Recensione

Pro Evolution Soccer 2011

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a cura di ViKtor

Un paio di settimane fa vi abbiamo raccontato come, su PC, il vento delle simulazioni calcistiche sia cambiato. Lo scirocco di FIFA 11 è arrivato a scaldare i nostri monitor e a spazzare via la serie PES da uno degli ultimi troni che ancora deteneva, regalandoci un prodotto quasi allo stesso livello del corrispettivo console.Pro Evolution Soccer 2011 è costretto quindi ad abdicare, paradossalmente proprio nell’anno in cui è riuscito ad avvicinarsi, sotto alcuni aspetti, ai fasti di cui godeva ai tempi della PS2.Non è affatto un brutto gioco, e questo lo sapete già dopo aver letto la corposa recensioni delle versioni Xbox 360 e PS3, ma manca per un pelo il bersaglio, lasciando l’amaro in bocca come un gol vittoria sbagliato in pieno recupero.

Tutto come su console, o quasi…A partire dalla presentazione, fino al gameplay e alle modalità online, Pro Evolution Soccer 2011 è su PC la stesso prodotto di cui godono Xbox360 e PS3.La novità più importante e incisiva è il rivoluzionato sistema di passaggi, studiato per permettere, sulla carta, una maggior libertà nella costruzione di gioco. E ci riesce, almeno in parte.La nuova barra di potenza, che compare ai piedi del giocatore al momento della pressione del tasto, riesce effettivamente a farci colpire il pallone con la forza desiderata e tramite l’analogico possiamo indirizzarlo relativamente dove vogliamo. Il tutto, però, si scontra con due problemi.I binari, quelle maledette direzioni fisse che nelle scorse edizioni i giocatori prendevano spesso rivoltandosi ai nostri comandi, sono ancora presenti (seppur in minima parte). A volte capita che un filtrante preciso e tagliente risulti meno efficace perché il compagno decide di andare sul pallone in modo poco intelligente, e non c’è modo di fargli cambiare idea.Le sciabolate morbide degne del miglior Pirlo rischiano quindi di perdersi nel vuoto per via di questi movimenti “scriptati”, che di fatto limitano l’agognata libertà di manovra e non permettono al gameplay di raggiungere i picchi di eccellenza della concorrenza che fa proprio del controllo di palla a 360° il suo cavallo di battaglia.Tutto ciò si ribalta anche su altre fasi di gioco: le animazioni “scriptate” di cui abbiamo parlato non riguardano solo i passaggi, bensì anche i contrasti. Sia che cerchiate di strappare il pallone in scivolata con Nesta sia che vogliate staccare di testa con Rolando Bianchi, dovete prepararvi ad assistere a movimenti pre-calcolati e quasi sempre uguali per tutti i giocatori. La logica conseguenza è quella di vedere un concatenamento di animazioni forzato, che mina la fluidità dell’azione e ne fa perdere in veridicità.La gestione dei tiri è migliorata e la fisica fa un discreto lavoro, seppur con qualche paradosso. Il pallone, quando calciato con violenza, assume una traiettoria realistica e credibile per via di un peso ben calcolato e di un effetto coerente con la posizione del piede. I problema è che i giocatori più potenti e tecnici come Ibra e Fernando Torres riescono a scagliare fiondate urticanti anche da fermi, con animazioni del corpo assurde. E’ un peccato, perché un minimo di attenzione in più per questi piccoli, ma decisivi dettagli avrebbe elevato drasticamente la qualità del titoloInsomma, sembra proprio impossibile per Konami liberarsi dei difetti di gioventù. Finché non ci riuscirà, Pro Evolution Soccer rimarrà un gioco “ibrido”, con buoni spunti, ma a metà tra la vecchia e la nuova generazione e non riuscirà a fare quel salto di qualità che FIFA ha compiuto ormai da quattro anni.Veniamo al discorso licenze, da sempre tallone d’Achille della serie. Le cose non sono molto cambiate rispetto agli scorsi anni, anzi. La confermata licenza della Champions League è sempre gradita e la musichetta esalta manco fossimo giocatori del Milan, però affrontarla con squadre senza divisa ufficiale è sempre un’amarezza. E’ stata aggiunta la Libertadores (la Champions sudamericana): nulla per cui vi strapperete i capelli, ma nessuno ci aveva mai pensato.Anche sul fronte modalità non c’è nulla di clamorosamente rivoluzionato. La Master League è sempre la Master League, nel bene e nel male, e Diventa un Mito rischierà di portarvi via nuovamente diverse ore di vita. Il multiplayer funziona sempre meglio, anche se il net-code progettato da EA rimane un gradino superiore.

…perché si sa, i PC spingono di piùDiscorso diverso, invece, per quanto concerne il comparto tecnico. In questo caso alla Konami vanno due meriti. Innanzitutto il motore grafico è leggero e performante, anche su sistemi ormai piuttosto vecchi. Per farvi un esempio, tra le varie configurazioni di test abbiamo utilizzato un Core2Duo con 1 GB di Ram e una Radeon HD4650, quindi non esattamente il top del mercato: ebbene, a dettagli alti e disabilitando solo il v-sync il gioco scorre via liscio che è un piacere, in tutta la sua maestosità visiva. Si, perché il secondo merito da attribuire a Seabass e colleghi è quello di aver ulteriormente migliorato i modelli poligonali dei visi e dei corpi dei giocatori, già di alto livello nella scorsa edizione. Cristiano Ronaldo e Messi, ma anche Gattuso e Palombo sono di un realismo quasi spaventoso e più aumenterete la risoluzione dei vostri monitor più vi sembrerà di essere di fronte alla TV.Inoltre considerate sempre il classico valore aggiunto rispetto alle versioni Xbox360 e PS3, cioè le patch amatoriali che usciranno nei prossimi mesi e che introdurranno le divise reali per le squadre non licenziate, nonché i soliti piccoli dettagli di contorno tanto graditi agli appassionati.Purtroppo, però, una simulazione calcistica non è fatta di sola grafica. E la EA l’ha dimostrato a tutti. Stavolta proprio a tutti.

HARDWARE

Requisiti Minimi:
CPU: Pentium IV 2.4GHz o equivalenteRAM: 1GBHD: 8GB di spazio libero su discoScheda video: NVIDIA GeForce FX o ATI Radeon 9700

– Nuovo sistema di passaggi

– Graficamente da mascella rotta

– Immediato e divertente

– Rimangono i difetti storici della serie

– E’ nel limbo tra la vecchia e la nuova generazione

8.0

Pessimo tempismo, verrebbe da dire. Konami non poteva scegliere anno peggiore per riproporre sul mercato PC un PES di buon livello, perché contemporaneamente il rivale di sempre FIFA ha schierato un prodotto di pregiata qualità e si è aggiudicato la partita. Pro Evolution Soccer 2011, anche su PC, è il miglior episodio della corrente generazione, grazie al rinnovato sistema di passaggi, alla maggior libertà di gioco e alla grafica raffinata che, soprattutto sulle nostre piattaforme, regala volti e modelli poligonali quasi fotorealistici. Ciò non basta, però, per renderlo preferibile alla concorrenza, per via di alcune magagne che ancora tradiscono l’ancoraggio con il passato. Se cercate un gioco di calcio “semplice” e immediato, magari per la classica partita sporadica con l’amico o il fratello, dategli una possibilità. Gli altri, invece, sanno già dove investire i propri soldi.

Voto Recensione di Pro Evolution Soccer 2011 - Recensione


8