Anteprima

Pandora's Tower

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a cura di Pey'j

Se Xenoblade Chronicles – l’ultima fatica firmata Monolith Soft (Xenosaga, Baten Kaitos) – ha già un posto ufficiale fra le prossime uscite europee per Wii e se The Last Story – col quale Hironobu Sakaguchi (creatore di Final Fantasy) torna alla direzione vera e propria – può considerarsi acquisito, per adesso Pandora’s Tower – sviluppato da Ganbarion (One Piece Unlimited Cruise) – gode solo di un rumor, o poco più, che lo vorrebbe presto in arrivo anche nel vecchio continente. Sarebbe un decisamente un bel canto del cigno per la console casalinga Nintendo, o addirittura un formidabile poker, se venisse distribuito anche Earth Seeker. Un quartetto tutto giapponese e ruolistico, con i distinguo del caso.Pubblicato da Nintendo, come del resto Xenoblade e The Last Story, Pandora’s Tower è già da qualche settimana nei negozi giapponesi. Del progetto non è stata diffusa informazione alcuna fino a (relativamente) poco dal lancio, il che farebbe pensare a un titolo “minore”. Tuttavia, vuoi per l’attuale carenza cronica di titoli Wii, vuoi per il fascino che le prime immagini e video hanno trasmesso, attorno a Pandora’s Tower s’è raccolto un discreto interesse.

Mangia, bambina mia, mangia… Ti farà bene.La storia è ambientata nell’antica Grecia (o una giapponese rappresentazione della stessa) e ha per protagonisti due ragazzi: Ceres, lei, Ende, lui. Il pretesto narrativo appare molto curato e si offre come efficace motore del gioco intero: Ceres ha ricevuto una maledizione che la trasforma lentamente, ma inesorabilmente, in una bestia. Alla maledizione esiste un rimedio, per quanto grottesco: la ragazza deve cibarsi della carne di mostro (uno di quelli che l’hanno maledetta) prima che la trasformazione si sia completata. Procacciare a più riprese l’antidoto “al sangue” e farlo per tempo sarà il compito di Ende: abilità e tempestività si rendono in questo modo obbligatorie.I due ragazzi sono coadiuvati da Graiai, una mercantessa nana piuttosto inquietante, davvero ben disegnata, la quale non solo ha un ruolo nell’identificare la maledizione e nell’indicare il rimedio, ma offre a Ende l’arma con cui farsi strada, ossia la Orichalcum Chain. Si tratta di una catena con la quale affrontare i nemici: colpendoli, immobilizzandoli, scagliandoli via e con la quale risolvere enigmi e arrampicarsi sulle piattaforme. Uno strumento che all’occorrenza può farsi frusta o rampino, sicché i riferimenti sembrano alquanto nobili (principeschi e transilvani, per esempio). Ma l’Orichalcum è anche un termometro del grado di salute di Ceres, permettendo a Ende un continuo monitoraggio e la possibilità di correre a “nutrire” l’amica anche parzialmente (con vile carne di sgherro, anziché di boss), quando necessario. L’uso della catena sembra molto vario e ben comandato tramite il nunchuk, con l’assistenza dal puntatore. Dunque, si va a caccia di mostri, li si offre come pasto officinale, si va di piattaforme e si risolvono enigmi. Ah, allora è un action! No!, dice lo sviluppatore, è un action RPG con un’indole esplorativa. Possiamo immaginare allora che vi siano forti elementi di crescita delle armi così come abbondanti collezionabili (sebbene Ende non dovrebbe avere molto tempo libero da dedicarvi, per lo meno finché rimane attiva la maledizione). Ne emerge un quadro potenzialmente assai ricco e vario, pur rimanendo da verificare le qualità più strettamente meccaniche. Il concept non è forse originalissimo, ma sembra operare una gran bella sintesi, attingendo a elementi classici (e non solo per la presenza dell’antica Grecia) e tuttavia non del tutto approfonditi su quel Wii che, motion alla mano, potrebbe dare ancora una buona, ancorché tardiva, prova della propria peculiare natura.La completa guarigione di Ceres si otterrà sconfiggendo una dozzina di boss, ciascuno arroccato sulla propria tower, e nutrendo della loro carne pulsante la sventurata giovinetta. La repulsione della ragazza di fronte alla necessità di ingoiare organi sussultanti di bestiale origine veicola un calibrato e indovinato senso del grottesco che temporaneamente spazza via la pena di vederla “infettarsi”. Se il fattore tempo sembra determinante ai fini dell’effetto martellante fornito dal gioco (ogni torre rappresenta una prova a scadenza, una tappa opprimente all’interno dell’intera salvazione), d’altro canto negli scontri parrebbe prevalere un’attitudine strategica, accorta, con uno spadone di per sé non molto versatile ma spalleggiato dalla notevole duttilità dell’Orichalcum.

– Storia e ambiente intriganti

– Buona varietà di elementi

– Combattimenti apparentemente non scontati

Sembra avere ottimi, chiari riferimenti, Pandora’s Tower, e tuttavia una buona dose di originalità basata anche – udite, udite! – sulle proprietà del Wii. La parte narrativa offre ottime fondamenta alla struttura del gameplay e sembra adeguatamente suggestiva. La nota caratteristica giunge dalla catena e soprattutto dall’uso che se ne può fare. Le premesse sono più che incoraggianti, ma solo la prova diretta potrà confermarle. E la prova la faremo volentieri.