Anteprima

The Last Guardian

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Non solo esiste sul serio, ma è anche bellissimo. 
Durante l’appuntamento privato con Sony, Fumito Ueda in persona ci ha mostrato una fase di gioco di The Last Guardian che ci ha davvero emozionato. Non era molto diversa da quella che è stata presentata durante la conferenza, ma ciò che ci è stato detto ci ha lasciato addosso la convinzione che si tratti di un titolo ancora una volta capace di ricreare la stessa magia di Ico e Shadow of The Colossus
L’ultimo Guardiano
In realtà, The Last Guardian prende il meglio da entrambe le opere, creando la commistione perfetta tra gli elementi di gameplay più riusciti. Esattamente come Ico e Yorda, il rapporto tra il bambino e Trico è strettamente simbiotico. La bestia-colosso, che è un ibrido fantasioso ma molto credibile tra un cane, un gatto, un uccello e chissà cos’altro, grazie alla sua stazza può sporgersi e raggiungere luoghi che al bambino sono sempre preclusi. Quest’ultimo può però arrampicarsi sul magnifico piumaggio della bestia tramite la stessa meccanica di gioco che abbiamo già visto quando Wander si arrampicava selvaggiamente sui mastodontici colossi. La scala è inferiore, ma il positivo senso di déjà vu ci ha fatto davvero venire la pelle d’oca. Pelle d’oca che tra l’altro non può che affiorare immediatamente quando Trico si fa accarezzare e si comporta esattamente come un cucciolo indifeso e ancora da ammaestrare. Esattamente: ammaestrare. Forse non è il termine ideale per descrivere l’evoluzione della sua intelligenza artificiale, ma sappiate che nel corso dell’avventura i due costruiranno gradualmente un rapporto sempre più saldo e una fiducia reciproca che si svilupperà passo dopo passo. All’inizio faticherete a farvi capire immediatamente da Trico, ma col passare del tempo il feeling aumenterà a dismisura e riuscirete a superare anche le sezioni più complesse. Nonostante possa apparire un’amicizia impossibile, la naturalezza con la quale i due si avvicinano e interagiscono è uno degli aspetti più riusciti in assoluto dell’opera. Quando ci è stato detto che il team di sviluppo ha perso davvero tantissimo tempo per cercare di toccare le corde più emozionali del giocatore, ci abbiamo creduto immediatamente: la sensazione di dolcezza che i due riescono a trasmettere ha davvero dell’incredibile.
Mutuo soccorso
Si può controllare solo il bambino, mentre Trico tenderà a seguire alcuni ordini dapprima in modo piuttosto goffo, poi in modo sempre più immediato. Non sappiamo ancora come aumenti l’affinità tra i due, ma sappiamo per certo che la bestia ha bisogno di essere coccolata e in un certo senso anche “premiata” per ciò che fa. In che modo? Attraverso il lancio di alcuni barili di cui può nutrirsi, che si trovano solitamente nelle nuove aree raggiunte dopo aver eseguito una scalata sul suo morbido groppone. Il ragazzino, invece, avrà spesso il compito di risolvere alcuni puzzle ambientali per spianare la strada a Trico. Sebbene non si possano controllare direttamente entrambi, dunque, il ping-pong tra l’uno e l’altro sarà continuo e assolutamente necessario per progredire nell’avventura. Avventura che tra l’altro ha una storia ancora avvolta nel mistero. Sappiamo solo che il bambino è stato rapito in circostanze del tutto misteriose, mentre nulla si sa su Trico, che però potrebbe essere “L’ultimo Guardiano” di qualcosa di speciale che ancora ci sfugge. Il mastodontico castello che si erge sullo sfondo somiglia tantissimo a quello visto in Ico, e la sensazione di profondità degli ambienti è ancora più evidente e vertiginosa. Fuori dalla struttura, i ponteggi in legno sembrano indicare un abbandono prematuro della civiltà, e non sorprende poi tanto che tutt’intorno regni la desolazione più totale. Abbiamo poi visto un ulteriore elemento di gameplay completamente nuovo e piuttosto interessante: la presenza di alcuni grossi oggetti simili agli acchiappasogni indiani disturba Trico al punto da far diventare i suoi occhi completamente rossi; la bestia, in preda al terrore e all’agitazione, smetterà di andare avanti, e toccherà a noi far sparire in qualche modo quegli antichi simboli di cui non conosciamo ancora la natura. 
Niente di precalcolato
Nella demo mostrata, il carrello col simbolo della discordia veniva spinto giù in un precipizio, ma il contrappeso creava una reazione a catena che distruggeva progressivamente i ponteggi su cui si trovava il bambino. Su una piattaforma parallela, ancora bloccato sulle zampe dall’atavico terrore, Trico provava ad afferrare col muso il suo piccolo amico che saltava nella sua direzione prima di trovarsi senza più nulla sotto ai piedi. Dopo essere stato clamorosamente mancato, il bambino riusciva ad afferrare la lunga coda dell’animale. Mentre una musica trionfante accompagnava la poderosa scalata, Trico si era già tranquillizzato, e saltava su un’altra piattaforma mettendo una zampa in fallo fino ad annaspare pericolosamente e rimanere appeso alla traballante struttura con le zampe anteriori. È bastato spostare un’anfora, far rotolare un grosso tronco verso la bestia, e in attimo Trico si era già issato su una nuova zona dello scenario, che era anche l’ultima prima di vedere su schermo quel titolo che era misteriosamente mancato per tutti questi anni: The Last Guardian.
E lo diciamo ancora una volta: non solo esiste sul serio, ma è anche bellissimo.

– La cooperazione tra i due protagonisti è di una naturalezza disarmante

– Evocativo, unico e artisticamente incredibile

– Prende il meglio di Ico e Sotc e lo amalgama alla perfezione

Fumito Ueda vorrebbe far arrivare The Last Guardian nel corso del 2016, ma non è sembrato poi così certo. Di sicuro, il gioco è in una fase di sviluppo molto avanzata, ma sappiamo bene che il game designer nipponico è un vero perfezionista, che sente la necessità di dare il meglio per la sua nuova creatura. Il gioco è emozionante e a tratti è persino capace di far venire i brividi, a dimostrazione del fatto che l’impatto emotivo che riesce a creare è molto forte e vibrante. Vogliamo assolutamente provarlo in prima persona e capire meglio in che modo – pad alla mano – funziona il tutto. Finora non abbiamo nulla di cui lamentarci, perché The Last Guardian sembra tutto ciò che abbiamo sempre desiderato fin dal suo primo annuncio. Si ritorna a sognare.