Recensione

Wolfenstein: The New Order

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a cura di FireZdragon

Venti, lunghissimi, anni sono passati da quando il primo Wolfenstein ci fece emozionare su PC. I tempi allora erano diversi, la grafica contava in maniera estremamente relativa e vedere cubetti rossi che zampillavano dai corpi esplosi dei nazisti era la massima aspirazione per un amante degli shooter in prima persona. Di acqua però ne è passata sotto i ponti e il genere si è evoluto rapidamente sia nelle meccaniche sia nello sviluppo di trame ricercate regalando al pubblico recentemente capolavori del calibro di Bioshock e Borderlands, senza dimenticare il clamoroso Far Cry 3. Questa volta però si parla di un brand storico, che è già arrivato in una versione rimodernizzata qualche anno fa e che oggi ha il compito di ammaliare una nuova generazione di videogiocatori, abituata a standard elevati e sempre più esigente. Abbiamo approcciato questo titolo con affetto, ma tentando di rimanere distaccati dall’affetto che nutriamo per il brand osservando il gioco per quello quello che può offrire anche a chi, il brand, non l’ha mai vissuto in prima persona e le cose sono andate comunque meglio del previsto.

Un po’ di storia suvviaCi troviamo nel 1946, in una realtà alternativa dove la macchina nazista ha sfruttato tutte le conoscenze tecnologiche per mettere in campo un temibile arsenale bellico capace di schiacciare gli Alleati. Nei panni di B.J. Blazkowicz ci getteremo in un estremo assalto frontale contro i tedeschi nel tentativo di sovvertire le sorti di una guerra che sembra ormai essere segnata. Per nostra sfortuna la missione non ha esito positivo e quella che doveva rappresentare la svolta per la pace si trasforma invece nella mossa finale che permette alla Germania di mettere sotto scacco l’intero pianeta. Una serie di attacchi nucleari radono al suolo ogni opposizione e l’America si trova obbligata alla resa, deponendo le armi e lasciando a Hitler campo aperto.La sorte di Blazkowicz segue di pari passo quella del paese per cui lotta e, dopo essere stato fatto prigioniero e aver sacrificato uno dei suoi due compagni di squadra, con risvolti che vedremo in seguito, in una rocambolesca fuga viene coinvolto in un’esplosione che lo ferisce in maniera gravissima alla testa mandandolo in uno stato vegetativo per tredici lunghissimi anni. Mentre il suo corpo inerme è in balia delle onde, Blazkowicz viene soccorso e accolto in un manicomio dove lentamente riprende le forze. Nel momento del bisogno le energie tornano a gonfiargli le vene e in un impeto di rabbia decide da solo di ristabilire l’ordine naturale delle cose. Il giocatore a questo punto intraprenderà una lunga campagna contro i nazisti della durata di circa otto ore che lo porterà a viaggiare in una grande quantità di ambientazioni con il compito di riorganizzare la resistenza e chiudere per sempre i conti con i tedeschi.

Passato e presente e futuro si fondonoWolfenstein the New Order aveva un compito difficile, riuscire a farsi apprezzare da due generazioni di giocatori differenti, e non esitiamo a dire che il gameplay, curato e variegato, è riuscito perfettamente in questo intento. La produzione Bethesda miscela sapientemente alcuni elementi old school, come la mancanza di rigenerazione della vita (o quasi, dato che sarà comunque possibile ripristinarne una minima parte) e la presenza dell’armatura con meccaniche presenti negli shooter moderni, permettendo la scivolata in corsa e l’utilizzo sapiente delle coperture, con la possibilità di sporgersi da qualsiasi riparo. Le fasi di shooting funzionano bene, con armi che regalano un feedback particolarmente intenso grazie ad un rinculo potente e a un sonoro che abbraccia completamente il caos a schermo. La varietà delle bocche da fuoco non è al top, ma presenzia una singola tipologia di armi per genere. Avremo quindi un fucile da cecchino, uno a pompa, un mitragliatore d’assalto, pistola e ovviamente torrette fisse da sradicare per l’occasione e utilizzare come strumento di morte sul campo di battaglia. Torna per la gioia dei fan la possibilità di imbracciare due armi contemporaneamente, perdendo lo zoom per la mira ma raddoppiando il rateo di fuoco: doppi proiettili doppio il divertimento.Importante l’introduzione del LKW, un fucile laser non solo decisamente pericoloso se utilizzato nella sua forma aggressiva ma anche indispensabile per risolvere i tanti enigmi che Wolfenstein mette sul piatto. Ogni singola arma avrà quindi due modalità di fuoco ben distinte, in grado di cambiarne radicalmente funzionalità e proprio grazie al laser dell’LKW potremo tagliare recinzioni, fondere catene per aprire passaggi segreti o semplicemente tagliare le casse in acciaio per raccogliere gli oggetti nascosti al loro interno, siano queste semplici munizioni e cure o preziosissimi artefatti in oro, da collezionare per completare il gioco al 100%.

