Recensione

Spikeout: Battle Street

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a cura di Antonello Buzzi

Senior Staff Writer

Ai tempi dei mitici anni ’80 e ’90 nelle sale giochi di tutto il mondo spopolavano i picchiaduro a scorrimento in 2D, uno dei generi più gettonati all’epoca. Con l’avvento della terza dimensione questa tipologia di videogames si è quasi letteralmente estinta ma ogni tanto qualche titolo esce, anche se la qualità degli stessi è piuttosto altalenante. Nel 1998 Sega pubblicò un gioco appartenente a questa categoria su l’ormai mitica scheda da bar Model 3. Dopo ben 7 anni viene proposta su Xbox una conversione di quel titolo, riuscirà a convincere anche ora che i tempi sono cambiati?

The story so far….Sono passati dieci anni da quando il Team Spike ha eliminato il Team Inferno dalle strade di Diesel Town nello scontro finale di una leggendaria guerra tra bande. Tra i due gruppi continua a scorrere cattivo sangue, ed ora Michael, il grande capo, è tornato con un nuovo impetuoso gruppo di combattenti Inferno, e non vede l’ora di fare i conti. A causa dell’assenza dell’eroico Spike, toccherà a Spike Junior, suo figlio, farsi avanti e combattere la nemesi di suo padre per essere all’altezza del nome che porta.

Mazzate virtualiCome ogni beat’em up che si rispetti, la trama non è altro che un pretesto per poter picchiare tutti gli avversari che si troveranno davanti alla nostra strada. La modalità storia è un’avventura single player che ci catapulterà nelle vicende di vari personaggi del gioco durante la loro attraversata di Diesel Town. Inizieremo controllando Spike Junior, che è anche praticamente il protagonista della storia, ma mano a mano che procederemo per i livelli prenderemo il controllo di altri personaggi. Una cosa abbastanza triste è che le differenze fra i vari personaggi sono abbastanza risibili visto che alla fine combattono in modo quasi del tutto identico. Alcuni saranno più veloci, altri più potenti ma le strategie che attuerete per battere gli avversari rimarranno le stesse. Con X userete i pugni, con Y i calci, con A potrete effettuare delle prese e con B saltare. Data la natura arcade del titolo basterà premere varie volte il tasto X o Y per esibirsi in spettacolari combo che scaraventeranno via gli avversari. Esistono anche degli attacchi più avanzati che permettono di “caricare il colpo” premendo il grilletto destro o fare mosse speciali premendo contemporaneamente i tasti X,Y e B (anche se questi saranno contati) ma vi ritroverete ad usarli veramente poco, specialmente se si è circondati dai nemici, preferendo l’utilizzo delle classiche combo di calci o pugni. Delle cutscene, purtroppo di scarsa qualità, mostreranno l’evolversi della vicenda tra un livello e l’altro. La durata dello story mode è piuttosto esigua e si riuscirà a completarlo velocemente nel giro di 2-3 ore, senza contare che l’azione è davvero troppo monotona e che già dopo il terzo livello (su 10 totali) vi verrà voglia di passare ad altro. L’unico motivo per completare più volte questa modalità è la possibilità di sbloccare i personaggi aggiuntivi del gioco e nuove locazioni.

Combattere in compagnia è più belloDopo il deludente Story Mode parliamo delle modalità multiplayer che i programmatori hanno introdotto per farci divertire con gli amici. Nella modalità Combattimento potrete ripercorrere le locazioni già affrontate nella storia con un massimo di altri 3 amici, che potranno selezionare i personaggi tra quelli che avrete già sbloccato. Da far notare che in questa modalità in più giocatori si gioca in split-screen, e non con tutti i personaggi visualizzati contemporaneamente come i vecchi beat’em up. Questo potrebbe fare storcere il naso visto che lo schermo è suddiviso tra tutti i giocatori riducendo la visuale del gioco ed il fatto che una parte viene utilizzata per visualizzare la mappa rende la cosa ancora più fastidiosa.Sicuramente la modalità più divertente del titolo è quella online usufruendo del collegamento alla rete Xbox Live. Potrete creare delle partite impostando lo stage, la difficoltà, i continue ed altro per poterla personalizzare al meglio. Fino a 4 giocatori possono prendere parte in una partita. Per tutti coloro che non possiedono un abbonamento al servizio di gaming online Microsoft è possibile anche organizzare partite in System Link collegando più console tra loro.

Tecnicamente parlandoL’aspetto grafico risente pesantemente dell’origine Model 3 del gioco e, anche se è stato potenziato, il risultato è decisamente insufficiente per gli standard attuali. I modelli dei personaggi sono costituiti da un numero esiguo di poligoni e gli ambienti sono troppo spogli e cubettosi, senza considerare le animazioni, ripetitive e meccaniche. Il sonoro è costituito da musiche decisamente anonime ed effetti ancora più scontati. Il doppiaggio inglese è inoltre di pessima fattura, con voci dei personaggi inespressive e poco adatte ai soggetti. Diciamo che sotto il profilo tecnico potrebbe essere stato un buon gioco se fosse uscito su Dreamcast anni fa, ma su Xbox è decisamente sotto la sufficienza.

– Potrebbe divertire in compagnia

– Dedicato ai nostalgici dei vecchi beat’em up a scorrimento

– Grafica datata

– Sonoro anonimo

– Scarsa longevità

– Mosse tutte uguali

5.0

Un buco nell’acqua quest’ultima produzione Sega, un gioco portato con anni di ritardo e senza modifiche sostanziali su una console di ultima generazione. Dotato di un impianto audiovisivo insufficiente e di una scarsa longevità, il titolo è da consigliare solo a coloro che ricordano con nostalgia i vecchi tempi dei beat’em up a scorrimento e che vorrebbero giocare ad un Final Fight in tre dimensioni. Per tutti gli altri, ci sono giochi decisamente più interessanti in giro da giocare.

Voto Recensione di Spikeout: Battle Street - Recensione


5