Recensione

Tomb Raider Anniversary

Avatar

a cura di Spetz

Era il 1996 quando Lara Croft si apprestava ad esordire nel panorama videoludico mondiale con un genere che in quegli anni, grazie soprattutto alle vicende cinematografiche di un certo Indiana Jones, aveva riscosso grande successo nel pubblico.La prima esperienza fu straripante riscuotendo i favori allo stesso tempo della critica e dell’utenza. Si prospettava un futuro radioso per la giovane archeologa Inglese. In effetti con i capitoli successivi la fama mondiale di Lara riuscì a confermarsi grazie anche alla diffusione di quella cassa di risonanza che è internet. E così tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio Lara godeva della fama che di solito si addice ad un cantante o ad una star del cinema.Non è tutto oro però quello che luccica e, negli anni migliori di Playstation 2, la serie subisce un brusco arresto: l’atteso Angel of Darkness si rivela un fallimento e la cacciatrice di reliquie sembra destinata ad un inesorabile, lento declino. Solo il cinema nel frattempo contribuisce a mantenere viva la saga con due pellicole molto action (e a dire la verità senza troppe pretese), e un interprete decisamente all’altezza: la bella e sensuale Angelina Jolie.Nel 2006 la svolta: cambia il team di sviluppo (non più Core Design ma Crystal Dynamics) ed esce sugli scaffali Legend, capace di ridare alla serie lo smalto perduto, inserendo alcune innovazioni e svecchiando il gameplay. Forte del successo ottenuto Eidos ha deciso di celebrare i primi 10 anni di vita della serie creando Anniversary, remake del glorioso primo episodio apparso su PlayStation.

Il ritorno dell’archeologaDopo un breve filmato introduttivo, utile a rinfrescare la memoria a chi ha giocato il primo episodio, si avvia il menù nel quale è possibile iniziare immediatamente la storia, oppure decidere di visitare come di consueto l’enorme villa della famiglia Croft. Nel menù opzioni si può selezionare la modalità per la visione in 16:9 e anche la scansione progressiva delle immagini (per i televisori che la supportano ovviamente).Subito, al primo impatto con le fasi di gioco, si ha una sensazione di deja vù per quanto riguarda le ambientazioni che si visitano. La prima location è in Perù tra le montagne, la giungla tropicale e le rovine della civiltà Inca. E’ naturale constatare che tutto il paesaggio è stato rimodellato, cercando di mantenere fede al tracciato originale, ma inserendo allo stesso tempo delle modifiche che si collocano in gran parte su una linea di continuità con Legend.La fisica della protagonista conferma l’ultimo episodio con un’aggiunta di alcune mosse. Sarà quindi ancora possibile saltare da un appiglio ad un altro sopra la propria testa oppure di slancio lateralmente, si rischierà di cadere nell’aggrapparsi alle sporgenze più lontane e sarà necessario premere il tasto triangolo per recuperare. E ancora si potrà risalire da un appiglio comodamente oppure in modo più spettacolare compiendo una verticale degna del miglior Jury Chechi.Confermata è anche la presenza del rampino, oggetto che sembra costituire un vago rimando alla frusta tanto cara ad Indiana Jones, forse meno utilizzato che in Legend, ma arricchito di una nuova funzionalità. Ora infatti Lara è anche in grado di agganciare degli anelli nei pressi dei muri utilizzandoli come appoggio per correre lungo la parete stessa fino alla piattaforma successiva. L’utilizzo è semplice ed intuitivo grazie alla pressione del tasto quadrato nel momento dell’aggancio e del tasto X al termine della corsa.Questa nuova feature ricorda anche le passeggiate sui muri che si potevano fare in Prince of Persia (ovviamente è meno figo perché ci si aiuta con il rampino!).Le fasi di gioco in acqua si sono mantenute e di conseguenza sono rimasti anche i relativi difetti; i movimenti infatti risultano un po’ macchinosi e, soprattutto quando è necessario muoversi in fretta perché sta finendo l’ossigeno, le cose si complicano a causa anche della telecamera che non sempre inquadra correttamente.Quest’ultimo aspetto ha dei riscontri anche durante l’esperienza di gioco a terra. Molte ambientazioni hanno uno sviluppo verticale e i certi casi (come ad esempio a S. Francis Folley) l’ambiente è ristretto. Per questo motivo di tanto in tanto l’inquadratura sembra seguire poco i movimenti di Lara compiendo qualche giro a vuoto che provoca un po’ di capogiro.

