Recensione

Steredenn: Binary Stars, la recensione dello shmup per Nintendo Switch

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Gli shmup è uno di quei generi che, intrinsecamente, definisce l’idea di “videogioco”. Un tempo affollavano le sale giochi ed erano il simbolo di quei luoghi oggi ameni e sempre più abbandonati, ma col passare del tempo si sono trasferiti su console senza grosse difficoltà, citando Ikaruga come uno dei tantissimi esempi di shmup di successo.

Steredenn fa parte di questa schiera. Con Steredenn: Binary Stars, i ragazzi francesi di Pixelnest Studio riportano l’esperienza originale targata 2015 (qui trovare la recensione dell’epoca) su Nintendo Switch, in una edizione rivista e corretta. Su Switch sarà possibile, ad esempio, giocare in cooperativa con un amico con una sola barra della vita condivisa, una cosa che mancava alla release originale. Alla base, però Steredenn: Binary Stars non ha dei contenuti prettamente nuovi rispetto all’originale, ma tutta una serie di piccole novità che rendono Binary Stars, di fatto, l’edizione definitiva del gioco.

Velocità smodata in Steredenn

L’idea alla base di Steredenn è molto semplice: una forza aliena attacca l’astronave madre frantumandola in mille pezzi, ed è tempo di farla pagare ai bellicosi alieni. Ogni partita inizia nello stesso, identico modo: una fuga sfrenata fuori dall’astronave a caccia di navicelle aliene. Tuttavia non lasciatevi ingannare, perché Steredenn è tutto meno che un titolo monotono.

Insieme al suo elevato grado di sfida, l’elemento incredibilmente vincente è la generazione casuale dei livelli. Ogni stage è composto da una fase a scorrimento orizzontale, in cui sarà necessario abbattere oppure schivare tutte le navicelle e le minacce di vario tipo che si pareranno davanti al giocatore. Alla fine di questa sezione c’è l’inevitabile scontro col boss, un combattimento frenetico a telecamera ferma.

La composizione di navicelle, trappole ambientali come asteroidi e bombe, finanche il pattern di attacco dei singoli boss, tutto è generato in maniera procedurale. La sfida è alta perché, tendenzialmente, non ci sono mai momenti “semplici”, e la proceduralità crea talvolta delle situazioni mostruose. Tuttavia, l’azione a schermo è sempre pulita e molto leggibile, non regna mai il caos a prescindere da quante esplosioni, laser, navicelle e missili stiano volando nello spazio.

La pixel art di Steredenn aiuta in questo senso, perché seppur molto povera e non troppo eclettica in termini artistici, la semplicità della stessa aiuta proprio a facilitare la lettura dell’azione da parte del giocatore. Ogni colpo è ben riconoscibile per scia, colore ed effetto, pertanto si capisce subito cosa sta per colpire la navicella, oppure cosa la nostra navicella sta facendo in quel momento. Ogni arma, ad esempio, ha un effetto diverso sugli avversari, un ammontare di danni che può essere pieno, dimezzato oppure moltiplicato a seconda del colore verde, viola o rosso che viene emanato dalla navicella avversaria ad ogni colpo subito.

Steredenn: Binary Stars è quindi arcade puro. Una serie di partite in cui migliorarsi ogni volta, arrivare sempre più in là verso un nuovo stage, un nuovo boss. Ce n’è da giocare, perché considerate che la difficoltà è talmente alta, quindi l’impegno richiesto altrettanto, che nella decina di ore abbondanti che ho provato il titolo non sono riuscito a completarlo totalmente. Tuttavia ad ogni run viene scoperta una nuova arma (ce ne sono oltre 40!), un nuovo power up ed equipaggiamento, oppure una nuova navicella con cui iniziare la partita. Ognuno di questi può essere equipaggiato in corso d’opera, dove alla sconfitta di ogni boss si viene ricompensati con un potenziamento maggiore a scelta tra una manciata. Ogni round quindi è completamente diverso dall’altro, e per tutta la serie di motivi detti sopra non si prova mai quel senso di frustrazione a volte tipico di produzioni che fanno la difficoltà la sola ragion d’essere.

Tutto è leggibile, le partite si avviano velocemente e l’azione è sempre frenetica e stimolante. Inoltre, c’è una colonna sonora hard rock che non fa altro che invogliare il giocatore a cominciare una nuova partita, dimenticando magari la sconfitta appena subita mentre si è costretti a ricominciare da capo.A completare l’offerta ci sono le sfide giornaliere, in cui vengono imposte delle condizioni per una partita e, con un solo tentativo a disposizione bisogna cercare di arrivare più in alto possibile in classifica; la boss rush, in cui completare una sfida settimanale composta da alcuni boss scelti dagli sviluppatori; la modalità arena, in cui combattere in uno scontro 1 contro 1 con un boss già affrontato per poter imparare a contrattaccare al meglio ogni suo attacco; la modalità cooperativa già citata poco sopra.

Provoca assuefazione

Sfida elevata ma corretta

Modalità cooperativa

Provoca assuefazione

Graficamente forse troppo povero

Ripetitivo per sua stessa natura

8.0

Steredenn: Binary Stars è uno di quei tanti giochi che sembrano fatti apposta per Nintendo Switch. Partite frenetiche e veloci da affrontare, livello di sfida elevato ma pulita grazie ad un sistema di creazione procedurale ben bilanciato. Steredenn è quello shmup che andrete a riprendere di tanto in tanto nei momenti morti della giornata, magari perché illuminati da un nuovo modo per affrontare quel boss, una nuova maniera per muovervi e schivare, trovando però un gioco sempre (parzialmente) diverso da quello affrontato prima. Per poco più di dieci euro, difficile chiedere dell’altro.

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8