Recensione

Tales of Symphonia

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a cura di Fabfab

Arriva finalmente, a più di due anni dal lancio italiano del GameCube, il primo gioco di ruolo localizzato nel nostro bistrattato idioma: in realtà Tales of Symphonia (ToS) è anche uno dei pochi gdr giapponesi esistenti per la console Nintendo, l’unico di un certo livello creato appositamente per la console, visto che il mastodontico “Skies of Arcadia Legends” e il mediocre “Evolution Worlds” sono entrambi porting da Dramcast. Logico dunque che l’attesa fosse tanta: ne sarà valsa la pena?

Il passato ritornaLa prima cosa che salta all’occhio di questo ToS è che si tratta di un jrpg (gioco di ruolo giapponese) classico, che più classico non si può: c’è il solito mondo da salvare, la solita divinità da risvegliare, i soliti colpi di scena, il classico ragazzino coraggioso, la classica prescelta casta e pura (e un po’ tonta), il solito gruppo di eroi stereotipati. Naturalmente questo non rappresenta necessariamente una nota negativa, ma la sensazione di aver già visto quei personaggi ed aver già vissuto quelle vicende vi accompagnerà per tutta l’avventura.La storia, in breve, parla di una divinità addormentata, un mondo in decadenza infestato da mostri ed una Prescelta destinata a risvegliare la Dea per riportare la gioia e la pace; la (s)fortunata di cui sopra è Colette, una ragazzina un po’ tonta che fin dall’infanzia si prepara al momento in cui dovrà operare per la salvezza di tutti. Nel frattempo va a scuola con i suoi amici tra cui vi è l’irruento Lloyd, sempre pronto ad aiutarla ed accompagnarla nella sua missione, anche se, in teoria, lei dovrebbe affrontarla da sola per provare di essere la Prescelta: alla coppietta (perchè non vi sorprendo se vi rivelo che i due sono una coppietta, vero? Naturalmente come da copione non si sono ancora dichiarati…) si aggiungeranno altri personaggi, dal guerriero impavido al bambinetto prodigio, e l’avventura si risolverà nel consueto viaggio catartico attraverso continenti e pericoli. La trama, pur risaputa, è piuttosto interessante e ricca di colpi di scena, con continui stravolgimenti di fronte (avete presente il cattivo che in realtà è buono e viceversa?) e garantisce un minimo di 50 ore di gioco: inoltre sono frequenti i dialoghi tra i protagonisti ed anche se spesso le scenette cui danno vita sono inutili ai fini dell’avventura, contribuiscono a farci affezionare ai vari eroi.

