Recensione

Red Faction Guerrilla

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a cura di andymonza

Dopo averci riportato in grande stile a Stillwater, i ragazzi di Volition continuano a sperimentare con il free roaming, questa volta proponendo un vecchio IP completamente rinnovato. Red Faction Guerrilla è ambientato su Marte circa cinquant’anni dopo gli eventi del primo Red Faction. I ricorsi storici si sprecano, con l’EDF che da fazione rivoluzionaria si è trasformata nella nuova organizzazione dispotica, che costringe i minatori delle colonie a lavorare in condizioni disumane e sotto un regime di legge marziale.

Ribellione 2.0Nei panni di Alec Mason ci troveremo nostro malgrado a portare avanti una rivolta che sa innanzi tutto di vendetta per la morte di nostro fratello; la narrazione è sviluppata tramite classiche cut scene in computer grafica, che narrano una storia piuttosto stereotipata tanto per gli eventi quanto per coloro che vi prendono parte, con l’unica eccezione rappresentata dalle divagazioni su una tribù indigena che gioca un certo ruolo negli eventi.Subito dopo l’introduzione si comincia a familiarizzare con i capisaldi del gameplay, grazie ad una breve fase di tutorial con brevi messaggi a schermo. Armati di una mazza e di granate detonabili da remoto, scopriamo il concetto di distruzione e l’eccezionale rappresentazione ludica che i ragazzi di Volition sono riusciti a confezionare grazie al motore GeoMod 2.0Tramite un complesso sistema di relazioni di massa e peso esso calcola in tempo reale i punti cardine delle varie strutture, che se indeboliti a sufficienza provocano crolli assolutamente realistici e molto spettacolari quanto a look. Non si tratta comunque di un semplice vezzo visivo: oltre ad avere una valenza tattica negli scontri a fuoco ed a permettere assoluta libertà d’azione e d’inventiva sul campo, la distruzione diventa importante in quanto permettere di raccogliere dalle macerie il “Salvage”, ovvero la principale moneta di scambio per gli upgrade del nostro equipaggiamento. Esso viene rappresentato sotto forma di tubi ed ingranaggi ricoperti di un glow blu e si raccoglie al semplice passaggio andando ad accumularsi per poi rendersi disponibile nell’officina degli upgrade.

Crushing the EDFIl sistema a missioni prevede una particolare struttura basata sul controllo che le forze EDF esercitano sulla popolazione soggiogata. Terminate le prime due missioni infatti non ve ne saranno altre disponibili finché il livello di controllo EDF non verrà abbassato: questo risultato si potrà ottenere in diversi modi. Il primo, più libero, prevede la distruzione di edifici chiave dell’organizzazione, opportunamente segnati sulla mappa del territorio. Il secondo vedrà invece il giocatore prendere parte a diverse attività o piccole missioni divise in categorie, che vanno dal liberare ostaggi a partecipare ad una sommossa, o ancora prendere parte a raid distruttivi a bordo di veicoli guidati dall’Intelligenza Artificiale.Sulla mappa è possibile controllare quale tipo di risorse queste missioni forniscono una volta completate, ovvero riduzione del controllo EDF e Salvage, in modo da valutare cosa prediligere.Una volta ridotto sufficientemente il controllo EDF si otterranno altre missioni principali; questo ciclo si ripete sino alla completa eliminazione della pressione delle forze armate sul territorio, il che sbloccherà una missione finale che permetterà di respingere definitivamente l’esercito, liberando così la regione.La vasta mappa comprende in tutto 6 regioni da liberare in progressione, le quali differiscono per caratterizzazione del paesaggio, dalla classica terra rossa, al deserto, a zone più verdi.La struttura di gameplay fin qui descritta porta, come anticipato in fase di anteprima, ad una sostanziale ripetitività di certe azioni: per quanto il combattimento e la distruzione degli edifici siano resi appassionanti grazie alla vastità della mappa ed ai dettagliati modelli degli edifici, il fatto di affrontare diverse volte la stessa manciata di missioni sfocia in una senso di ripetitività che si fa sentire soprattutto nella seconda metà di gioco.In particolare, l’ottima qualità delle missioni principali, che spesso prevedono obbiettivi differenti e più fasi prima di arrivare al successo, si contrappone in maniera netta alla relativa piattezza delle missioni ripetibili, che purtroppo sono presenti in maniera nettamente maggiore.

