Recensione

Resident Evil: The Darkside Chronicles

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a cura di Star Platinum

Il debutto della serie Resident Evil su Wii aveva mostrato sia luci che ombre, in quanto se dal punto di vista dell’appassionato il gioco risultava interessante e coinvolgente nel suo debutto in chiave rail shooter, dall’altro erano emersi parecchi difetti sia in ambito tecnico che per quanto riguardava il livello di difficoltà, che in più di un’occasione appariva sbilanciato, con picchi di difficoltà in alcuni casi fin troppo evidenti e situazioni in cui la frustrazione era nell’ordine naturale delle cose. Dopo la prova effettuata circa un mese fa, aspettavamo però questo Resident Evil: The Darkside Chronicles con molto ottimismo e, fortunatamente, il risultato finale ha confermato le nostre aspettative. Siete pronti ad affrontare nuovamente il male, sapendo ciò che vi attende?

Le origini del maleAvviando il gioco e scegliendo d’iniziare una nuova partita, vi sarà chiesto di creare un vostro profilo giocatore e di selezionare il livello di difficoltà tra facile, Normale e Difficile. Potrete inoltre accedere alla schermata delle opzioni che consentiranno di regolare le impostazioni audio (musica e effetti sonori), le impostazioni schermo attivando o disattivando alcuni indicatori (punteggio, PV & munizioni, puntamento laser e sottotitoli), fino ad arrivare infine alla configurazione del sistema di controllo, che descriveremo a breve. E’ inoltre possibile modificare la configurazione del puntamento, la luminosità e la regolazione della ricarica impostando la sensibilità del movimento rilevato scegliendo tra Bassa, Media e Alta. Fin qui nulla di nuovo. Il menu iniziale consente di scegliere tra Chronicles, che rappresenta la modalità principale, Archivi (per riesaminare tutti i file ed il materiale video raccolti nel corso del gioco), Punteggio (dove controllare i risultati ottenuti), Armi (in cui è possibile acquistare dei potenziamenti per rendere più efficace ogni strumento di distruzione) ed infine Classifiche Nintendo WiFi Connection, che consente d’inviare il proprio punteggio online e partecipare al ranking globale.Dal punto di vista puramente narrativo appare subito chiaro che il gioco ha subito alcune sostanziali modifiche rispetto al precedente episodio. La storia è raccontata come fosse una sorta di diario di Leon S. Kennedy e dopo un primo capitolo che ci vedrà impegnati nell’inedita Operazione Javier, in Sud America, il recente passato lascerà spazio alle origini della vicenda, catapultandovi direttamente nei Ricordi della città perduta, in una Raccoon City che cronologicamente propone tutti gli avvenimenti accaduti in Resident Evil 2. Il terzo filone narrativo proposto, denominato Gioco di oblio e relativo ai fatti di Code: Veronica, rappresenta l’ideale prosecuzione delle avventure e anticiperà l’ultima parte della storia, che vedrà impegnati Leon e il carismatico Krauser in una vicenda ad oggi ancora mai raccontata e che vi lasciamo scoprire da soli per non rovinarvi alcun colpo di scena. L’idea di spezzare in qualche modo il filo cronologico con questi flashback narrativi risulta senza ombra di dubbio interessante e contribuisce ad incrementare il coinvolgimento del giocatore, che si ritroverà sempre più immerso nell’atmosfera della serie, grazie anche all’ottima regia videoludica.

