Recensione

Winback

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a cura di Mirai Trunks

Eccoci ritrovati ancora una volta con lo scopo di salvare il mondo dalla distruzione. Questa volta vestirete i panni di Jean Luc Cougar, membro della squadra S.C.A.T., nel tentativo di prendere il controllo del Vortice, arma satellitare caduta in mano ai terroristi con un potenziale distruttivo disumanamente elevato. Ma come risolvere il problema? Impugnando con una mano il mitra, con l’altra una bomba a mano, tirando dritto e blastando qualunque cosa o persona che ci si para davanti? Volendo sì, ma in tal caso la vostra vita rischia di finire nel giro di pochi attimi. Infatti il bello (o il brutto, dipende) di questo Operation Winback è proprio la componente strategica: affrontare anche un solo nemico in stile Rambo è assai rischioso, poiché in tal caso il rischio di farvi centrare e di perdere quantitativi di preziosa energia decisamente elevati è alto. Affrontarne faccia a faccia 3, anche non al livello di difficoltà più elevato nella maggior parte dei casi vuol dire morte. Dunque sarà necessario agire nell’ombra, ripararsi dietro gli oggetti presenti sul fondale, per cogliere di sorpresa il nemico oppure farlo fuori senza rischiare troppo la pellaccia. L’IA non è elevatissima: i vostri avversari non sono propriamente delle volpi, per esempio se uno di loro viene colpito da una pallottola può capitare che non faccia una piega e resti lì dov’è invece di fuggire preso dal panico, ma almeno al livello più arduo dei tre disponibili la sfida sarà ardua, dacché si muoveranno in modo strategico e avranno una mira davvero buona. Non saranno i dinosauri di Turok 3 (dannatamente furbi), ma si danno da fare. Già che siamo sul tema giocabilità (ovvio che in tale parametro è compresa anche la questione del comportamento dei nemici e dell’IA) , diciamo come il sistema di controllo sia davvero buono: prima di tutto diciamo che non si sparerà più con lo Z (ora servirà per accovacciarsi) come nella maggior parte dei casi si è fatto fino ad oggi, ma con il tasto A, non prima di aver puntato l’arma col tasto R e magari agganciato un nemico col tasto C basso. Premendo il tasto A davanti ad una parete Jean Luc si metterà con le spalle al muro per effettuare manovre di avvicinamento al nemico (una volta al bordo basta premere R per sporgersi e far fuoco, rilasciarlo per tornare al riparo) o evasive. Da registrare la presenza di semplici puzzle, che spesso si rivelano nella ricerca di un pulsante da premere per mettere fuori uso un laser che vi blocca il passaggio, che spezzano le tranches di azione pura. Il vostro arsenale comprenderà una pistola con munizioni infinite, un mitra e un fucile a pompa, con munizioni raccattabili durante i livelli. Graficamente il gioco è discreto: il clipping è assente, dunque non avremo la possibilità di vedere numeri degni di David Copperfield, come arti che penetrano misticamente nei muri. Anche le animazioni dei personaggi e la gestione della collisione tra poligoni sono più che soddisfacenti; infine i fondali sono realizzati in modo più che discreto, ricchi di particolari e ricoperti da ottime textures. Unica pecca è il fatto che a volte questi oggetti fungono da ‘pista’, nel senso che danno un aiuto troppo elevato su quale sia la giusta via da percorrere. Al contrario il frame rate non è molto stabile, e spesso cala nelle situazioni più caotiche (in questo Perfect Dark docet); i personaggi potevano essere realizzati meglio, nel senso che sono a volte un po’ troppo blocchettosi (chi ha giocato a Shadowman sa cosa intendo), dunque qualche poligono in più non avrebbe guastato; le ambientazioni sono a mio avviso troppo simili l’una con l’altra: d’accordo, il contesto è quello, dobbiamo infiltrarci in una base, non andare ad un luna park ricco di palloncini e giostre, ma un po’ più di varietà non avrebbe guastato. Infine, si registri la presenza di quell’odioso (per non dire di peggio) effetto-nebbia nella missioni all’aperto decisamente elevato. Il sonoro fa la sua porca figura: le musiche servono a creare l’atmosfera più adatta a seconda della situazione,(e questo è bene) ma non sono niente di particolare; buoni gli effetti sonori di armi, esplosioni ecc., mentre il parlato non esiste: i dialoghi infatti saranno comprensibili grazie a sottotitoli scritti in un italiano discreto (sembra una cosa banale, ma tenete conto che non sempre si ha davanti un buon italiano in un videogame, anzi…ma chi le fa le traduzioni???). La longevità è buona: il gioco non è difficilissimo da finire, e le missioni non saranno mai così ardue da portare alla frustrazione, anche se magari le dovrete ripetere qualche volta, inoltre la presenza di 3 livelli di difficoltà garantisce un buon numero di ore di gioco. Riportiamo per dovere di cronaca l’opzione multiplayer, nella quale potrete sfidare un amico in uno split screen dal frame rate abominevolmente basso, scattoso che è un piacere. Ottima per cominciare l’opzione training, grazie alla quale si ha la possibilità di apprendere in modo molto rapido i comandi di gioco. Che facciamo, lo tiriamo fuori il centone per Operation Winback o no?

8.0

Credo che tutto sommato si possa anche tirarlo fuori ‘sto centone: è vero che in questo periodo di alternative ce ne sono parecchie (Pokemon, Majora’s mask, Turok 3, Perfect Dark…)e altre sono destinate ad arrivare, ma indubbiamente Operation Winback è un prodotto molto originale, che si discosta dal solito sparatutto dando spazio ad un’essenziale componente strategica. Giochi come questo su N64 ce ne sono pochi (la sola alternativa è Rainbow Six); se dunque quello che cercate è un qualcosa di diverso dal solito, se amate la strategia, se siete stufi di sentirvi Rambo e volete sentirvi dei comuni mortali, se volete riflettere, pensare per uccidere e non solo premere il grilletto di un Callisto NTG (per chi non lo sapesse è un arma presente in Perfect Dark) o se semplicemente avete finito (o non avete del tutto) Rainbow Six, Winback è il gioco che fa per voi.

Voto Recensione di Winback - Recensione


8