Recensione

Red Ninja: End of Honour

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a cura di Fabfab

Quando uno sviluppatore semi-sconosciuto decide di mettersi al lavoro sulla copia di un gioco solo relativamente famoso come Tenchu – apprezzato e seguito ancora oggi da un discreto numero di appassionati, ma da tempo in crisi di idee e disperatamente bisognoso di innovazione – un campanello d’allarme dovrebbe suonare nella mente del videogiocatore. Ma che volete farci, io adoro i ninja e i giochi ad essi dedicati (quelli, almeno, che tentano di riprodurne fedelmente le gesta, non certo Ninja Gaiden o Shinobi) e così ho finito col riversare parecchie aspettative su questo Red Ninja, aspettative che sono andate clamorosamente deluse!

La ninja in rossoL’incipit è abbastanza classico, anche se piuttosto cruento nelle modalità di svolgimento. Siamo in Giappone agli albori del XVI secolo: un gruppo di misteriosi ninja assalta l’officina del fabbro Ryo uccidendo tutti e rubando i progetti di un’arma rivoluzionaria. Tra le vittime c’è anche la figlia del fabbro, la bella Kurenai, impiccata ad un albero di ciliegio e data per morta: ma la ragazza riesce a sopravvivere e viene salvata da Chiyome, la ninja a capo del clan Takeda, che inizia la ragazza alla via dell’assassinio, in modo da farle ottenere la sua vendetta!Il gioco, come detto, è uno smaccato clone di Tenchu con un’unica ma significativa novità, l’arma della protagonista: il Tetsugen! Questo è la corda metallica utilizzata per impiccare Kurenai, ora trasformata in una letale arma; in pratica gli utilizzi del Tetsugen sono tre e variano a seconda di cosa venga fissato alla sua estremità.– Blade (lama): scagliando il Tetsugen con una lama all’estremità questa penetra nelle carni del nemico, lacerando e tagliando. Inoltre mentre la lama è piantata nel corpo di un inerme nemico è possibile tendere la tagliente corda per colpire e squartare altri avversari posizionati sui fianchi!– Hook (rampino): in questo caso il Tetsugen non ha funzioni offensive, ma serve per appendersi e dondolare. A differenza che in Tenchu non serve per raggiungere posizioni sopraelevate.– Fundo: il fundo è un grosso peso che attaccato all’estremità del Tetsugen dà vita ad attacchi più potenti, ma anche più lenti. Inoltre è possibile intrappolare il nemico verso cui viene lanciato, come pure impiccarlo ad una trave!

