Recensione

Pokemon Bianco e Nero 2

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a cura di Mugo

Scrivere l’introduzione alla recensione dell’ultimo capitolo nella lunghissima e fortunatissima serie dei Pokémon non è cosa facile. Si potrebbe partire raccontando di come nell’ormai lontano 1996 siano stati pubblicati i primi due giochi della serie e di come questa sia diventata la seconda più venduta del mondo. Si potrebbe parlare dell’incredibile fenomeno di costume con protagonisti i mostriciattoli di Game Freak, di come questi siano stati capaci di conquistare una generazione dopo l’altra in una cavalcata inarrestabile verso il successo. Oppure potremmo parlare di come non ci siano solo i videogiochi nel mondo dei Pokémon, ma anche cartoni animati, carte collezionabili, pupazzi, console brandizzate, per un elenco tendente a infinito.Non è facile scrivere l’introduzione alla recensione dell’ultimo capitolo della serie e, forse, la cosa più saggia è entrare subito nel vivo e raccontare cosa si trova nelle cartucce di Pokémon Bianco e Nero 2

Si torna a Unima 
Che si ritorni a calcare le terre della regione di Unima è cosa ormai risaputa, così come si sa che i fatti raccontati in Pokémon Bianco e Nero 2 si svolgono due anni dopo quelli del primo capitolo. La nostra avventura, infatti, incomincia ad Alisopoli, cittadina posizionata all’estremo sud occidentale della mappa della regione in una zona precedentemente inaccessibile. Fin dalle primissime mosse del nostro viaggio vedremo il ritorno di diversi personaggi conosciuti in Bianco e Nero tra i quali spicca senza dubbio Belle per il suo ruolo: precedentemente un’antagonista del giocatore, ora all’opera per schedare tutti i Pokémon presenti nella regione, Belle presenta la possibilità al nostro protagonista di aiutarla nella ricerca offrendogli il primo mostriciattolo con cui iniziare a combattere. La scelta è, ancora una volta, tra Oshawott, Tepig e Snivy, con l’ormai tradizionale terzetto di elementi base (acqua, fuoco, erba) ad indirizzare le primissime capacità del giocatore. 
Giusto il tempo di familiarizzare con il nostro nuovo amico ed ecco che fa ritorno un secondo personaggio, Komor, un altro ex-rivale che ora ha fatto strada ed è diventato il primo capo palestra che dovremo affrontare proprio nella nostra città.Parlando delle palestre segnaliamo che anche in quelle successive ci sono stati dei cambiamenti, con alcuni dei capi palestra che hanno deciso di lasciare il posto ad altri allenatori, ma di più non diciamo per non rovinare la sorpresa. 
Unima parte 2 
Continuando la serie dei graditi ritorni segnaliamo quello del Team Plasma: dopo gli eventi raccontati in Pokémon Bianco e Nero (e se non li avete giocati attenti agli spoiler) che vedevano la dissoluzione del gruppo di allenatori malvagi, apparentemente mossi dal desiderio di liberare i Pokémon dalla supposta prigionia della loro condizione, questa compagine torna a ricoprire il ruolo di antagonista anche in Bianco e Nero 2, con Ghecis che, come in passato, proverà a conquistare la regione di Unima grazie al potere ghiacciante di Kyurem (già all’opera in alcune zone dell’area). 
Ci sono altre novità a livello di Team Plasma, ma non vogliamo svelare troppi particolari di una storia che, nonostante sia semplice, ha comunque i suoi punti di fascino e riesce ad incuriosire il giocatore, grazie anche al fatto di essere la diretta continuazione di quanto raccontato in Bianco e Nero garantendo così uno sviluppo più articolato. 
La regione di Unima, dal canto suo, appare sostanzialmente modificata rispetto al nostro primo incontro dell’anno scorso e non solo per la presenza dei ghiacci in alcune aree. Abbiamo già detto che l’avventura comincia in una zona precedentemente inaccessibile, Alisopoli, oltre la quale vedremo altre quattro città inedite e potremo esplorare nuove versioni di posti già visti, dando così una piacevole sensazione di freschezza e fugando le paure di chi temesse di ritrovarsi davanti un mondo fotocopia del precedente. Certo, Unima è sempre Unima, ma lo scorrere del tempo è ottimamente rappresentato dall’evolversi non solo degli eventi narrativi, ma anche della regione stessa, che contribuisce così, non poco, alla credibilità dell’avventura. 
