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Divinity: Original Sin

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Avatar di Ctekcop

a cura di Ctekcop

Pubblicato il 01/06/2012 alle 00:00
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Finalmente, dopo i teaser delle ultime settimane che lasciavano intendere un nuovo RPG in arrivo, i belgi di Larian Studios hanno tolto i veli ai loro progetti. Oltre al particolare Dragon Commander hanno mostrato per la prima volta a una selezione della stampa specializzata Divinity: Original Sin in arrivo nel 2013. Si tratta in questo caso di un RPG dal sapore amarcord caratterizzato dalla visuale top-down e dai combattimenti a turni. Ecco quindi raccolti per voi i fatti più succosi e le features più intriganti.

Una saga divina
Ormai circa dieci anni fa, nel lontano 2002, uscì Divine Divinity. Si rivelò una piacevola sorpresa all’interno del genere degli hack and slash alla Diablo al punto da ricevere un’ottima accoglienza dalla critica facendo breccia nel cuore dei giocatori grazie alla sua atmosfera lugubre e alla gran varietà e quantità di contenuti.
Due anni dopo toccò a uno spin-off riportare in auge il brand che nel frattempo era riuscito a guadagnare un discreto numero di estimatori. Beyond Divinity di fatto non si discostò più di tanto da quella che era una formula ormai collaudata e non lasciò il segno come fece il suo predecessore.
Dopo anni di silenzio arrivò sulla fine del 2009 il seguito del primo titolo: Divinity II: Ego Draconis abbandonando i vetusti e obsoleti motori grafici bidimensionali dalla visuale isometrica per trasportarci un un mondo fatto di poligoni e draghi. Senza dubbio un buon gioco decisamente orientato verso l’azione che ha purtroppo subito la forte pressione competitiva del periodo, Dragon Age primo tra tutti. Fu ingiustamente sottovalutato, per non dire ignorato, da alcuni poichè probabilmente godibile, apprezzabile e apprezzato solo dagli appassionati del genere in quanto minato da una serie di fastidiosi problemi tecnici sopratutto su console. Successivamente hanno visto la luce l’espansione Divinity II: Flames of Vengeance e il remake/riedizione Divinity II: The Dragon knight Saga che ha proposto qualche significativo miglioramento tecnico.
Gioco di ruolo vecchio stampo
Come già anticipato in apertura Divnity: Original Sin si propone di recuperare quello spirito andato perduto nelle ultimissime iterazioni.
A livello di storia non è altro che un prequel ambientato qualche centinaio di anno prima nel medesimo mondo dei vecchi Divinity; viene pure ripresa gran parte della mitologia già ammirata tempo addietro e si potranno scoprire o vivere in prima persona interessanti retroscena riguardo a questo fantastico universo. Due i protagonisti: una misteriosa giovane dotata di poteri magici e un oscuro guerriero. La prima è stata appena resuscitata ma non si sa bene da chi mentre il secondo è stato torturato qualche anno e vuole indagare al riguardo. I due si trovano in quel che resta di una cittadina ormai deserta: sono i soli sopravvissuti di una battaglia che ha appena avuto luogo; decidono di allearsi per cercare di capire qualcosa imbarcandosi in questa nuova avventura. Gli sviluppatori promettono quindi una storia interessante e coinvolgente anche se quest’ultima non sembra aver ancora assunto contorni definiti a questo punto dello sviluppo.
Balza subito all’occhio la possibilità di giocare in cooperativa, sia online che in locale, fino a un massimo di 4 giocatori: oltre ai due protagonisti si possono vestire i panni di mercenari assoldati per l’occasione. Nel caso in cui si preferisca giocare in singolo viene data la possibilità di controllare l’intero party. Ovviamente all’aumentare o diminuire dei giocatori scala proporzionalmente la difficoltà così da non rendere il tutto troppo facile o difficile. 
Molto interessante il sistema di gestione dei dialoghi, sempre importanti nel determinare le fazioni a noi ostili, dove ciascuno dei giocatori ha la possibilità di rispondere come meglio credere andando a creare la necessità di trovare un accordo pena il lancio di un dado influenzato dal carisma; si tratta comunque ancora di una feature in fase di discussione che potrebbe subire qualche variazione nell’implementazione definitiva.
