Recensione

World Series of Poker 2008

Avatar

a cura di ViKtor

Qualcuno, tra i cervelloni delle tv, deve capire davvero bene la psicologia del telespettatore. Quelle stesse persone hanno visto nel poker sportivo, gioco che fa girare negli USA diversi miliardi di dollari l’anno, una possibile moda anche tra gli italici pallonari. E, portando i ricchi tavoli da gioco prima su Sky e poi su Italia 1, hanno dimostrato che non si sbagliavano. Se siete tra quelli che non si perdono una puntata del Caressa-duo e avete un DS, state sintonizzati, perché stiamo per entrare nel circuito ufficiale del Poker con il nostro pennino.

All in!World Series of Poker 2008 (WSOP 2008 d’ora in avanti) vuole portare sul doppio schermo Nintendo tutte le atmosfere dei casino e dei loro lunghissimi tornei, fatti di strambi personaggi dai look più stravaganti, dalle espressioni più curiose e soprattutto dai portafogli ricolmi di verdoni. Due carte in mano, un giro di puntate, tre carte sul tavolo, altro giro di puntate, river e show. Questo è, schematicamente, il percorso tipico di una mano del Texas Hold’em. Molto a grandi linee, perché in mezzo c’è davvero di tutto. Bluff, check, fughe tattiche e all-in insensati sono solo alcuni esempi di ciò che accade durante un turno di gioco, nonché fattori che rendono questo particolare gioco di poker così spettacolare e seguito.Farne una trasposizione videoludica, dunque, non è così semplice. Il Texas Hold’em non è un giochino di carte, non si tratta esattamente di sviluppare il solitario di Windows. La componente psicologica e comportamentale è un fattore importante durante il gioco, quindi andrebbe in qualche modo simulata. In alcuni titoli simili su console maggiori o su pc abbiamo trovato opzioni che permettevano al giocatore di controllare proprio queste situazioni, magari tramite comandi di bluff o espressioni facciali del nostro alter ego. Purtroppo, diciamolo subito, qui non c’è traccia di nulla di simile. Questa mancanza priva di profondità una giocabilità comunque onesta: tutto è gestibile con il pennino, dai menu allo svolgimento dei tornei. Lo schermo superiore propone una panoramica del tavolo, che scrolla in orizzontale tra i vari giocatori e ne mostra con chiarezza e rapidità le azioni di volta in volta. Interessante, nel caso in cui optaste per un fold (il ritiro da una mano), l’opzione “skip” che velocizza enormemente l’andamento del turno, evitando i tediosi momenti morti. Tramite lo schermo inferiore si gestisce l’intera giocata: abbiamo le due carte in mano, le fiches in nostro possesso e tutte le relative opzioni. L’interfaccia è chiara, le voci poche e semplici e anche il più neofita si troverà subito a suo agio. Le puntate vanno fatte trascinando letteralmente le fiches sul tavolo, idea che aggiunge realismo. Con il pennino possiamo richiamare anche la voce “tools”, che propone una serie di interessanti statistiche sul torneo in corso e sull’intera carriera.Proprio la modalità “career” è l’anima del gioco: sfruttando la licenza ufficiale gli sviluppatori hanno riproposto i principali eventi reali. Partiremo con 1500$ e guadagnando cash otterremo l’accesso a tornei sempre più ricchi. I “Wsop Events” seguono il tipico calendario annuale: ogni mese spetta a noi scegliere, anche in base alla disponibilità economica, il torneo a cui partecipare. I “Cash games” sono manifestazioni strettamente su invito, di cui verremo a conoscenza tramite una telefonata della nostra agente, sempre pronta a mandarci a guadagnare qualche valigia di dollari. Il “Heads up: beat the brat” è la modalità più curiosa: consiste in un vero e proprio uno contro uno, che ci mette di fronte a giocatori particolarmente forti e avanti nel ranking mondiale.Farsi strada nella carriera non è facile. Il livelli di difficoltà selezionabili sono tre, ma in realtà influiscono poco sull’IA della cpu, bensì regolano il numero di eventi proposti di volta in volta. Giocare in modalità amateur o professional, una volta al tavolo, cambia poco. I nostri avversari hanno quasi tutti uno stile di gioco abbastanza difensivo e non lesinano i fold. Si vedono anche pochi bluff, e ben presto capirete che una puntata molto alta nasconde, quasi sempre, una buona mano. Questo porta, inevitabilmente, a un senso di prevedibilità che forse poteva essere evitato. Non che il livello di sfida sia basso, anzi vincere un torneo richiede impegno, ma l’impressione è che nessuno osi mai rischiare troppo, soprattutto nelle fasi avanzate delle partite. Se non altro, inizialmente gli avversari meno titolati non si fanno pregare nel fare all-in spregiudicati che aggiungono un po’ di pepe al tutto.Se non siete avvezzi a questo tipo di poker ma ne siete attirati e volete imparare, la modalità “training” è ciò che fa per voi. Qui trovate tutte le regole e le faq più utili per assimilare le regole di base, oltre a un tutorial in cui tale Phil, tramite riprese reali, ci avvicina al gioco vero e proprio. Interessante anche il “Same hand jam”, grazie al quale è possibile giocare qualche mano scegliendo le due carte da utilizzare.Probabilmente, questo materiale didattico è stato implementato per avvicinare a WSOP 2008 anche chi non è un grande appassionato del Texas Hold’em, per allargare un target altrimenti preciso.

