Recensione

Sword of Mana

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a cura di Fabfab

L’ennesimo remake si appresta a sbarcare sui lidi del nostro fido GBA, ma questa volta si tratta nientemeno che di un titolo proveniente direttamente dal primo Game Boy: so benissimo che questa affermazione potrebbe sconcertare i meno preparati tra voi. Probabilmente gli unici titolo che ricorderete sono il classico “Secret of Mana” per SNes e “Legend of Mana” per Playstation, ma in realtà esistono altri due titoli della saga che in originale si chiama “Seiken Densetsu”: un “Seiken Densetsu 3”, uscito sempre per SNes e mai giunto in occidente, ed il capostipite, il primo “Seiken Densetsu” uscito proprio su GBA ma giunto in Europa col curioso titolo di “Mystic Quest” (mentre negli Usa fu chiamato “Final Fantasy Adventure”). Proprio di quest’ultimo Sword of Mana è il remake aggiornato alle potenzialità dell’ultimo nato nella famiglia dei portatili Nintendo.

Mana, non mana…Tanto tempo fa c’era una Dea che, dopo aver generato il mondo e tutte le forme di vita che lo popolano, si trasformò nel mitologico Albero del Mana, custode del pianeta: tuttavia l’enorme potere in esso racchiuso attirò le mire di individui malvagi come Vandol. La minaccia da esso rappresentata venne sventata da un gruppo di coraggiosi, ma ora che molto tempo è trascorso da quei dolorosi eventi il potere del Mana è di nuovo bramato da esseri oscuri…Gli eventi prendono il via dal Regno di Granz dove il vecchio e saggio re viene spodestato dal figlio che ora si fa chiamare l’Oscuro Sire: questi odia il Mana e tutto ciò che ne deriva e pertanto perseguita tutti coloro che abbiano a che fare con questa mistica energia, a partire dai membri del misterioso Clan del Mana.Il gioco permette di scegliere tra due protagonisti, un ragazzo assetato di vendetta contro l’Oscuro Sire che anni prima ha assassinato i suoi genitori e l’ha reso schiavo, e una ragazza, membro del Clan del Mana e costretta a sfuggire alla persecuzione messa in atto contro le persone come lei: in realtà i due personaggi costituiscono il party che muoverete lungo tutta l’avventura e la scelta dell’uno piuttosto che dell’altro varierà l’approccio al gioco (uno è un guerriero, l’altra una maga) e la narrazione degli avvenimenti, che comunque non si differenzieranno più di tanto.Il giocatore sceglie liberamente quale dei due controllare, mentre l’altro viene lasciato in mano all’IA del gioco (ma potrete sempre scegliere tra più opzioni il tipo di comportamento che deve tenere): peccato che questa sia davvero pessima e che finisca col rendere il png (personaggio non giocante, ndr) una vera palla al piede piuttosto che un utile alleato. Meno male che in ogni momento potrete prendere il controllo del png abbandonando temporaneamente il vostro, per usufruire dei sui poteri e, al contempo, risparmiargli una fine prematura.Per il resto, oltre che combattere, si fanno le cose tipiche di questo genere di prodotti: esplorare dungeons, recuperare tesori ed artefatti, interagire con ambiente e png, salvare il mondo…

