Recensione

Project CARS 2, la recensione del Race Sim di Bandai Namco

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a cura di Matteo Bussani

L’estate sta finendo, ma la stagione dei motori è appena iniziata. Assieme all’autunno, oramai alle porte, i prossimi mesi saranno il palcoscenico di tutti i racing game più attesi dal pubblico degli appassionati, con gli esponenti di ogni serie più nota che faranno il loro ritorno con un nuovo capitolo. Una varietà che potrebbe essere ignorata dai fan dell’uno piuttosto che dell’altro, ma che potrebbe anche confondere coloro che non hanno le idee chiare e che vorrebbero scegliere il giusto compagno di corse per le future sessioni di gioco. 
L’obiettivo comune a questi titoli, quello di riproporre nel modo più entusiasmante possibile le corse automobilistiche, assume infatti incarnazioni differenti, con altrettanto diverse sfaccettature e oggi vi racconteremo quelle dell’ultimo automobilistico di Bandai Namco: Project CARS 2, seguito del riuscito esperimento datato 2015 che convinse a suo tempo critica e pubblico. Del primo ricordiamo infatti con piacere il modello di guida scalabile, l’interessante modalità carriera e un meteo dinamico da far rabbrividire la concorrenza. Insieme, essi definiscono il marchio distintivo della serie, che speravamo ampiamente di poter rivedere ancora più definito in questo capitolo, magari riuscendo a ovviare a quei problemi di intelligenza artificiale e di resa di alcune classi automobilistiche che non erano certamente sensazionali al tempo. Se le prove finora svolte ci avevano confermato passi avanti evidenti sui contenuti, aspettavamo la versione definitiva per mettere alla prova alla lunga il modello di guida e tutte le caratteristiche tecniche e grafiche che il Madness Engine dei Slightly Mad Studios sarebbe stato in grado di sfoggiare.
Ora, dopo diverse ore in compagnia del gioco, una campagna alle spalle e con le braccia indolenzite per un weekend passato incastrati nella nostra seduta dedicata, siamo pronti a darvi le nostre impressioni.
Una carriera imponente…
Anni passati sui giochi di guida insegnano che la prima attività da fare una volta avviato l’eseguibile del titolo è iniziare una nuova carriera, qualora presente, e creare il nostro alter ego virtuale. La spiegazione è presto detta: se il gioco vuole guidarci in un percorso per riuscire a godere a pieno del titolo è sicuramente lì che dovremmo cercarlo. Così, ovviate le pratiche anagrafiche, siamo passati alla prima scelta importante: in quale campionato svolgere i nostri primi passi da pilota. E fin da subito abbiamo iniziato a prendere atto delle infinite varietà e abbondanza dell’offerta ludica di Project CARS 2. Diversi Tier, da 6 a 1 (con 1 e 2 bloccati all’inizio della carriera) appartenenti a 5 diverse categorie di veicoli vanno a creare una scacchiera in cui ogni singolo punto definisce una serie di competizioni, ciascuna al sua interno potenzialmente divisa in più circuiti con “fasi di qualificazione” e “fasi finali”. Una montagna di contenuti che lascerebbe a bocca aperta chiunque e che travolgerà i giocatori più entusiasti.
Una volta all’interno di una competizione si sceglie l’auto si firma il contratto e si è pronti a iniziare a gareggiare. Prima però, è bene settare gli aiuti alla guida e le impostazioni della carriera, decidendo non solo se (per ogni gran premio) scegliere di effettuare prove libere e qualificazioni, ma anche impostare la durata della gare e il livello dell’intelligenza artificiale (argomento su cui ci soffermeremo più in là nel testo). Nel frattempo dai menù di gioco, estremamente chiari e puntuali, si possono seguire tutti i dettagli sullo svolgimento della competizione, con classifiche aggiornate, calendari, messaggi dal team e l’agenda con i progressi del giocatore, con tutti gli obiettivi di vita raggiunti o meno durante la carriera.
Questo è solo l’inizio perchè poi una volta entrati in partita, possiamo sfruttare i menù disponibili per modificare l’assetto dell’auto tra una prova e l’altra al fine di trovare il setup migliore, sia manualmente sia sfruttando un funzionale sistema a interrogazione. In questo secondo caso l’ingegnere di pista ci chiederà che problemi abbiamo riscontrato nell’auto durante la percorrenza e agirà di conseguenza per risolvere l’eventuale sottosterzo o la possibile mancanza di velocità sul rettilineo. Il sistema permette anche a chi non è avvezzo ai termini tecnici (e magari lo diventerà pian piano grazie al titolo) di adattare l’auto al proprio stile di guida e migliorare così le performances.
