Recensione

Prince of Persia Rival Swords

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a cura di Jackazz

Cadde Babilonia, e con lei la gloria della Persia. Dove prima si estendevano torri e palazzi troneggiano ora fiamme che divampano furiose e non accennano a morire. Le grida dei bambini e i femminili bisbigli riecheggiano nei vicoli come vecchie cicatrici. La gioia e la vita sono morte col mio regno. Io, che fui Re di Babilonia, ardo quest’oggi d’una fiamma novella, esigo sangue come pegno del dolore e bramo vendetta sulle teste dei nemici.

Ritorno a BabiloniaIl breve incipit che avete appena letto riassume il setting scelto per Rival Swords. Gli eventi narrati prendono atto dopo la conclusione di Spirito Guerriero, secondo capitolo hard-rock della famosa saga: il Principe decide di tornare nel suo regno accompagnato da Kaileena, scoperta essere imperatrice del tempo. La capitale è in fiamme, avvolta nel fumo ed in mano al nemico. Toccherà a voi riportare la pace sulle vostre terre, stavolta con l’aiuto di un nuovo personaggio: il Principe Oscuro.Nel caso abbiate già provato I Due Troni, precedente incarnazione old-gen del gioco recensito, in Rival Swords non troverete (quasi) nessuna novità. Cosa avrà dunque spinto Ubisoft ad adattare uno dei capitoli più riusciti della saga alla nuova console targata N? Nonostante la forte sensazione di trovata commerciale, Rival Swords contiene alcune piccole, grandi sorprese che, anche se dovute in gran parte all’originale versione uscita circa un anno fa, innalzano il titolo Ubisoft dalla pura mediocrità.

La saga del PrincipeIn seguito al fallimentare tentativo portato a termine da Red Orb, gli sviluppatori di Myth per intenderci, nel lontano 1999, nel riesumare le avventure del Principe di Persia, Ubisoft decise di prendere sotto custodia questa celebre saga. Ne risultò un’avventura d’altri tempi, impreziosita di sezioni in puro stile platform, emozionanti combattimenti all’arma bianca e una trama adeguata alle elevate aspettative. The Sands of Time rimane, almeno per quanto mi riguarda, uno dei titoli più belli degli ultimi anni. La sua ambientazione da Mille e Una Notte conquistò un folto numero di proseliti e segnò, una volta per tutte, un grande successo a livello di critica e pubblico. Il suo seguito, realizzato quand’ancora Il Principe si trovava sulla cresta dell’onda, si rivelò sottotono rispetto al precedente episodio. Warrior Within pose l’accento sulle fasi di combattimento, trascurando momentaneamente quella parti platform che avevano fatto la felicità di molti giocatori. Il tutto condito da assordanti riff di chitarre elettriche, sangue in abbondanza ed un’atmosfera più cupa. Il Principe di Persia si era trasformato in una rockstar, i racconti di Sherazad erano solo un flebile ricordo. I Due Troni ebbe l’incarico di riportare la serie ai fasti originari: svolse tale compito con lodevole successo. Il Principe era tornato alla normalità, l’orizzonte fatto di deserti sconfinati ed abbaglianti rappresentava ancora una volta uno dei punti di forza del gioco. Il Principe Oscuro portò invece nuova linfa alla meccanica di gioco. Prince of Persia era rinato.

Il nuovo sistema di controlloI Due Troni è stato completamente adattato per essere fruibile al meglio sulla vostra candida console. I controlli, però, sono bel lungi dall’essere perfetti: non sempre funzionano egregiamente, a volte appaiono scomodi mentre in altri frangenti si dimostrano largamente affidabili. Prima di procedere verso un’analisi critica degli stessi analizziamo le varie funzioni disposnibili: il movimento del personaggio è affidato allo stick analogico del Nunchuk, mentre la visuale è regolabile mediante la croce direzionale. In questo caso la precisione è piuttosto soddisfacente e non presenta sbavature degne di nota. Il Tasto C è utilizzato per i poteri delle sabbie del tempo, tenendolo premuto potrete riavvolgere la sequenza, premendolo e rilasciandolo immediatamente godrete del dono del ralenti. Il pulsante Z serve soprattutto a raccogliere le armi dei nemici uccisi. Per quanto concerne il Wiimote, ad esso sono legate la maggior parte delle funzioni: il tasto A è il tipico tasto multifunzione con cui saltare, lanciarsi o salire sulle sbarre. I pulsanti 1 e 2 danno invece modo di modificare la vista della telecamera. Muovendo il controller potrete simulare pugnalate e sciabolate, alla maniera di quanto avveniva in Red Steel: purtroppo per voi, anche in questo contesto i movimenti non saranno in presa diretta, ma visti dal Wii come un determinato input da far corrispondere all’apposito pulsante, il tutto con un impercettibile scarto di qualche millisecondo. Le mosse sono varie ed esaltanti: degne di nota la possibilità di eseguire doppi o tripli fendenti, attacchi col pugnale e sciabolate in salto, il tutto con un semplice movimento del vostro polso. Non so come la pensate voi che leggete, ma in tutta sincerità se i vantaggi della nuova console Nintendo sono davvero questi… preferisco tornare a giocare col pad in mano, tranquillamente seduto sul mio divano. In definitiva i controlli di PoP:RS risultano scomodi e poco funzionali, non aggiungono nulla di particolare all’esperienza di gioco e sembrano un palliativo per adattare questo gioco anche al Wii.

Comparto TecnicoL’impianto grafico di questo gioco è datato. Rival Swords è solo una svogliata conversione de I Due Troni, nulla più, eccetto i controlli pensati (o meglio, adattati) per il nuovo controller del Wii. Textures poco definite, assenza di filtro Anti Aliasing o effetti High Dynamic Range. PoP:RS tratta il vostro Wii come fosse una Playstation 2. la barca non affonda del tutto grazie al supporto per schermi Widescreen e 480p. Ma questo è davvero il minimo indispensabile, per un gioco di nuova generazione. Il Wii non sarà certo un mostro di potenza, ma giochi come Excite Truck hanno già dimostrato di saper esprimere a fondo il chip grafico della nuova console Nintendo. Da un lato sonoro invece il sonoro richiama alla mente le terre d’Arabia, attraverso musiche dinamiche ed evocative, che fanno il loro dovere a seconda delle fasi di gioco. L’ ultimo particolare per quanto riguarda l’aspetto visivo: il sangue è stato completamente rimosso per garantire un rating di tipo T a questo gioco. La stessa cosa non era successa invece per la versione GameCube.

– Trama ben congeniata

– Grande varietà d’azione..

– Controlli studiati per Wii..

– Grafica spiccatamente old-gen

– Alla lunga ripetitivo

– ..che non sempre funzionano come dovrebbero

6.8

Ci sono due tipi di conversioni per Wii. Alla prima categoria appartengono adattamenti di giochi mai visti sulle precedenti console Nintendo come Il Padrino e Scarface, che portano con sé migliorie a livello grafico e di giocabilità. La seconda categoria raggruppa giochi come Far Cry e Need for Speed Carbon: tentativi di riciclare serie famose ed apprezzate, inserendo qualche controllo (apparentemente) pensato per Wii. Purtroppo Prince of Persia appartiene a questa seconda categoria e si rivela degno di essere preso in considerazione solo se non avete avuto occasione di giocare l’ultimo episodio su GameCube.

Voto Recensione di Prince of Persia Rival Swords - Recensione


6.8