Recensione

Saint Seiya: Battaglia del Santuario

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a cura di rspecial1

Il mondo dei videogiochi è da sempre caratterizzato dalla presenza di titoli ispirati alle più famose serie di cartoni animati e sembrava davvero strano che nessuno avesse ancora pensato di tirare fuori un tie-in da una delle saghe più amate e conosciute al mondo, quella dei Cavalieri Dello Zodiaco, in questa generazione. A riempire il vuoto ci ha pensato Namco Bandai, casa indubbiamente esperta in operazioni del genere. La Battaglia Del Santuario, il titolo di cui parleremo oggi, è un esclusiva Sony, dunque la possibilità di utilizzare gli eroi nati dalla matita del maestro Masami Kurumada è stata concessa ai soli possessori del monolito nero. Tutti i fan di Seiya e compagni vorranno scoprire se la società giapponese sia riuscita o meno a ricreare le atmosfere dell’anime originale grazie alle potenzialità della console HD. Senza perdere tempo andiamo dunque ad analizzare cosa ci attende una volta inserito il blu-ray del gioco nel lettore della nostra Playstation 3.

Solo Atena riesce a mettersi nei guai peggio di PeachPiù di una generazione di ragazzi è cresciuta seguendo le gesta di Seiya e le mille fatiche che l’eroe ha dovuto affrontare per la salvezza di Atena, dotata della divina abilità di ficcarsi sempre in guai enormi all’inizio di ogni arco del manga. Mentre lo sfruttamento del franchise continua con nuovi fumetti e anime sul prequel della serie originale, Lost Canvas, i programmatori di Namco Bandai hanno voluto concentrarsi esclusivamente sulla fase più nota, quella delle dodici case. Una breve sequenza d’immagini ci rivelerà la storia di Aiolos, del tradimento di Ares e di come il cavaliere d’oro perse la vita tentando di proteggere a tutti i costi la piccola Lady Isabel, reincarnazione della dea Atena. Un racconto davvero breve e poco dettagliato che non fa comprendere bene la trama del gioco, anche perché la narrazione salta un abbondante pezzo dell’opera originale portandoci direttamente ai piedi delle dodici case dei cavalieri d’oro, alla presenza di Mur, cavaliere dell’Ariete. Qui inizierà il tutorial del gioco e se già i fan di vecchia data de I Cavalieri Dello Zodiaco resteranno un po’ spiazzati dall’approssimativa introduzione, non osiamo immaginare cosa potranno comprendere persone che non hanno seguito l’anime in passato.Lo scheletro della trama però rimane e pone il giocatore su una strada quantomai lineare: Atena è stata colpita da una freccia e noi dovremo attraversare le dodici case custodite dai cavalieri d’oro per raggiungere il Grande Sacerdote e salvarla da una sicura dipartita. Ciò che caratterizza il titolo è la classica impostazione di gioco in puro stile musou tipica delle produzioni Tecmo Koei, dove centinaia di nemici si scaglieranno contro il nostro personaggio. L’avventura ci vedrà impersonare i cavalieri di bronzo Seiya, Hyoga, Shiryu, Shun e suo fratello Ikki, seguendo a grandi linee gli avvenimenti dell’anime e passando da uno all’altro a seconda del capitolo, e riproponendo così gli scontri storici che tanto ci hanno entusiasmato da piccoli.I programmatori della società giapponese hanno ideato un sistema di gioco abbastanza semplice e intuitivo con uno schema predefinito per ogni capitolo. All’inizio dovremo muoverci all’esterno in una sequenza che vede il nostro eroe impegnato nella scalata verso la prossima casa d’affrontare, con centinaia di nemici che cercheranno di bloccarci il passaggio e con alla fine un sotto boss preso di forza dalla serie (quasi sempre si tratterà delle controparti dei nostri eroi impersonate dai Cavalieri Neri, ma troveremo anche altri personaggi come Cassios o Eris). Dopo la salita, ci sarà il tanto atteso scontro con il Cavaliere d’oro che presiede la casa, sostanzialmente il boss finale.

