Recensione

Splinter Cell: Conviction

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a cura di drleto

Il frutto di una delle più lunghe gestazioni dell’industria videoludica è finalmente giunto in redazione, pronto a mostrare al mondo il risultato del processo evolutivo che ha coinvolto lo sviluppo di Splinter Cell: Conviction. Stretto infatti tra la morsa di Assassin’s Creed da una parte ed un brand che dopo i fasti iniziali cominciava a sentire il peso degli anni dall’altra, il team di Ubisoft Montreal ha dovuto più volte cambiare rotta al suo progetto, optando alla fine per una sorta di reboot che svecchiasse il gameplay per rendere il titolo molto più fruibile e dinamico, senza per questo snaturare i personaggi e le vicende che milioni di giocatori hanno imparato ad amare.

Un nuovo inizioLe vicende narrate in Splinter Cell: Conviction si legano infatti a doppia mandata al finale di Double Agent, decisamente non la conclusione più felice tra quelle disponibili. Sono infatti tre anni che la vita di Sam è distrutta, la perdita della figlia e dell’unica persona che riteneva amica lo ha stravolto e riempito di una carica d’odio difficilmente assimilabile alla figura dell’integerrimo agente segreto statunitense. Abbandonata Third Echelon, il suo unico scopo di vita è l’inseguimento degli assassini di Sarah, motivo per cui si trova a La Valletta, la capitale di Malta, sulle tracce di Andriy Kobin, il mandate dell’omicidio di sua figlia. Ma Sam è un uomo troppo prezioso e letale per non essere costantemente sotto la sorveglianza di Third Echelon, che approfitterà di nuove sconcertanti rivelazioni su Sarah per riportarlo all’azione.

PredatoreGrazie a questo breve incipit si può immediatamente comprendere una grossa differenza in Sam che si riflette pesantemente anche sul gameplay. Non essendo più un agente dell’iper-tecnologica Third Echelon, il nostro eroe potrà inizialmente contare solo sulle sue stupefacenti abilità di infiltrazione e sulla sua enorme esperienza sul campo che unite alla sete di vendetta lo rendono un personaggio molto più feroce e letale, incapace di provare pietà per chiunque gli si pari di fronte. Questo cambiamento serve dunque per rendere logico il nuovo taglio di Splinter Cell: Conviction, ovvero l’estrema semplificazione di tutte quelle meccaniche che facevano dei precedenti capitoli degli stealth puri, ma che contemporaneamente rendevano enormemente complessa la fruizione del prodotto per via dei tanti comandi da assimilare e gadget da sfruttare. Enormemente appagante, ma forse troppo distante dalla politica di ampliamento del media che tutte le software house stanno progressivamente tenendo.In questo modo il gameplay è stato rivisto da zero, spingendo molto di più sulla componente d’azione che su quella propriamente stealth. L’approccio alle “stanze”, ovvero i punti nevralgici del percorso lineare seguito da Sam dove si concentreranno gruppi di nemici isolati, richiederà infatti sempre i classici tre momenti di studio, esecuzione e fuga, ma essi saranno decisamente molto più basati sullo shooting e sull’utilizzo delle coperture attive, piuttosto che sullo sfruttamento dei gadget a disposizione o la maniacale memorizzazione delle ronde nemiche. Anche per questo è stata tolta la possibilità di nascondere i cadaveri, in Splinter Cell: Conviction non sarete più un agente invisibile di un’agenzia di massima sicurezza statunitense, ma un predatore inarrestabile, che dovrà farsi largo tra vittime consapevoli della sua presenza o dell’inevitabilità del suo arrivo. Quindi poco importerà (nella maggior parte dei casi) se scopriranno voi o le vostre malefatte, il vostro compito sarà sempre quello di procedere implacabili verso la verità. Procedendo nell’avventura tornerete comunque in possesso di alcuni interessanti gadget, come la telecamera stick, capace di distrarre le guardie in perlustrazione, o il visore notturno dotato di sonar, fondamentale per anticipare le mosse nemiche e vedere i sensori di movimento posizionati per terra. L’utilizzo di questi oggetti è però piuttosto limitato e deputato alla volontà del giocatore, dato che sarà possibile farsi largo in maniera piuttosto sbrigativa, nonostante bastino pochi proiettili per avere la meglio di Sam. Ovviamente più si salirà col livello di difficoltà più un approccio ragionato sarà importante, principalmente per via della precisione al tiro dei nemici. Quando vi vedranno gli avversari si concentreranno nella zona “dell’ultima posizione conosciuta”, fattore che vi permetterà di aggirarli e colpirli al fianco. Per permettere questa meccanica l’I.A. avversaria è stata resa piuttosto prevedibile, nonostante spesso riesca ad organizzare degli attacchi frontali ben orchestrati, mentre altre volte la vedrete perdersi in un bicchier d’acqua se sfrutterete finestre o altri metodi d’attacco meno convenzionali.L’altra grande novità di Splinter Cell: Conviction è il marcatore. Questa regola, introdotta artificialmente dagli sviluppatori per spettacolarizzare il gameplay, permette di effettuare uccisioni automatiche una volta eliminato un nemico a mani nude. Il numero di marcatori a disposizione dipende dal tipo di arma utilizzata: se opportunamente sfruttata si rivela una soluzione decisamente efficace per togliere le castagne dal fuoco nelle situazioni più spinose. Questa regola di ingaggio spingerà i giocatori a tentare un approccio diretto per poi avere a disposizione il mark automatico con il quale ripulire velocemente e in maniera spettacolare l’area. Meno efficace l’impatto degli interrogatori, nei quali Sam si ritrova ad estorcere informazioni a poveri malcapitati. Queste sezioni, per quanto brutalmente accattivanti, si risolvono semplicemente nella pressione di un singolo tasto al momento opportuno, apparendo dunque un’aggiunta più scenica che sostanziale.L’unico cambiamento non particolarmente coerente con il contesto di gioco è legato alla linearità dei livelli. La serie di Splinter Cell ha sempre offerto al giocatore diverse possibilità di risoluzione delle varie situazioni di gioco, caratteristica tra l’altro fondamentale di Double Agent, lasciando spazio ad un’attenta pianificazione delle proprie mosse in modo da sfruttare i pochi gadget a disposizione nella giusta maniera. In Splinter Cell: Conviction, oltre ad un’abbondanza di casse di armi poste nei luoghi più impensabili (come di fronte alla Casa Bianca!) utili per rimpinguare le proprie riserve, avrete sempre e solo un percorso da seguire, limitando dunque qualsivoglia esplorazione e semplificando la fase di pianificazione della propria azione.

