Recensione

Phantasy Star Portable 2

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dopo l’esordio sfolgorante sul mai dimenticato Master System nell’anno domini 1987 la saga di Phantasy Star ha vissuto alti e bassi, e purtroppo per le nuove generazioni le ultime due iterazioni del brand hanno decisamente deluso le aspettative, soprattutto a causa di un gameplay monotono e della minore diffusione del gioco online sulle console portatili di cui la vecchia Europa soffre rispetto al Giappone. Saprà questo Phantasy Star Portable 2 riportare la saga al livello che le compete?

Tre anni dopo…siamo punto e a capo!La continuità a livello narrativo è per molti giocatori uno dei cardini di una serie ben riuscita, e da questo punto di vista il nuovo capitolo dell’action RPG made in SEGA è ineccepibile: gli eventi narrati hanno inizio tre anni dopo la fine delle vicende del precedente capitolo, vale a dire dopo che l’enorme minaccia costituita dai SEED è stata debellata, e la galassia di Gurhal sembra essere tornata a dei ritmi di vita normali, con la pace a regnare sovrana. Ma una nuova minaccia si profila all’orizzonte, e ancora una volta sarà un gruppo di mercenari, il vostro, chiamato “Little Wing”, a doversene occupare. Come avrete capito, il plot non è di certo la parte migliore della produzione dei ragazzi di Alfa System, cui SEGA ha affidato lo sviluppo: l’abuso di clichè e di situazioni viste già centinaia di volte dal videogiocatore più esperto è in parte mitigato dalla deriva cui la serie è andata incontro, passando dal classico JRPG con combattimenti a turni delle origini ad un action che ha conservato qualche piccolo elemento ruolistico sin dalle sue fortunate incarnazioni su Dreamcast, quando si impose come primo vero gioco per il quale valesse la pena giocare online. Nonostante cut scene molto ben realizzate, passerete la maggior parte del tempo a saltare i dialoghi (quando possibile), che con qualche rara eccezione, costituita perlopiù dalla vostra piccola e simpatica partner, sono del tutto accessori, concentrando l’attenzione sul gameplay molto più che sulla storia.

Più si è, meglio èCome per il titolo precedente, Phantasy Star Portable 2 punta forte su tre elementi che hanno saputo catturare una buona fetta di appassionati: alto livello di personalizzazione, gioco online (inspiegabilmente assente nel primo capitolo) e una miriade di armi e armature diverse da collezionare. Raramente su PSP (ci viene in mente solo la saga, per alcuni versi affine, di Monster Hunter) ci siamo infatti imbattuti in un gioco tanto malleabile nelle mani dell’utente: a partire dall’editor iniziale, molto completo, il gioco vi condurrà per mano nel mondo creato dagli sviluppatori e vi consentirà di riempirlo come meglio credete, dai particolari, come la decisione sul taglio di capelli e sulla mise del nostro alter ego, agli elementi decisamente più rilevanti nell’economia di gioco, come la scelta delle missioni da affrontare. In altre parole, il gioco potrebbe essere visto come una scatola vuota, con una sceneggiatura appena accennata e senza un personaggio principale ben delineato.La scelta della classe determinerà anche il livello di difficoltà, perché, mentre le caratteristiche di base dell’umano o degli uomini-bestia sono sufficienti anche al novizio per arrivare in fondo all’avventura, lo stesso non può dirsi per i caster ed i ranger, decisamente dedicati ad un’utenza più esperta. Espletate le formalità necessarie alla creazione del proprio eroe, il gioco vi sottoporrà una serie di dialoghi atti a immergervi nell’ambientazione, e vi catapulterà poi nel bel mezzo dell’azione, mostrandovi la semplicità del sistema di controllo, che consta del tasto di attacco e di quello di parata, che risulteranno essere, con il giusto tempismo, le chiavi che ci apriranno ogni porta all’interno del gioco.Non c’è infatti da lambiccarsi troppo il cervello:Phantasy Star Portable 2 è un gioco incentrato sul combattimento, che, nonostante qualche problema con il sistema di mira, funziona discretamente, senza apportare modifiche rilevanti a quanto visto in precedenza ed offrendo un livello di divertimento a due velocità. La pecca peggiore è infatti la grande monotonia dell’esperienza in single player, indebolita da una serie di situazioni viste e riviste, da nemici sempre uguali a sè stessi, da un level design piatto e ripetitivo e da obiettivi delle missioni che non si discostano mai dal dover uccidere ogni cosa che si muova. A poco valgono un arsenale praticamente infinito, e potenziabile dall’utente spendendoci gli oggetti raccolti durante le missioni, e un numero di quest davvero ragguardevole, se poi la spinta a proseguire è nulla o quasi: anche altri sviluppatori (pensiamo al recente Fat Princess) hanno puntato decisamente sull’online, ma qui l’impoverimento della modalità di gioco in singolo appare davvero eccessivo. Il discorso cambia, e radicalmente, se invece si ha la possibilità di confrontarsi online con altri giocatori, chance finalmente introdotta dopo le pesanti critiche che la stampa specializzata aveva rivolto al prequel: un party umano saprà sopperire alla scarsa intelligenza artificiale e donerà quel senso di imprevedibilità e di sfida aggiuntiva che solo il gioco cooperativo sa offrire. Perdipiù le partite in rete risultano di buona qualità, senza rallentamenti eccessivi o glitch grafici a rovinare l’esperienza.

