Anteprima

Pro Evolution Soccer 2010

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a cura di DR

Appena ripresi dalle fatiche post Tokyo Game Show, è tempo di tirare le somme per una delle serie calcistiche che insieme a FIFA fa divertire a suon di gol milioni di videogiocatori in tutto il mondo. Stiamo parlando di Pro Evolution Soccer, conosciuto qui, nella terra del sol levante, come Winning Eleven.Sicuramente il calcio di EA è migliorato notevolmente negli ultima anni, mentre quello Konami ha ormai inglobato lo stereotipo di formula vincente ma con poche innovazioni. Siamo dunque giunti al TGS desiderosi di vedere se questo sarà finalmente l’anno buono per una riscossa della serie Winning Eleven, almeno per quanto riguarda le novità introdotte.

La Pulce e il NinoOvvero i due testimonials di quest’anno (Lionel Messi e Fernando Torres) e probabilmente i primi due giocatori da acquistare per la Master League. Un poster firmato dai due calciatori in questione faceva bella mostra nello stand che la Konami ha allestito per l’occasione: stand che sebbene non sia stato uno dei più grandi, ci ha sicuramente colpito positivamente per gusto e caratterizzazione. Al centro erano presenti poco più di dieci postazioni da gioco, più una collegata ad un maxischermo (dove abbiamo avuto il nostro hands on). Sulla destra erano presenti maglie di nazionali e squadre di club (unica presenza italiana l’Inter) e alcune scarpe da calcio identiche a quelle indossate dai calciatori più famosi. Ovviamente, immancabili all’ingresso, le ragazze immagine (ben quattro), posizionate vicino a due riproduzioni della Coppa Campioni e della nuova coppa per l’Europa League.Senza farci distrarre troppo dalle fanciulle in questione abbiamo avviato una sfida in un classico Italia – Brasile. Senza dilungarci troppo, andiamo a vedere le innovazioni e i cambiamenti che il nuovo episodio della serie porterà nelle nostre case fra qualche settimana.Dopo l’annuncio fatto da EA, c’è stata subito la pronta replica di Konami che ha introdotto un sistema di movimento e dribbling a trecentosessanta gradi che sicuramente porterà un miglioramento sostanziale nel realismo di gioco. Crediamo che tutto questo rispecchi pienamente le parole dette dal PR di Konami, Mr. Tobe quando ha detto ai nostri microfoni che la presenza di due brand importanti come FIFA e Winning Eleven non possa che far bene allo sviluppo e al miglioramento dei giochi di calcio, indipendentemente da chi introduce per primo una novità. Certamente, per chi come noi era abituato a giocare con la croce direzionale, la curva di apprendimento è piuttosto elevata e bisogna spendere del tempo per lasciarsi alle spalle il vecchio sistema di controllo, ma la sensazione è che una volta abituati non si tornerà mai più indietro. Inoltre questa novità congiuntamente ad un aumento della varietà dei dribbling e delle movenze a disposizione (più di trecento) ci ha dato la sensazione nella demo provata di poter creare con i giocatori più tecnici situazioni molto spettacolari da tenere col fiato sospeso.La seconda novità che salta sicuramente agli occhi a chiunque abbia giocato i precedenti episodi della serie è un notevole miglioramento dei dettagli dei giocatori, quando sono inquadrati da vicino. I top players hanno raggiunto un livello impressionante, apprezzabile soprattutto nei replay, mentre per quanto riguarda la grafica d’insieme siamo su livelli standard. Nota negativa, ancora una volta, il pubblico e in generale tutto ciò che è fuori dal campo di gioco, si poteva fare qualcosa di più.Degno di nota è sicuramente l’aver adottato il motion capture su alcuni giocatori e in particolare su Lionel Messi, il che dovrebbe contribuire a dare una sensazione di movimenti più realistici, ma in realtà il cambiamento che salta di più agli occhi é un abbassamento della velocità di gioco rispetto a Winning Eleven 2009. Velocità che però ci sembra ben si adatti a questa versione e dia un maggior senso di naturalezza di gioco.Giudizio positivo anche per gli effetti audio e i suoni dello stadio.

Filtrante, tiro, gol!La domanda che un appassionato di Winning Eleven si pone ogni anno è se questa è la volta buona per quel cambiamento radicale nell’engine del gioco che un po’ tutti si aspettano. Bene, vi diciamo subito che la risposta è no, ma come ogni anno si può aggiungere, non è detto che sia un male. Intendiamoci durante il nostro hands on ci siamo ritrovati ad usare i soliti schemi di gioco che probabilmente usiamo da Winning Eleven 6, ma sembra che in questa versione ci sia almeno qualche piccolo cambiamento degno di nota.Per prima cosa l’aver diminuito la velocità di gioco porterà sicuramente ad avere azioni più manovrate e un minor numero di gol. Poi l’aggiunta di nuove movenze e dribbling che, sebbene non si sia riusciti a padroneggiare alla perfezione durante la nostra prova, sembra poter aggiungere un tocco di imprevedibilità, se sfruttati a dovere. Infine ci sembra che venga premiato un po’ di più il gioco di prima e il gioco aereo che nelle passate versioni.La demo ci ha dato anche la possibilità di sbirciare nei vari menu (anche se quasi tutti non selezionabili). Fra quelli di maggior rilievo, abbiamo una modalità Champions League in cui dovremo cercare di alzare la famosa coppa con le orecchie, una Master League veramente rinnovata dove fra le varie cose sarà possibile contrattare gli sponsor e gestire il settore giovanile della propria squadra e in più la conferma della modalità Diventa una leggenda e ovviamente Multiplayer.Per quanto riguarda le license, oltre alla Champions League il PR di Konami ha sottolineato anche l’inclusione dell’Europa Leauge, senza specificare se si tratti solo di squadre presenti nell’offerta o di poter giocare la competizione.Infine anche il sistema delle tattiche e della gestione dei giocatori è stato migliorato. In primis c’è da evidenziare la presenza di un valore generale che rispecchia l’abilità complessiva del giocatore accanto ai soliti valori di velocità, dribbling, tiro e così via. Nel momento in cui vorremo impostare le nostre tattiche, si potranno aggiungere su di un tavolo virtuale delle carte, ognuna delle quali rappresenterà una tattica: ovviamente aggiungere più di una carta, farà sì che tutte le tattiche rappresentate dalle carte aggiunte verranno applicate contemporaneamente (ad esempio combinare la tattica di far giocare gli attaccanti sul filo del fuorigioco con il lancio lungo).

– Ritmo di gioco ottimizzato

– Nuove possibilità tattiche

– Gameplay immediato

Il nostro hands on, ci ha dato la possibilità di testare il gioco al Tokyo Game Show. Ci sono apparse subito evidenti le novità apportate dal sistema di controllo a trecentosessanta gradi che permette di combinare dribbling e movimenti in una maniera più naturale. La caratterizzazione dei personaggi è notevole mentre la visuale d’insieme e soprattutto il pubblico dello stadio potevano essere migliori. Tralasciando l’innovazione nel controllo e il gioco generalmente un po’ più lento, siamo di fronte ad un gameplay molto simile al predecessore ma che comunque ci ha lasciato soddisfatti. Gli amanti della serie potranno contare su un supporto per l’online e una rinnovata modalità master league per il gioco in singolo.

Restate su Spaziogames per l’imminente recensione completa e date un’occhiata al video del nostro hands on se volete saperne di più.