Un’essenza invariata 
Neanche chi avesse giocato l’ultima volta ad un titolo della serie Pokémon dieci anni fa avrebbe difficoltà a capire cosa fare in Pokémon Bianco e Nero 2. Il cuore dell’esperienza ludica è, infatti, sostanzialmente invariato dal primo capitolo: scegli un Pokémon, vai nell’erba alta, lo fai salire di livello e sfidi un capo palestra dopo l’altro. Quest’architettura tanto solida quanto funzionante continua a mostrare il suo valore anche oggi, dando delle basi solidissime sulle quali gli sviluppatori di Game Freak hanno costruito, anno dopo anno, tutta una serie di aggiunte. 
Dubitiamo che ci sia ancora bisogno di dirlo, ma per sicurezza lo scriviamo l’ennesima volta: il fatto che ci siano i mostriciattoli Nintendo non fa di questa serie un gioco per il pubblico più giovane, o meglio, non solo diretto a loro. Abbiamo infatti tra le mani uno dei migliori GDR disponibili sul mercato con un gameplay tanto accessibile quanto elaborato, capace di stuzzicare anche il giocatore più esigente. A migliorare le cose rispetto al capitolo precedente ci pensano alcune delle novità inserite proprio per arricchire ancora di più l’offerta come, per esempio, la possibilità di incontrare (e catturare!) anche Pokémon originari di altre regioni al contrario di quanto succedeva in Bianco e Nero, garantendo qualche lacrimuccia alla vista di vecchi compagni di avventure. Non solo, perché ci sono delle attrazioni inedite che meritano un paragrafo tutto per loro. 
Tra cinema e sfide 
Partiamo dall’attrazione che introduce più elementi esterni al gameplay della serie, il Pokéwood. Già dal nome, che si richiama alla ben più famosa collina simbolo del cinema statunitense, si riesce ad intuire di cosa si tratti: il Pokéwood è la Mecca della produzione cinematografica della regione di Unima e, manco a dirlo, verremo invitati a dare il nostro contributo come attori e allenatori nelle pellicole, dapprima utilizzando i Pokémon che ci vengono affidati, poi facendo diventare i nostri animaletti personali delle vere e proprie star.Tutta l’operazione è molto divertente e ben realizzata, con tanto di green screen sul quale recitare, e possibilità di ripassare le battute così da andare incontro alle preferenze di pubblico e critica. 
Tornando alle sfide vere e proprie non possiamo che apprezzare l’arrivo del Pokémon World Tournament, un’attrazione posizionata al posto del vecchio Deposito Frigo nella quale lottare in singolo, doppio, triplo e a rotazione contro un gran numero di allenatori locali e non solo. Dopo aver raggiunto la vetta della Lega Pokémon, infatti, potremo dedicarci a sfidare i capi palestra di tutte le regioni del vasto mondo dei Pokémon, per un numero totale di combattimenti veramente alto in grado di aumentare non di poco la longevità del titolo e di far rivivere vecchie emozioni alla vista di personaggi storici per la serie (rivedere il caro vecchio Brock dopo tutti questi anni fa il suo effetto). 
Fa la sua comparsa anche l’Unima Link, una funzione che consente di sbloccare alcune aree, nuovi livelli di difficoltà e di attivare l’Asse Dei Ricordi per scoprire cosa è successo nei due anni di assenza dalla regione. 
Di bene in meglio 
