Recensione

UFC Undisputed 3

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a cura di Pregianza

Le Mixed Martial Arts sono uno degli sport più violenti e seguiti in assoluto: esperti di combattimento provenienti da tutto il mondo si sfidano in arene chiuse, moderni gladiatori circondati da un pubblico urlante ed esaltato dalla vista del loro sangue e del loro sudore. Negli Stati Uniti, in particolare, questa brutale e spettacolare disciplina vanta innumerevoli sostenitori, grazie anche al successo dell’Ultimate Fighting Championship, la principale organizzazione americana legata alle arti marziali miste e la più importante a livello globale. Videogiochi, mazzate, e fanbase estese vanno a braccetto, e infatti non c’è voluto molto prima che THQ intuisse la validità del brand e decidesse di commissionare un videogioco basato su di esso a sviluppatori abili, in modo da tirarne fuori una serie videoludica di successo. Tra le possibili scelte sono stati gli sviluppatori nipponici di YUKE’s Future Media Creations a spuntarla, creatori dei lodevoli WWE Smackdown! e grandi appassionati di lotta (al punto che la compagnia è stata proprietaria di metà dell’equivalente giapponese della WWE per oltre sette anni). A nascere dalla collaborazione è stata la serie UFC Undisputed, elogiata e apprezzatissima dai fan delle arti marziali per la gran complessità del gameplay e i tanti contenuti. 
Gli Undisputed sono stati per lungo tempo soli al top delle simulazioni di combattimento, finchè Electronic Arts non si è buttata nella mischia con EA Sports MMA. Lo sfidante non ha avuto grande successo (in primis per la mancanza di un marchio forte quanto quello dell’UFC alle spalle), ma ha portato in tavola più di un’innovazione interessante ed è stato ben accolto dalla critica. Economicamente quindi il colpo non è certo stato grave, ma psicologicamente un po’ di danno l’ha fatto e i ragazzi di YUKE’s hanno deciso di prendersi un anno in più, per offrire ai videogiocatori il simulatore definitivo di Mixed Martial Arts. Ce l’avranno fatta?
Right Leg, hospital, left leg, cemetery
L’aspetto più titanico di UFC Undisputed 3 è il gameplay. Il brand ha sempre avuto un sistema di combattimento mostruosamente complesso, difficilissimo da padroneggiare alla perfezione e alquanto simulativo. In questo capitolo le cose non sono cambiate, basti pensare che è necessaria più di un’ora per superare il solo tutorial del gioco! Qualche accorgimento però è stato preso per avvicinare più facilmente i neofiti al mondo MMA. 
Iniziamo dagli attacchi in piedi, base fondamentale di quasi ogni stile. In Undisputed 3 ogni tasto del pad corrisponde a un arto, e potrete sferrare colpi di diversa intensità o tipologia usandoli in combinazione con i grilletti dorsali e i tasti direzionali. Avanzare e colpire permette di sferrare attacchi di potenza, di solito ganci o diretti portati con il peso del corpo, usare i dorsali invece fa eseguire al proprio guerriero un attacco basso (al corpo nel caso dei pugni, alle gambe nel caso dei calci), o una tecnica speciale legata all’arte marziale utilizzata dal combattente (calci alla testa, pugni acrobatici e altra bella robetta).
A tutte queste botte da orbi si aggiunge il Clinch, posizione a corta distanza conosciuta da qualunque praticante di Muay Thai, che vista da un profano pare un allegro abbraccio tra amici condito da gomitate e ginocchiate. L’avvicinamento per il Clinch si esegue muovendo la levetta analogica destra verso il bersaglio, mentre spostarla nella direzione opposta al momento giusto permette di sfuggire ai tentativi di approccio dell’avversario. La stessa levetta, in combinazione con un trigger dorsale, consente di eseguire atterramenti. Ovviamente non è tutto qui: a terra sarà possibile eseguire varie transizioni e cambiare posizione, muovendo sempre l’utilissima levetta analogica destra a quarto di luna (o ad arco, per eseguire transizioni più nette). Gli spostamenti dipendono sia dalla direzione della levetta, sia dallo stato dei guerrieri sul tappeto dell’arena, e vi ci vorrà parecchio a imparare i movimenti necessari a raggiungere le posizioni più vantaggiose. Queste transizioni sono eseguibili anche durante il Clinch, e possono trasformarsi in atterramenti. Sempre da terra sono effettuabili anche le sottomissioni, terribili leve articolari che costringono il nemico ad arrendersi. Una volta fatte partire, comparirà un minigioco nel quale dovrete sovrapporre la vostra barra a quella dell’avversario per qualche secondo in un percorso ottagonale, prima di cedere alla fatica.
