Recensione

Tank Warfare: Tunisia 1943

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Non che ci sia mai entrato in un abitacolo, ma con tutte quelle leve e comandi, immagino sia davvero difficile gestire un carrarmato. Allo stesso tempo non credo che avere la meglio su un bestione di svariate tonnellate sia più complesso che su Tank Warfare: Tunisia 1943, lo strategico in tempo reale sviluppato dai ragazzi di Graviteam, uno studio ucraino fatto da gente che con ogni probabilità ci è rimasta sotto giocando troppo con i soldatini da bambini. Il curriculum di Graviteam è infatti composto solo ed esclusivamente da simulatori bellici, dove a farla da padrona sono per l’appunto i pesanti cingolati: la profonda conoscenza della materia ha però dato alla luce una serie di titoli dallo spiccato livello di realismo e pensati proprio per chi vive la famosa sindrome da generale da tastiera. Anche il nuovo Tank Warfare: Tunisia 1943 non si discosta per nulla dai suoi predecessori.
I difficili primi passi
Tank Warfare: Tunisia 1943 è uno strategico dannatamente profondo e complesso, che rischia di far gettare la spugna al giocatore meno avvezzo a spendere ore e ore per apprendere ogni singolo comando. Purtroppo Graviteam è incappata proprio nel più tipico degli errori, non ha fatto nulla per venire un minimo incontro all’utente e rischia così di tagliar fuori una buona fetta del pubblico, soprattutto a causa di un tutorial difficile da giustificare. Quest’ultimo abbraccia più o meno ogni singola sezione del gioco, teoricamente istruisce il giocatore sul come avviare una battaglia veloce, come comportarsi durante le fasi a turni, come agire quando si scende sul campo di battaglia e come imbastire una strategia a base di M4 Sherman, ma la pratica è molto diversa dalla teoria. Per un motivo assurdo, le classiche istruzioni che passano sullo schermo – ovviamente tutte in inglese – e che spiegano per filo e per segno ogni singolo tasto dell’intasata UI, non possono essere fermate e lette con calma. Se vi distraete un attimo, affari vostri, vi toccherà ricominciare da capo tutto il tutorial, altrimenti non saprete mai cosa voglia dire quel bottone piazzato nell’angolo sinistro dello schermo e magari come apportare dei rinforzi alle prime linee. Io stesso ho passato le prime quattro o cinque ore in compagnia di Tank Warfare: Tunisia 1943 semplicemente ripetendo il tutorial taccuino alla mano, ma io dovevo pure scriverci una recensione, mentre il giocatore medio rischia solo di abbandonare il campo anzitempo. Il trucco però c’è: se avete già avuto esperienza con qualche altro titolo sviluppato da Graviteam vi troverete immediatamente a vostro agio, non tanto perché oramai preparati ad una interfaccia quanto mai claustrofobica, ma proprio perché le interfacce, i menù e i comandi sono esattamente gli stessi visti in Graviteam Tactics: Mius-Front. Per chi possiede Mius-Front, Tank Warfare: Tunisia 1943 equivarrà dunque ad una corposa espansione, con nuove mappe e nuovi mezzi, ma pur sempre un’espansione da quasi 45 euro.
Dopo la salita, è tutta discesa
È un vero peccato che Tank Warfare: Tunisia 1943 parta con il piede sbagliato, mentre cercavo di capirci qualcosa fra istruzioni, linee di rifornimento e assalti, mi ripetevo che uno strategico dovrebbe coniugare allo stesso tempo profondità e accessibilità e di accessibile il titolo di Graviteam non ha nemmeno il menù delle opzioni, distribuite in quadrati e disposte in modo molto naif. Ma proprio mentre scuotevo la testa davanti ai molti errori compiuti del team ucraino, non mi accorgevo che il mio Io stava subendo una metamorfosi, autoconvincendosi di essere un novello generale Patton. Se si è disposti a convivere con una pesantezza che attanaglia ogni sezione del gioco e con interfacce e menù macchinosi ed ermetici, Tank Warfare: Tunisia 1943 restituisce una delle esperienze di gioco strategiche più realistiche e profonde dell’intero panorama del genere. Inoltre, fra quel groviglio di voci nel menù delle opzioni, spicca quella utile per settare il livello di simulazione che, se impostata su arcade, limita i  parametri da tenere sott’occhio, un ottimo punto di partenza per prendere confidenza con Tank Warfare: Tunisia 1943. La portata principale del gioco sono le due campagne in singleplayer – ce ne sarebbe anche una terza ma è solo un’introduzione – le quali abbracciano però un unico scenario, ossia la battaglia che si svolse nell’inverno del 1943 a Sidi Bouzid, in Tunisia, giocabile utilizzando o le forze Alleate o quelle dell’Asse. La struttura della campagna ricorda alla lontana i vari Total War, con la strategia a turni che lascia spazio alle battaglie in tempo reale quando due eserciti si trovano nella medesima zona. Il paragone con lo strategico di Creative Assembly va preso con le pinze, perché in Tank Warfare: Tunisia 1943 è del tutto assente la componente gestionale. Il titolo sviluppato da Graviteam è infatti un wargame duro e puro, non si costruisce nulla, non ci sono tecnologie da ricercare né truppe da arruolare. La fase a turni è totalmente