Celebrazione della saga: tra ricordi e innovazioneAbbiamo già detto in quali condizioni si trovasse la nostra archeologa prima che venisse lanciato Legend: un rapido declino attanagliava la serie a causa delle difficoltà di Core Design di pescare dal cilindro nuove idee.Il nuovo team ha saputo riprendere gli aspetti che avevano dato fama e successo alla serie e fonderli con alcune novità, senza comunque voler stravolgere una tipologia di avventura già consolidata. Lo stesso è accaduto con lo sviluppo di Anniversary. Crystal Dynamics è riuscita a scegliere cosa, del primo episodio, fosse adattabile alla concezione odierna di videogame e successivamente ad integrarlo con nuovi percorsi ed enigmi del tutto inediti anche per i più appassionati che già si sono cimentati in questa avventura. Lo scopo non era un restyling bensì la creazione di un vero e proprio prequel.Le ambientazioni sono più realistiche in ossequio alle potenzialità di Playstation 2 e sono state “svuotate” per riprendere le caratteristiche dell’episodio originario. I nemici umani che troverete sul vostro cammino sono decisamente pochi: la scena è occupata prevalentemente da Lara e dai percorsi che è costretta a seguire per procedere l’esplorazione. Solo saltuariamente ci si trova alle prese con animali feroci quali tigri, lupi, orsi e persino dinosauri. Una pecca è da rilevare in questo caso nell’IA dei nemici, non certamente adatta agli standard attuali. Spesso infatti quando si è attaccati, è sufficiente trovare riparo su uno spazio rialzato per imbottire liberamente di piombo le povere bestie, senza che queste ultime cerchino in qualche modo una soluzione diversa.Per fortuna almeno i boss sono stati migliorati e si rende necessario un approccio più tattico per poterli battere. L’assenza di nemici riporta inevitabilmente all’origine la giocabilità che è incentrata sulla componente prettamente esplorativa suddivisa in quattro diverse ambientazioni, a loro volta scandite in vari livelli.Il sistema di salvataggio però è stato ritoccato e assimilato a quanto visto in Legend. Una delle cause della difficoltà nell’episodio del 1996 consisteva proprio nella pochezza di salvataggi disponibili che costringeva spesso a ricominciare da un punto molto arretrato. Ora attraverso una rete di “punti di controllo” (praticamente dei checkpoint) l’esperienza è meno frustrante garantendo molti salvataggi (forse in certi casi anche troppi!). Anche il menù conferma la struttura già adottata in Legend fornendoci le statistiche di livello quali il tempo impiegato per la missione, il tempo totale dell’avventura, il salvataggio, la consultazione degli oggetti contenuti nello zaino e l’indicazione degli eventuali oggetti speciali raccolti.Il comparto grafico è di tutto rispetto e si colloca al top per quanto riguarda Playstation 2. I più critici potrebbero sottolineare che in fin dei conti, data la strutturazione dei livelli, praticamente disabitati, non sarà stato difficile per gli sviluppatori allestire le ambientazioni. In effetti, per forza di cose, è impossibile che si possano vedere rallentamenti del motore grafico. Al di là di queste considerazioni i livelli sono curati nei dettagli, la vegetazione, le rocce e l’acqua sono rese molto bene, registrando alcuni miglioramenti. Anche Lara è stata rimodellata e nelle immagini ravvicinate si colgono un maggior numero di animazioni facciali. I movimenti del corpo sono più fluidi e realistici. E’ naturale sorridere, mettendo a confronto le immagini di Lara a distanza di 11 anni. Viene quasi spontaneo chiedersi come si potesse considerare eccezionale quella resa grafica! E’ tuttavia altrettanto normale non stupirsi particolarmente dal momento che su PS3 si vedranno meraviglie grafiche ben più complesse e fotorealistiche.Non manca qualche piccolo bug, evidentemente sfuggito ai tester del controllo qualità: ad esempio in un punto della “valle perduta” capita di incastrarsi nei pressi di una piattaforma e, nel cercare di liberarsi, finire a camminare praticamente nel vuoto senza comunque cadere.