Lo diciamo subito: l’evoluzione tecnica di Pokémon Bianco e Nero 2 non ha niente a che vedere con l’evoluzione che, immaginiamo, arriverà con gli eventuali prossimi capitoli appositamente pensati per Nintendo 3DS. Il fatto che i Nintendo DS classici siano incredibilmente diffusi non può che far deviare gli sviluppatori verso queste piattaforme limitando eventuali stravolgimenti grafici, creando dunque un titolo di altissimo livello per quanto riguarda Nintendo DS, ma certamente non impressionante sul successore in 3D.Detto questo bisogna dare atto ai ragazzi di Game Freak di avere spinto ancora di più le capacità del portatile Nintendo offrendo un livello di pulizia ancora maggiore: soprattutto sul fronte delle animazioni e del numero di sprite ci sono degli evidenti miglioramenti rispetto a Bianco e Nero, mentre continuano a farsi notare per cura tecnica le fasi in cui la telecamera entra negli edifici e propone prospettive elaborate e di qualità. 
Anche sul fronte dell’interfaccia possiamo vedere dei netti miglioramenti: i menù sono ora molto più leggibili e navigabili con facilità, grazie ad una disposizione degli elementi più ordinata e precisa, mentre, anche dal punto di vista estetico, abbiamo apprezzato alcune scelte cromatiche. Alcune di queste modifiche si traducono anche in vantaggi pratici: avere un Pokédex finalmente suddiviso per zone permette con grande facilità di vedere al colpo d’occhio quali Pokémon abbiamo già catturato e dove indirizzare le nostre ricerche. 
Il comparto audio è, come al solito, di alto livello grazie ad una colonna sonora che si fregia di alcuni motivi storici per la saga affiancati a nuovi arrangiamenti, così come sul fronte dell’effettistica funziona tutto alla perfezione. 
Ma allora, lo compro? 
Alla fine è proprio questa la domanda a cui si cerca risposta leggendo una recensione, risposta che è chiaramente da modulare a seconda dell’esperienza e delle preferenze dei giocatori, ma ci sono alcuni casi in cui l’acquisto di Pokémon Bianco e Nero 2 risulta praticamente obbligato: non avete mai giocato ad un titolo della serie? E’ un ottimo momento per incominciare, il fatto di non avere già esplorato Unima negli scorsi episodi non è d’ostacolo al divertimento. Siete appassionati di Pokémon? Probabilmente non avete neanche bisogno di leggere queste righe per decidere di comprarlo. Cercate un’esperienza longeva e ottimamente realizzata? Di cose da fare ce ne sono veramente a vagonate, e la cura posta in ogni dettaglio è da sempre marchio di fabbrica della serie. Insomma, pare abbastanza chiaro che si tratti di un titolo che consigliamo praticamente a tutti, a patto di non avere proprio un’antipatia viscerale nei confronti degli animaletti Nintendo (e anche in quel caso consigliamo di provare, si sa mai che si possa cambiare idea). Ecco, forse chi ha consumato ogni anfratto di Bianco e Nero potrebbe non essere travolto dalle novità, in fondo è la stessa regione e dal punto di vista di gameplay e tecnica non ci sono grossi stravolgimenti per i quali è chiaro che dobbiamo aspettare i capitoli pensati con in mente l’hardware più performante di Nintendo 3DS, ma per quanto riguarda il Nintendo DS classico, questo è il miglior titolo della serie che si possa giocare.

– Un seguito in tutto e per tutto

– Tecnicamente molto curato

– Molte migliorie a livello tecnico e di interfaccia

– Nuove attrazioni molto interessanti

– Non sfrutta logicamente l’hardware del 3DS

– Minor carica innovativa rispetto al predecessore

8.5

Pokémon Bianco e Nero 2 sono due ottimi seguiti a due altrettanto ottimi giochi: profondi, appassionanti, incredibilmente longevi e tecnicamente curati sapranno tenere attaccati alla console sia i fan di vecchia data che i neofiti. Chi si aspettasse delle incredibili novità potrebbe rimanere deluso, ma di più non si poteva chiedere ad un seguito che certo non può avere la carica innovativa del predecessore. Attenzione però, sebbene non cambino completamente le carte in tavola, Pokémon Bianco e Nero 2 sanno rimescolarle con sapienza, offrendo al giocatore la migliore esperienza Pokémon disponibile per Nintendo DS.

Voto Recensione di Pokemon Bianco e Nero 2 - Recensione


8.5