Recensione

Star Ocean: The Last Hope

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a cura di Dr. Frank N Furter

Il brand Star Ocean ha ottenuto negli anni il consenso di tanti fan appassionati dei giochi di ruolo orientali grazie soprattutto alle sue bellissime ambientazioni sci-fi e a un sistema di combattimento divertente e appagante. Reduci dal non brillante Infinite Undiscovery > i ragazzi di tri-Ace tentano la trasposizione della serie Star Ocean sulle console di nuova generazione, in questo caso in esclusiva su Xbox 360. Il risultato finale appare migliore del loro primo lavoro, ma non per questo risulta esente da difetti, in alcuni casi anche gravi. Scoprite con noi cosa offre il nuovo progetto Square Enix / tri-Ace.

All’inizio c’era solo … Tutto inizia con una spietata corsa agli armamenti su scala globale che ben presto sfocia nella Terza Guerra Mondiale. I risultati sono disastrosi, centinaia di milioni di morti, bombe nucleari usate ovunque per destabilizzare il mondo intero, numerose nazioni sull’orlo del baratro fino a quando i potenti della Terra capiscono che il pianeta azzurro non ha più la forza per ospitarli a causa dell’inquinamento prodotto dalla guerra atomica. Viene dunque costituito un organo mondiale che raccoglie tutti i paese del mondo per decidere sul futuro della razza umana. L’unica via percorribile è lo spazio infinito, le stelle, nuovi pianeti da conquistare e colonizzare per dare una speranza ai sopravvissuti. Questa è l’introduzione al gioco poco prima di prendere il controllo del protagonista, Edge Maverick, membro della Space Reconnaissance Force, squadra addestrata per rintracciare corpi celesti abitabili dall’uomo. Durante la prima missione succede un imprevisto e la vostra astronave viene allontanata dal resto del gruppo costringendovi ad un atterraggio d’emergenza a dir poco rovinoso. Nonostante le premesse siano buone, nel suo dipanarsi la storia perde molti colpi a causa di cliché fin troppo abusati, dialoghi terribilmente noiosi e una grave mancanza di carisma dei personaggi principali. Oltre a questo la loro evoluzione caratteriale all’interno del plot narrativo non riesce mai a colpire o farvi affezionare ad uno di essi. La loro natura è talmente stereotipata da poter prevedere addirittura cosa diranno e cosa faranno senza mai sorprendere il giocatore.

Battaglia freneticaIl fulcro di ogni buon J-Rpg che si rispetti risiede nella trama e nel sistema di combattimento. Come abbiamo potuto vedere, il primo punto presenta alcuni difetti ma, per fortuna, il secondo è un vero successo. Gli scontri non sono casuali: i mostri appariranno sullo schermo e, una volta ingaggiati, inizierà la battaglia, completamente in real-time con un gruppo composto da massimo quattro personaggi. Allo stesso modo della saga concorrente Tales Of, controllerete solo un membro della ciurma muovendovi liberamente all’interno dell’area di battaglia, mentre i vostri compagni agiscono seguendo le indicazioni settate in precedenza. Nel caso in cui vi annoiaste ad usare sempre lo stesso personaggio avrete la possibilità di controllarne un altro fino a provare ogni tipologia di combattente e scegliere quello che più vi aggrada. Ognuno di questi ha un proprio stile e un’arma differente: in tal modo l’esperienza di gioco risulta ulteriormente approfondita.. Nonostante le battaglie siano frenetiche non si tratta soltanto di premere il bottone velocemente affinché si possa avere la meglio sui nemici soprattutto quando parliamo dei boss. Gli avversari più tosti, infatti, richiedono una strategia particolare da adottare in modo da poterli sconfiggere velocemente. È utile aggiungere anche un altro dettaglio: nel caso in cui abbiate speso molto tempo per livellare il vostro party probabilmente sarete in grado di battere chiunque con la sola forza. Un altro aspetto importante da sottolineare è il grado d’aggressività dei mostri. In buona sostanza potrete “incoraggiarli” a puntarvi con le loro abilità, magie o attacchi più potenti. Per fare questo avrete a disposizione sia dei colpi standard, sia delle speciali mosse pensate appositamente. Una volta che il nemico vi scaglierà contro il suo attacco dovrete essere veloci nello schivarlo. In questo modo romperete la visuale che vi lega e sarete nel suo punto cieco confondendolo e con l’opportunità di infliggergli gravi danni: questa mossa è chiamata “blindsides” (punto cieco). Come se non bastasse avrete a vostra disposizione anche la modalità “Rush”: subendo e arrecando danni la barra si riempierà fino a quando non arriverà al culmine e vi darà una sorta di “power up” temporaneo. Detto ciò arriviamo all’aspetto più interessante del battle system, la “bonus board”: raggiungendo determinati obiettivi all’interno dello scontro (come uccidere due nemici con un colpo o altre particolari situazioni), verrete ricompensati a fine battaglia con dei “titoli”. Questi possono arrivare fino a quattordici e vi permetteranno di semplificarvi la vita aiutandovi nella ricerca di oggetti particolari, ridurre il numero di oggetti curativi per ripristinare la salute e così via. La parte davvero stuzzicante è rappresentata dal fatto che questi “titoli” potranno essere usati in combinazione tra loro e allenandovi a fare determinate azioni sarà difficile perderli.