incentrata sullo spostamento delle proprie truppe lungo il fronte, ma non pensate che questa unica mansione riduca lo spessore di Tank Warfare: Tunisia 1943. Come detto, le variabili da analizzare prima di compiere una mossa sono molteplici, bisogna sempre tenere sotto controllo le linee di rifornimento per non trovarsi a secco nel bel mezzo del deserto, creare una testa di ponte con i mezzi leggeri è una scelta saggia, ma nasconde il rischio di finire nel bel mezzo di un cul-de-sac. La sfilza di icone e aree colorate, la lunga serie di supporti e rinforzi, i parametri come le munizioni, il morale e i ponti radio, compongono una lista pressoché infinita e sono una vera delizia per gli occhi di uno stratega navigato ma, anche in questa sezione, riemerge la poca chiarezza di Tank Warfare: Tunisia 1943: muovere l’esercito dietro le linee nemiche non è complicato, capire se si stia dando un ordine corretto oppure no è tutto un altro discorso.
Un RTS unico
Il vero cuore di Tank Warfare: Tunisia 1943 sono però le battaglie in tempo reale, che possono arrivare a durare anche un’ora abbondante. Questo è certamente un pregio, se non fosse per l’assenza dell’auto resolve nella campagna: anche la più piccola scaramuccia, anche quando affrontate un singolo plotone di fanteria con tutto uno schieramento di M3A1 Stuart, sarete costretti a giocare per esteso lo scontro. Va però detto che queste fasi sono davvero un orgasmo per gli amanti del genere, a partire dallo schieramento delle truppe. Quanto sia complesso Tank Warfare: Tunisia 1943 lo si nota già dalle diverse colorazioni dello scenario, composto da minuscole caselle che offrono differenti coperture e campi visivi. Le mappe sono inoltre enormi e vanno lette a seconda dell’obiettivo, che si debba difendere un punto chiave oppure assaltare una postazione di mortai piazzate proprio dietro delle colline. La cosa che mi ha fatto innamorare delle battaglie di Tank Warfare: Tunisia 1943 è che termini tanto in voga negli RTS come rush o push, qui non abbiano alcun senso: le truppe si muovono con la giusta lentezza utile a dare quel senso di realismo, non ci sono eroi e anche un Panzer salta in aria se colpito nei punti esatti. Le dimensioni degli scenari permettono ogni tipo di manovra, assalti alle spalle, accerchiamenti o fuoco di soppressione, così come non esiste un occhio al di sopra del gioco in grado di visualizzare ogni angolo della mappa, che va esplorata in lungo e in largo con rapide ricognizioni per conoscere l’esatta posizione dei nemici. Se non bastasse, entrano inoltre in gioco le condizioni climatiche e le differenze che vi sono tra i vari orari della giornata. Come in tutti gli altri RTS, lo spostamento delle truppe avviene indicando il punto d’arrivo con il tasto destro del mouse, ma il confronto finisce qui, perché questa semplice azione apre un ventaglio di varianti, come la marcia a tappe forzate, l’assalto di una zona o, ancora, la conquista di una postazione difensiva. Nel caso non vi sia ancora chiaro lo spessore strategico di Tank Warfare: Tunisia 1943, sappiate che queste azioni danno a loro volta il là ad una seconda rosa, fatta di altri schieramenti, formazioni e movimenti. Anche nelle battaglie in tempo reale lo schermo è invaso di indicatori, alert e icone, ogni singolo parametro può essere gestito manualmente, ma per fortuna Graviteam ha dotato la sua creatura di una raffinata IA, capace di gestire da sola gli aspetti microgestionali
Pesante, proprio come ce lo immaginavamo
Da un gioco chiamato Tank Warfare: Tunisia 1943 non ci si poteva poi non aspettare un focus privilegiato sui mezzi pesanti: all’interno del titolo è presente una dettagliata enciclopedia dove sono riportate tutte le tipologie di carrarmato con le proprie caratteristiche, come lo spessore della corazza o le finestre visive, tutti parametri da tenere in considerazione durante le battaglie, visualizzabili se si spunta la corrispettiva voce. L’attenzione riposta verso i veicoli è ravvisabile anche analizzando la veste grafica di Tank Warfare: Tunisia 1943, soprattutto durante le fasi in tempo reale. Ogni carrarmato è visivamente ricostruito in modo accurato e storico, utilizzando al massimo lo zoom si scorge il maniacale livello dei dettagli e quando si aggancia la telecamera ad un mezzo, Tank Warfare: Tunisia 1943 restituisce un buon colpo d’occhio. Purtroppo gli elogi sulla grafica terminano qua: al contrario dei cingolati e dei pezzi d’artiglieria, la semplice fanteria è molto grezza e animata in modo legnoso. Gli scenari sono inoltre sempre tutti uguali a sé stessi, forse è chiedere troppo da un territorio prevalentemente fatto di dune e terra secca, ma il precedente Graviteam Tactics: Mius-Front godeva di certo di una maggiore varietà. Accanto ad un livello grafico non di primissimo livello, il motore di gioco che muove Tank Warfare: Tunisia 1943 è anche caratterizzato da una inusuale pesantezza, soprattutto visto quanto si muove sullo schermo. In ogni caso non si tratta di un gioco dove la fatidica soglia dei 60 frame al secondo sia imprescindibile.

