo fumetto rappresenti per lui un modo per parlare di amore, perdita e bellezza attraverso il linguaggio universale del cibo.
Domenico Bottalico
Rare Flavors mescola cucina, cultura e mistero: com’è nata l’idea per questo progetto, e com’è stato svilupparla insieme a Ram V?
Filipe Andrade
Più svilupparla, perché l'idea originale è di Ram e la prima volta che lui mi ha parlato di questo progetto non ho capito veramente bene cosa lui voleva fare perché mi diceva solo che voleva raccontare del cibo indiano come un mondo gigantesco. Era una cosa che in parte già conoscevo perché essendo portoghese c'è una commistione in quanto Goa è stata colonia portoghese e ci sono tanti rimandi ancora oggi. Ma all'inizio non avevo davvero capito come lui volesse trasformare questo soggetto in una storia. Anche per questo darle forma è stato davvero una sfida: lui scriveva mentre io contemporaneamente disegnavo, è stato davvero come dar vita ad una pietanza!
Domenico Bottalico
Il protagonista di Rare Flavors, Rubin Baksh, è una figura enigmatica e affascinante. Come hai lavorato sul suo character design per trasmettere la sua ambiguità?
Filipe Andrade
Allora, l'idea originale di Ram era un personaggio un po' più semplice, sempre imponente ma magari un po' più borghese e di buon gusto. Secondo me però non era esattamente quello il personaggio perché quando pensi al cibo pensi qualcuno che ha voglia di vita diciamo, non un tipo serio che guarda le cose in maniera sempre sospettosa o distaccata. Sono partito quindi da questa idea originale che avevo: fare un personaggio più vivo, più attaccato al desiderio della vita, delle emozioni. Anche per questo motivo ho scelto di farlo corpulento, non obeso come qualcuno che è malato, ma come qualcuno che si "gode la vita". Per Rubin alla fine ho preso come ispirazione l'artista portoghese Pedro Cabrita Reis, è un artista contemporaneo un po' più anziano del personaggio del graphic novel ma entrambi hanno lo stesso stile nel parlare e nel muoversi, gesticolano in maniera esagerata.
Domenico Bottalico
In The Many Deaths of Laila Starr, il tuo stile era fortemente onirico e lirico. In Rare Flavors ritroviamo quell’impronta poetica. Come si è evoluto il tuo stile da allora?
Filipe Andrade
Non è una questione di evoluzione naturale, è una questione di scelta: che cosa serve in più alla storia? Per esempio Laila Star era più tradizionale, diciamo. Il disegno doveva essere più "preciso e pulito". Diciamo tra virgolette. Tra perché la storia raccontava della vita e della morte e quindi un disegno più preciso faceva sì che le parole uscissero un po' più poetiche. In Rare Flavours invece stiamo parlando di una storia completamente diversa in cui il cibo è la star principale. Dovevo disegnarlo un po' più stilizzato, perché quando disegni troppo bene il cibo non ti viene voglia di mangiarlo. Bisogna essere un po' più plastici, un po' più rilassati e la gestione della tavola deve essere anche più rilassata.
Domenico Bottalico
Cibo e arte visiva si fondono in modo molto sensoriale in Rare Flavors. Hai delle ispirazioni particolari per rendere il cibo così... narrativo?
Filipe Andrade
Sì, ho cercato le persone, gli artisti che disegnano meglio il cibo e che mi piacciono. Miyazaki è uno di quelli insieme a tutta l'animazione giapponese e anche tutto un repertorio fotografico francese degli anni 60 e 70 che sembrano quasi delle illustrazioni, in quel periodo si è sviluppata una vera e propria cultura del cibo in Francia.
Domenico Bottalico
Usi colori molto particolari, quasi tattili. Ci puoi raccontare qualcosa sul tuo processo di colorazione? Usi tecniche tradizionali, digitali, una combinazione?
Filipe Andrade
Il processo è un po' complesso, in senso che io lavoro prima con i colore base e piatti. Dopo quando faccio i layout inseriscono delle indicazioni di "espressione" con dei colori, tipo qui questa scena, questa situazione è un po' più azzurra mentre questa qui è un po' gialla e così via anche se non c'entra effettivamente con quello che c'è dentro effettivamente. È l'emozione che deve suscistare ad essere importante per me in quel contesto. Dopo aver fatto questa operazione passo al resto dei colori che si accordano su questa emozione che voglio comunicare.
