Recensione

Star Drift, una recensione tutta in derapata

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Ci sono giochi che aspetti per una vita, di cui segui ogni trailer e notizia. Ci sono giochi di cui continui a sentire parlare sui social o fra amici, il nuovo capitolo di una saga che tutti attendono con trepidazione. Poi ci sono i giochi che non sai bene come abbiano incrociato la tua strada e che hai incontrato per una serie di coincidenze casuali: qualcuno scova su YouTube un video di Assetto Corsa Super Sprint e lo posta su un gruppo, un altro risponde con un video di Super Off Road e te, con un raro momento di lucidità, ti ricordi di un titolo che hai visto per un attimo sfogliando le future uscite di Steam e che potrebbe stare benissimo accanto ai due titoli di corsa poco prima citati. Questa è esattamento ciò che è accaduto con Star Drift, un titolo automobilistico puramente arcade e con visuale isometrica, sviluppato da un sola persona, conosciuta – si fa per dire – sul web con il nome di Catze. Vuoi per la sua somiglianza con Absolute Drift, vuoi per il trailer decisamente accattivante, Star Drift ha catturato la mia attenzione ma, dopo qualche ora di derapate ed esperienze extracorporee, non sono sicuro di avere fatto la scelta giusta: se non avete una buona dose di autocontenimento e di pazienza, sconsiglio vivamente l’assunzione di Star Drift. Se siete disposti a sudare le proverbiali sette camicie, proseguire pure.
Quasi come un Early Access
Mettiamo subito le cose in chiaro: Star Drift non è un titolo perfetto, anzi, è uno di quei nomi che, vittime dell’abbondanza, spariscono nel giro di pochi giorni dai radar di Steam, senza che nessuno se ne accorga. Più che i difetti veri e propri, già ad un primo avvio, ciò che salta all’occhio in Star Drift è un livello di pulizia ben lontano dall’ottimale, i menù sembrano usciti fuori da un’altra epoca, gli effetti audio sono dozzinali e i font – che per fortuna sono stati sostituiti rispetto al day one – sono una di quelle cose che vorreste vedere solo su meme che non fanno ridere. Insomma, Star Drift è tutt’altro che accattivante e proprio questo suo modo di presentarsi rischia di allontanare una buona fetta di pubblico. Eppure è impossibile non amare, in tutta la sua limitatezza e spigolosità, Star Drift, così come sarebbe ingiusto tacere sull’impegno di Catze – uomo solo al comando – profuso giornalmente per migliorare la sua creatura. Forse un periodo di accesso anticipato avrebbe fatto bene a Star Drift, perché al suo lancio il titolo era davvero acerbo e impreparato, ma gli aggiornamenti avvengono frequentemente e, proprio nell’ottica di una continua crescita, nel menù iniziale del gioco è presente anche il link al canale di Discord, nel quale si può interagire direttamente con il dev, sempre pronto a recepire i consigli e i suggerimenti della community. Magari Star Drift non è un gioco perfetto – anzi, non lo è assolutamente – ma guidare quelle improbabili macchinine dall’alto, fra derapate e continui incidenti è come fare parte di una piccola famiglia che cerca quotidianamente di migliorare passo dopo passo. Inoltre, per circa dieci euro, Star Drift garantisce un biglietto di sola andata per l’inferno.
Drifting away
Esattamente cosa è Star Drift? In maniera molto semplicistica, l’opera di Catze potrebbe essere inquadrata come il tentativo di inserire lo stile di guida di Absolute Drift all’interno di una struttura di gioco più canonica in ambito di racing game: quindi niente più esercizi stilistici e allenamenti zen su piste con estetica minimal solo per abbassare di un centesimo il proprio record in pista, ma gare vere e proprie, con tanto di sorpassi e tanti, tantissimi incidenti. Pur non raggiungendo le vette di difficoltà di Absolute Drift, non si può certo dire che Catze abbia messo in piedi un gioco facile da padroneggiare, nonostante i comandi siano racchiusi in un paio di pulsanti. L’utilizzo del joypad non è consigliato, è una scelta proprio obbligata: con l’analogico sinistro si sterza, con il grilletto destro si accelera, mentre con il tasto Y – nel pad Xbox – si rimette la macchina in pista. Stop. Non c’è modo di frenare e l’unico mezzo per rallentare è togliere il piede dall’acceleratore, calcolare bene la sterzata, tenere la derapata e spingere sul pedale nel momento adatto per uscire con forza dalla curva. Più semplice a dirsi che a farsi. Star Drift richiede infatti pazienza e allenamento, qualche momento di sconforto c’è, ma la curva di apprendimento non è così impervia e anzi, padroneggiare un tornante dopo l’altro dà un puro senso di soddisfazione. 
Semplice solo all’apparenza