Star Ocean visivamente parlando …L’esplorazione dell’ambiente circostante è da sempre un punto cardine nei giochi di ruolo. Trovare delle location ispirate e dettagliate non è sempre possibile ma, nel caso di The Last Hope, potrete ritenervi fortunati. Le ambientazioni variano dal deserto, alla spiaggia, alle foreste tropicali fino ai picchi innevati creando quel microclima all’interno del gioco tale da far respirare al videogiocatore il profumo del viaggio. Allo stesso tempo, sparse attraverso le stupende lande esplorabili, potreste imbattervi anche in minerali e materie prime da raccogliere a patto di avere un membro del party con l’abilità giusta al momento giusto. Questi oggetti (ottenibili anche a fine battaglia o dai negozi) verranno poi convogliati nel semplice ed utilissimo “item creation system”. Nel corso dell’avventura rinverrete delle formule per creare armi, armature, oggetti e decorazioni per la vostra nave e, proprio attraverso questo sistema di trasformazione, convertirete le risorse in possesso. Tornando a quello che offre il comparto grafico possiamo garantire una buona realizzazione dei fondali, degli ambienti dettagliati e delle interessanti cut-scene. Dall’altra parte abbiamo un design dei mostri povero di idee, grosse difficoltà a visualizzare lo scritto dei dialoghi per i televisori a tubo catodico e una telecamera che definire instabile è un eufemismo. L’aspetto peggiore, parlando sempre di realizzazione tecnica, rimane l’animazione dei personaggi che sembrano dei manichini legnosi e inespressivi. In più ci si mette un doppiaggio non eccellente e chiaramente fuori sincronizzazione in molte occasioni. La pecca più grande è stata quella di non lasciare un’opzione per ascoltare i dialoghi in lingua originale. La colonna sonora è stata affidata al celebre compositore Motoi Sakuraba il quale ha già collaborato in passato con la serie Square Enix. Il suo apporto musicale è davvero degno di nota e si sposa molto bene con il variare delle situazioni. The Last Hope offre comunque un elevato grado di longevità grazie alla possibilità di sbloccare due livelli di difficoltà extra una volta terminato il gioco, senza parlare delle numerose side quest da affrontare, oggetti da forgiare, dungeon segreti, formule nascoste. Potrete inoltre partecipare al Colosseo (da uno fino a quattro componenti in gara insieme) per vincere dozzine di trofei diversi per ogni personaggio. In ultimo vi segnaliamo la presenza di finali alternativi in base alle relazioni che il protagonista Edge avrà sviluppato nel corso della trama.

– Longevo grazie ai tanti extra previsti

– Sistema di combattimento divertente

– “Craft System” ben riuscito

– Trama piena di clichè ormai abusati

– Animazioni dei personaggi legnose

– Telecamera scomoda e di difficile gestione

7.5

Star Ocean: The Last Hope è un notevole passo avanti rispetto al precedente lavoro dei ragazzi di tri-Ace. Il sistema di combattimento risulta essere divertente e impegnativo, così come quello della forgiatura di nuovi oggetti e la raccolta di materie prime per crearli. Dal punto di vista grafico nulla da eccepire per quanto riguarda ambientazioni e paesaggi, ma ci voleva una maggior cura per le animazioni dei personaggi e una loro migliore caratterizzazione. La storia purtroppo non è delle migliori, infarcita di luoghi comuni e con un cast abbastanza debole, tale da non poter supportare tante ore di gioco e soddisfare i veri esperti di J-Rpg.

Voto Recensione di Star Ocean: The Last Hope - Recensione


7.5