Auto che bene o male, dopo un numero limitato di gare, dovremo abbandonare per passare così a una categoria differente oppure, temporaneamente, per dare spazio alle prove speciali. Alcune appartengono alla categoria costruttori e sono sbloccabili una volta ottenuta una certa intesa con una particolare marca di veicoli; altre appartengono a quella a invito che raccoglie sfide di diverso tipo a bordo di mezzi particolari oppure in condizioni atmosferiche atipiche. Ne è un esempio perfetto il giro a bordo di una Mercedes Classe A sul circuito di Sorsele, realizzato anche dal vivo dal nostro Mario Petillo qualche mese fa per l’evento dedicato. La vittoria in queste attività contribuisce a sbloccarne di ulteriori e ad arricchire il Palmarès personale. La modalità carriera si dimostra quindi molto inquadrata, estremamente longeva, ma non per questo monotona, e mette al centro le corse senza una qualche cornice di attività fuori dal tracciato e, proprio per questo motivo, ci ha indubbiamente convinto sul piano dei contenuti
… e non c’è solo quella.
Nel caso in cui stessimo cercando invece una competizione più immediata o personalizzata dovremmo rivolgerci alle partite personalizzate o al test privato. Nel primo caso possiamo impostare tutte le variabili della competizione per adeguarla alle nostre esigenze, e per tutte intendiamo proprio tutte, fin nel più minuscolo particolare: regolamento, categoria, numero di giri, condizioni metereologiche e così via. La stessa cosa è valida quando ci sono da creare le stanza per le partite online.
Il test privato invece consiste nell’eliminare gli avversari dall’equazione e, una volta impostate la combinazione circuito e meteo, si passa a creare il settaggio perfetto dell’auto, giro dopo giro, in modo da poterlo salvare negli slot dedicati, legati al singolo modello dell’auto, e recuperarlo a seconda della nostra esigenza.
A chiudere le modalità multigiocatore troviamo eventi community di diverso tipo (già presenti in calendario), e sfide time trial, in cui l’obiettivo è migliorare il proprio tempo sul giro per scalare le classifiche online.  
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Un motore incredibilmente scalabile
Una volta esaminate tutte le modalità contenute nel pacchetto ludico offerto da Project CARS 2, passiamo alla disamina del modello di guida, centro nevralgico dell’esperienza di gioco in grado di esaltare o sminuire le potenzialità offerte dai contenuti delle varie modalità. Prima di tutto è doveroso sottolineare che il gioco è in toto un sim racing game e cerca di riproporre nella maniera più fedele possibile l’esperienza di guida, al di là dei possibili aiuti. 
Con i settaggi si può lavorare per creare dei preset utili a tre diverse categorie di giocatore dal principiante al professionista passando per l’amatore, ma in nessuno di questi casi è lecito parlare di titolo Arcade, con le caratteristiche dell’Engine che regalano sfumature note ai giocatori con il palato più fine e che possono chiaramente essere più o meno apprezzate da parte del pubblico. Il Madness Engine, in particolare, motore che in passato spinse oltre che al precedente capitolo entrambi i NFS Shift, mostra i muscoli nella simulazione della resa delle diverse auto sui differenti manti stradali, caratterizzandoli in maniera inedita. Live Track 3 è il plugin che potenzia ulteriormente questo aspetto, sviluppato per gestire i coefficienti d’attrito parallelamente al cambiamento meteorologico nei pressi del tracciato e così cambiare il comportamento del veicolo in base alle temperature e alla presenza, o meno, di pioggia e neve. Questo aspetto del motore funziona egregiamente nella stragrande maggioranza delle situazioni, ma si piega di fronte ad alcune combinazioni di veicoli e tracciati, rendendo inattesi certi comportamenti dell’auto che, anche con i controlli di stabilità e trazione attivati, può capitare non sia priva di sovrasterzo in uscita dalla curva, anche in condizioni di asciutto. Simili anomalie non sono frequenti, ma non appartengono nemmeno a casi isolati e potrebbero rendere certe gare una vera spina nel fianco, considerata anche l’assenza del benchè minimo rewind e l’eccessivo zelo dei commissari di gara ad assegnare le penalità. Ovviamente c’è la possibilità di attivare l’opzionale riavvio dal menù, ma ciò non toglie che in questo caso le velleità simulative del gioco vadano a inficiare il divertimento e rendano alcune partite addirittura frustranti, ben al di là delle note difficoltà del classico principiante alle prese con il suo primo race sim.
Per fortuna, dall’altro lato della medaglia, ci troviamo tra le mani un motore che affronta l’estrema varietà di categorie senza paura, riuscendo a garantire le giuste sensazioni di guida a seconda dell’auto e a seconda del fondo stradale percorso, con una scalabilità che gli permette di destreggiarsi dalle Indycar su circuiti ovali fino alle auto da Rally Cross su circuiti innevati, non dimenticando per strada una buona gestione della distruttibilità e dei malfunzionamenti dei componenti.