Hanno nomi importanti, sono grandi e forti eroi…ma un aiutino non guasta mai.Come in ogni titolo del genere musou dovrete prepararvi a distruggere i tasti quadrato e triangolo del vostro pad, poiché anche in questo I Cavalieri Dello Zodiaco: La Battaglia Del Santuario l’attacco veloce e quello potente corrispondono ad essi, e per tutta la durata del gioco dovremo semplicemente premerli furiosamente senza preoccuparci delle combo ideate dagli sviluppatori. In casa Namco Bandai si sono dati da fare per cercare di ricreare un gameplay profondo e con alcune varianti che potesse in qualche modo distinguere il gioco dalla massa di cloni della serie Dynasty Warriors, regina incontrastata del genere. Per raggiungere l’obiettivo la casa nipponica ha introdotto due speciali barre energetiche accanto a quella della vita del nostro eroe. La prima rappresenta l’energia del cosmo del cavaliere e si consuma utilizzando i due attacchi speciali che possiede o il settimo senso, mentre la seconda è costituita dal bastone di Atena che andrà a riempirsi colpendo ripetutamente il boss di fine livello dandoci la possibilità di sferrare un attacco particolarmente devastante accompagnato da una cut-scene molto coreografica. Sebbene nelle sequenze da puro picchiaduro a scorrimento ci ritroveremo a combattere con orde di nemici, ben presto noteremo come sia davvero semplice sbarazzarsi di essi con delle combo quasi infinite o con colpi particolarmente potenti attivabili grazie all’uso del nostro cosmo. La varietà degli avversari inoltre è davvero scarsa, e ci troveremo di fronte a improbabili difensori del Grande Sacerdote che si differenziano solo per le armi utilizzate, e risultano quasi del tutto privi di IA (caratteristica comune comunque a molti titoli di questo tipo). Considerando poi che , in caso di difficoltà potremo sbarazzarci di tutti attivando la difesa potenziata dal cosmo, diventa facile capire che gli ostacoli durante l’avventura sono ben altri. Per semplificare ulteriormente le cose ai giocatori i programmatori hanno deciso di inserire addirittura un’auto rigenerazione sia della vita che della barra del cosmo, in questo modo basterà vagare per un po’ evitando gli attacchi per non morire praticamente mai (anche se i livelli di difficoltà più avanzati rispetto a quella standard potrebbero dare un po’ più di filo da torcere).Il sistema di combattimento cambia relativamente focus invece quando si affronta uno degli imponenti Cavalieri d’oro, ponendo l’attenzione del giocatore su due fattori importanti, la propria barra del cosmo e la sequenza d’attacco del cavaliere. Non importa che si tratti di Aldebaran o Aphrodite, gli scontri si svolgono sempre allo stesso modo, con piccole varianti costituite dal settimo senso attivato dai nemici. Tutto ciò che dovremo fare sarà girare per lo schermo attendendo che il Cavaliere lanci il proprio attacco, attivare il settimo senso (che rallenterà per qualche secondo il tempo e l’avversario) e colpirlo con le mosse o combo più potenti a nostra disposizione. Tutto qui. Considerando infine che attiveremo abbastanza in fretta il bastone di Atena e che a nostra disposizione avremo tre resurrezioni che ci permetteranno di continuare la partita in caso di sconfitta, e ricaricheranno tutti gli indicatori al massimo, finire il titolo non sarà certo difficile. L’unico inconveniente derivante dall’uso dei “continua”, è l’abbassamento del punteggio finale.

Ma se a percorre le dodici case fosse stato un Cavaliere diverso?Per cercare di aggiungere un po’ di varietà a un picchiaduro cosi ripetitivo e corto i programmatori hanno deciso d’inserire un accumulatore di punti da utilizzare per migliorare il nostro personaggio in varie caratteristiche o aggiungervi alcune nuove tecniche di combattimento. In realtà cercare di alzare il livello del cavaliere per aumentarne la potenza, la resistenza o anche solo il consumo del cosmo risulterà del tutto superficiale. Il fatto che sia stato introdotto in modo poco accurato nel sistema in fase di progettazione è abbastanza evidente. Sarà quasi inutile sprecare punti in tutte le tecniche acquistabili o per aumentare parametri secondari come la stamina del personaggio. Conviene infatti usare i punti solo per far salire la potenza dei colpi e infliggere maggiori danni, cosi da uccidere più velocemente i nemici e i boss, tutto il resto è inutile.La trama principale non v’impegnerà che per 6/7 ore di gioco e proprio per questo motivo Namco Bandai ha pensato d’inserire una seconda modalità di gioco denominata Missione che permetterà al giocatore di impersonare una ventina di altri cavalieri, tra cui anche quelli d’oro, per ripercorrere alcune delle case del Grande Tempio. Sono affrontabili anche delle sfide a tempo in cooperativa. Una speciale classifica infatti ci metterà in competizione con il resto del mondo e la sfida contro noi stessi sarà il traino principale della modalità, anche se alcuni personaggi sono talmente potenti che la stessa risulterà un po’ troppo facile in certi casi. Per i più impavidi ci sarà anche una sorta di survival classico dove l’unico obiettivo è restare in vita il più a lungo possibile. Per tutti i fan dei cavalieri probabilmente l’aggiunta più interessante sarà la possibilità di vedere le maggiori action-figure prodotte per la serie, grazie alla gallery del gioco.