Nonostante sia un gioco “leggero” e all’apparenza molto semplice, Star Drift mette sul piatto molte variabili: mano a mano che si avanza nella campagna singleplayer, nuove auto con differenti caratteristiche entrano a far parte del proprio garage – anche se i ricicli in fatto modelli poligonali abbondano – ma sono soprattutto le piste a donare profondità al titolo e a mettere a dura prova le abilità dei piloti. Complessivamente ne esistono una trentina, raggruppate in tre livelli di difficoltà, e caratterizzate da differenti tipologie di superfici e di condizioni climatiche: si parte dai tracciati – teoricamente – più basilari in asfalto fino a quelli immersi nel ghiaccio e nelle nevi, passando attraverso le corse sul bagnato o in mezzo al fango. Queste varianti mutano completamente la guidabilità e occorre adattare il proprio stile di gioco in base alle condizioni della pista. Ci sono poi quelle con percorsi più stretti e altre che disegnano spazi più ampi, dove le derapate si trascinano per lunghi tratti, così come non manca qualche piccola sbavatura nella costruzione di alcune piste, soprattutto in quelle in cui abbondano le curve a gomito, che mal si sposano con le lunghe strisce nere lasciate sull’asfalto. Il vero merito di Star Drift è quello di premiare la sola e pura abilità del giocatore perché, nonostante qualche somiglianza visiva, il titolo non ha nulla a che spartire con i vari Mirco Machines, non ci sono armi da recuperare e da scagliare contro gli avversari, ma l’unico modo per vincere è andare il più veloce possibile. E non ribaltarsi. 
Il design dei vari tracciati è buono, alcuni sono davvero “cattivi” e non è raro cadere nel vuoto oppure finire ruote all’aria per colpa di qualche spigolo a bordo pista, ma la sensazione è alle volte quella di trovarsi a guidare in mezzo al nulla: l’estetica di Star Drift è volutamente minimale, ma non riesce ad essere accattivante come quella del suo cugino Absolute Drift e risulta dunque solo spoglia. Infine, l’esperienza muta completamente se gioca Star Drift in singleplayer oppure se si sfidano gli amici online. Nel primo caso, le vetture in pista sono degli ostacoli “reali”, quando ci si batte contro, Star Drift diventa il festival dei backflip e delle capriole a mezz’aria – la fisica delle macchine è molto leggera – mentre nel multiplayer gli avversari sono dei fantasmi e rappresentano più un tempo da battere.  
Guidare e ribaltarsi fra le numerose piste di Star Drift è divertente nel puro senso del termine: anche dopo l’ennesimo tentativo frustrato da un incidente a pochi metri dall’arrivo non ho mai sentito quel tipico prurito sulle mani che preannuncia il classico rage quite, ma la momentanea frustrazione si è in un attimo trasformata in una spinta a voler far meglio ed è questa la vera forza di Star Drift. Devo però ammettere che ho chiuso un occhio e mezzo su alcuni misteri piuttosto inquietanti, che mostrano quanto lavoro ci sia ancora da fare: giocando in multiplayer, alle volte mi veniva mostrata la mia posizione in classifica, altre volte no, altre volte ancora mi diceva che ero primo quando in realtà ero terzo o quarto, io leggevo un punteggio durante il torneo – composto da sei piste – i miei amici ne vedevano un altro e altre bizzarrie del genere, per non parlare di quando sono finito nell’iperspazio dopo l’ennesimo fuoripista. Come detto a più riprese, a Star Drift occorre ancora qualche limatura ma, al netto di queste sbavature, il gioco c’è, lo stile di guida funziona e in compagnia è estremamente divertente, perché basta una minima distrazione per trasformare una probabile vittoria in una tragedia sportiva. Se proprio dovessi trovare un vero neo in quanto fatto finora da Catze, punterei il dito contro il modo in cui il tutto è tenuto assieme. Per dire, la campagna in singleplayer è suddivisa fra varie isole, delle sorte di hub in cui raggiungere le piste dove raccogliere delle stelle, grazie alle quali sbloccare nuove vetture, varianti cromatiche e le zone successive, ma la presentazione è davvero povera e brutta a vedersi. Per non parlare poi di come viene gestito il passaggio tra un’isola e l’altra, una vera e propria esperienza extracorporea. Star Drift non necessita di grossi stravolgimenti, ma solo di piccole accortezze che lo rendano più presentabile e più accattivante, per evitare che i giocatori si fermino alle sole apparenze. Per fortuna Catze sembra conoscere questo limite e, rispetto alla sua prima versione, Star Drift ha fatto passi di gigante: ad esempio, inizialmente l’unica cosa che si sentiva in pista erano dei tremendi effetti audio, mentre ora vi sono delle musiche ad accompagnare le derapate, è stata ripensata la telecamera in pista, così come è stato rivisto il sistema delle ricompense post gara e la gestione del garage. Se Catze continuerà ad intervenire con costanza, Star Drift potrebbe diventare uno di quei titoli capaci di ritagliarsi una nicchia di giocatori fedeli, perché il sistema di guida funziona, non è per nulla banale e le piste sono numerose e ben caratterizzate.

– Sistema di guida immediato e allo stesso tempo complesso

– Tante piste differenti per superfici e condizioni

– Gli aggiornamenti sono continui

– Piste spesso con pochi dettagli

– Presentazione poco accattivante

– Qualche piccolo errore da limare durante le gare

6.5

Star Drift va valutato in due prospettive, per il gioco che è attualmente e per quello che potrà potenzialmente diventare. Nel primo caso, Star Drift è un gioco di guida arcade tutto derapate molto appagante e divertente, soprattutto se giocato in compagnia, ma che è zeppo di errori di gioventù ed è accompagnato da una presentazione ben poco curata. D’altra parte, non si può certo dire che Catze non si stia impegnando per rendere ogni giorno il suo uno prodotto migliore e più definito, gli interventi sono tanti e significativi e già nel corso della prima settimana dalla pubblicazione hanno reso Star Drift un titolo più moderno ed esteticamente godibile.

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6.5