Silenzio in sala!Detto del Tetsugen, il resto suonerà assai familiare a chi abbia già giocato ad un Tenchu qualsiasi.Il gioco si sviluppa a missioni in cui nei panni della bella ninja ci si muove per villaggi, manieri e miniere presidiati da sentinelle nemiche; ogni missione è divisa in più livelli, superati indenni i quali ci si avvicina all’obiettivo finale che in genere consiste nell’eliminare qualcuno. I salvataggi sono possibili solo ogni tot livelli.Teoricamente le missioni andrebbero affrontate in modalità stealth, evitando per quanto possibile le sentinelle o eliminandole silenziosamente quando aggirarle non è proprio possibile. Kurenai dispone di un paio numero di mosse per uccidere silenziosamente il nemico, diverse a seconda che lo sorprenda alle spalle, dall’alto o a media distanza (con l’aiuto del Tetsugen); è inoltre possibile spostare i cadaveri dei nemici uccisi, qualora questi si trovino sul percorso di ronda di qualche altra sentinella, ma in realtà basta aspettare pochi secondi per vederli svanire misteriosamente.Per riuscire nel suo intento la protagonista dispone di alcune mosse furtive come la camminata senza rumore, la capacità di inginocchiarsi ed avanzare lentamente o quella di appiattirsi al muro e sbirciare gli angoli: inoltre sfruttando il suo indubbio sex-appeal, risaltato dal ridotto kimono rosso che indossa, Kurenai può sedurre ed attirare in trappola le ignare ed arrapate sentinelle. Una piccola mappa nell’angolo destro dello schermo indica la posizione dei nemici e il lato verso cui sono girati, oltre al loro grado di allerta (verde = via libera, giallo = sospetto, arancione = allarme, rosso = avvistamento ed attacco).Peccato che tutti questi accorgimenti vengano vanificati dalla concreta impossibilità di nascondersi: le sentinelle hanno un certo raggio di visuale, entro il quale è quasi impossibile sfuggire al loro sguardo indagatore, pur se riparati da qualche elemento del fondale. L’unica possibilità per sorprenderle è rimanere fuori dal loro campo visivo ed avvicinarsi di soppiatto quando ci voltano le spalle, sperando di fare in tempo (i movimenti furtivi sono necessariamente lenti, ma andare più veloce significa inevitabilmente farsi scoprire). Inoltre l’inutilità del nascondersi spicca ancora di più se paragonata alla facilità con cui è possibile eliminare i nemici affrontandoli apertamente (tutto il contrario di quello che accadeva in Tenchu), al punto che la “strategia” migliore per superare un livello è quella di correre qua e la eliminando tutti, per poi esplorarlo con calma; purtroppo alcune missioni ci obbligheranno ad agire di nascosto e in questi casi la frustrazione non tarda a fare capolino…Resta poco altro da dire: la protagonista può saltare, arrampicarsi (ma anche il tetto più alto non vi sottrarrà alla visuale della sentinella al piano terra: evidentemente l’I.A. non sa calcolare i dislivelli), correre (peraltro ad una velocità folle che rende impossibile o quasi orientarsi) per terra o sui muri, raccogliere ed usare oggetti come pozioni, dardi avvelenati, bombe fumogene…niente che non si sia già visto decine di altre volte.

Tecnica inesistenteMa se credete che i problemi del titolo Vivendi si limitino alla giocabilità vi sbagliate di grosso!Un’altra chicca non da poco è rappresentata da una delle peggiori telecamere mai viste in un videogioco: la visuale cambia continuamente, basta fare pochi passi e ci si trova subito disorientati con inquadrature rotanti dall’alto al basso, da destra a sinistra, che obbligano praticamente sempre a fermarsi per recuperare l’orientamento, salvo perderlo di nuovo poco dopo, contribuendo notevolmente alla già accennata impossibilità di nascondersi, visto che è persino difficile capire dove ci si trova… Per quanto riguarda il resto, la grafica è estremamente scarna ma gli ambienti sono stati creati con una certa fedeltà allo spirito giapponese, anche se sembrano una fotocopia di quelli di Tenchu. La protagonista soffre dello stesso problema, non è brutta a vedersi ma i dettagli latitano; il peggio, comunque, è dato dai nemici, tutti uguali tra loro e veramente brutti al punto da sembrare tanti fantocci! Carini, invece, i pochi filmati in cg, ma forse era meglio che i programmatori avessero dedicato maggiore attenzione alla grafica in-game.Stranamente l’audio è bello: la colonna sonora è molto evocativa e ben si accompagna ad ambienti e situazioni ed il doppiaggio inglese è accettabile.La longevità, infine, è minata dalla sostanziale ingiocabilità del titolo: i pochi temerari che volessero portarlo a termine alterneranno combattimenti di estrema felicità a frustranti sessioni stealth…

– L’arma della protagonista è abbastanza originale

– Carina l’idea della seduzione

– Costa 29€…sempre troppo!

– Pessima telecamera

– Pessima giocabilità

– L’opzione stealth non è praticabile

4.0

Red Ninja é un titolo stealth in cui risulta praticamente impossibile nascondersi e questo già da solo basterebbe a stroncarlo. Aggiungete un gameplay poco originale, una telecamera da vomito immediato e una grafica pessima e capirete perchè forse è il caso di spendere diversamente i propri soldi. Per fortuna che gli amanti dei giochi di ninja potranno a breve trastullarsi con “Tenchu: Fatal Shadows”…

Voto Recensione di Red Ninja: End of Honour - Recensione


4