Da Alonso a piloti della domenica basta un attimo
L’intelligenza artificiale degli avversari in Project CARS 2 è uno degli altri elementi personalizzabili del gioco ed è caratterizzata da due slider: il primo è legato alla bravura degli stessi e quindi alle difficoltà che incontreremo nel realizzare tempi paragonabili ai loro, mentre il secondo è legato all’aggressività che metteranno alla guida.
Purtroppo, il lavoro svolto in questo senso è abbastanza problematico, non soltanto per la difficoltà nel riuscire a tarare il giusto valore per il proprio livello di sfida, ma soprattutto per l’estrema variabilità che un singolo valore è in grado di generare. Impostare per esempio il 70% di difficoltà degli avversari potrebbe rendere in alcuni circuiti veramente arduo riuscire a tenere il passo, ma qualora dovesse iniziare a piovere allora ci ritroveremmo a che fare con delle lumache in pista. Senza considerare che ad alcune categorie sono state assegnate tracce di traettoria poco curate, scarsamente adeguate alle caratteristiche del veicolo, che non tengono conto delle difficoltà di alcuni passaggi. In alcune sezioni ci è capitato di vedere gli avversari compiere manovre al limite ogni giro, considerando che nella realtà le probabilità di errore sarebbero altissime, e noi al loro posto (provando e riprovando) siamo riusciti nell’impresa solo un 30% delle volte. Insomma, più che uno slider con cento possibili selezioni della difficoltà, sarebbe stato meglio tarare più accuratamente un numero minore di preset in modo da evitare continue sessioni di trial and error prima di godersi ogni nuovo campionato. 
Ciò nonostante, sul fronte aggressività non possiamo lamentarci di nulla, visto che spostando il cursore da una parte o dall’altra dello slider avremo una ponderata tendenza dei piloti a guidare in maniera più pulita, o più cattiva, aggredendo in maniera diversa gli spazi. Lamenteremmo l’eccessivo zelo a mo’ di trenino degli avversari, se non fosse riconducibile alla mancanza di aggressività da noi attribuita, ma dobbiamo comunque ammettere che trovare un giusto compromesso tra un comportamento simil palla da bowling e quello da autisti della domenica non è sempre facilissimo.
Che pioggia!
Sul lato tecnico faremo riferimento alla versione PC, utilizzata per poter riuscire a sfruttare diversi tipi di controller e provare dunque il sistema di guida nella sua interezza. Spero sia inutile specificare che l’utilizzo del volante è particolarmente consigliato per sfruttare al meglio ciò che il titolo da offrire, ma nonostante ciò sarebbe ingrato non premiare la resa pad alla mano. Il feedback con le vibrazioni, soprattutto su controller One, è ottimo e, sorretto da un setup degli aiuti differente, può trasformare il pad in una valida alternativa, qualora non dovessimo avere a disposizione il setup completo.
Su volante Logitech G920, con PlaySeat annesso, siamo invece riusciti a cogliere le potenzialità in atto del modello di guida, ovviamente subito dopo aver collegato la piattaforma, che è stata riconosciuta al volo anche grazie all’incredibile compatibilità di Project CARS 2.
Graficamente parlando, il lavoro svolto sui veicoli e sui circuiti è davvero sopraffino, interni ed esterni sono riprodotti con dovizia di particolari. La plancia, per esempio, è completamente al servizio del giocatore e mette in mostra una strumentazione perfettamente funzionante, al di là di piccoli bug che facevano mostrare al contatore marce sbagliate in alcuni passaggi, ma che non hanno minato all’esperienza di gioco.
I tracciati invece, ben 146 a partire da 63 differenti locations, spaziano dallo sterrato fino agli ovali per le Indi car e mantengono sempre una qualità media dell’impatto grafico molto buona, che si eleva a eccellente nel momento in cui gli agenti atmosferici iniziano a operare. La pioggia e il gioco di ombre delle nuvole al tramonto, magari al termine di un temporale, regalano tutto un altro sapore alle immagini di Project CARS 2 che potremo salvare nella nostra libreria con la modalità foto. Su PC poi, liberi da vincoli, è un attimo destreggiarsi tra filtri per ovviare all’aliasing (assolutamente da attivare visto che senza l’effetto sarà particolarmente marcato) oppure risoluzioni stellari, qualora la potenza della vostra macchina lo permetta. Sulla nostra configurazione di fascia media, i5 4670k e RX480, non abbiamo avuto problemi a tenere il monitor fisso a un refresh rate di 60fps, con un ottimo dettaglio grafico e una risoluzione di 1080p. L’utilizzo non al 100% della GPU ci ha lasciati supporre che avremmo potuto spingerci un po’ più in là con i settaggi, senza grossi sforzi.

