Recensione

Rainbow Moon

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a cura di Pregianza

I Sidequest Studios sono una minuta software house tedesca che in passato ha dimostrato un certo talento con la serie di sparatutto a scorrimento Soldner-X. Normalmente piccoli e grandi gruppi di sviluppatori tendono a concentrarsi su una singola specialità, ma non è il caso di questi ragazzi, che hanno pensato bene di cambiare completamente le carte in tavola dedicandosi a un gioco di ruolo. Parliamo di Rainbow Moon, un curioso e coloratissimo titolo in esclusiva per PSN, che mutua aspetti di gioco sia dai Jrpg che dai gdr occidentali classici. Sarà una sorpresa inaspettata in questo caldissimo luglio, o i ragazzi di Sidequest avrebbero fatto meglio a restarsene nel gelido cosmo?

Se c’è un portale, è sempre meglio osservarlo da una distanza di sicurezzaRainbow Moon, vi mette nei panni del giovane guerriero Baldren , che viene colto di sorpresa dal suo arcinemico prima di arrivare nel luogo designato per un duello, e si ritrova in un mondo alternativo popolato da innumerevoli mostri. Le bestiole sono arrivate con lui, apparentemente spedite lì proprio dal suo avversario, l’eroe dovrà dunque trovare il modo di tornare a casa, scongiurando nel frattempo gli ignoti piani delle forze del male. Come potete ben cogliere dalla premessa banalissima, la narrativa del gioco è scarna e dimenticabile. Questo non è un gdr che vi spingerà ad avanzare per la trama e i personaggi, anche se gli sviluppatori sono riusciti a infilare dialoghi e citazioni divertenti qua e là. L’opera di Sidequest è tutta costruita attorno alle battaglie e al gameplay, guardate altrove se cercate una storia complessa e significativa.

Ciao guaritore, ci si rivedeIl punto forte del titolo risiede nella sua natura di gdr strategico, è infatti dotato di un gameplay a turni che ricorda i Final Fantasy Tactics e i Disgaea, ma riprende numerosi elementi complessi dagli esponenti occidentali del genere. Si parte con un singolo personaggio, deboluccio e privo di capacità speciali (è anche possibile decidere di partire senza equipaggiamento, in modo da ottenere una ricompensa in denaro passata qualche ora), costretto ad arrancare contro mostriciattoli e insetti giganti. Pian piano però il sistema si complica, si incontrano molti compagni, si apprendono svariate tecniche, e le battaglie diventano molto più esaltanti e difficili. Non scherziamo quando parliamo di struttura di gioco complessa. I danni durante gli scontri variano a seconda dell’arma usata e delle affinità nemiche, i personaggi hanno mancanze e forze specifiche contro certe tipologie di avversari, le armi possono venir potenziate con numerosi oggetti, e lo sviluppo degli eroi costringe ad alzare singolarmente ogni statistica con speciali punti guadagnati con le vittorie. Gran parte dei sistemi in game sono vecchio stile e non fanno sconti: è quasi obbligatorio usufruire dei venditori per potenziarsi a dovere, i punti vita e i magic points non si rigenerano dopo le battaglie, i guaritori richiedono denaro per rimettervi in sesto, le pozioni non sono un optional, e sia il movimento che il comando difesa vanno utilizzati accuratamente nei combattimenti per non perire. Sono addirittura presenti una barra del nutrimento da riempire periodicamente mangiando, e un sistema di sottoturni che permette di effettuare azioni multiple in serie, opzioni che aumentano ulteriormente la profondità e la difficoltà dell’esperienza. Sono di certo grandi qualità per i nostalgici del gdr, ma costringono il giocatore a grindare parecchio per trionfare, visto che in molti casi è necessario affrontare scontri contro nemici numerosissimi in grado di martoriare i vostri eroi in un paio di rotazioni. Per questo motivo molti utenti probabilmente faticheranno a superare la lentissima fase iniziale della campagna, anche perché privati di una storia trainante in grado di mantenere alta l’attenzione e posti davanti a missioni di scarsa varietà e originalità, da affrontare solo con tecniche basilari. Chi riuscirà a sopravvivere alle prime ore si troverà tuttavia davanti a un titolo in grado di dare grandi soddisfazioni, grazie a mischie in continua evoluzione intervallate da boss fight piuttosto impegnative. A voler trovare il pelo nell’uovo forse si può criticare la scarsa importanza del posizionamento durante gli attacchi, che impedisce di ottenere bonus da colpo laterale o da pugnalata alle spalle, ma probabilmente avrebbe solo incasinato le cose vista la complessità della configurazione.Anche contenutisticamente il gioco brilla di luce propria, pensate che siamo davanti a circa quaranta ore di campagna, senza contare le innumerevoli sottoquest e la possibilità di perdersi via nel crafting e nel potenziamento della squadra. Per un titolo digital delivery PSN only, è una durata titanica che ben vale il costo del biglietto.

Mostriciattoli coloratissimiRainbow Moon non è certamente un gioco in grado di fondere la Playstation 3 con la sua possanza grafica, ma si difende più che bene. Il character design è abbastanza carente, ma l’aspetto cartoonesco e coloratissimo del mondo e dei suoi abitanti funziona alla grande, e si mantiene sempre piacevole. Molto interessante anche lo sfruttamento del giorno e della notte, con un calo di visibilità che costringe a utilizzare torce per esplorare più agevolmente le mappe. Passabile il sonoro, con musiche orecchiabili (seppur in numero limitato), e simpatici versi o frasi spezzate che sostituiscono i dialoghi doppiati.

– Sistema di sviluppo dei personaggi complesso

– Combattimenti tattici e impegnativi

– Longevità davvero notevole

– La fase iniziale della campagna è lentissima

– Scarsa varietà nelle quest

– Narrativa insignificante

7.5

Rainbow Moon è un fine esempio di gdr tattico. I Sidequest Studios hanno sfornato un titolo degno e facilmente apprezzabile dagli amanti del genere, seppur privo di una narrativa forte e di varietà nei compiti. Se volete un gioco a basso costo in grado di offrire uno sviluppo dei personaggi articolato, una longevità enorme e combattimenti appaganti, non fatevelo scappare.

Voto Recensione di Rainbow Moon - Recensione


7.5