Cura per i dettagliLe principali differenze rispetto a Umbrella Chronicles saranno evidenti fin dalle fasi iniziali, sia per quanto riguarda il livello di sfida offerto ma soprattutto per l’introduzione di alcune nuove dinamiche a livello puramente visivo. Per quanto riguarda il primo aspetto, è innegabile che vi sia stato un netto miglioramento a favore di un bilanciamento tecnico costante che rende la sfida progressivamente più difficile ma in maniera dinamica, in base al grado di valutazione che il giocatore otterrà capitolo dopo capitolo, senza più quella sgradevole sensazione di frustrazione presente in diversi passaggi del precedente capitolo e con un livello di difficoltà che appare finalmente esente da punti virtualmente impossibili da affrontare. Un esempio pratico è da ricercarsi in tutte quelle situazioni in cui gli zombie spesso erano soliti lanciarsi in attacchi fin troppo rapidi, non consentendo di adottare le opportune contromisure difensive e rendendo quantomeno difficoltose tutte quelle azioni che dovevano essere compiute utilizzando unicamente il Wii Remote per sbarazzarsi degli attacchi ravvicinati. Questa volta le distanze sono rispettate in modo ottimale e in base alla vicinanza del nemico potrete sempre regolarvi sulla migliore strategia da adottare, possibilmente tenendo sempre sotto controllo l’indicatore delle munizioni. Il gioco non consente infatti di cambiare arma mentre si sta effettuando una ricarica pertanto in questo breve lasso di tempo sarete completamente indifesi, anche se non del tutto. Un altro sostanziale miglioramento adottato dagli sviluppatori è infatti relativo all’intelligenza artificiale del vostro compagno. Premesso che in ogni capitolo potrete scegliere quale dei due protagonisti impersonare, le reali differenze rispetto al precedente episodio riguardano il supporto di fuoco fornito dal partner. Tutte le volte in cui starete effettuando la ricarica di un’arma o avrete un nemico nelle immediate vicinanze non sarà raro trovarlo infatti orientato nel tentativo di coprirvi temporaneamente le spalle o di bloccare altri ostili nelle immediate vicinanze, senza dimenticare che anche il personaggio controllato dalla cpu potrebbe richiedere il vostro aiuto e dovrete quindi liberarlo da eventuali minacce salvaguardando la sua energia vitale. Il sistema di puntamento, da noi utilizzato con le impostazioni standard, risulta molto preciso e rispetto al passato è bello riscontrare che l’esecuzione degli headshot (colpi in grado di spappolare letteralmente la testa di uno zombie con una sola pallottola ben assestata) appare ora molto più convincente ed appagante. Dal punto di vista del puro gameplay è innegabile che il gioco sia sostanzialmente molto simile al predecessore in termini generali, per quanto ogni aspetto sia stato migliorato e il ritmo dell’azione sia in grado di offrire un divertimento ben maggiore. Arrivati a questo punto è però necessario fare un’importante precisazione in riferimento alle inquadrature. Il gioco propone infatti dinamiche standard per quanto riguarda la maggior parte della situazioni e solo in alcuni momenti ben precisi la “regia videoludica” appare più movimentata, proprio perché virtualmente corrispondente al punto di vista del vostro personaggio e come tale soggetta a repentini movimenti e spostamenti in occasione delle situazioni di elevata tensione. Questo aspetto risulta molto valido dal punto di vista della spettacolarità e per quanto inizialmente potrebbe essere necessario un minimo di tempo per familiarizzare con questa introduzione, a nostro avviso non si tratta di un difetto in quanto una volta che questi “spostamenti” saranno stati metabolizzati dal giocatore potranno essere utilizzati a proprio vantaggio (ad esempio per ricaricare le armi) evitando inutili sprechi di munizioni.

