Recensione

Skylanders Imaginators

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a cura di Gottlieb

Puntuale come un orologio svizzero è arrivato il momento di confrontarsi con una nuova iterazione di Skylanders, stavolta pronti a offrirci uno sfogo libero per la nostra immaginazione. Skylanders Imaginators, infatti, innova ulteriormente la formula proposta negli ultimi anni, che si era declinata in diverse modalità, con le ultime che comprendevano gare automobilistiche arcade e il mix dei Trap Master, da unire tra di loro sfruttando le combinazioni busto-gambe. Adesso è il momento di, come dicevamo, dare sfogo alla propria fantasia e creare degli Skylanders completamente nuovi, sfruttando i Cristalli della Creazione e arrivando a realizzare dei combattenti che rispecchino perfettamente le nostre esigenze e i nostri desideri, partendo sempre da un modello pre-impostato. Chiaramente le novità, però, non sono soltanto queste: andiamo quindi a scoprire cosa ci offre, quest’anno, Activision.

Crash!La versione da noi testata si fregiava di un’altra grande novità di quest’anno targata Skylanders Imaginators: si tratta di Crash Bandicoot, che in attesa di fare il proprio ritorno con una trilogia rimasterizzata dei primi capitoli targati Jason Rubin, sotto l’egida di Naughty Dog, ha prestato il proprio volto al brand Activision. Nella versione dedicata al roditore arancione, sarà possibile trovare anche il Dottor Neo Cortex, il temibile rivale di Crash, che per anni ha dovuto lottare, in silenzio e con pochissimi versi, contro le nefandezze e gli strampalati progetti dello scienziato. Entrambi saranno protagonisti del livello dedicato  interamente a Crash, che va a richiamare quelle che erano le ambientazioni del primo platform targato Rubin, risalente al 1996: una ventata di nostalgia che farà sicuramente stringere il cuore a tutti i fan di una delle icone dell’era PlayStation, che avrà la possibilità di ritrovare anche il supporto di Aku Aku, qui in veste anche di traduttore e interprete per il videogiocatore, così da poter dare una voce all’infante bandicoot. Oltre questo, la nostra esperienza all’interno del livello offertoci, ci ha permesso realmente di rivivere una delle avventure bidimensionali – qui chiaramente supportate dalla terza dimensione – di Crash, con tanto di mele e di casse da distruggere: d’altronde tutte le mosse del roditore, che sarà utilizzabile ovviamente anche di fuori del proprio habitat naturale, saranno mutuate da quanto disegnato da Jason Rubin negli anni ’90, così da consegnare a tutti i nostalgici quello stesso feeling che era proprio dei salti, dei pugni roteanti e delle scivolate col piede a martello. Per i giovanissimi, invece, sarà un modo come un altro per conoscere un personaggio che, magari accompagnati da un genitore o un parente più videoludicamente navigato, potrà acquisire un fascino tutto suo, nel suo design leggermente rivisto rispetto a quanto proposto prima da Naughty Dog e poi da Vivendi negli anni successivi. Sarà invece interessante poter vestire i panni di Neo Cortex, un aspetto completamente inedito, e ritrovarsi tra le mani una versione fedele all’originale, armato sia di pistola, così da sfruttarne i colpi a lungo raggio, sia della possibilità di evocare Uka Uka, fratello di Aku Aku. Quest’ultimo, purtroppo, oltre a essere un NPC comparirà esclusivamente dopo la morte di Crash, l’unico Skylanders ad avere dalla sua la possibilità di accumulare vite e tornare così in campo per una seconda chance: nei primissimi secondi dopo esser resuscitato, con una simpatica animazione che vedrà il bandicoot uscire dalla terra dov’era sepolto, il dio vodoo donerà una temporanea immunità, così da non rendere eccessivamente punitivo l’aspetto della morte. Crash, dal canto suo, verrà chiamato, come tutti gli altri Skylanders di questo nuovo capitolo, a vincere nuovamente le forze del male, capitanate da Kaos, alla ricerca dell’ennesimo artefatto pronto a donargli il potere necessario per trionfare sulle Skyland in maniera incontrastata. Nello specifico, il bandicoot dovrà rimettere in ordine la melodia della propria isola, condizionata dalla presenza di un falso Crash nato da una frattura nel continuum spazio-temporale: tra enigmi ambientali musicali e qualche tentativo dal punto di vista dell’esplorazione leggermente più elaborato, affiancato da qualche minigioco più evocativo (tra cui un gioco di carte che richiama moltissimo il Tetra Master di Final Fantasy IX), il livello scorre sicuramente meglio degli altri. Sarà il senso di nostalgia, sarà la necessità di offrire qualcosa di nuovo, ma studiato a tavolino per colpire anche un’altra platea di fan, sicuramente impersonare Crash dona un aspetto completamente diverso all’intera esperienza, soprattutto quando saremo chiamati alle oramai iconiche discese della rupe per sfuggire a un masso che ci rincorre. Un po’ come quando, nella prima edizione di Skylanders, ci venne data la possibilità di vestire i panni di Spyro, mascotte, però, sicuramente meno iconica di quella Naughty Dog. 

