Recensione

Tempest

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a cura di Forla

Inutile negarlo, i pirati sono sempre stati di grande ispirazione per il medium videoludico. Basti pensare al pirata chiacchierone Guybrush Threepwood o al suo arcinemico LeChuck per far tornare alla memoria una delle storie a base di grog e lupi di mare migliori mai approdate sui nostri schermi. Passando a qualcosa di più moderno non possiamo fare a meno di citare Sea of Thieves, presentato allo scorso E3 e potenzialmente una vera chicca per gli appassionati di sbronze e abbordaggi. Oggi però parliamo di Tempest, un “simulatore di pirateria” ad opera dei ragazzi di Lion’s Shade che ci fa vestire i panni di un vero lupo di mare. Affilate gli uncini e sistematevi la benda sull’occhio, l’abbordaggio sta per cominciare.
Quindici uomini sulla cassa del morto!
Anche dopo aver terminato il breve e abbastanza esaustivo (almeno per quanto concerne le meccaniche base) tutorial, ritrovarsi al timone del nostro veliero in mezzo al mare è un po’ traumatico. Nel gioco infatti dovremo amministrare tutte le sfaccettature della professione di capitano di vascello, in cui c’è ben altro da fare, oltre che ingurgitare litri di rum e abbordare navi appesi ad una fune sfilacciata tenendo un coltello tra i denti. 
Prima di descrivere i combattimenti analizziamo con calma tutta la fase di preparazione, alla quale si può accedere attraccando a uno dei numerosi porti presenti sulla mappa. Ogni città marittima con attracco appartiene a una delle fazioni presenti nel gioco, con le quali stringeremo rapporti che possono migliorare o deteriorarsi in base alle nostre azioni. Ogni coalizione offre servigi ben precisi, ad esempio i pirati riparano gratuitamente la nave e forniscono palle di cannone arrugginite a chiunque faccia scalo presso un loro covo; il Protettorato invece rimette in sesto i membri feriti della nostra ciurma senza chiedere nulla in cambio. Una volta in porto, un menù dà accesso a tutta una serie di servizi disponibili e ai quali faremmo bene a prestare attenzione per non colare a picco alla prima battaglia. Prima di tutto le missioni: ogni fazione fornisce le proprie, che sono cicliche e vengono assegnate anche in base al livello di affiliazione raggiunto. Secondariamente è bene assicurarsi che l’equipaggio sia sufficiente (altrimenti è necessario assoldare qualche mozzo alla taverna), in salute e assegnato alle corretta mansione. Il nostro veliero è diviso in tre sezioni: la cambusa, dove stanno i cannonieri, il ponte, occupato dai soldati che si rendono utili in fase di abbordaggio, e le vele, i cui addetti determinano la velocità con cui queste ultime vengono ammainate e spiegate. 
La corretta disposizione della ciurma è uno dei punti cardine del gameplay e influisce incisivamente sui combattimenti. Avere poche braccia ad operare sul sartiame infatti renderà molto meno reattivi i movimenti della nostra imbarcazione, così come non avere soldati sul ponte preluderà ad un abbordaggio disastroso. Ultima cosa da fare prima di levare l’ancora è controllare le scorte. Dallo shop infatti è possibile vendere o acquistare non solo le inflazionatissime munizioni, ma anche vele, paratie esterne, beni di scambio (come tabacco o alcolici) e tutta una serie di attrezzi del mestiere come cannocchiali, pistole per i nostri sottoposti e gli artefatti. Per questi ultimi c’è da fare una menzione a parte, in quanto garantiscono effetti “magici” che vi descriveremo a breve.
Fate cantare quei cannoni!
Se la nave non fa acqua da nessuna parte, nella stiva ci sono abbastanza palle di cannone da abbattere un leviatano e la ciurma è almeno parzialmente sobria, allora vuol dire che è giunta l’ora di salpare! Una volta levata l’ancora il nostro vascello viene visualizzato su una mappa in cui è possibile spostarsi premendo in un punto specifico o, se ci sono troppi scogli in giro, tracciando una rotta manualmente. Da questo punto di vista la navigazione è davvero troppo lenta e, considerando che dovremo girovagare in lungo e in largo, una modalità a velocità aumentata avrebbe stemperato notevolmente la noia del viaggio. Sulla cartina sono segnalati chiaramente gli spot relativi alle missioni, ed è sufficiente arrivare a contatto e premerci sopra per entrare nel vivo dell’azione. Una volta cominciata la quest, il gameplay passa da gestionale ad action, con la possibilità di gestire le vele per aumentare o