Operazioni segreteA differenza di quanto molti si potessero aspettare, il pacchetto confezionato da Ubisoft Montreal per questo Splinter Cell: Conviction si è dimostrato molto più ricco del previsto. Oltre alla campagna, completabile in circa sette ore, c’è la possibilità di affrontare una modalità storia in cooperativa, nella quale interpreterete Archer e Kestrel, due agenti segreti in missione per fermare la compravendita di alcuni ordigni nucleari. Questa vicenda si pone temporalmente prima della storia di Sam Fisher e ci vedrà rivestire i panni di un agente ufficiale Third Echelon o Voron (l’agenzia gemella russa). Le meccaniche perfezionate per il singolo giocatore tornano potenziate, grazie alla collaborazione dei due giocatori. Il marcamento verrà effettuato sommando le capacità di entrambi gli agenti e i nemici colpiti saranno quelli all’interno del loro raggio visivo. Questo permetterà esecuzioni ancora più spettacolari ed incentiverà la cooperazione, oltre che la comunicazione tra i giocatori. Avere una spalla permetterà inoltre di ricevere soccorso in caso di KO ed avere una seconda possibilità di vittoria. Queste stesse meccaniche saranno alla base anche delle Operazioni Speciali, ovvero una serie di modalità studiate per due compagni di squadra. Cacciatore consiste in una serie di schemi nei quali occorrerà eliminare, senza essere visti, i bot disseminati per il livello. Ogni volta che verrete individuati verranno aggiunti cinque nuovi avversari, aumentando ulteriormente la sfida. I programmatori hanno allestito anche una sorta di modalità Orda, chiamata Ultimo Uomo, nella quale occorre resistere il più possibile alle ondate di nemici interessate a disattivare l’unità EMP al centro della mappa. Infine vi è una modalità competitiva denominata Scontro Finale, nella quale i due giocatori lotteranno per accumulare il maggior numero di uccisioni possibile. Ogni morte sottrarrà due punti, mentre scovare ed eliminare il proprio avversario ne frutterà 5. Ognuna di queste modalità è ben congegnata e contribuisce a prolungare notevolmente l’esperienza, soprattutto nel caso in cui si abbia un partner fidato. Dispiace la mancanza del classico “guardie e ladri”, che fu tra le prime modalità online mai presentate su console e divenuta un marchio di fabbrica della serie, ma occorre sottolineare come la completezza del pacchetto Ubisoft sia di tutto rispetto.

Lunga gestazioneTecnicamente la lunga gestazione di Splinter Cell: Conviction si fa sentire, lasciandoci un prodotto sicuramente non brutto, ma non al passo con le maggiori produzioni odierne. L’Unreal Engine mostra i suoi limiti con una sincronizzazione verticale non sempre perfetta ed ambienti piuttosto costretti, lineari e scarsamente interattivi. Buona invece la restituzione dei protagonisti, molto dettagliati e ben animati, oltre che d’impatto la scelta di fondere le indicazioni e segnali direttamente nel layout dei livelli. Ben riuscita anche l’indicazione dell’invisibilità, che andrà a modificare la resa cromatica degli ambienti, bianco e nero se invisibili o colorata se in vista, anche se questa trovata rende talvolta difficile scorgere cosa si sta facendo negli ambienti più scuri.Buono il comparto audio, grazie ad un discreto doppiaggio completamente in italiano e musiche sempre in tema con quanto mostrato su schermo, profondamente ispirate ad altri titoli griffati Tom Clancy.La longevità è complessivamente ottima, grazie all’unione di tante modalità diverse di media lunghezza, che insieme compongono un’offerta invidiabile.

– Tante modalità di gioco

– Gameplay veloce ed intuitivo

– E’ l’episodio più spettacolare della serie

– Livelli lineari

– Tecnicamente non all’avanguardia

8.5

Splinter Cell: Conviction è un pacchetto di indubbia qualità, capace di infondere nuova linfa nella serie vergata Tom Clancy. I fan di vecchia data dovranno mettersi l’anima in pace, il gameplay proposto è assolutamente coerente con la storia imbastita dai programmatori di Ubisoft Montreal, che tramite la dipartita del nostro eroe da Third Echelon hanno trasformato Sam Fisher in una vera e propria macchina di morte, veloce, silenziosa e letale. Questo ha permesso loro di snellire il gameplay, rendendo il tutto molto più fruibile ed immediato. La lunga gestazione del prodotto ha lasciato comunque dei segni, tra cui un comparto tecnico ottimo ma non più di primissimo piano, e livelli troppo lineari. L’aggiunta di una componente multigiocatore completa e divertente, impreziosita da una modalità cooperativa completamente ex-novo, non può che essere ritenuto un plus di assoluto livello, andando ad aggiungere ulteriore valore a Splinter Cell: Conviction.

Voto Recensione di Splinter Cell: Conviction - Recensione


8.5