Le quest si preannunciano varie, lunghe e complesse in piena sintonia con lo spirito degli antenati della serie. Spesso queste ultime sono influenzabili tramite i dialoghi presentando scelte in grado di portare a precise conseguenze. Dovrebbero mancare quasi del tutto le noiose fetch quest. 
Si può raccogliere quasi tutto quello che si trova nel mondo purchè non sia troppo pesante. Bisogna fare attenzione però a non rubare visto che il nostro allineamento dovrebbe poi avere conseguenze tangibili. Diverse le possibilità garantite: sfruttando i due personaggi uno può distrarre conducendo occhi indiscreti fuori dalla stanza mentre l’altro procede nel furto oppure si può decidere di rimettere tutto al proprio posto nel caso in cui si venga colti in flagrante. Interessante anche la possibilità di interagire con l’ambiente prendendo e lanciando barili verso i nemici o distruggendo qualche ostacolo che ci sbarra la strada.
Immancabile la possibilità di combinare oggetti per potenziarli così come un sistema di crafting.
Il sistema di statistiche, senza classi, deriva da quello del primo Divinity con carratteristiche, ossia forza, intelligenza, destrezza e carisma, potenziabili ogni volta che si aumenta di livello. Il resto delle statistiche viene poi determinato dall’equipaggiamento. Vi sono poi sei diverse scuole di skill di cui quattro riferite a un particolare elemento quali acqua, terra e fuoco risultando più o meno efficace a seconda della tipologia di nemico. Anche in questo caso aumentando il proprio livello si gudagna la possibilità di aggiungerne una.
Il combattimento è a turni a differenza di quanto visto fino a oggi in questa serie sempre votata all’azione con scontri da risolvere in tempo reale. Sfrutta un sistema di punti azione necessari per muoversi, attaccare, usare skill. Si preannuncia decisamente tattico e profondo con la possibilità di combinare skill in maniera sagace sfruttando oppurtunamente a nostro favore qualche elemento del terreno o dell’ambiente circostante. Per far ciò è fondamentale una corretta cooperazione con i propri compagni di squadra o gestire accuratamente l’intero party nel caso in cui si giochi da soli. Non manca infine la possibilità di evocare delle dolls.
Prospettiva isometrica
Gli sviluppatori di Genk hanno saggiamente abbandonato il motore grafico, mai veramente apprezzato, di Divinity II preparandone uno nuovo di zecca per questo nuovo titolo.
Stupisce, in maniera positiva regalando quel feeling old school, la prospettiva pseudo-isometrica ormai retaggio solo degli hack’ n’ slash alla Diablo. Nonostante ciò il titolo è interamente tridimensionale. Si presenta in maniera estremamente gradevole e colorata appagando l’occhio senza particolari esuberanze tecniche. Nulla di trascendentale dal punto di vista prettamente tecnico eppure traspare la qualità dell’art direction. Ovviamente l’idea è quella di fornire un titolo godibile anche su PC non proprio all’ultimo grido.
Per quel che riguarda le musiche esse sono firmate da Kirill Pokrovsky. Un nome che potrebbe dire niente ai più: basti sapere che è il compositore di tutte le musiche dei titoli precedenti della serie.
Infine gli sviluppatori rilascieranno editor e tool di sviluppo dando quindi la possibilità agli utenti più smaliziati di creare contenuti aggiuntivi, avventure e ambientazioni senza dover necessariamente mettere mano al codice.

– Esperienza ruolistica importante

– Tattici combattimenti a turni

– Coop online e in locale fino a 4 giocatori

– Editor e tool rilasciati dagli sviluppatori

In arrivo nel secondo quadrimestre del 2013 si prospetta come un gioco di ruolo da tenere d’occhio sopratutto da parte dei fan di lunga data del genere che rimpiangono titoli come Ultima e non solo. Sembrano veramente esserci tutti gli elementi per un gioco divertente e di spessore in grado di elevarsi ancora di più con la sorprendente modalità cooperativa.

Speriamo di poterlo ammirare all’E3 ormai dietro l’angolo.

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