Probabilmente tutto questo vi sembrerà già molto complicato, ma sappiate che non è finita qui. I combattenti possono anche usare contromosse rapide contro attacchi lenti e atterramenti, bloccare le transizioni avversarie o facilitare le proprie a forza di pugni, attaccare in scatto, parare, schivare ed eseguire utili varianti delle tecniche sopracitate in specifiche situazioni. Tantissima roba, resa ancor più ardua da usare dall’affaticamento a cui i personaggi vanno incontro durante le sfide. In UFC 3 difatti i combattenti non possono scagliare attacchi a raffica senza conseguenze. Trattandosi di una simulazione, sferrare troppi colpi ripetuti provoca un netto calo della mobilità e della potenza, cosa che costringe il giocatore ad alternare fasi di “riposo” agli assalti per reggere meglio un incontro. Non c’è un’interfaccia che indichi lo stato del proprio alter ego ma, quando la fatica sale, le prestazioni scendono in modo evidente.
Il bello è che tale enorme sistema fa parte di un titolo nel quale un incontro può finire in pochi secondi! Proprio come nella vita reale, un cazzottone ben piazzato può bastare a mettere K.O. anche il più duro degli uomini, e non è raro vedere i match chiudersi nel giro di un paio di minuti. Va detto che in Undisputed 3 la situazione è meno crudele, per la possibilità di usare un’opzione “default” meno realistica che allunga i match e migliora la resistenza alle botte dei contendenti. Se invece amate il realismo assoluto vi basterà riattivare la modalità simulativa, nella quale venir storditi e rischiare la sconfitta è nettamente più facile.
All’inizio del paragrafo abbiamo parlato di modifiche atte a rendere più accessibile il gameplay ai novellini. In realtà di mutamento ce n’è stato soltanto uno, ma significativo. Gli sviluppatori hanno inserito uno schema di controllo semplificato, che limita i movimenti delle leve analogiche per l’esecuzione delle transizioni. La novità non smaltisce più di tanto l’enorme mole di dati a cui deve far fronte un utente inesperto, ma ne rende in effetti più intuitivo l’assorbimento ed è pertanto molto apprezzabile. 
I comandi della creatura di Yuke’s sono molto precisi, e in questa nuova incarnazione di UFC Undisputed risultano perfettamente limati, con l’aggiunta di nuove chicche quali le transizioni che sfruttano la “gabbia”, i TKO per danni alle gambe e le submission migliorate. Imparare a usare tutto a dovere dà grandi soddisfazioni, ma vi ruberà molte ore.
La strada del campione è piena di lacrime, sangue e soldi
Passiamo alle modalità, da sempre fiore all’occhiello degli UFC Undisputed. La carriera di questo terzo capitolo non ha nulla da invidiare a quella dei predecessori per longevità e completezza, nonostante gli sviluppatori abbiano deciso di eliminare parte della fase manageriale per concentrarsi sugli scontri. Una volta intrapresa la strada del professionista, potrete creare un guerriero personalizzato nel dettaglio con l’ausilio di un editor ricco di opzioni. Il Career Mode è sicuramente indicato per chi non è un veterano della serie, visto che la vostra creazione partirà deboluccia e senza mosse speciali, e spetterà a voi evolverlo pian piano a forza di allenamenti. 
Parlando di training, persino le faticose sessioni in palestra sono migliorate in questo capitolo. Non più fasi automatiche, ora i periodi di miglioramento sono legati a interessanti sottogiochi, spesso piuttosto impegnativi. Sarà ancora possibile allenarsi in automatico, ma gli effetti sul corpo del vostro personaggio saranno minori. Noi abbiamo in particolare apprezzato molto la scomparsa del calo di statistiche dovuto all’età, che rende la crescita molto più godibile e netta. Durante le pause tra gli incontri avrete inoltre modo di apprendere nuove mosse in palestre specializzate, con le quali sarà possibile firmare contratti una volta raggiunta una certa notorietà. Se invece non avete voglia nè di allenarvi nè di imparare trucchi da altri professionisti, potrete semplicemente settare una strategia prima dell’incontro, che vi garantirà grossi bonus in caso di vittoria una volta rispettati determinati prerequisiti (ad esempio quella “aggressiva” costringe ad un K.O. al primo round, senza venir mai atterrati). 