Domenico Bottalico
Quanto è importante per te avere il controllo completo sulla parte visiva (matite, inchiostri, colori)? Ti senti più illustratore o narratore?
Filipe Andrade
Io tento sempre di fare una cosa originale che piace anche a me dall'inizio. Ho bisogno di sorprendere me stesso. In Rare Flavours non si tratta solo di disegnare ma avere una idea ed esprimerla, per me quello significa avere un approccio "autoriale". Ho fatto due libri così con Ram V ma in mezzo c'è stata la collaborazione con Marvel e poi con DC su New Gods, lì è un po' diverso perché sono universi veramente precisi con personaggi che hanno bisogno di essere disegnati in un modo preciso e riconoscibile. Quando è così, è un po' più difficile per me far vedere questa tocco personale, però sempre c'è anche lì.
Domenico Bottalico
Lavorare con Ram V sembra un’esperienza molto fertile. Cosa rende così speciale la vostra collaborazione?
Filipe Andrade
La nostra collaborazione è come un tango. Io disegno una cosa, gliela invio. Lui mi invia la sua versione... Ram V non è "attaccato" a quello che scrive e io non sono "attaccato" a quello che disegno, bisogna fare così. Se io faccio un layout e a lui non piace me lo dice e troviamo una soluzione insieme e viceversa se io ho una idea per un personaggio che penso possa funzionare meglio gliela racconto. Questo per me è una vera collaborazione. I nostri personaggi non nascono esattamente come sono ma si evolvono. È un vero processo creativo. Siamo liberi di creare a vicenda.
Domenico Bottalico
Ci sono elementi della tua cultura brasiliana che filtrano in Rare Flavors, magari anche in modo inconscio?
Filipe Andrade
No, non direttamente ma ci sono cose della cultura portoghese che sono filtrate nel libro. Per esempio l'ultima ricetta, il dolce, dalla regione da dove proviene mia madre lo fanno identico, lo presentano in maniera un po' diversa ma di base è la stessa ricetta. Il centro è la cultura del cibo perché la tavola è importante in Portogallo. Quindi non il cibo direttamente ma ho guardato alla mia storia e alle mie esperienze con il cibo, con la mia grande famiglia seduta intorno a tavoli enormi. E poi comunque mentre stavo lavorando a Rare Flavours mangiavo troppo, ho preso 7 kg... mi veniva sempre voglia di mangiare.
Domenico Bottalico
Come reagisce il pubblico internazionale, secondo te, a una storia così profondamente radicata nella cultura indiana e nei suoi sapori?
Filipe Andrade
Penso proprio di sì. Ho ricevuto tanti complimenti e ringraziamenti: gente che mi invia foto con Rare Flavours aperto mentre cucina le ricette del libro. Perché c'è un senso più profondo e universale in questo racconto: cucinare significa cucinare per gli altri. Questo è il messaggio più importante di Rare Flavours.
Domenico Bottalico
Hai altri progetti in cantiere che puoi anticiparci? Magari un ritorno al mercato europeo o qualcosa di completamente diverso?
Filipe Andrade
Sì sto lavorando a dei miei progetti e sto lavorando ad uno in particolare di cui però ovviamente non posso parlare. Lavorare sui supereroi è stato invece quasi un caso. Non sono cresciuto con molti fumetti americani perché nella periferia dove sono cresciuto non ce n'erano. Più in generale in Portogallo non abbiamo una grande tradizione di fumetto, è più una roba di nicchia per appassionati. Sono cresciuto con l'animazione giapponese, con Dragon Ball in TV mentre il primo fumetto che ho letto, ma ero già grande avevo più o meno 13/14 anni, è stato La Ballata del Mare Salato di Hugo Pratt mentre quando ho scoperto roba come Cliffhanger di Jason Scott Campbell, Humberto Ramos e Joe Madureira con quei colori digitali così esplosivi ho capito che volevo diventare un disegnatore di fumetti. È stato un cammino lungo ma eccoci qua!