Anteprima

Prison Architect

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

La nascita di Prison Architect arriva dopo il periodo più buio di Introversion Software. Con due titoli fallimentari alle spalle e l’ombra della bancarotta che prendeva sempre più forma, non era rimasto spazio per altri errori. C’era bisogno di un’idea forte, vincente, immediata. Alcune devono essere nutrite col tempo, curate e lasciate crescere; altre ancora giungono con la velocità di una saetta e la prorompenza di una bomba. Per Chris Delay si è trattata di una grandissima intuizione, che col tempo ha trasformato Prison Architect in un titolo giocato su PC da oltre un milione di persone.
“They’re trying to build a prison”
Il gioco è in sviluppo da tanti anni ed è in early access da settembre del 2012. Da allora è stato aggiornato mensilmente e si prepara adesso alla sua prima fase di uscita, programmata il prossimo 6 ottobre. Si parla di “prima fase” perché gli sviluppatori ritengono che i tempi siano ormai maturi per far uscire il titolo dall’accesso anticipato, ma intendono comunque aggiornarlo di continuo fino a quando il mercato di Prison Architect sarà florido. Ci hanno tuttavia assicurato che si tratterà di una versione molto avanzata, che avrà aggiornamenti, migliorie e anche contenuti che arriveranno in un secondo momento. 
L’idea di Introversion è stata quella di sviluppare un gestionale in cui bisogna costruire, amministrare e dirigere un carcere americano di massima sicurezza. Si comincia con un piccolo stabile da fabbricare prima che un manipolo di prigionieri giunga alla nuova destinazione, e si arriva nelle fasi più avanzate a sperimentare con la creazione di strutture di enorme complessità, dove bisogna gestire una gran quantità di mansioni, tenere d’occhio i bisogni di tutti e controllare che ogni cosa proceda senza intoppi o imprevisti di grave entità.
Quando durante la presentazione ci hanno mostrato una struttura carceraria gigantesca, abbiamo capito che la percentuale di casini che sarebbero potuti accadere lì dentro avrebbe avuto una generosa impennata. “So che sembra enorme e tutto molto complicato da tenere sotto controllo, ma questo è in realtà un carcere di medie dimensioni”, mi ha spiegato Chris Delay, orgoglioso della creazione di uno degli utenti. “Online abbiamo trovato costruzioni migliori di quanto persino noi saremmo stati in grado di sviluppare, e siamo certi che col tempo ognuno rimarrà stupito da ciò che Prison Architect permette di fare, anche con le mod”. Non pensiate però che si tratti di un gestionale arduo da padroneggiare, perché nonostante la sua grande complessità va ammesso che è tutto molto intuitivo e chiaro. E anche piuttosto piacevole da giocare.
Fuga da Alcatraz
Come dicevamo poc’anzi, la gestione della prigione diverrà via via sempre più complessa e ricca di variabili. Non solo vi ritroverete a costruire celle, strutture carcerarie tutt’altro che semplici, impianti idrici ed elettrici e tutta una serie di aree che possano soddisfare i bisogni vostri, dei carcerati e dello staff, ma dovrete monitorare i movimenti di chi in quel luogo ci vive tutti i giorni. Per evitare che la situazione degeneri o diventi ingestibile, è necessario assumere il personale per la sicurezza e gli agenti; allo stesso modo, non si può fare a meno di un’infermeria né tanto meno di un refettorio con tanto di cuochi. E questi sono solo un paio di esempi che dicono pochissimo di tutto ciò che potrete e dovrete fare per avere a disposizione la prigione più efficiente di sempre. Naturalmente assumere personale vi costerà del denaro, ma è vero anche che senza di loro è praticamente impossibile riuscire ad avere un mantenimento delle condizioni adeguato alle esigenze. Considerate inoltre che si tratta di operazioni necessarie per sbloccare ulteriori posizioni lavorative ancora più specializzate, che possono fare la differenza quando i carcerati vanno in escandescenza o si ribellano alla prigionia o architettano piani per creare caos e tentare la fuga. 
Anche i carcerati avranno i loro bisogni, e non solo fisiologici. Bisogna costantemente tenere alto il loro morale, evitare che i malcontenti si tramutino in atti di rivolta e che ci si siano adeguati spazi ricreativi. Non solo: i detenuti possono essere reinseriti socialmente, è bene occupare il loro tempo con dei lavori, dar loro modo di poter vedere i familiari e assecondare le loro vocazioni spirituali. C’è anche chi ha problemi di dipendenza dalla droga e deve vedersela con gravi crisi d’astinenza; starà dunque a voi decidere se fargli arrivare una dose o ridurlo alla depressione più nera. C’è insomma un grado di profondità elevatissimo in Prison Architect, ossia tutto ciò che serve a un gestionale ambizioso, che vuole puntare in alto. La sua visuale a volo d’uccello e la sua realizzazione in 2D sono scelte artistiche azzeccate, che rendono il titolo immediatamente riconoscibile a una prima occhiata; l’interfaccia utente è molto intuitiva e difficilmente vi metterà in confusione. Se ha avuto così tanto successo fino a ora, non abbiamo motivo di dubitare che continuerà sulla stessa strada: Prison Architect ci ha sorpreso sul serio. 

– Gestione completa e soddisfacente di un penitenziario

– Meccaniche di gioco molto profonde

– Divertente e con molte variabili da tenere sott’occhio

Le meccaniche gestionali di Prison Architect funzionano benissimo, sono ben gestite e hanno una profondità sbalorditiva. Se oltre un milione di giocatori stanno giocando a questo ottimo gestionale non è sicuramente un caso, e l’uscita dalla fase “early access” non potrà che giovare ulteriormente alla qualità del titolo, che si prepara a un primo lancio sostenuto da aggiornamenti costanti e tempestivi.