Recensione

Pro Evolution Soccer 6

Avatar

a cura di Darkzibo

Il sesto capitolo della famosa serie calcistica Pro Evolution Soccer approda sui lidi di Xbox 360, con grande entusiasmo da parte dei fans accaniti della serie. Naturalmente, per un episodio giunto su una console di nuova generazione ci si aspetta sempre molto, non tanto dal punto di vista strettamente ludico, ma soprattutto dal lato tecnico. La saga di Pro Evolution Soccer, infatti, è sempre riuscita a migliorare la propria giocabilità, insieme a un comparto grafico degno di nota ed a uno spirito di gioco assente, con un lampante esempio, in Fifa. Sarà riuscita Konami a portare sulla più potente console presente attualmente sul mercato quel miscuglio di giocabilità e tecnica che tanto abbiamo ammirato su Ps2, Xbox e, perché no, PSP ?

Sbaglio o manca qualcosaTutti quelli che hanno giocato in maniera sostanziosa a PES, nonostante la mancanza di tutte quelle squadre e giocatori presenti invece nella controparte Fifa (che tra l’altro non sono mai utilizzati neanche in minima parte), ricorderanno di certo, oltre all’ottima giocabilità, il perfetto editor che prevedeva di modificare praticamente ogni singolo aspetto, sia estetico che statistico, di calciatori e team. In effetti la prima cosa che ho cercato, una volta accesa la mia console, è stata proprio questa fonte di libertà di modifica. Una volta trovata, con mia grande delusione, ho notato che i parametri da editare erano ridotti a pochi particolari come età, altezza, ruolo e nome dei giocatori. Pensando che il tanto agognato editor fosse nascosto in qualche altro sottomenù, ho cercato ancora: sorpresa delle sorprese, l’amara verità mi ha portato a dedurre che il tutto si riduceva a quanto riportato sopra. Niente capigliature differenti, nessuna modifica né di abilità né di stemma della squadra. Niente di niente, nulla di quello che è invece presente sul medesimo gioco per Ps2. Questa sparizione ha dell’incredibile, anche perché, su una console come Xbox 360, ci si aspetterebbe sempre il non– plus–ultra. Scottato da questa scoperta, mi addentro nelle poche opzioni e vedo che, per fortuna, è presente la Master League e l’opportunità di sfidare giocatori in Live. Penserete che forse queste presenze potrebbero risollevare le sorti di un titolo tutto sommato monco; mai intuizione fu più errata. La Master League non propone nulla di nuovo rispetto a quella di PES 5 riducendo, anzi, le possibilità dato che anche qui non potremo creare un nostro team con tanto di divisa. E il Live? Penso che, dopo quanto visto l’anno scorso in PES 5 per PC, con una buona connessione come quella Live si poteva fare molto ma molto di più. Invece nulla: le opzioni disponibili sono poche e scarne e inferiori a quelle della versione Pc per cui non ci resta che confidare in una patch futura che possa migliorare questo aspetto particolarmente amato dai giocatori Xbox.

Tutto male o no ?Considerato questo desolante paesaggio, penserete che questo titolo sia da buttare. Vi rispondo con un secco “ni”. Ovvero se analizzassimo la giocabilità, ci troveremmo di fronte ad un ottimo prodotto, ancora irraggiungibile dai diretti concorrenti, ma a ben vedere tutto il gioco è ricco di bug. Tanto per dirne una: in un’occasione, dopo aver perso il pallone con Kakà, in maniera dubbia, mi sono trovato scorrere il fantasista del Milan ancora vicino alla sfera senza che gli comandassi niente. A parte questo, alla palla che qualche volta continua a roteare sulla rete e a qualche movimento mancante dei giocatori, il titolo risulta comunque piacevole e degno di nota. Questo per il semplice motivo che ha mantenuto invariato il suo spirito, senza mai cadere nella tentazione di lasciare che il bello prendesse sopravvento sull’utile. La giocabilità si attesta su alti livelli, infarcita con giocate di classe, come l’allungo della sfera dopo una finta per smarcare l’avversario, con una gestione delle punizioni, a mio giudizio, ancora migliorata, e con un’intelligenza artificiale che vanta forse la migliore vista nella serie. Le partite inoltre sono diventate molto più fisiche, spesso vi ritroverete invischiate in lotte da affrontare con il coltello tra i denti per riuscire a strappare la sfera ai vostri avversari e questo a tutto vantaggio dello spirito agonisto che ogni partita riesce a trasmettere.I moduli sono ancora modificabili, in tutto e per tutto, sia nel reparto offensivo che difensivo, le pianificazioni della tattica sono quasi perfette e vanno a influire direttamente sull’azione in campo, come già da tempo ci ha abituato la serie di Pro Evolution Soccer.