Tavolo verde solo casalingoParliamo di multiplayer. Per un gioco del genere dovrebbe essere imprescindibile una buona e corposa offerta online. Si presterebbe perfettamente. E invece, con una scelta che definirei bizzarra per usare un eufemismo, non c’è l’ombra della modalità WI-FI. Questa mancanza, onestamente assurda e ingiustificata, mina pesantemente la longevità e l’interesse a lungo termine per il titolo. Sfidare altri otto giocatori, magari provenienti da chissà quali regioni del mondo, sarebbe stato il logico completamento di WSOP 2008. Invece ci viene data unicamente la possibilità di giocare tramite Download DS. Che funziona bene, ma è davvero troppo poco. Peccato.Per il resto, tecnicamente parlando, nessuno griderà al miracolo. Graficamente è sufficiente, il 2D è reso abbastanza bene e, seppure di qualità mediocre, ci sono diversi filmati di intermezzo ottenuti da riprese reali, atti soprattutto a presentare i vari casino in cui andremo a racimolare ricchezza. Tra i menu ci si muove con facilità, così come al tavolo.Il sonoro è composto da una musichetta che si addice al contesto, ma in molti la odieranno in cinque secondi netti e spegneranno gli altoparlanti, riattivandoli solo per ascoltare le voci, ben registrate, che accompagnano i filmati.

– Carriera in singolo interessante…

– Buon livello di sfida…

– Licenza ufficiale

-…ma nessuna modalità via WI-FI!

-…ma IA un po’ altalenante

6.2

World Series of Poker 2008 può fare felici i veri appassionati del Texas Hold’em. Grazie alla licenza ufficiale, ha nella trasposizione delle atmosfere tipiche del poker il suo più grande pregio. Si lascia giocare in modo molto immediato, sfruttando bene il pennino del DS e propone una carriera basata sugli eventi reali piuttosto lunga e impegnativa.

Purtroppo, l’intelligenza artificiale degli avversari non è sempre brillante e, seppure il livello di sfida sia sempre abbastanza elevato, questi non stupiscono in imprevedibilità. Tutto ciò, unito alla mancanza di comandi di bluff, riduce sostanzialmente anche le nostre scelte tattiche.

Il difetto più grave, in ogni caso, rimane nel comparto multiplayer: la mancanza di una modalità WI-FI si fa pesantemente sentire ed è una scelta francamente inconcepibile.

Per appassionati, gli altri troveranno nelle versioni per sistemi maggiori, probabilmente, un prodotto più appetibile.

Voto Recensione di World Series of Poker 2008 - Recensione


6.2