Un’avventura a più stratiToS si può dividere in tre livelli di gioco “virtuali”: la World Map, le locazioni e le battaglie.La World Map è la solita rappresentazione in 3D del mondo di gioco che abbiamo imparato a conoscere da una vita: in essa ci muoveremo per spostarci da una locazione all’altra, inizialmente a piedi, poi con l’ausilio di svariati mezzi. I vari elementi sulla mappa sono rappresentati in maniera stilizzata ed in genere il tutto appare assai scarno, ma comunque funzionale. Sulla mappa si aggirano anche vari mostri, tutti perfettamente visibili e dunque evitabili (non sempre, però): da biasimare la scelta di rappresentarli come una sorta di generico slime nero, decisamente brutto a vedersi.Le varie locazioni si distinguono, sostanzialmente, in dungeon e città: nei primi non dovrete fare altro che sconfiggere mostri, aprire scrigni, risolvere per lo più semplici enigmi (tipo spostare casse, premere interruttori…niente che Link non abbia già fatto!) e confrontarvi con i boss. Il level design non si differenzia molto rispetto a quanto visto in altre produzioni nipponiche, ma se non altro sono piuttosto piacevoli da visitare, non fosse per il problema dei boss cui accennerò tra poco.Le città sono una delle cose più belle del gioco: abbastanza grandi, ben caratterizzate e ricche di dettagli, invitano il giocatore all’esplorazione ed all’interazione con i vari abitanti che potrebbero fruttarvi incarichi o mini-giochi. Inoltre nei centri abitati troverete tutto quanto si è soliti aspettarsi in un gdr, vale a dire save points, guaritori e negozi di oggetti, armi ed armature.Sia le città che i dungeon, pur essendo 3D, non permettono di ruotare la visuale.Resta da parlare dei combattimenti, che non sono casuali ed avvengono in tempo reale: i nemici sono sempre visibili su schermo ed evitabili, anche se rappresentati con icone generiche (i già citati slime neri) che non forniscono indizi su chi ci troveremo ad affrontare qualora decidessimo di combattere. Gli scontri si tengono in un’apposita schermata nella quale, a differenza, ad esempio, di “Star Ocean 3”, il personaggio non si può muovere liberamente tutto attorno all’avversario, ma solo per linee orizzontali, variando magari la profondità a seconda del bersaglio selezionato. Il giocatore controlla solo uno dei protagonisti (e può scegliere se controllarlo completamente o farsi aiutare dalla cpu in determinate azioni, come le parate), mentre agli altri (tre al massimo, visto che non potrete schierare più di 4 combattenti per volta, dei 9 disponibili) possono essere dati precisi ordini sul come comportarsi in battaglia scegliendoli da una lista piuttosto completa che contempla sia le azioni che i movimenti: le tipologie dei combattenti si distinguono sostanzialmente in maghi (pochi) e guerrieri (molti), tra chi attacca in mischia, chi a distanza e chi cura. La azioni performabili contemplano il movimento, l’attacco base, i colpi speciali (o la magia), la parata e il contrattacco. Il sistema si basa essenzialmente su spettacolari combo ed attacchi di gruppo, attivabili una volta riempita un’apposita barra: in ogni momento è comunque possibile mettere il gioco in pausa, magari per cambiare le strategie o il personaggio controllato, o per utilizzare un qualche oggetto. Naturalmente una volta sconfitti i nemici si guadagnano punti esperienza che fanno crescere i personaggi: un altro modo per potenziarli è equipaggiarli con le Exogemme, oppure ottenere dei titoli onorifici, che vengono conferiti in determinate situazioni. Inoltre il costante ricorso a tecniche e poteri in dotazioni ne sblocca di nuovi e più potenti.In genere i combattimenti sono molto divertenti e piuttosto frenetici ed anche se il gioco offre la possibilità di evitarli, è sempre meglio affrontarli tutti, in modo da arrivare preparati agli scontri con i boss. Uno dei difetti del gioco, infatti, è di presentare sempre combattimenti abbastanza semplici per poi metterci di fronte a nemici troppo forti per il nostro attuale livello, magari proprio al termine di un lungo dungeon, obbligandoci a dedicare un po’ di tempo al levelling up prima di poterli abbattere (per non parlare dei casi di doppio boss, quando, cioè, sconfitto il primo avversario e prima di poter salvare se ne presenta un secondo, magari più potente). Il gioco, inoltre, pur lineare nella trama, non lo è nell’architettura, e può capitare di accedere troppo presto a certe locazioni, per le quali non siamo ancora pronti: in tali casi una rapida ritirata strategica rimane sempre la scelta migliore!

Cartoni animatiBasta dare un’occhiata alle immagini per capire che la grafica di ToS è interamente realizzata in cel-shading: la scelta si rivela senz’altro azzeccata, specie per il bel look stile anime dei personaggi, ognuno dei quali dotato di un certo numero di espressioni facciali che si rifanno alla tradizionale animazione giapponese, così come i dialoghi e le varie scenette. La trama, infatti, si dipana attraverso scenette d’intermezzo o schermate statiche in cui le silhouette dei vari protagonisti dialogano tra loro, con rimarchevole varietà di espressioni facciali: non per nulla anche l’introduzione non è realizzata in cg ma è un vero e proprio cartone animato. Questa particolare scelta premia anche per quanto riguarda gli ambienti, specie le dettagliatissime cittadine, che sono un vero piacere per gli occhi: peccato solo per la bassa qualità della World Map!Nella media, invece, il sonoro: la soundtrack è molto carina, ma non resta impressa, così come il doppiaggio americano, pur discretamente realizzato, non sembra particolarmente partecipe. Ottima, invece, la localizzazione in italiano ad opera di Nintendo, ma ormai la qualità delle sue localizzazioni è ben nota.Nel caso, poi, abbiate fratelli o amici che assistono alle vostre imprese videoludiche, potrete invitarli a controllare uno dei membri del party, anche se solo durante gli scontri: sappiate però che l’opzione è implementata malissimo, la telecamera segue solo il personaggio principale e quindi è difficilissimo controllare gli altri.

– Bella grafica in cel-shading

– Combattimenti frenetici e divertenti

– Trama non originale ma intrigante

– Nessuna innovazione rispetto ai soliti jrpg

– Calibratura della difficoltà da rivedere

– Fin troppo lineare

8.5

Tanta attesa è stata degnamente ripagata e il primo gioco di ruolo realizzato appositamente per GameCube si rivela un ottimo titolo, in grado di saziare la fame da jrpg che affliggeva i possessori di console Nintendo. Certo, Tales of Symphonia non è un titolo perfetto e, soprattutto, è molto classico, sia nella trama che nel gameplay: con qualche innovazione in più e difetto in meno (linearità della trama, altalenanza della difficoltà, povertà della World Map) sarebbe stato un capolavoro, ma già così si tratta di un ottimo titolo, in grado di soddisfare appieno le aspettative degli appassionati.

Voto Recensione di Tales of Symphonia - Recensione


8.5