Anteprima

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia

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a cura di Matteo Bussani

The Seven Deadly Sins è un anime che in Italia sta riscuotendo un successo sempre maggiore, complice la presenza di Netflix dietro alla traduzione e alla pubblicazione della serie, che l’ha spinto come uno degli elementi di punta del proprio catalogo. La scelta è stata sicuramente premiata, perchè l’anime rientra a pieno diritto in quella serie di produzioni facili da comprendere, avventurose, efficaci sul pubblico e dall’ottimo potenziale per la creazione di un franchise che possa coprire molteplici aree, nondimeno quella videoludica.

Così ci siamo trovati durante l’evento LevelUp di Bandai Namco a provare per la seconda volta, dopo la trasferta al TGS, The Seven Deadly Sins: Kights of Britannia. Un picchiaduro in terza persona, i cui combattimenti si svolgono in ampie arene tridimensionali, che oltre agli scontri 1vs 1 strizza l’occhio a combattimenti poco tattici contro mob, simili ma non paragonabile a quelli dei Musou. Una combinazione che potrebbe insospettire gran parte del pubblico occidentale, ma che trova un suo senso nelle dinamiche del manga.

Un occhio al combat-system

Il combat-system poggia su basi molto essenziali: ci sono combo e poteri speciali, entrambi facili da eseguire, ma è il posizionamento e il continuo movimento per la mappa ad agevolare la supremazia sull’avversario. I personaggi, soprattutto negli 1vs1, riescono a coprire grandi distanze con rapidi balzi e i combattimenti pur concitati si distendono dopo pochi colpi su un’ampia area. Ogni combo parte dal tasto dedicato all’attacco, veloce o lento che sia, e si lega alle abilità speciali, attivabili consumando parte di una barra dedicata e in grado colpire un singolo nemico o un gruppo di essi, con una sventagliata orizzontale oppure con un colpo a linea retta contro l’avversario. A disposizione c’è anche la mossa “finale”, che una volta riempita la barra dedicata, va a infliggere parecchi danni all’avversario secondo le modalità previste da ciascun personaggio. Questo diventa necessario quando dai combattimenti 1vs1 si passa a quelli contro i mob più piccoli e deboli, che possono infastidirci solamente in virtù del loro maggior numero, ed è meglio farli fuori in fretta, magari in un sol colpo. 

Difatti la natura da picchiaduro, come anticipato, si ibrida con quella action proprio nel momento in cui, all’interno della storia, si affrontano linearmente gli eventi che hanno accompagnato la combriccola guidata da Meliodas e spinta dalle preghiere di Elisabeth a lottare contro la corruzione che imperversa tra le schiere dei cavalieri sacri, intenti nella creazione di una non proprio ortodossa nuova generazione.
Di questa modalità abbiamo potuto provare proprio il primissimo capitolo, assistendo così all’incipit presentatoci sotto forma di tutorial e sconfiggendo il primo cavaliere sacro. Relativamente ai contenuti, quindi, ci aspettiamo una buona aderenza al materiale di origine,  che ci dovrebbe portare senza stravolgimenti alla fine della prima stagione e con al massimo qualche contenuto filler per allungare la longevità del gioco: non ci aspettiamo grosse sorprese. Era anche disponibile la modalità versus per farci scontrare con vari personaggi, Hogs compreso, e far toccare con mano la possibile differenza di stili fra i combattenti, ma il tempo a disposizione non ci ha permesso di sperimentare più di tanto. 
Artisticamente e tecnicamente il gioco non esce dai binari di un manga-game discreto, che pone altrove la chiave del suo appeal, ma che comunque beneficia del know-how degli sviluppatori per confezionare un prodotto funzionale ed efficace, seppur molto tradizionale.

– L’Universo narrativo si presta bene alle forme videoludiche

– Ripercorre la storia principale

– Ricco di personaggi utilizzabili

The Seven Deadly Sins: Knights of Britannia è il titolo che si incarica di traghettare nell’universo videoludico uno shonen dal successo crescente. Le basi del gioco sono solide ed essenziali e mantengono nella tradizione i propri punti di forza ma anche i propri limiti: se non siete alla ricerca di un gameplay articolato ma di un buon fan service allora tenete bene a mente questo titolo per scoprirne futuri aggiornamenti.