– Campagna imponente e personalizzabile

– Modello di guida estremamente scalabile…

– Mole di circuiti impressionante

– Interni delle vetture molto curati

– Live Track 3 e meteo dinamico incredibili

… anche se alcune coppie tracciato vettura potrebbero mostrare qualche problema

– Intelligenza artificiale spesso problematica

8.5

Project CARS 2 è in grado di evolvere sul fronte contenutistico tutto ciò che si era visto nel precedente capitolo. Il gameplay permesso dal Madness Engine scala incredibilmente sui nuovi tracciati e sulle nuove categorie di veicoli disponibili, nonostante dobbiamo ammettere che alcune combinazioni possano riservare qualche problema di aderenza e di trazione. La gestione meteorologica dinamica, assieme al continuo cambiamento delle condizioni del circuito, sono il punto forte del titolo e mostrano il loro lato migliore con la pioggia e le condizioni climatiche più avverse, sia nell’aspetto grafico sia nel cambiamento della fisica.

Non perfetta purtroppo l’intelligenza artificiale che forse vuole fare il passo più lungo della gamba e balla tra un’aggressività decisa e un eccessivo zelo, passando attraverso una difficoltà a tratti ardua da gestire con tempi sul giro incredibili e passaggi sul filo del rasoio, e momenti di evidente calo prestazionale.

Voto Recensione di Project CARS 2, la recensione del Race Sim di Bandai Namco - Recensione


8.5