Dal Master System alla PSP: lo sviluppo della tecnicaNon si può dire che Phantasy Star Portable 2 sia brutto a vedersi: i filmati d’intermezzo sono anzi realizzati con grande maestria, e il motore poligonale si è dimostrato solido anche in situazioni affollate o nelle partire in rete.Eppure siamo lontani dal livello qualitativo cui negli ultimi mesi la piccola di casa Sony, entrata ormai nel pieno della sua maturità, ci ha abituato: i modelli dei nemici sono composti da un numero esiguo di poligoni, e l’alto tasso di riciclo non favorisce l’aspetto generale, che non riesce né a impressionare né a rendere piacevoli le lunghe sessioni di grinding richieste per raggiungere livelli accettabili e non rimediare magre figure durante i match online. Non aggiunge né toglie nulla all’esperienza di gioco il comparto sonoro, perlopiù anonimo, che alterna un doppiaggio (inglese) di discreta fattura, e che non coinvolge il protagonista da noi creato, a musiche la cui eccessiva reiterazione vi porterà ad abbassare presto il volume della vostra console portatile preferita. Raggiunge livelli di eccellenza, invece, la longevità: dato per scontato che l’universo di Phantasy Star Portable 2 vi prenda non impiegherete meno di quaranta ore, che possono diventare tranquillamente sessanta se siete maniaci del collezionismo, per vedere i crediti finali.

– Personalizzabile in ogni aspetto

– Ottima longevità

– Comparto multigiocatore finalmente appagante

– Pochi incentivi a proseguire la modalità Storia

– Tecnicamente solo sufficiente

– Ripetitivo oltre ogni limite

– A.I. lacunosa

6.7

Con Phantasy Star Portable 2 SEGA si è presa un bel rischio: prendere un titolo appena discreto vecchio di due anni e ripresentarlo come un titolo nuovo, dimenticando però che in Europa l’incidenza del gioco online non è ancora ai livelli raggiunti in Giappone, non è stata certo una mossa a colpo sicuro. Il titolo è comunque godibile se giocato in rete, seppur ripetitivo e carente di una storia che possa chiamarsi tale, a causa di elementi come l’eccessivo riutilizzo di luoghi e nemici, un aspetto grafico poco più che sufficiente e un sistema di mira a volte davvero irritante, che limitano gli incentivi a proseguire nell’avventura alla sola soddisfazione di collezionare tutte le armi disponibili.

Voto Recensione di Phantasy Star Portable 2 - Recensione


6.7