Come da copione, vincere incontri e firmare contratti con le leghe pro vi permetterà di ottenere sponsor e punti da spendere in vestiti e extra di vario tipo, alcuni dei quali legati proprio al potenziamento del proprio fisico. Tra le federazioni però quest’anno c’è una novità, il Pride FC, altra famosissima organizzazione di MMA nata in Giappone. Le regole degli incontri Pride differiscono da quelle UFC, il ring è classico, l’enfasi è sullo striking, e sono permessi pestoni  e calci in faccia contro gli avversari a terra (ma non gomitate). Partecipando ad un Pride Grand Prix dovrete poi mantenere al minimo i danni subiti, visto che si tratta di una serie di match dopo i quali il recupero è solo parziale. 
Oltre alla carriera, sono disponibili anche altre piacevoli modalità. La più gustosa è sicuramente l’Ultimate Fights Mode, che ripropone ai giocatori alcuni incontri storici, e permette di cambiarne l’esito o di riviverli completando delle istruzioni che compaiono man mano che il cronometro scorre. Oltre a questi combattimenti “storici”, è presente anche la Corsa al Titolo, nella quale dovrete vincere un gran numero di match e verrete eliminati se sconfitti tre volte. Una volta divenuti campioni in questo modo, potrete infine difendere la vostra splendente cintura in un terrificante survival mode, che vi metterà contro decine e decine di avversari senza la possibilità di salvare e a cui solo i più duri resisteranno.
Non manca nemmeno il multiplayer, piuttosto stabile, che per la prima volta permette ai giocatori di scambiarsi momenti spettacolari registrati dai replay, loghi, e personaggi personalizzati. Insomma, come contenuti ci siamo alla grande.
Sembrano due uomini sudati che si strusciano, ma in realtà si stanno ammazzando
La presentazione di UFC 3 è impressionante. La grafica non c’entra, anzi, il motore è rimasto più o meno invariato da quello del capitolo precedente, con qualche leggero miglioramento nel dettaglio dei volti e nella fluidità delle animazioni. Quello che stupisce è il numero di filmati presenti nel gioco, che per protagonisti hanno alcuni degli atleti più noti al mondo e sono direttamente legati agli avvenimenti della carriera. Avete perso un match? Preparatevi a gustare un video di un campione dei pesi medi che racconta la sua prima sconfitta. Il vostro guerriero è in un periodo difficile? Frank Mir potrebbe improvvisamente spuntar fuori e narrarvi come è passato da un infortunio atroce al top della lega. A chi non si intende di MMA questi video non diranno nulla, ma per un appassionato sono un valore aggiunto non indifferente, unito alle voci di alcuni commentatori amatissimi quali Bas Rutten e Stephen Quadros. Va lodata anche l’intelligenza artificiale, scarsina alla difficoltà normale, ma già impegnativa a quella avanzata una volta raggiunte le leghe maggiori. Alla difficoltà massima sembra davvero di dover fare a botte con i campioni del mondo, e non è una situazione in cui un comune mortale vuole trovarsi. Chiudiamo con il roster, gigantesco con i suoi 150 e passa energumeni. Per quanto concerne la longevità, il titolo è potenzialmente infinito, dipende solo da quanto amate il genere.

– Sistema di combattimento simulativo e spaventosamente complesso

– Enorme quantitativo di contenuti e di atleti noti

– Notevoli possibilità di personalizzazione del proprio combattente

– Lima e migliora molti aspetti dei capitoli precedenti

– Costruisce su un ottimo sistema ma non lo innova molto

– Titolo pensato per gli appassionati di MMA, che può scoraggiare i più

9.0

UFC Undisputed 3 è il nuovo re dei giochi di combattimento simulativi. L’anno in più che i ragazzi di Yuke’s si sono presi per perfezionare il titolo è servito, e al momento non c’è altro videogame nel genere che gli si avvicini per contenuti e complessità. Tenete però a mente che si tratta di un prodotto di nicchia, pensato quasi esclusivamente per gli appassionati, e che un neofita potrebbe venir scoraggiato dalla spaventosa profondità del gameplay e dal rischio di finire K.O. in pochi secondi durante i match. Detto ciò, se amate i videogame e le Mixed Martial Arts, questo è il vostro santo graal, almeno per ora.

Voto Recensione di UFC Undisputed 3 - Recensione


9