Recensione

Prince of Persia: Spirito Guerriero

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a cura di Fabfab

Esattamente ad un anno di distanza dall’uscita del primo episodio, torna nei lettori di tutte le console (questa volta contemporaneamente) il Principe di Persia: evidentemente, nonostante il successo riscosso, alla Ubisoft non devono essere rimasti troppo soddisfatti e per questo sequel hanno cambiato parecchie cose, a partire proprio da un’ambientazione più dark e da un tasso di violenza più elevato…

Addio mio principeQuello che fa il suo esordio in questo secondo episodio é un principe braccato e in fuga: le sabbie del tempo manipolate a piacere nel prequel, si sono rivelate un’arma a doppio taglio in quanto il nostro eroe é ora visto come una figura di disturbo del continuum spazio-temporale e pertanto viene braccato senza pietà da demoni vari, compreso il tremendo Dahaka, contro il quale, almeno all’inizio, l’unica opzione possibile é la fuga. La sola via di salvezza é quella di raggiungere l’Isola del Tempo per vedersela con la causa principale dei suoi guai, l’Imperatrice del Tempo, ma la strada é lunga e irta di ostacoli, ma anche illuminata da inaspettati alleati e belle figliole…Come detto per venire incontro al pubblico di massa, questa volta la Ubisoft ha deciso di dotare il personaggio di look e movenze decisamente più cool e lo ha piazzato in un’ambientazione cupa e sanguinosa che ha veramente poco a che fare con quella fiabesca ed arabeggiante del primo episodio.Anche il gameplay ha subito sostanziali modifiche, non perché sia significativamente diverso da quanto visto l’anno scorso, quanto per il rapporto tra gli elementi dello stesso: l’anno scorso Prince of Persia era una stupenda avventura inframmezzata da saltuari combattimenti e l’elemento principale era rappresentato dall’acrobatico puzzle solving. Quest’anno, al contrario, l’esplorazione passa in secondo piano a favore dei combattimenti con molte più tipologie di avversari e introduzione dei canonici boss.Sicuramente l’anno scorso la scarsità di nemici e la povertà di mosse a disposizione poteva ben presto annoiare gli amanti dell’azione pura, ma quest’anno é tutta un’altra cosa: gli avversari sono più reattivi e letali, mentre il sistema di combattimento, denominato Free-Form Fighting, é ora più spettacolare e complesso. Sostanzialmente oltre ad un maggior numero di combo e di mosse é stato aumentata anche la componente acrobatica, con la possibilità di usare i nemici come trampolino oppure di aggirarli per tagliare loro la gola (eh si, c’é molto più sangue, adesso). Rispetto al primo capitolo, inoltre, il nostro tenebroso Principe può ora utilizzare due armi, raddoppiando così il male che é in grado di infliggere: per cercare di limitare un poco l’abuso di questa tecnica, l’arma secondaria tende a consumarsi man mano che si combatte, finché diventa inutilizzabile, ma vista l’abbondanza di armi che si trovano nel corso del gioco (principalmente spade, ma anche asce, mazze, coltelli e bastoni) raramente vi troverete a dover impugnare una sola spada. Come detto avrete a che fare anche con i boss di fine livello, scelta inedita per la serie, tutti brutti (ehm, forse non tutti), grossi e cattivi, né più né meno che nella maggior parte dei giochi di questo tipo.Per quanto riguarda l’esplorazione, sostanzialmente ci troveremo a fare le stesse cose del primo capitolo, con improbabili corse sui muri ed acrobazie sempre più complesse, piattaforme sempre più elevate da raggiungere e sabbie del tempo da sfruttare al momento giusto: tuttavia anche in questo campo si registra qualche significativa novità. Ancora una volta l’avventura é ambientata per lo più all’interno di un’enorme struttura (in questo caso una fortezza), ma l’esplorazione é meno lineare e un po’ più libera. E’ stato inoltre inserito un elemento che, pur se non originale, risulta pur sempre affascinante: il Principe può infatti viaggiare nel tempo ed esplorare gli stessi ambienti in due epoche differenti, opzione essenziale nella risoluzione di determinati enigmi. D’altronde questa capacità non può essere utilizzata a piacimento, ma solo facendo ricorso ad una specie di portale, il che rende il tutto un po’ troppo predeterminato, anche se non pretestuoso come in Onimusha 3.