HARDWARE

Requisiti minimi: – Sistema operativo: Windows 8.1 (64-bit only)– Processore: AMD FX-8320/Intel Core i3-4160– Memoria: 4 GB di RAM– Scheda video: AMD Radeon 7570/nVidia GeForce GTX 650 1GB– DirectX: Versione 9.0c– Memoria: 12 GB di spazio disponibile– Scheda audio: DirectX 9 Compatible

Requisiti consigliati:– Sistema operativo: Windows 10 (64-bit only)– Processore: AMD FX-8350/Intel Core i7-6700– Memoria: 8 GB di RAM– Scheda video: AMD Radeon R9/nVidia GeForce GTX 970 4GB– DirectX: Versione 9.0c– Memoria: 12 GB di spazio disponibile– Scheda audio: DirectX 9 Compatible

– Estremo livello di realismo

– Mappe enormi e vaste

– Tantissime varianti strategiche

– Ottima AI

– Maniacale ricostruzione dei carri

– Non per tutti

– Tutorial mal strutturato

– UI pesante e poco chiara

– Graficamente povero

– È più una corposa espansione

7.5

Il primo impatto con Tank Warfare: Tunisia 1943 è come ricevere un pugno diretto sul muso durante una rissa. Non sai da dove viene, rimani spaesato e fai fatica a comprendere quanto sia accaduto. Graviteam, anche in questa nuova iterazione, non pare infatti aver la minima voglia di rendere la sua creatura più aperta ad una più vasta platea di giocatori, anche a quelli che comunque hanno una certa confidenza in materia di strategici. Le interfacce sono complesse e pesanti e il tutorial di certo non facilita a prendere confidenza con il complesso sistema alle spalle della fase a turni e di quella in tempo reale. Come sempre accade in questi casi, il primo scoglio da superare è sempre il più difficile, ma quando si riesce a scalare la cima e si guarda dall’alto in basso, si scopre che la vista giustifica ampiamente lo sforzo. Le battaglie in tempo reale sono infatti la quinta essenza di cosa dovrebbe essere la strategia, con un tasso di realismo difficilmente ravvisabile in altre produzione. Ma in quanti saranno in grado di sostenere il primo impatto?

Voto Recensione di Tank Warfare: Tunisia 1943 - Recensione


7.5