SenseiSia Crash Bandicoot che il Dottor Neo Cortex sono due Skylanders Sensei, una figura completamente nuova proposta in Skylanders Imaginators. Saranno 31 in totale e rappresentano il cuore dei nuovi personaggi da schierare sul vostro portale, prontamente fornito anche nel nuovo capitolo della saga: molto più forti dei normali, saranno decisamente votati a una specifica classe, così da rendere molto più marcata la differenza tra le principali attitudini di ognuno dei personaggi. Undici di questi Sensei saranno (ex)antagonisti delle vostre vicende e seguiranno la trama legata alle trappole disseminati nel precedente capitolo, così da riproporli sotto versione di Skylanders fisico, piuttosto che imprigionato in una delle trappole elementali. Chiaramente le loro capacità li porteranno anche a realizzare delle mosse speciali, chiamate Sky Chi, tutte collegate a una serie di templi da sbloccare e da rintracciare: lo stesso Crash ne avrà una, per rimanere ancorati al cardine nostalgico della nostra disamina. Armatosi di yo-yo verde, il bandicoot si lancerà in una serie di colpi violenti con il suo giocattolo, salvo poi ritrovarsi, al termine della mossa speciale, intrappolato tra i fili dello yo-yo. Le mosse speciali si ricaricano sfruttando dei globi di colore viola che i vari minion lasceranno cadere quando verranno sconfitti, insieme con gli altri collezionabili, che vengono enumerati sotto la voce delle monete spendibili per delle mosse aggiuntive o vi aiuteranno ad accumulare punti esperienza, così da poter raggiungere il livello successivo. Come tutti, avranno il level cap impostato a 20 e ognuno di essi sarà indissolubilmente collegato agli Imaginators, per i quali sbloccheranno abilità, tecniche e anche la possibilità di ottenere un livello sempre più altro, altrimenti vincolato a rimanere il più basso possibile. Tale novità, di sé e per sé, non è sicuramente l’aspetto più pregnante dell’intera esperienza, perché non offre alcuna meccanica realmente innovativa, ma giustifica la presenza di trentuno nuovi personaggi da acquistare, così da intensificare ulteriormente la politica del toy-to-life, del quale Skylanders, oramai, si fa chiaramente portavoce, dall’alto della sua anzianità incontrastata, dopo l’abbandono di Disney Infinity: la unique selling proposition, però, non esiste e la necessità di affidarsi a un acquisto smodato di tali personaggi non è rintracciabile, se non nella qualità dei personaggi, decisamente più rifiniti e più leggeri di quelli proposti fino allo scorso anno.

Fantasia limitataArriviamo, però, al cuore e vero e proprio di Skylanders Imaginators, per l’appunto quelli che potremo creare noi ex novo. Nello starter pack fornitoci avremo a disposizione un Cristallo della Creazione, nel nostro caso del fuoco, che ci richiederà di scegliere immediatamente la nostra classe di appartenenza, così da determinare il nostro stile di combattimento. Dopo di ciò sarà possibile personalizzare il nome del nostro personaggio, la voce (scegliendo degli stili preimpostati), i poteri e chiaramente l’aspetto esteriore: avrete sia dei set preimpostati tra cui scegliere, ma anche la possibilità di arricchire il vostro armadietto degli accessori nel tempo, trovando altri oggetti nei bauli sbloccati di livello in livello. Le combinazioni sono molteplici e noi stessi siamo riusciti a sbizzarrirci anche e soprattutto con degli abbinamenti cromatici che non avevano grande senso estetico, ma che comunque hanno esaltato la possibilità di creazione: è sicuramente, però, frustrante il doversi affidare necessariamente a un modello preimpostato e quindi limitarsi a un determinato pattern di mosse. L’arciere non potrà, per esempio, usufruire di colpi da brawler, e viceversa, così come accadrà per tutte le altre classi: una limitazione strutturale che per quanto comprensibile dal punto di vista tecnico, potrebbe far storcere il naso dinanzi al claim del titolo in questione, che esalta la possibilità di sfogare la propria fantasia al meglio. La fase di vestizione potrà anche far scattare una sorta di caccia al tesoro per l’accessorio più raro, essendo tutti questi divisi in Raro, Epico e Mitico, categorie che chiaramente ne aumentano il valore e la difficoltà nel rintracciarlo. L’aspetto più negativo, però, degli Imaginators in sé è che ogni Cristallo potrà contenerne uno e uno soltanto, che sarà sì trasportabile in ogni dove, su ogni portale di ogni piattaforma, ma per chiunque vorrà crearne più di uno sarà necessario affidarsi a più Cristalli, soprattutto di elementi diversi, così da poter variegare la propria offerta e non limitarsi esclusivamente a un solo potere elementale. D’altro canto, il gioco non vi obbliga chiaramente ad avere più di un Imaginators, ma dubitiamo che la vostra fantasia, soprattutto quella dei più piccoli, sia così assoluta e unica da poter essere richiusa in un solo modello e in un solo Cristallo. 