Nemici a go-go“Sword of Mana” è un action-rpg alla Zelda, il che in sostanza significa nemici visibili su schermo e combattimenti in tempo reale.Pur non potendo decidere l’aspetto del personaggio, a differenza della maggior parte dei gdr nipponici avrete se non altro la facoltà di scegliere liberamente in quali classi farlo progredire: infatti sebbene il protagonista maschile sia un guerriero e quella femminile una maga, ognuno di loro ha cinque specializzazioni (guerriero, mago, ladro, saggio e monaco) e spetta a noi, ogni volta che si passa di livello, scegliere quale potenziare. In questo modo potrete adattare le caratteristiche dell’eroe prescelto a seconda del vostro stile di combattimento; inoltre ad ogni classe corrisponde un diverso incremento delle abilità (il guerriero privilegia la forza, il mago l’intelligenza e via dicendo…), di modo che ognuna di essa presenti parimenti punti di forza e debolezze.Naturalmente per accumulare esperienza la cosa migliore è affrontare ogni nemico sulla nostra strada e sconfiggerlo, anche se è sempre possibile evitarli, visto che sono sempre presenti su schermo; il respawn degli stessi rendi piuttosto agevole accumulare punti esperienza, facilitati anche dalla generale facilità dei combattimenti, nei quali l’unico elemento strategico consiste per lo più nell’indovinare a quale attacco o magia l’avversario sia più esposto. Più impegnativi, per fortuna, gli scontri con i boss di fine livello, per i quali occorrerà spendere più tempo per elaborare una strategia vincente. Gli attacchi a disposizione si distinguono in semplici e in sequenza (le classiche combo): ogni volta che un colpo va a segno si riempie un’apposita barra che, una volta completata, ci consente l’utilizzo, per una sola volta, del devastante Colpo Totale.Oltre che migliorandone le caratteristiche, i protagonisti possono essere potenziati forgiando o temprando per loro armi ed armature: nel primo caso si crea un oggetto ex novo, nel secondo se ne potenzia uno già esistente aggiungendo materiali raccolti nel corso dell’avventura, in grado non solo di migliorarne le qualità ma anche di dotarli di nuovi poteri.Resta infine da parlare degli spiriti, esseri che possono essere raccolti nel corso dell’avventura (ce ne sono otto) e che possono aiutarci in battaglia con le loro magie di attacco e di difesa.Da tenere sempre sotto controllo è anche lo scorrere del tempo: nel gioco giorno e notte si alternano ciclicamente e la cosa non ha una valenza meramente estetica, perché molte cose possono cambiare a seconda che si vada in giro con la luce o sotto le stelle e molti luoghi sono accessibili solo in un determinato momento. Anche i poteri degli spiriti variano a seconda del giorno in cui vengono evocati!

Grafica e sonoroTecnicamente il titolo Square Enix è molto valido: gli ambienti sono vari e molto colorati e riescono a trasmettere un’atmosfera molto fiabesca che si adatta alla perfezione agli eventi narrati. I personaggi (protagonisti, comprimari e cattivi) sono ovviamente super deformed ma sufficientemente grandi e particolareggiati: l’unico difetto ravvisabile sono i rallentamenti che si verificano nelle situazioni più affollate, niente di eccessivamente disturbante, comunque.Particolarmente piacevole anche il character design di Shinichi Kameoka che riesce a conferire un nonsochè di batuffoloso alle varie creature.Molto bella la colonna sonora, rivisitazione di quella dell’originale, mentre il resto del comparto audio appare piuttosto anonimo; ottima, come sempre, la localizzazione in italiano effettuata da Nintendo.La longevità è invece sotto la media, specie considerando il fatto che difficilmente rigiocherete il titolo con l’altro personaggio solo per le minime differenze che distinguono le vicende dei due.

– Ottimo comparto tecnico

– Immediato e divertente

– Localizzato in italiano

– Struttura fin troppo classica

– Occasionali rallentamenti

– Fin troppo facile

7.5

Se state cercando un buon action rpg che possa tenervi occupati in attesa del prossimo Zelda, Sword of Mana è una buona scelta: ci sono un sacco di cose da fare, tante locazioni da esplorare, due personaggi con cui vivere l’avventura da un diverso punto di vista.

L’unico vero limite del prodotto è che, comparto tecnico a parte, non è stato innovato quasi nulla rispetto all’originale, quindi vi troverete a giocare ad un prodotto di un decennio fa, con i suoi limiti e situazioni ormai viste e riviste decine di volte in altri prodotti simili…

Voto Recensione di Sword of Mana - Recensione


7.5