Belli fuori, puliti dentroTecnicamente Ubisoft riesce addirittura a migliorare quanto di buono si era già visto nel precedente episodio, con un frame rate ancorato a 30fps ed un livello di dettaglio degli ambienti davvero incredibile, senza contare che la particolare ambientazione dark ha permesso ai programmatori di giocare magnificamente con gli effetti di luce ed ombra. I personaggi sono estremamente cool e magnifici nelle animazioni, ma ancora una volta è il level design a stupire, con ambienti enormi e coreograficamente gratificanti. Tuttavia il design degli stessi solleva qualche dubbio: l’atmosfera cupa e decadente stanca più in fretta di quella fiabesca del prequel (anche perché il gioco dura di più) e molti degli ambienti visitati finiscono con l’assomigliarsi troppo gli uni agli altri.Purtroppo delude il comparto sonoro: alla splendida colonna sonora del primo episodio si sostituisce una ben più anonima soundtrack rock-metal, ma il peggio viene dal doppiaggio italiano che se, per quei misteriosi casi della distribuzione ci ha risparmiato la voce della Bellucci (che ha doppiato solo le versioni in francese ed in inglese), ci ha tuttavia regalato interpretazioni in cui l’attrice franco-italiana non avrebbe stonato. Gabriel Garko nei panni del Principe é a dir poco ridicolo e riesce a rovinare molti momenti di suspence e le voci di contorno non gli sono da meno: non riesco a credere che nessuno in Ubisoft si sia accorto quanto il doppiaggio stonasse con l’atmosfera cupa ed adulta del gioco, quindi la reputo una grave leggerezza da parte dei produttori che non si sono evidentemente curati della qualità dello stesso.Resta da parlare della longevità: il gioco é più lungo e difficile del precedente, il che dovrebbe soddisfare quanti si lamentavano della sua brevità. E’ pur sempre vero che, a mio personale avviso, la decina di ore necessarie per completare il primo PoP erano perfette, perché permettevano di arrivare alla fine prima che cominciasse a sorgere la noia; in PoP2 ci sono più combattimenti e più ambienti da esplorare, c’è una bella (anche se non originale) storia, ma la ripetitività dell’azione di gioco alla lunga si avverte…

Funzionalità online – solo per XBoxLa versione XBox presenta alcune modalità di gioco Live. Oltre all’opzione per scaricare nuovi contenuti (per il momento non sono comunque disponibili aggiornamenti) è possibile affrontare una modalità Arena ed una denominata Gara contro il Tempo. Nel primo caso ci ritroveremo ad affrontare tre turni di combattimento in cui dovremo sfonfiggere i nostri avversari entro un tempo limite; nella seconda dovremo superare un determinato percorso entro il tempo limite.

– Grafica eccelsa

– Splendido level design

– Trama più curata

– Maggiore longevità

– Doppiaggio ridicolo

– Troppi combattimenti e meno esplorazione

– Toni fin troppo oscuri e violenti

8.5

Il Principe di Persia torna tra noi, ma questa nuova avventura più che un sogno é un vero incubo! Il nuovo look cupo e violento e la maggiore attenzione dedicata ai combattimenti sono un’evidente concessione ai gusti del pubblico di massa, rimasto in parte indifferente al fiabesco primo episodio, ma finisce con lo snaturare quello che era lo spirito originario del prodotto.

Intendiamoci, Prince of Persia 2: Spirito Guerriro é un ottimo titolo, migliore del prequel sotto alcuni aspetti (ma inferiore per altri) ed é, semplicemente, il miglior action disponibile su GameCube, ma dispiace che la componente esplorativa sia stata relegata un po’ in secondo piano a favore dei combattimenti: é come se parte della magia del prequel fosse sparita, a favore di una sovrabbondante dose di violenza. Peccato, poi, per il mediocre doppiaggio italiano, capace da solo di intaccare l’atmosfera del gioco…

Voto Recensione di Prince of Persia: Spirito Guerriero - Recensione


8.5