diminuire la velocità, operare sul timone per la direzione e fare fuoco coi cannoni. Si può scegliere tra vari tipi di munizioni (a patto di averle acquistate in precedenza) in modo da danneggiare le navi nemiche nel modo che preferiamo. Con le classiche palle di cannone si distrugge lo scafo, facendo colare a picco il nemico in caso di vittoria. Si possono anche usare proiettili a forma di barra, ottimi per fare a pezzi le vele. Una volta distrutte la nave rimarrà ferma, dandoci modo di finire il lavoro a cannonate o andando all’arrembaggio. Quest’ultima opzione però si rivela vincente solo nel caso in cui sul nostro ponte ci sia un numero adeguato di combattenti, diversamente andremo incontro ad un’amara sconfitta. Ultima nota da segnalare sono gli artefatti a cui accennavamo prima: questi sono degli oggetti magici che consentono di scatenare parecchi effetti gustosi, da semplici scudi invisibili fino a violente tempeste di fulmini in grado di infliggere pesanti danni. L’oceano però non è solcato solo dai vascelli delle varie fazioni, di tanto in tanto capita anche di ritrovarsi faccia a faccia con enormi mostri marini. Che siano armati di tentacoli o di enormi fauci irte di denti aguzzi, il nostro consiglio è quello di mettersi col vento in poppa e darsi alla macchia, a meno che non siate pesantemente armati oppure un po’ pazzi.
La X indica il punto
Seppur proponga una simulazione piratesca di tutto rispetto, Tempest non è purtroppo esente da difetti. L’inizio della nostra avventura infatti si è rivelato veramente ostico. Durante le prime battute il gioco è altamente punitivo e ci si trova ad affrontare combattimenti a bordo di una bagnarola troppo poco competitiva. Risulta caldamente consigliato fare qualche missione di scambio commerciale o di soccorso ed equipaggiarsi con un buon cannocchiale, utilissimo per determinare le potenzialità dei nostri nemici, prima di tuffarci a testa bassa nello scontro. Le missioni cicliche inoltre sono un po’ tutte uguali e non ci sarà molto altro da fare se non seguire la routine che prevede il partire dal porto dopo aver equipaggiato la nave, raggiungere il luogo indicato, sforacchiare i vascelli nemici e ricominciare da capo. Il titolo effettua quicksave automatici di continuo, rendendo impossibile fare dei salvataggi di backup in determinate situazioni. Se avete giocato Mount & Blade o Elite Dangerous, avete sicuramente capito di che tipo di meccanica si tratta. Una volta affondati inoltre si viene privati di parecchie risorse e dobloni, facendoci maledire l’ultima avventata azione di cui ci siamo resi protagonisti. Dal punto di vista tecnico il titolo, seppur di produzione indipendente, propone dei modelli di imbarcazione gradevoli e una realizzazione delle onde del mare convincente. Il meteo dinamico e il ciclo giorno/notte aiutano a diversificare almeno un po’ l’ambientazione, che altrimenti risulterebbe sempre un anonimo mare aperto. In ultima analisi, Tempest offre un monte ore di gioco veramente sconfinato, inficiato però da una ripetitività di fondo che mina una longevità altrimenti difficile da calcolare. Se siete amanti delle ambientazioni piratesche e il vostro sogno è sempre stato quello di capeggiare una ciurma di pendagli da forca, questo gioco potrebbe fare al caso vostro.

HARDWARE

Requisiti minimi:Processore: 2 GHz Dual Core RAM: 2 GBScheda video: Hardware Accelerated Graphics Spazio su disco: 500 MB

– Ambientazione piratesca ben riuscita

– Longevità potenzialmente infinita

– Buona personalizzazione della nave e dell’arsenale bellico

– Early game punitivo

– Ripetitivo

– Navigazione su mappa troppo lenta

7.0

Tempest si propone con un simulatore di pirateria veramente ben fatto. Alla componente gestionale che permette di personalizzare il vascello, di organizzare la ciurma e scegliere con cura il nostro arsenale da combattimento, è affiancato un gameplay action per le battaglie navali convincente. Affondare i vascelli dei nostri nemici gridando “all’arrembaggio!” non è mai stato così divertente, ma la scarsa accessibilità, almeno nelle battute iniziali, e una longevità minata dall’estrema ripetitività delle missioni non permettono al titolo di aspirare alla perfezione. Se le vostre mani bramano stringere i pomelli di un timone, il nostro consiglio è di dargli una possibilità; dopo aver scavato un po’ potreste rendervi conto di aver scovato un tesoro.

Voto Recensione di Tempest - Recensione


7