Alta definizione?C’è da dire che la saga di PES ha sempre dedicato un particolare cura alle caratteristiche somatiche e fisiche dei giocatori. basti pensare che all’epoca di International Superstar Soccer Pro 98 per Playstation, i calciatori, oltre a differenziarsi per il colore dei capelli e della pelle, avevano anche altezze diverse, al contrario di Fifa che all’epoca proponeva giocatori delle medesima altezza. In effetti, anche in Pro Evolution Soccer 6 per Xbox 360, vi basterà mettere in pausa il gioco, andare sul replay e fare zoom sui volti dei giocatori per notare la grande cura con cui sono stati realizzati i volti della maggior parte degli eroi con gli scarpini. Dico della maggior parte perché alcuni volti sembrano più delle caricature dei volti reali (guardate Inzaghi). I movimenti dei visi e le espressioni sono realistici, le movenze del corpo sono generalmente armoniose anche se, in alcuni casi, ci si sarebbe aspettato qualcosa di più. Le cose buone, purtroppo, si fermano qui. Stadi poveri, quasi scialbi per la loro pochezza, formati da pochi poligoni, perdono nettamente il confronto con le grandi arene presenti in Fifa, poveri, tra l’altro, di pubblico, che, nonostante la sua bassa definizione è poligonale, nei movimenti, non segue assolutamente quello che accade sul campo. La fisica della palla è stata ulteriormente migliorata, rendendo più appetibile e realistica la conduzione delle giocate in campo. Il comparto sonoro, ancora, vanta musiche sconosciute, anonime, mentre nello stadio i cori sono discretamente orecchiabili, anche se non propriamente personalizzati anche a livello di club. La telecronaca, incrementata di alcune frasi rispetto al vecchio episodio, vanta due famose voci come quelle di Marco Civoli (che qui viene chiamato Marco Meccia), il commentatore della Nazionale (ricordate “E’ finita, è finita, è finita, è finita! Il cielo è azzurro sopra Berlino!”) e Mauro Sandreani. La longevità, può avvalersi della presenza della Master League, oltre che alle normali competizioni. Come scritto precedentemente mi sarei aspettato un Live gestito meglio e soprattutto una modalità allenamento per prendere confidenza con i controlli, considerato il fatto che è presente il solo allenamento libero e, altro taglio, è stato completamente tralasciato quello competitivo presente invece su PS2.

– Finalmente PES su Xbox 360

– La giocabilità non è ingrata

– C’è la Master League

– Comparto tecnico non all’altezza

– Live mal pensato (si attende l’aggiornamento)

– Privo dell’editor

– Mancano alcune licenze

7.8

Se dovessi dare un giudizio repentino su Pro Evolution Soccer 6, mi verrebbe in mente una sola parola: delusione. Questo è il frutto di un porting estrapolato da una console di vecchia generazione, privato di elementi fondamentali e maltrattato per quanto riguarda l’online. La giocabilità, per lo meno, non dico sia superiore agli episodi precedenti, ma almeno prova a eguagliarla anche se a volte i risultati sono piuttosto scarsi, dato che la velocità di risposta dei pulsanti è snervante. Se a tutto quanto detto aggiungete un prezzo fuori dai canoni (70,00–75,00 € in media) capirete come posso sconsigliare agli appassionati di Pro Evolution Soccer questo primo episodio di nuova generazione. Un netto passo indietro per Konami che si spera possa recuperare con le prossime pubblicazioni. Anche se la delusione c’è ed è tanta.

Voto Recensione di Pro Evolution Soccer 6 - Recensione


7.8