Tools for the RevolutionA portare varietà ai molti scontri a fuoco cui si prende parte, c’è comunque l’ottimo arsenale, che oltre al consueto fucile d’assalto ed alle indispensabili granate detonabili da remoto, aggiunge diversi ferri interessanti, come un rivisitazione del lanciarazzi, un lanciagranate, ed un’interessante disgregatore molecolare. Le armi trasportabili sono solo quattro, selezionabili tramite un tipico menu radiale; le munizioni possono essere raccolte dai cadaveri dei nemici, o all’occasione presso specifiche casse ed armadi presenti nella mappa, che permettono anche di cambiare il set di armi selezionato.Le sparatorie prevedono tra l’altro un sistema di copertura molto semplice, che permette di mettersi al riparo dietro una superficie e sporgersi per sparare; esso non è tuttavia sufficientemente fluido, e porta spesso ad un frenetico button smashing in prossimità delle pareti per attivare la funzione.L’intelligenza artificiale nemica si è rivelata sufficientemente elaborata da costituire una minaccia sufficiente per il giocatore nonostante l’energia rigenerativa: i soldati EDF si muovono in gruppo, sono armati in maniere differenti, sfruttano le coperture, ed hanno spesso a disposizioni armi pesanti come torrette ad alto potenziale.Il comparto upgrade, raggiungibile nei campi base sparsi sulla mappa, offre in cambio di Salvage diversi tipi di upgrade navigabili attraverso un menu: dal numero di granate detonabili contemporaneamente ad upgrade per l’armatura, ed ancora nuove armi, caricatori aumentati, ed un utilissimo teletrasporto da una base all’altra, che permette di risparmiare tempo altrimenti speso in lunghi spostamenti.La superficie di Marte è attraversabile sia a piedi che a bordo di veicoli, in tutto una trentina, divisi tra civili e da lavoro. La guidabilità è chiaramente semplificata, anche se tende ad appiattirsi in alcuni casi davvero troppo, con enormi veicoli che non riescono a comunicare la giusta sensazione di peso.Ben altre sensazioni restituiscono invece gli imponenti mech in stile Aliens: Scontro Finale, in grado di devastare gli edifici semplicemente passandovi attraverso: ogniqualvolta si riesce a trovarne uno nelle vaste mappe, esso si rende immediatamente fonte di estreme soddisfazioni.La campagna principale richiede poco più di dieci ore per essere completata alla svelta, ma soffermandosi sul territorio per portare a termine tutte le missioni la longevità globale aumenterà.Nel complesso, l’esperienza free roaming vive di alti e bassi, caratterizzati da una parte dal grande e positivo impatto che l’elemento distruzione ha sulle meccaniche di combattimento e dall’ottimo arsenale, dall’altra dalla ripetitività di fondo delle missioni e dal paesaggio spoglio che, a parte strutture complesse da demolire, non presenta particolari attrattive né a livello estetico, né dal punto di vista dell’interazione che non comporti crolli o demolizioni.

