Recensione

Wings Over Europe - Cold War: Soviet Invasion

Avatar

a cura di Alex64

La Empire Interactive è lieta di presentarci Wings Over Europe – Cold War: Soviet Invasion. Già nel titolo è praticamente riassunto tutto il gioco e potremmo tranquillamente chiudere qui la recensione, ma poi qualcuno rivendicherebbe la mia testa su una picca e l’idea, nonostante faccia molto death metal, decisamente non mi aggrada; quindi procediamo pure con la descrizione del titolo.

Un po’ di storia…Wings Over Europe è dunque un simulatore di volo a tema bellico ambientato nella forbice temporale che va dal 1960 al 1970, con l’Unione Sovietica pronta ad invadere l’Europa dalla Germania Est e la N.A.T.O. impegnata nel contrastarla. Uno scenario del genere sarebbe difficilmente ipotizzabile ai giorni nostri, ma all’epoca eravamo in piena Guerra Fredda – quel periodo abbastanza negativo che vide il mondo barcamenarsi tra l’incudine degli States e il martello (falce inclusa) della Russia – e per anni si rischiò addirittura il 3° conflitto mondiale, con tanto di olocausto nucleare sfiorato per merito/colpa della famosa crisi dei missili cubani. La modalità di gioco principale sarà dunque suddivisa in tre epiche campagne che ripercorreranno passo passo le fasi del conflitto testé accennato, riprendendo di volta in volta la storia da dove l’avrete lasciata. Partendo da Khrushchev contro Kennedy, sino alla prima metà degli anni ’80, ci verranno messi a disposizione tutti i velivoli protagonisti dei cieli in quell’epoca: F-100 Super Sabre, F-105 Thunderchief, F-4 Phantom II (compreso di varianti), F-15 Eagle, A-10 Thunderbolt II, British Hunter e l’Harrier a decollo verticale (mk I e mk II).

La campagna ha inizio…Una volta intrapresa una qualsiasi delle tre campagne disponibili, ci sarà chiesto di scegliere le ali con cui voleremo. Le livree sono ovviamente quelle ufficiali delle squadriglie appartenenti all’aeronautica militare americana ed inglese (RAF e USAF), con la francese Armee De L’Air a farla un po’ da outsider, ma nessuno ci vieta di creare campagne personalizzate in cui utilizzare galloni di altre forze aeree militari facenti capo alla N.A.T.O. o al Patto di Varsavia… come la Luftwaffe, ad esempio, oppure la Hungarian Air Force. Il discorso intrapreso mi offre il destro per introdurvi a quella che di fatto si rivela essere l’arma vincente del titolo, ovvero la possibilità di “customizzazione”. Se vi siete stufati e/o avete portato a termine con successo tutte le campagne regolari, nulla vi vieta di crearne di vostre, oppure di scaricare dai server del gioco campagne realizzate da altri, rendendo Wings Over Europe virtualmente infinito. Ogni campagna, regolare e non, usufruirà di una buona varietà di scenari bellici, spaziando da missioni di ricerca e soccorso – search and rescue – a sessioni di pattugliamento e/o ricognizione fotografica, intercettamento di unità di mare e di terra, per finire col classico bombardamento intelligente (che adesso è pure tornato di moda) o duello aereo ad alta quota. L’obiettivo della missione ci verrà detto in sede di briefing: evitate di saltare le classiche “istruzioni” pre-volo altrimenti farete ben magra figura, anche perché il carico va deciso in merito a ciò che dovrà essere portato a termine e dunque, per una missione di ricognizione, gli alloggiamenti siti sotto i piloni/lanciarazzi dovranno essere occupati da serbatoi supplementari; in caso di intercettamento invece, sarà bene equipaggiarsi con razzi teleguidati. Infine, per bombardare, ci affideremo alle pluri collaudate e dannatamente efficaci bombe a grappolo. Decisa la campagna cui prendere parte, la squadriglia di appartenenza, il carico, e presa conoscenza della missione, è il momento di entrare in azione.