Guardare la Playstation 3 chiedendosi se non sia la 2 non ha prezzo!Ebbene sì, una volta avviato il gioco e assistito alla sequenza introduttiva verremo catapultati in quello che a prima vista sembra proprio un titolo per Playstation 2 in alta definizione, quelli tipici delle collection che tanto vanno di moda in questo periodo a casa Sony per intenderci. Sebbene la modellazione poligonale dei personaggi principali e boss sia stata fatta con una certa cura, è la generale sensazione di approssimazione e mancanza di dettagli a dominare. Si può in parte passare sopra al fatto che i comprimari non siano curatissimi, ma avremmo gradito una maggiore attenzione dei grafici almeno sulla riproduzione degli attacchi speciali dei principali cavalieri. Il titolo sfrutta un Cel Shading mediocre, che trasmette poco o nulla delle atmosfere viste nella serie da cui prende ispirazione, basti pensare che spesso sarebbe stato meglio riproporre spezzoni di quest’ultima che le scene realizzate con il motore grafico del gioco. I veri problemi tecnici del titolo sono però altri, in primis una pessima telecamera e un’IA che rasenta davvero le basi del ridicolo. Purtroppo la decisione di Namco Bandai di porre il protagonista al centro dello schermo senza possibilità di spostare la visuale porta a situazioni di gioco decisamente poco gradevoli, come il non vedere i nemici che arrivano da dietro la nostra visuale, con la conseguente impossibilità di evitarne i colpi. La pessima IA affligge anche i boss, dando vita a scontri noiosi e ripetitivi che in alcuni casi culminano in scene assurde. In alcune location potremo nasconderci dietro delle colonne, con il cavaliere di turno che non farà altro che sparare i suoi attacchi senza logica e senza aggirare l’ostacolo. Nei casi peggiori (esempio eclatante lo scontro contro Aiolia) basterà una scultura distrutta per fare da ostacolo tra noi e l’avversario, con questi che ci correrà incontro o lancerà i suoi attacchi senza mai colpirci, come se non ci fosse nulla davanti a lui. Il sonoro è composto dall’audio in giapponese che, sebbene non sia un difetto, per chi è cresciuto con lo spettacolare doppiaggio italiano non sarà il massimo. La voce va poi spesso fuori sincro rispetto al labiale. Nulla da dire invece sulle sempre splendide sigle, orecchiabili come non mai durante le fasi di caricamento del gioco.

-Tanti cavalieri da usare

-L’intro è sempre stupenda

-Pessima telecamera

-IA assente

-Tecnicamente non eccelso

-Sistema di potenziamento da rivedere

5.0

Chiunque sia cresciuto con gli eroi creati da Masami Kurumada avrà atteso con ansia l’arrivo su console HD dei propri beniamini. Tuttavia non potrà che restare deluso da questo I Cavalieri Dello Zodiaco: La Battaglia Del Santuario e dalla sua realizzazione approssimativa. I vari difetti tecnici e di IA da cui è afflitto il prodotto Namco Bandai sono decisamente gravi e incomprensibili vista la caratura della società, e la qualità di altri tie-in relativi ad anime da essa prodotti. Il gioco purtroppo non riesce a coinvolgere adeguatamente, lasciando come unica ragione di possedere il titolo, la volontà di collezionare tutto ciò che riguarda il mondo di Saint Seiya. Tutti gli altri farebbero bene a considerare attentamente se valga o meno la pena di scalare il Santuario e sconfiggere il Grande Ares per liberare Atena, perchè in questo caso è probabilmente meglio starsene a casa.

Voto Recensione di Saint Seiya: Battaglia del Santuario - Recensione


5