Viaggio nella M.A.P.P.A.Il gameplay di Skylanders Imaginators rimane invariato rispetto alle precedenti versioni: il platform d’esplorazione e di risoluzione di enigmi soffre della stessa necessità di approcciarsi un pubblico molto puerile e giovane, rendendo il tutto fin troppo banale per i videogiocatori adolescenti o comunque più adulti. Il toy-to-life, insomma, inizia a sentire l’esigenza di un occhio di riguardo, soprattutto adesso che l’Italia ha aperto le porte a Lego Dimensions, padrone incontrastato, per franchise e per gameplay, del genere. La risposta è stata, chiaramente, adeguata al fuoco emesso da Warner Bros. e i due macigni presto si ritroveranno a doversi dividere un mercato abbastanza vasto: fino ad allora, però, Skylanders continuerà a essere il prodotto rivolto maggiormente ai più piccoli, mentre Lego cercherà, con il suo umorismo nei dialoghi e nella creazione dello scenario, di coinvolgere gli adulti e i nostalgici degli anni ’80 piuttosto che quegli degli anni ’90 e di Crash Bandicoot. Resta comunque da apprezzare l’idea già citata di inserire qualche enigma ambientale più accattivante, a partire da quelli che vedranno protagonista appunto il roditore arancione, chiamato a replicare delle melodie saltando su delle pietre colorate o anche a sfruttare la forza rimbalzante delle sue iconiche casse per raggiungere dei piani più alti, così da lasciarci apprezzare anche il level design, semplice ma non banale. Artisticamente, poi, il titolo si conferma sugli stessi livelli del precedente, senza compiere dei passi eccessivamente avanzati e senza lasciarsi andare a eccessive sbavature, con colori molto accesi e con dei movimenti molto fluidi di tutti i personaggi, Crash compreso, sicuramente il più dinamico e ostico da gestire nei momenti più concitati delle battaglie. Il sonoro è chiaramente accompagnato dal doppiaggio in italiano, molto lento e cadenzato, accompagnato anche da uno scorrimento dei testi terribilmente lento, ma chiaramente votato a quelle che sono le necessità di un pubblico, come già detto, più giovane. Non è, d’altronde, la componente tecnica che ci permette di valutare meglio o peggio un capitolo di Skylanders, che mira a una forma di intrattenimento ben più diverso, che anno dopo anno riesce a trovare sempre più la propria dimensione: lo stop alla produzione delle versioni mobile e agli starter pack digitali è la dimostrazione di come il franchise abbia raggiunto una maturità tale da potersi permettere delle decisioni drastiche in funzione dell’ottimizzazione della produzione. 

– Crash Bandicoot

– Formula sempre piacevole

– Nuove idee di gameplay apprezzate

– Cristalli della Creazione limitati

– Sensei privi di mordente

8.0

Skylanders Imaginators riesce a metà nella propria opera di espandere il proprio franchise alla creazione e alla fantasia dei più piccoli: la limitazione fornita dai Cristalli della Creazione è evidente, soprattutto là dove non potrete averne più di 31, come i Sensei. La necessità di dover acquistare nuovi cristalli per aumentare i vostri Imaginators è sì figlia di una necessità di mercato, ma anche schiava di un consumismo che non premierà sicuramente tale scelta. D’altro canto, Skylanders resta un prodotto godibile e che si lascia giocare senza eccessive problematiche, e che inoltre quest’anno si fregia dell’aver riprodotto in maniera perfettamente adeguata Crash Bandicoot, accompagnandolo con tutti i crismi del caso nell’offrirci un livello interamente ispirato alle meccaniche di un tempo. Un aspetto nostalgico che, per una volta, viene colto, ben elaborato e che va apprezzato.

Voto Recensione di Skylanders Imaginators - Recensione


8