In volo… Il fulcro di Wings Over Europe è senza dubbio l’impianto simulativo; tuttavia, complice la necessità di una maggiore apertura al resto dell’utenza (ovvero a chi di simulazione è digiuno), ci viene data la possibilità di settare il livello di simulazione, come anche l’abilità dei nemici russi. Una volta decollati dalla base, o dalla portaeromobili, iniziano le danze: prendiamo confidenza con il cockpit. Per mezzo di indicatori a schermo colorati di bianco, ci saranno indicati dei punti rotta da seguire, con tanto di distanza residua calcolata in base alla velocità di avvicendamento. Questi punti rotta fungeranno da riferimento spaziale in volo, portandoci verosimilmente “dentro” e “fuori” l’inferno, ovvero attraverso i cieli presidiati dal nemico sino all’obiettivo da colpire e di nuovo alla base. Durante il tragitto, faranno la loro comparsa anche indicatori di colore rosso, che si affiancheranno a quelli precedentemente detti sovrapponendosi il più delle volte. Gli indicatori rossi svelano la posizione dei caccia sovietici – i MIG insomma – riportando in basso a destra la distanza, la rotta, la velocità, l’intervallo e l’altitudine cui viaggia il nemico. Questi dati sono di fondamentale importanza se portati correttamente a conoscenza; ad esempio, se nel corso di un’azione vi rendete conto che il velivolo ostile viaggia “ad ore 6” ed è più veloce di voi, oppure passa ad una maggiore altitudine rispetto alla vostra, nel primo caso opterete per lo scontro diretto (tanto scappare non vi sarà possibile se segue la stessa rotta vostra), nel secondo caso, invece, vi farete presumibilmente i fattacci vostri evitando di sprecare tempo e munizioni (occhio che le prestazioni dipendono sì dal modello di velivolo ma anche dal carico a bordo). Avanti a noi c’è invece il display a cristalli liquidi, a cui è demandato il compito di avvertirci quando i sensori del nostro sistema di puntamento automatico agganceranno una fonte di calore a noi prossima, contro cui riversare rabbiosamente tutto ciò che rientra sotto la voce “arma secondaria” nel nostro arsenale; altrimenti, ci sta sempre il grezzo ma immortale “mirino” a cui far riferimento per utilizzare le mitragliatrici singole o in coppia, anche perché, quando i razzi finiscono, non c’è molta altra scelta se non quella di affidarsi ai cannoni vulcan. In alto a sinistra vi è infine il radar: nulla da segnalare a riguardo, funziona come sempre, eccezion fatta per le simpaticissime “pagliuzze anti-radar” da rilasciare nell’atmosfera per mandarlo in tilt (tanto il nostro quanto quello degli avversari). Per quanto riguarda la strumentazione, ci sarà possibile consultarla sia in via analogica, volgendo semplicemente lo sguardo sul “cruscotto” poligonale, che digitale, leggendo le scritte in sovra-impressione e comunque, se ci troveremo in difficoltà, potremo sempre richiamare la mappa o chiedere aiuto via radio. Ultimo elemento da prendere in considerazione, ma non per questo meno importante, è proprio la radio di bordo, grazie alla quale potremo metterci in contatto con la base operativa, col resto della squadriglia, oppure col nostro gregario – detto anche compagno di volo – ogni qual volta avremo bisogno di richiedere lo status della missione, rinforzi oppure info meteo… e ancora copertura, attacco sincronizzato di un obiettivo in particolare, rompere e tornare in formazione, aiuto in coda, rifornimento in volo e tanto altro ancora (le opzioni radio dipendono ovviamente dalla natura della missione). Attenzione che la disponibilità di armi e munizioni non è illimitata – o meglio, non lo è di default – cercate quindi di non arrivare a metà campagna senza manco più un colpo nella vostra Santa Barbara: la gestione dell’arsenale bellico (e quindi dei rifornimenti), è un altro elemento simulativo fortemente presente nel titolo in esame, cui rapportarsi in continuazione, perchè le guerre non si vincono a parole ma col tritolo.

Tutto il resto…Fino ad ora si è parlato di campagna, ma Wings Over Europe dispone anche dell’opzione missione singola, con cui intraprendere una missioncina “stand alone” più per far pratica e svagarsi che per altro. E se proprio non vi va di stare a scervellarvi qualche minuto per scegliere velivolo, campo di battaglia, fase del conflitto, scenario di guerra, armamento e condizioni meteo, allora con l’opzione azione istantanea eviterete tutto questo e combatterete subito in modalità random. Buono anche il multiplayer, che permette di giocare tanto le campagne regolari quanto quelle amatoriali, più la missione singola, in LAN o Online fino ad un massimo 16 giocatori in cooperativa o uno contro uno, dando prova di dogfighting estremo. Rimane giusto da ricordare che le missioni singole, proprio come le campagne, sono completamente customizzabili e/o scaricabili dai server del gioco (o ve la create da soli, o giocate alla missione singola fatta da un altro utente).