Le armi e gli oggettiLara dispone di svariate armi come la coppia di pistole, utilizzabili da subito e dai proiettili infiniti (a differenza di un tempo) e il fucile a pompa, molto più devastante ma dai colpi limitati (si troveranno comunque molte ricariche sul proprio cammino). Nelle fasi di scontro con i nemici è stata inserita una modalità simile al Time Bullet, definita Adrenaline Mode: tenendo premuto il tasto cerchio quando si è assaliti da qualche animale è possibile rallentare l’azione in tempo reale, schivare l’attacco e, sparando al momento adatto, infliggere al malcapitato un colpo alla testa. E’ ben congegnata anche se a volte lo spostamento laterale avviene troppo tardi e il nemico può attaccarci lo stesso. Bisogna saper cogliere l’attimo giusto perché possa trarre dei frutti.Per quel che riguarda gli oggetti ancora una volta avremo dei kit medici, per recuperare le energie nei momenti critici, sia di grandi dimensioni che di piccole, a seconda della necessità. Gli sviluppatori hanno deciso di eliminare la torcia che in effetti non era particolarmente utile.Può invece rivelarsi importante il diario in cui Lara scrive i suoi appunti riguardanti la missione: se siete ad un punto morto consultatelo e forse vi darà un consiglio per comprendere come proseguire.Confermati dall’ultimo episodio sono anche gli oggetti speciali come le reliquie e i manufatti, nascosti nell’ambientazione o posti in luoghi difficili da raggiungere, devono essere raccolti per sbloccare alcuni contenuti extra.

La residenza Croft e i contenuti specialiCome da tradizione ci è data la possibilità di visitare la tenuta della famiglia Croft. Questa volta Lara tornerà a casa e troverà un biglietto di uno dei domestici che la avvertirà di alcuni problemi che ci sono nella villa (uno di questi è la disattivazione dell’allarme). Lara quindi si dovrà cimentare in vere e proprie missioni all’interno della sua residenza.Il palazzo è ancora più dettagliato con molti mobili e la possibilità, come sempre, di visitare l’ampio giardino. Nel grande salone principale manca la stanza racchiusa dalle vetrate che in Legend costituisce il centro operativo di tutte le missioni, con tanto di assistenti e apparecchiature all’avanguardia. Non c’è traccia di tutto questo, trattandosi di una Lara Croft agli albori della sua carriera come cacciatrice di misteri. Questo spazio è riempito da una serie di casse raggruppate una sopra all’altra.Non manca nemmeno una gran varietà di contenuti extra che possono essere sbloccati durante il completamento delle missioni e selezionabili all’interno del menù principale. Tra le altre cose ci sono nuovi vestiti per Lara, foto, schede descrittive dei personaggi e le canzoni della colonna sonora.

– E’ un remake ma con enigmi inediti

– Miglioramenti delle animazioni

– Nuove mosse per Lara

– Ambientazione curata e suggestiva

– Longevità adeguata

– IA superata

– Qualche problema con la telecamera

– Struttura di gioco risente un pò il peso degli anni

8.3

Nonostante Anniversary corra il rischio di essere una minestra riscaldata, nei fatti riesce ad essere un gioco solido che riprende la vicenda originaria inserendo interessanti novità.

La struttura dei livelli aumenta progressivamente di complessità risultando comunque lineare, i meccanismi spesso si ripetono seguendo la stessa sequenza. In generale la frustrazione non prende quasi mai il sopravvento, difetto che invece era molto marcato agli albori della saga.

Non manca tuttavia qualche pecca nel sistema di controllo del personaggio, che a volte non esegue alla lettera i movimenti che gli si impartisce con il joypad e nella gestione delle inquadrature della telecamera.

La longevità è accresciuta dalle missioni extra all’interno della residenza Croft e dalla possibilità di rifare i livelli di gioco gareggiando contro il tempo.

L’impatto d’insieme avrebbe pagato di più se il titolo celebrativo fosse stato ideato per PS3. Probabilmente gli sviluppatori non hanno voluto rischiare di mescolare la grafica next-gen con una struttura generale di gioco ormai datata. Costituisce comunque un ottimo antipasto in attesa dell’autunno e di un titolo d’avventura destinato a sfondare come Uncharted: the Drake’s Fortune.

Voto Recensione di Tomb Raider Anniversary - Recensione


8.3