Non si può solo sparareWolfenstein the New Order ci è piaciuto perché non mette in campo solo il becero massacro di nazisti senza cervello a suon di piombo ma affila le lame introducendo meccaniche stealth in tutti i livelli. In ogni stage ci saranno infatti un numero variabili di comandanti, mostrati sulle mini mappe da icone specifiche, e ucciderli assalendoli alle spalle senza essere visti eviterà che questi possano chiamare rinforzi semplificandovi notevolmente le cose. La produzione Bethesda offre così una doppia lettura del gameplay e permette al giocatore di scegliere in che modo approcciare il gioco. Coltelli da lancio e pugnali a serramanico faranno il resto, anche se dobbiamo sottolineare un’intelligenza artificiale non particolarmente curata da questo punto di vista, lenta a scorgervi e in linea generale non esattamente tra l più sveglie nel panorama ludico. Una volta scattato l’allarme i soldati tenteranno di circondarvi, prendevi alle spalle e distruggere la copertura dietro la quale vi celate mostrando reazioni indubbiamente migliori. Certo, non siamo al top del genere, ma i cinque livelli differenti di difficoltà vi consentiranno di cimentarvi nelle battaglie con il livello di sfida perfetto, tanto che basterà entrare nelle opzioni per mutarlo in qualsiasi momento. Le novità interessanti non terminano qui e Wolfenstein butta nel pentolone anche un sistema di talenti: nulla di particolarmente profondo sia chiaro, ma sufficiente a dare una personalità specifica al vostro Blazkowicz. Eseguendo uccisioni silenziose, dalle coperture o con le granate, tanto per citare un paio di esempi, sbloccherete in maniera automatica i bonus passivi che andranno a migliorare alcune statistiche come la capacità dei caricatori o la velocità di ricarica. Come dicevamo non è nulla di particolarmente originale ma riesce comunque a dare un po’ di profondità al tutto anche se un sistema più curato e con maggior spessore avrebbe dato al titolo un’ulteriore marcia in più.

Quando i cattivi sono cattivi davveroSe il gameplay quindi riesce ad offrire tante situazioni, anche le ambientazioni non sono da meno e la nostra missione ci farà viaggiare in una berlino supermodernizzata ma altresì sulla luna e nelle profondità degli oceani per una varietà più che soddisfacente. Come anticipato inizialmente la scelta fatta nel prologo sul commilitone da salvare influirà in maniera attiva su tutto l’arco narrativo e a seconda di chi avrete sottratto dalle grinfie dei nazisti vi troverete a vivere alcune scene inedite ed affrontare sezioni uniche nei livelli. Salvare Wyatt vi sbloccherà l’abilità per scassinare le serrature mentre risparmiare Fergus offrirà gadget per manomettere circuiti elettrici e ottenere potenziamenti alla salute. La trama si dividerà in due tronconi ben distinti e per avere un quadro completo sarà necessario giocare la campagna almeno due volte, raddoppiando conseguentemente le ore di gioco iniziali. Un’avventura lunga, che metterà in risalto una storia d’amore travagliata, decisioni cruciali per salvare il mondo dalla catastrofe e sbatterà in faccia al giocatore scene violente e inaspettate, condite ovviamente da diversi momenti scriptati e spettacolari che non fanno altro che innalzare la qualità del titolo. Davvero peccato quindi che i livelli audio del doppiaggio siano terribili e la sincronizzazione labiale inesistente, senza la possibilità peraltro di modificare le opzioni singolarmente dal menu dovendosi affidare invece ad una generale barra del volume. Ottimi i modelli dei nemici e di buona varietà, cosa stranamente non rilevata per quanto riguarda i personaggi secondari, meno curati tecnicamente di quanto ci saremmo aspettati. L’impatto grafico resta comunque di assoluto valore con coperture che esplodono sotto i colpi e il sangue che schizza copioso dai nemici colpiti. Ottimo il design dei Panzerhound e dei cani da guardia meccanizzati davvero temibili e cattivi nella loro possanza. Chiudiamo infine proprio con Blazkowicz, un personaggio che ci è entrato nel cuore, un duro dei vecchi tempi quasi caricaturale nell’aspetto ma in grado di entrare da subito nelle grazie del giocatore che si dovrà confrontare con alcuni dei nazisti più bastardi che il mondo videoludico ricordi, e quando le emozioni scaturiscono naturali durante la partita allora saprete quanto noi che l’obiettivo di Bethesda è stato centrato in pieno…

– Dalle 16 alle 20 ore di durata

– Gameplay diversificato e vario

– Ottimi personaggi

– Trama interessante

– IA non eccelsa

– Sistema di talenti poco approfondito

– Modelli poligonali non eccelsi

– Qualche bug

– 7GB di Patch al day one!

8.0

Wolfenstein the New Order è un mix riuscito di meccaniche old school e nuove funzionalità, che si mescolano in un concentrato esplosivo di tamarraggine estrema ma anche di profonda riflessione, per una storia e una narrazione assolutamente non banali e quasi inaspettate per un titolo del genere. Peccato per un’intelligenza artificiale non particolarmente brillante, anche se in linea con quanto offerto dagli shooter recenti, e un audio fuori controllo che renderà in molte occasioni quasi inudibili i discorsi durante le cut scene. Avremmo forse preferito maggior libertà d’azione per i livelli, piuttosto lineari e guidati, ma sono comunque piccolezze per un titolo che merita di essere giocato almeno una volta.

Voto Recensione di Wolfenstein: The New Order - Recensione


8