Uno sguardo tecnico…Da un punto di vista tecnico ci troviamo dinanzi un titolo più che onesto, con delle chicche non indifferenti: mi viene da pensare alle mitragliatrici, che quando fanno fuoco lasciano dietro di loro una leggera traccia di condensa e, soprattutto, una copiosa scia di bossoli; oppure al cockpit, che oltre ad essere estremamente simile alle controparti originali, non è ricreato con una semplice texture, ma modellato poligonalmente in tutte le sue parti, comprese le varie levette e pulsanteria (cosa utile anche per ripercorrere l’evoluzione tecnologica della strumentazione di bordo). Buona la rifrazione della luce e le ombre in tempo reale sulle carlinghe; credibili le nuvole volumetriche e la pioggerellina che screzia il plexiglass del nostro abitacolo. I modelli poligonali dei velivoli sono ottimi, decisamente meno buoni invece quelli dei mezzi a terra, che nel complesso risultano un pò antiestetici, come anche la gigantesca texture di fondo che soffre di spixellamento estremo nel caso in cui dovessimo avvicinarci troppo al terreno… ma questo è un problema abbastanza generalizzato nei simulatori di volo. La mole di comandi – vi ricordo che il gioco è fondamentalmente un simulatore – implicitamente obbliga a fare vostro un bel Saitek Cyborg Evo o un Joystick pari o superiore, altrimenti incapperete in imbarazzanti errori causa la non lungimirante disposizione dei tasti-chiave sulla tastiera (mi è capitato di premere il rilascio dei serbatoi supplementari in piena zona operativa, con relativo annullamento della missione che stavo conducendo in porto anche abbastanza degnamente). Il fattore simulativo è dunque molto alto, ed anche impostato ai minimi livelli si farà sentire; quindi, nonostante l’innegabile impegno dei programmatori nel creare qualcosa dalla difficoltà scalabile, il loro resta un prodotto dal bacino potenzialmente limitato (fosse solo per il tempo speso ad impararmi i comandi). Da un profilo prettamente audio, ho trovato alcuni effetti sonori semplicemente sensazionali, soprattutto quando entriamo in virata o facciamo un looping, l’acciao delle paratie e delle ali sembra gemere sotto la pressione dell’aria… ci sarebbe da citare anche il beccheggio, oppure il classico vuoto d’aria con consueguente diminuzione di portanza e stallo, ma son cose che se farete vostro il gioco vorrete senz’altro scoprire da voi e quindi vi lascio alle conclusioni finali.

HARDWARE

System Requirements: Pentium III/Athlon 650MHz o superiore Windows 2000/XP256Mb Ram di sistemaDirectX 93D graphics card con 32Mb di VideoRam1.3Gb di spazio libero su disco

Sistema di Prova:Pentium 4 3GhzWindows XP1Gb Ram di SistemaAti Radeon 9800 pro con 128Mb di VideoRamSettaggi: HighRisoluzione: 1280*1024Frame Rate: 30fps (valore indicativo)Periferiche: Saitek Cyborg evo

MULTIPLAYER

Multiplayer OnLine fino a 16 giocatori online e LAN

– Impianto simulativo soddisfacente

– Sharing illimitato di missioni e campagne anche amatoriali

– Comparto tecnico gradevole…

– … ma non entusiasmante

– Titolo destinato a restare di nicchia

– Controlli non sempre facili

7.5

Tirando le somme, siamo dinanzi ad un lavoro dalla doppia identità: incredibilmente noioso per coloro che di fatto non sono abituati ad una simulazione impegnativa, incredibilmente appagante per quella fetta di mercato che smania dietro ad ore passate a volare nel nulla più completo solo per il gusto di attraversare tutti i punti rotta. Il voto finale non può e non deve ignorare le due facce della medaglia, anche perchè l’obiettivo prefissatosi dai programmatori era appunto quello di fornire un prodotto “più accessibile” e così non è stato. Dunque oltre il discreto non posso proprio andare, ma è parimenti vero che non posso non consigliare Wings Over Europe a tutti coloro che invece sono patiti della simulazione aerea (impagabile la sensazione che si prova quando si osserva negli specchietti il nemico agonizzante sparire in una nube di fumo e scaglie metalliche incandescenti); a voi l’ultima parola.

Voto Recensione di Wings Over Europe - Cold War: Soviet Invasion - Recensione


7.5