Recensione

Way Of The Dogg

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a cura di Nitro

Dopo aver fatto una comparsata in Def Jam: Icon, Snoop Dogg si mette al lavoro con i ragazzi di Echo Peak per realizzare Way of the Dogg, un titolo che cerca di unire le meccaniche tipiche dei rhythm game a quelle di un picchiaduro. Un’operazione interessante e coraggiosa, che, se gestita e sviluppata nel modo corretto, avrebbe potuto dar vita a un prodotto interessante e, per certi versi, anche originale. Purtroppo, però, questa produzione non riesce a convincere del tutto, e si rivela ben presto un’occasione sprecata per il team di sviluppo.
Yo dawg
In men che non si dica il titolo ci catapulterà nel bel mezzo dell’azione, facendoci vestire i panni di America Jones, un ragazzo capitato in uno scontro tra gang del ghetto. Mentre Jones è impegnato in un combattimento a mani nude con un membro di un altra fazione, la sua ragazza viene freddata con un colpo di pistola. Questo episodio sconvolgerà il protagonista e lo porterà a intraprendere una ricerca del colpevole per soddisfare la propria sete di vendetta, in una storia che verrà narrata tramite cutscene statiche. A giocare un ruolo fondamentale in tutto questo sarà Snoop Dogg, che nel ruolo di mentore insegnerà a Jones tutti i segreti delle arti marziali necessari ad affrontare i nemici che gli si pareranno davanti e raggiungere il proprio obiettivo. 
La trama ben presto si rivela piuttosto banale, monotona e incapace di tenere incollato allo schermo il giocatore con spunti interessanti o plot twist. Ciò si accentua specialmente nella seconda metà del gioco, dove con l’espediente del viaggio temporale gli sviluppatori obbligheranno l’utente a ripetere le sequenze appena affrontate che si presenteranno in una “nuova versione” caratterizzata da una leggera sfumatura degli eventi passati. Per completare la campagna ci vogliono circa tre ore, e la mancanza di incentivi alla rigiocabilità rende la longevità un altro punto a sfavore di Way of the Dogg. Oltre all’esperienza in singolo è inoltre presente una modalità multigiocatore, purtroppo fruibile solamente in locale, e una serie di sfide extra che richiedono di svolgere nuovamente delle sezioni del gioco rispettando determinate richieste aggiuntive.
Gimme dah mic babe, I’m gonna sing you a song
A livello di gameplay Way of the Dogg non riesce a fare completamente centro. Gli sviluppatori hanno, come detto prima, provato a dare vita a un titolo capace di mischiare le meccaniche di un rhythm game a quelle di un picchiaduro: con l’utilizzo del pad dovremo seguire con il giusto tempismo le sequenze che si presenteranno a schermo, cercando di completare alla perfezione la maggior parte delle sezioni per accedere poi a un quick time event che, se eseguito correttamente, infliggerà diversi danni al nostro avversario. Mancare troppi tasti o movimenti degli analogici precluderà questa possibilità, dando un ampio vantaggio al nostro nemico e impedendoci ovviamente di concludere il match vittoriosi. 
Nei primi momenti il tutto sembra funzionare, ma proseguendo nell’avventura le cose potrebbero improvvisamente cominciare ad andare nel verso sbagliato. Un rhythm game richiede che la latenza audio/video del proprio apparecchio televisivo venga contrastata da un buon sistema di calibrazione, ma abbiamo spiacevolmente constatato che quello di Way of the Dogg non si dimostra efficiente come dovrebbe. Più volte siamo infatti dovuti tornare a effettuare la procedura, poiché pur premendo i tasti alla perfezione il titolo non registrava gli input col giusto tempismo. Alzando il livello di difficoltà la sfida diventa sicuramente più avvincente per i veterani di questo genere, ma i ragazzi di Echo Peak hanno, a nostro avviso, fatto un errore enorme introducendo i movimenti degli analogici nelle sequenze che compaiono a schermo. Nel caso in cui si fossero limitati alle quattro direzioni cardinali il problema non si sarebbe probabilmente presentato, ma avendo abilitato anche i movimenti in diagonale o la rotazione degli stick il gioco potrebbe non rilevarli correttamente e portare ben presto al game over. Questo problema è accentuato principalmente nei QTE alla fine di ogni sequenza, soprattutto in quelli più complessi dove il numero degli input richiesti è maggiore a tre. Si sarebbe potuto invece optare per il supporto al d-pad, escogitando qualcosa di diverso per rimpiazzare la sopraccitata rotazione degli stick e impedendo così che l’esperienza di gioco potesse diventare a tratti frustrante.
Issues can stop the be-be-beat
A livello tecnico il titolo ha diversi alti e bassi. La componente sonora è sicuramente il punto forte della produzione, e i fan di Snoop Dogg potranno trovare alcune delle sue hit più famose. Spostandoci sulla componente grafica il titolo offre uno stile visivo piacevole, ma presenta inconvenienti gravi legati ai cali di frame rate, che si verificano soprattutto quando ci sono numerose note a schermo, e alle scritte che compaiono di volta in volta a schermo atte a notificare ciò che accade. È talvolta capitato, infatti, che una dicitura rimanesse visibile per l’intera esecuzione del brano, episodio che ci ha impedito di vedere alcune delle note da eseguire e ci ha fatto rischiare di finire dritti al game over.

– Alcuni spunti interessanti

– Comparto sonoro

– Trama banale

– Longevità

– Diversi problemi tecnici

5.0

Way of the Dogg non è riuscito a convincerci. Da un lato il titolo offre uno stile visivo più che piacevole e una componente sonora di tutto rispetto, ma dall’altro vi sono delle problematiche di fondo capaci di rendere l’esperienza davvero problematica e talvolta frustrante. Se siete degli amanti di Snoop Dogg e di questo genere musicale una chance potreste anche dargliela, altrimenti vi consigliamo di virare su altre produzioni (Rock Band Blitz è un perfetto esempio di rhythm game con gamepad riuscito quasi alla perfezione).

Voto Recensione di Way Of The Dogg - Recensione


5