La resa dei contiIl sistema di controllo implementato dagli sviluppatori risulta ancora una volta molto comodo, consentendo di utilizzare il solo Wii Remote (che non è mai stato tanto simile ad una light gun per appagamento) oppure la Wii Zapper. Il pulsante A (Z se usate la seconda configurazione) consente di agganciare i nemici mirando al punto di maggior danno, oppure di utilizzare il coltello, il tasto + utilizza l’erba medica, B serve per sparare e 1 attiva il menu Stato in cui è possibile in qualsiasi momento cambiare l’arma in proprio possesso tra le quattro trasportabili. Utilizzando il solo telecomando la selezione dello strumento d’attacco si rivela ancor più immediata, in quanto affidata al D-Pad. Rispetto al primo episodio la presenza di items e munizioni si rivela meglio distribuita e in generale sparare a qualsiasi oggetto o elemento dello scenario si rivela utile per scovare emblemi della Umbrella Corporation o documenti (che si renderanno poi disponibili per la sezione Archivi), senza dimenticare i pezzi d’oro che si riveleranno utili per incrementare la potenza delle armi. L’esperienza di gioco in multiplayer si rivela molto pratica, con il secondo giocatore che potrà entrare immediatamente a partita in corso, incrementando non poco il divertimento offerto. Dal punto di vista tecnico il risultato svolto è eccellente per quanto riguarda l’aspetto grafico in generale. Tralasciando le ottime sequenze cinematiche, è la qualità dei modelli poligonali a sorprendere, grazie a un motore 3d che si è sempre comportato bene senza mostrare incertezze. Gli effetti di luce, le fiamme e l’acqua adottati risultano tra i migliori mai visti su Wii e la nuova regia introdotta conferma le impressioni iniziali fornendo uno stile assai cinematografico mai oltre il dovuto, sottolineando con le giuste inquadrature il pericolo che si potrebbe celare dietro ad ogni angolo. La colonna sonora è molto immersiva, in quanto hanno partecipato sia Shusaku Uchiyama (Resident Evil 2) che Takeshi Miura (Resident Evil Code: Veronica) riarrangiando alcuni brani grazie al supporto dei musicisti dell’orchestra di Tokyo e di Yoshihisa Hirano che è un esperto in musica classica relativamente a composizioni per anime e videogame. Ottimo anche il doppiaggio in inglese e senza sbavature la localizzazione dei sottotitoli in italiano. La longevità, superiore alla media del genere, risulta ben superiore al precedente capitolo (per completare tutto il gioco al 100% saranno necessarie non meno di sette ore), sia per la possibilità di poter accedere a numerosi contenuti extra riaffrontando i livelli impersonando i diversi personaggi protagonisti, sia utilizzando le armi potenziate in precedenza. La stessa rigiocabilità risulta arricchita dai bonus implementati dagli sviluppatori quali ad esempio uno scenario bonus da affrontare con Krauser, la modalità Tofu, un ulteriore livello di difficoltà, costumi sbloccabili e molto altro ancora. Si tratta sicuramente di un buon prodotto, che pur non puntando sull’originalità ed offrendo un concept certamente non innovativo, risulta molto giocabile e divertente in particolar modo per gli estimatori della serie. La possibilità di poter condividere i propri record online è da considerare come la classica ciliegina sulla torta per un prodotto ben realizzato e senza particolari difetti se non un gameplay che per qualcuno alla lunga potrebbe anche risultare ripetitivo.

– Eccellente realizzazione tecnica

– Molto divertente e giocabile

– Storia sempre avvincente

– Elevato fattore rigiocabilità

– Piuttosto simile a Umbrella Chronicles

– Meccanica alla lunga ripetitiva

8.0

Resident Evil: The Darkside Chronicles migliora l’esperienza ludica offerta dal precedente episodio correggendo quei difetti che in passato ne avevano compromesso il giudizio finale. Pur essendo un rail shooter, il gioco risulta molto divertente e supportato da una struttura narrativa interessante sia per l’introduzione di una parte della saga ad oggi ancora inedita ed anche per coloro che negli anni non avessero avuto modo di giocare agli avvenimenti narrati in Resident Evil 2 e Code: Veronica.

Tecnicamente il lavoro svolto da Capcom è davvero pregevole, grazie ad un comparto grafico eccellente e ad un sonoro in grado di calare il giocatore nel clima di tensione tipico della serie.

Una volta presa confidenza con le nuove dinamiche implementate a livello di inquadrature, il tutto scorre via senza problemi, in un crescendo di difficoltà e tensione come solo i migliori capitoli della serie sapevano proporre. Molto elevata la longevità rispetto alla media del genere, grazie anche alle piccole novità introdotte.

Nel complesso si tratta di un titolo valido, limitato nel gameplay a causa della tipologia videoludica adottata ma non per questo meno accattivante o giocabile. Leon S. Kennedy è pronto a portarvi nuovamente al centro del terrore, avete abbastanza coraggio per seguirlo?

Voto Recensione di Resident Evil: The Darkside Chronicles - Recensione


8