MultiplayerOltre alla campagna principale sono presenti due differenti piattaforme multiplayer, una in locale e l’altra online. La prima è costituita dalle partite Squadra Demolizioni, 4 modalità che permettono a due, tre o quattro giocatori di sfidarsi passandosi il pad a causare più danni possibili in mappe ristrette, con variabili quali il tempo o le munizioni a disposizione. L’idea funziona bene, e diverte.Il comparto multiplayer online si presenta invece molto curato, permettendo ad un massimo di 16 giocatori di cimentarsi in ben 6 modalità. A fianco degli immancabili Deathmatch solo ed a squadre e cattura la bandiera vi sono due modalità originali che contemplano l’utilizzo del Reconstructor, uno strumento utile a ricostruire in tempo reale strutture demolite. Controllo dei Danni reinventa il King of the Hill, offrendo mappe con tre hot spot da conquistare demolendo le strutture avversarie e ricostruendoci sopra le proprie, mentre Assedio vede le due squadre attaccare e difendere a turno, con una incaricata di demolire la basse avversaria mentre l’altra tenta di mantenere intatte le difese.Ultima modalità è Demolizione, dove le squadre sono impegnate a difendere un giocatore VIP, l’Ingegnere, il quale deve distruggere più strutture possibile per accumulare punti.Oltre alla buona varietà il multiplayer offre un’azione frenetica grazie anche all’implementazione degli zaini: recuperabili al semplice passaggio presso le rastrelliere sparse sulle mappe, essi forniscono uno speciale potere attivabile tramite un apposito tasto: si passa dalla capacità di librarsi in aria per qualche istante, ad una potente spinta in grado di distruggere le pareti, ed ancora scosse di terremoto, velocità di corsa aumentata ed altri ancora. L’idea funziona davvero bene, e dà al comparto multigiocatore un carattere ed una personalità inediti. Alle diverse modalità si affianca un sistema di punti esperienza assegnati sul campo, e spendibili in un apposito menu per sbloccare svariate skin per il personaggio e per l’arma da corpo a corpo, ed icone per le leaderboard. Se a questo aggiungiamo la distruttibilità attiva, un downgrade sulla grafica non eccessivo, e l’assenza di lag, otteniamo un comparto multigiocatore che rappresenta vero valore aggiunto alla produzione.

Comparto tecnicoDal punto di vista tecnico, la qualità grafica di Red Faction Guerrilla va senza dubbio valutata tenendo presente la vastità della mappa e la grande mole di lavoro resa necessaria dall’imponente simulazione della fisica. In questo senso è accettabile la presenza di texture in definizione non eccezionale. Meno perdonabile è invece la natura molto spoglia del paesaggio, che a parte le strutture presenta davvero poco dettaglio a variarne i panorami. I modelli dei personaggi sono piuttosto scarni e ripetuti, soprattutto per quanto riguarda i nemici, con l’unica eccezione rappresentata dal protagonista che soffre comunque di una mancanza di espressività facciale. Nonostante cali notevoli soprattutto in occasione di demolizioni da record, il frame rate si mantiene su livelli accettabili.Notevole è il lavoro di design svolto per la modellazione degli edifici, i quali presentano spesso strutture complesse molto interessanti da demolire, e spettacolari al momento del crollo.

– Multiplayer solido e divertente

– Distruzione resa eccezionalmente

– Missioni principali intense

– Missioni secondarie ripetitive

– Comparto texture ed effetti migliorabile

8.0

Red Faction Guerrilla è un free roaming ambizioso che centra in pieno l’obbiettivo di fare dell’elemento distruzione non solo un vezzo tecnico, ma un vero e proprio pilastro del gameplay sia in singolo che in multiplayer. A fianco di questo successo vi è tuttavia una meccanica di gioco che tende a più riprese a perdersi in una ripetitività e in una piattezza eccessive, che stonano in confronto alle poche missioni principali, davvero ben orchestrate. I dettagli di contorno, come l’arsenale originale e la discreta Intelligenza Artificiale riusciranno comunque nell’intento di mantenere l’interesse sufficientemente alto sino a fine gioco.

Il comparto multigiocatore bilancia invece i difetti del singolo, presentando un gran numero di modalità e mappe, e portando nuove gradite idee. Nel complesso un buon action, da acquistare se si cerca un’azione libera al prezzo di un’originalità delle missioni non sempre costante, affiancata comunque da un multiplayer che merita assolutamente di essere giocato. Non avrà la personalità di un Saints Row, o la qualità di un Grand Theft Auto, ma Red Faction Guerrilla conferma l’abilità di Volition nel creare titoli free roaming, e una sua prova non può che essere consigliata agli amanti di questo genere.

Voto Recensione di Red Faction Guerrilla - Recensione


8